Avviso funebre. La famiglia Benassi ringrazia per il cordoglio e per i numerosi messaggi di vicinanza e affetto, e comunica che le esequie del caro Antonio si terranno giovedì 17 gennaio, ore 11, presso la parrocchia di Sant'Ignazio di Loyola, Piazza Don Borotti 5, Milano.
Il Biondo legge l'annuncio mentre sta al bar, il primo caffè della giornata, che quasi gli va di traverso. Giovedì 17 gennaio è dopodomani.
Quello scorrere di necrologi è un lavoro che devono fare tutti i giorni, è noioso e quasi sempre inutile. Oggi no. Così decide di sedersi un tavolino, e fa un cenno alla barista di portargli un altro di caffè. Doppia dose. Ci vuole.
Cari lettori di libri gialli, credete che sia semplice il mestiere del killer? Prendi un incarico, incassi un anticipo e poi il saldo ad omicidio avvenuto? Eh no. Ammazzare una persona è un lavoro da professionisti, bisogna studiare bene chi sia l’obiettivo, filtrare le proposte che arrivano, preparare un piano A e poi un piano B in caso emergano dei contrattempi. Soprattutto, la sicurezza, signori mie.
È un qualcosa che Il Biondo e Quello con la cravatta (scritti così, con le maiuscole, mi raccomando), sanno benissimo: solo loro i titolari della SAP SRL, società del ramo omicidi su commissione. Mica roba da scappati di casa, gente che spara un colpo per strada come gangster di Chicago. Loro sono professionisti seri.
Li abbiamo conosciuti già nel primo libro di Alessandro Robecchi, “Questa non è una canzone d’amore”, una storia di molotov contro un campo rom, di speculazioni edilizie e di un assassino che si era messo ad uccidere delle persone tra cui, senza riuscirci, il nostro Carlo Monterossi.
Ma qui, in questo romanzo, non c’è né Carlo né la sua trasmissione televisiva, la “fabbrica della merda”: i protagonisti assoluti di questo giallo anomalo sono loro.
Il Biondo e Quello con la cravatta.
Hanno escogitato un sistema ingegnoso per farsi contattare per nuovi incarichi: inserire un annuncio funebre dove il cognome del morto è un cognome che è stato comunicato solo a vecchi clienti. L’antico sistema del passaparola, un modo per essere certi che il buon nome della società non finisca alle orecchie di clienti “pericolosi”, come questo signor Scalvini
Il cliente arriva alle 11 spaccate, scende da una BMW blu che ha visto tempi migliori, forse era l'ultimo modello, ma del 98. A dispetto del freddo ha solo una giacca, la camicia slacciata fino al terzo bottone, la pancia che si affaccia dalla cintura dei pantaloni e che dice: «Sono in anticipo il mio padrone arriva tra 20 cm».
Strano cliente questo signor Scalvini, quello dell’annuncio del povero Antonio Benassi: un imprenditore che vuole vendicarsi del socio per una storia di prestiti, si uccide per molto meno in questa società moderna al cui confronto la Savana è un parco giochi.
Ma è il suo comportamento ad allarmare la coppia di killer.
Il campanello d’allarme squilla ancora più forte quando scoprono che l’imprenditore che dovevano far fuori è finito a testa in giù una domenica mattina alle sei, in un cantiere.
Strano, vero?
Che il cliente si sia rivolto ad un altro killer, alla concorrenza?
Insomma dove c**** è finita l'etica dei rapporti commerciali, eh? Un cliente può cambiare idea, certo, ma deve comunicarlo, spiegare come mai e magari scusarsi. Non è che cambi fornitore così su due piedi, senza dire niente, lasciando quell'altro in sospeso. Un minimo di educazione..
Questa della concorrenza è qualcosa che manda in bestia il Biondo e Quello con la cravatta, specie se è una concorrenza fatta sui prezzi, abbassando le tariffe per facilitare l’addio a questo mondo di persone. Ma dove vogliamo arrivare? Al dumping tra killer? Questa non è una cosa da professionisti. Qui ci vorrebbero i sindacati, delle tariffe minime, altrimenti la gente inizierà a farsi una brutta opinione. Ma ora la coppia di killer ha altri problemi a cui pensare:
Dopotutto, si tratta di ammazzare gente per soldi, una cosa che il capitalismo, e non solo lui, fa ogni giorno.
