Incipit
Se tutti gli uomini avessero la possibilità di uccidere clandestinamente e a distanza,l'umanità sparirebbe in qualche minuto
Milan Kundera
Prologo
Milano, ottobre 2009
«Ho bisogno di sparire.»Lo dico senza esitazione, con lo sguardo serio e i pugni chiusi. Antonio Sciamanna mi osserva per un interminabile istante. Il mio informatore nei bassifondi della metropoli è un malavitoso di lungo corso, ma anche una sorta di personale guida per il mondo sommerso che vive e prolifica in questa città. Ci troviamo nel locale di via Adelchi che da sempre utilizza come ufficio: un avamposto in legno, con luci basse e birre artigianali [..]
«Che succede, ragazzo?»
«Devo andarmene da Milano. Anzi, dall'Italia.»
Quando
devi sfuggire ad un pazzo pericoloso, qualsiasi posto non è
abbastanza lontano, abbastanza sicuro.
È
questo quello che succede al giornalista hacker Enrico Radeschi, che
per scappare da Hurricane, l'assassino che ha ucciso la sua ragazza,
è costretto a cancellarsi dal mondo, cancellare la sua vita, le
tracce che ha lasciato dietro per strada e nella propria casa.
Per
questo ricorre all'aiuto di Konstantin, altro personaggio da
bassifondi milanesi ben oltre il livello di legalità, che lo aiuta
in questo processo di sparizione: cambiare abiti, abitudini, cibo,
scollegarsi dalla rete internet e tanta “dezinformatsiya”,
disinformazione da sparpagliare di qua e di là per disorientare il
nemico.
Otto
anni dopo, dopo aver girato il mondo, lo ritroviamo a Cipro, dopo
essere arrivato alla fine del mondo (e aver mandato in giro qualche
cartolina di troppo), volontario per i lavori di recupero di una
vecchia villa ma anche per qualche lavoretto assieme al Danese, altro
personaggio da bassifondi .. ciprioti.
Ma
in questi otto anni Milano è molto cambiata: c'è stato Expo, la
rassegna internazionale che ha portato qui milioni di turisti, sono
stati costruiti i palazzoni tutti cemento e vetro che hanno dato un
volto nuovo a Milano, è stata rifatta la Stazione Centrale, alcuni
quartieri si sono riqualificati, in altri tutti i bar sono finiti
nelle mani dei cinesi ..
Anche
il lavoro della polizia è cambiato: ora per affrontare il crimine
non basta essere esperti di scienza come gli agenti di CSI, occorre
essere anche smanettoni al computer e sapersi destreggiare tra
social, internet e altro.
Ecco,
per risolvere i delitti del “Mamba nero” ci vorrebbe proprio uno
come Enrico Radeschi – questo pensa il capo della Mobile di Milano,
Loris Sebastiani.
Sono
una serie di delitti strani, molto elaborati, che colpiscono persone
legate tutte ad una stessa azienda di informatica, la TechHackCorp,
di Milano.
La
prima vittima viene avvelenata, con una puntura all'avambraccio, e
muore sotto il quadro di Pellizza da Volpedo, Il quarto Stato.
La
seconda vittima viene uccisa in modo più spettacolare: colpita al
tronco da una palla lanciata da una fionda ricostruita secondo un
modello disegnato da Leonardo da Vinci.
Anche
la terza morte sembra riportare al genio vinciano: una donna
americana, uccisa da un dardo scagliato da un drone che poi si
è posato sulla statua del cavallo vinciano, all'Ippodromo di San
Siro.
Ogni
volta questo hacker anonimo, che si firma come “Mamba nero”,
ha rivendicato il delitto su Twitter mettendo in rete i video
degli omicidi, facendosi barba dei controlli.
A
Sebastiano serve il suo hacker di fiducia che in tanti casi l'ha
aiutato nel passato: per richiamarlo in servizio va a trovarlo in
mezzo ai suoi scavi a Cipro e lo convince a tornare a casa.
Ma
non è un ritorno facile, quello di Radeschi: Milano è cambiata, è
cambiata anche la tecnologia e ora il nostro Enrico deve fare un
corso di aggiornamento rapido e poi ci sono altre cose personali
lasciate in sospeso.
C'è
da rincuorare i suoi che non lo vedono da anni e che festeggeranno il
figliol prodigo con una bel pranzo innaffiato col Lambrusco.
C'è
il suo amico Diego a cui ha affidato anni prima il suo cane
Buk (non come il cane del libro di London, ma come Bukowsky),
che lo riconosce come Argo con Ulisse.
E
c'è anche un altro cane, il Chihuahua della cugina Marika
(ribattezzato Rimbaud), da tempo stabilita nel suo ex appartamento,
che lo adotta come zio.
Infine,
c'è da andare a recuperare la sua Vespa, il giallone del 1974, che
nonostante siano passati tanti anni, non perde un colpo.
E
non dovrà perderne nemmeno Radeschi se vuole fermare questo
“Mamba nero”: sfuggente e velenoso come un serpente, abile a
nascondersi dietro proxy anonimi, a surfare nel deep web, a usare
bitcoin per pagare servizi, ad usare trojan per entrare nei computer
delle sue vittime …
Sarà
una sfida tra hacker buoni e hacker cattivi, in cui Enrico lavorerà
come consulente della Polizia e troverà anche l'aiuto della
giornalista Darla Marini, che ha preso il suo posto al giornale e
anche del vecchio Leonardo Da Vinci.
Cartoline
dalla fine del mondo è un noir scorrevole, scritto col consueto
stile ironico e spassionato di Roversi, che qua e là mette delle
bandierine sulla cartina di Milano invitando il lettore a girare (a
piedi o su una Vespa, vedete voi) per Milano.
All'Arengario
a vedere nuovamente Il quarto Stato.
Per
le strade della Lambrate Bohemien.
A
salire sulla Torre
Branca,
in zona Arco della Pace, la risposta italiana alla Tour Eiffel.
A
visitare la “Veneranda Biblioteca Ambrosiana” e le sale del
Castello Sforzesco, come la Sala
delle Asse (parola che avrà una certa importanza per una prima
soluzione del caso).
A
vedere il
cavallo disegnato da Leonardo e realizzato da un ex pilota
americano appassionato di Rinascimento, all'ippodromo di San Siro.
Infine,
non può mancare una visita a Santa
Maria delle Grazie e al Cenacolo vinciano (lo ripeto ancora,
Leonardo Da Vinci e le sue opere è un fil rouge che
attraversa il libro).
Buona
lettura e buon viaggio!!!
PS:
attenzione a non rilassarvi troppo, questo giallo riserva diversi
colpi di scena....
La scheda del libro sul sito
dell'editore Marsilio
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