Forse non ve l’avevo detto, ma in questa storia qualcuno viene ucciso. Succede in un romanzo dove protagonisti sono due professionisti del settore (quello che alimenta il mercato delle pompe funebri, diciamo).
Risolto
il problema, al Biondo e a Quello con la Cravatta capita sotto gli
occhi un nuovo annuncio: è la famiglia Villa che si stringe a lutto
per la compianta zia Fiorenza.
Due annunci in pochi giorni,
possibile? Che sia una trappola?
Parrebbe di no. La cliente, una donna questa volta, propone loro un obiettivo molto ambizioso: un finanziere di alto bordo, uno di quelli abituato a gestire milioni, a dare ordini alla politica e a muoversi con jet privati. Si tratta di entrare in una nuova fascia di mercato, quella del comparto del lusso:
Non vedi? Si vendono meno utilitarie ma la Ferrari fa il pieno di ordinativi, le pensioni di Viserbella piangono miseria e invece il Ritz di Montecarlo è sempre esaurito, ti torna? E’ il momento di aggredire quel segmento di mercato, vendere Porsche fa guadagnare più che vende le Panda, conviene di più ammazzare i ricchi, così ti è chiaro?
Certo, tutto bello, entrare in una nuova fascia di mercato, margini più alti per l’impresa (e oggi il profitto è tutto, vorrete mica preoccuparvi di sciocchezze superate come etica, rispetto dei diritti, vero?), una clientela più selezionata. Ma c’è un problema, il loro “tallone d’Achille”, ovvero le dimensioni dell’impresa. Sono solo in due e questo finanziere da eliminare (con un incidente, magari un suicidio perché, si sa, la crisi, la borsa, che tempi signora mia ..) è uno che si muove con un autista che gli fa anche da guardia del corpo. Alloggia in una suite dove il livello del lusso è oltre l’immaginabile, per noi persone normali.
Forse occorre allargare l’azienda, andare oltre le remore sulla sicurezza che fino a quel momento erano state la loro regola (sapete, un segreto si custodisce bene in due, meno bene in tre..).
E questa signora Bertamé sembra proprio la cliente ideale per spingerli verso questa decisione di alzare il livello della clientela: una che ha deciso di smetterla di fare l’amante del finanziere, che si chiama De Carli, ma di prendersi tutto il pacchetto, basta regalini e cenette.
Riusciranno nella loro impresa i due killer? Hanno pochi giorni di tempo, il finanziere è in arrivo da Londra e starà a Milano per pochi giorni.
E, soprattutto, inizieranno a presentarsi una serie di imprevisti, non facilmente risolvibili: altre persone hanno messo gli occhi e la loro attenzione attorno al signor De Carli.
Forse è arrivato il momento di aprire a nuovi soci dentro la Snar SRL.
Si ride e tanto, in questo romanzo: si capisce bene quando lo stesso Robecchi si sia divertito nello scrivere questa storia, dove lo humour nero consente di far digerire le morti e il cinismo che regola il mercato della morte.
Ma, d’altronde, è il cinismo di questa società, non vi pare?
È il cinismo che regola anche gli affari di Milano, la ex capitale morale dove si alzano grattacieli col benestare del comune (“che veglia attento e severo sugli interessi immobiliari dei padroni della città”), e dove i clan si sono federati in un consorzio per non pestarsi i piedi.
Si ride anche per delle trovate ingegnose dell’autore: come Quello con la cravatta che si trova alle prese con la presunta paternità del figlio, giovane studente ancora incendiario nell’attesa di trasformarsi col tempo in pompiere.
Come quando si scopre che un presunto suicidio è fallito perché quel giorno Trenord era in sciopero. Maledetti scioperi, non si può più lavorare..
Si, lo so, è un’ironia un pelino difficile da digerire. Ma quante cose oggi stanno diventando sempre più pesanti da mandar giù?
Forse le speculazioni borsa sono meglio, specie quelle sui beni primari? O le scommesse sul fallimento di nazioni? O una società divisa in caste dove chi sta sopra da lezioni di vita ai tanti che stanno sotto in attesa di un ascensore sociale bloccato?
La scheda del libro su Sellerio, il blog dell’autore Alessandro Robecchi
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