30 gennaio 2018

Cartoline dalla fine del mondo di Paolo Roversi



Incipit

Se tutti gli uomini avessero la possibilità di uccidere clandestinamente e a distanza,l'umanità sparirebbe in qualche minuto 
Milan Kundera 

Prologo 
Milano, ottobre 2009 
«Ho bisogno di sparire.»Lo dico senza esitazione, con lo sguardo serio e i pugni chiusi. Antonio Sciamanna mi osserva per un interminabile istante. Il mio informatore nei bassifondi della metropoli è un malavitoso di lungo corso, ma anche una sorta di personale guida per il mondo sommerso che vive e prolifica in questa città. Ci troviamo nel locale di via Adelchi che da sempre utilizza come ufficio: un avamposto in legno, con luci basse e birre artigianali [..] 
«Che succede, ragazzo?» 
«Devo andarmene da Milano. Anzi, dall'Italia.»

Quando devi sfuggire ad un pazzo pericoloso, qualsiasi posto non è abbastanza lontano, abbastanza sicuro.
È questo quello che succede al giornalista hacker Enrico Radeschi, che per scappare da Hurricane, l'assassino che ha ucciso la sua ragazza, è costretto a cancellarsi dal mondo, cancellare la sua vita, le tracce che ha lasciato dietro per strada e nella propria casa.
Per questo ricorre all'aiuto di Konstantin, altro personaggio da bassifondi milanesi ben oltre il livello di legalità, che lo aiuta in questo processo di sparizione: cambiare abiti, abitudini, cibo, scollegarsi dalla rete internet e tanta “dezinformatsiya”, disinformazione da sparpagliare di qua e di là per disorientare il nemico.

Otto anni dopo, dopo aver girato il mondo, lo ritroviamo a Cipro, dopo essere arrivato alla fine del mondo (e aver mandato in giro qualche cartolina di troppo), volontario per i lavori di recupero di una vecchia villa ma anche per qualche lavoretto assieme al Danese, altro personaggio da bassifondi .. ciprioti.

Ma in questi otto anni Milano è molto cambiata: c'è stato Expo, la rassegna internazionale che ha portato qui milioni di turisti, sono stati costruiti i palazzoni tutti cemento e vetro che hanno dato un volto nuovo a Milano, è stata rifatta la Stazione Centrale, alcuni quartieri si sono riqualificati, in altri tutti i bar sono finiti nelle mani dei cinesi ..
Anche il lavoro della polizia è cambiato: ora per affrontare il crimine non basta essere esperti di scienza come gli agenti di CSI, occorre essere anche smanettoni al computer e sapersi destreggiare tra social, internet e altro.
Ecco, per risolvere i delitti del “Mamba nero” ci vorrebbe proprio uno come Enrico Radeschi – questo pensa il capo della Mobile di Milano, Loris Sebastiani.
Sono una serie di delitti strani, molto elaborati, che colpiscono persone legate tutte ad una stessa azienda di informatica, la TechHackCorp, di Milano.


La prima vittima viene avvelenata, con una puntura all'avambraccio, e muore sotto il quadro di Pellizza da Volpedo, Il quarto Stato.
La seconda vittima viene uccisa in modo più spettacolare: colpita al tronco da una palla lanciata da una fionda ricostruita secondo un modello disegnato da Leonardo da Vinci.
Anche la terza morte sembra riportare al genio vinciano: una donna americana, uccisa da un dardo scagliato da un drone che poi si è posato sulla statua del cavallo vinciano, all'Ippodromo di San Siro.
Ogni volta questo hacker anonimo, che si firma come “Mamba nero”, ha rivendicato il delitto su Twitter mettendo in rete i video degli omicidi, facendosi barba dei controlli.

A Sebastiano serve il suo hacker di fiducia che in tanti casi l'ha aiutato nel passato: per richiamarlo in servizio va a trovarlo in mezzo ai suoi scavi a Cipro e lo convince a tornare a casa.
Ma non è un ritorno facile, quello di Radeschi: Milano è cambiata, è cambiata anche la tecnologia e ora il nostro Enrico deve fare un corso di aggiornamento rapido e poi ci sono altre cose personali lasciate in sospeso.
C'è da rincuorare i suoi che non lo vedono da anni e che festeggeranno il figliol prodigo con una bel pranzo innaffiato col Lambrusco.
C'è il suo amico Diego a cui ha affidato anni prima il suo cane Buk (non come il cane del libro di London, ma come Bukowsky), che lo riconosce come Argo con Ulisse.
E c'è anche un altro cane, il Chihuahua della cugina Marika (ribattezzato Rimbaud), da tempo stabilita nel suo ex appartamento, che lo adotta come zio.
Infine, c'è da andare a recuperare la sua Vespa, il giallone del 1974, che nonostante siano passati tanti anni, non perde un colpo.

E non dovrà perderne nemmeno Radeschi se vuole fermare questo “Mamba nero”: sfuggente e velenoso come un serpente, abile a nascondersi dietro proxy anonimi, a surfare nel deep web, a usare bitcoin per pagare servizi, ad usare trojan per entrare nei computer delle sue vittime …
Sarà una sfida tra hacker buoni e hacker cattivi, in cui Enrico lavorerà come consulente della Polizia e troverà anche l'aiuto della giornalista Darla Marini, che ha preso il suo posto al giornale e anche del vecchio Leonardo Da Vinci.

Cartoline dalla fine del mondo è un noir scorrevole, scritto col consueto stile ironico e spassionato di Roversi, che qua e là mette delle bandierine sulla cartina di Milano invitando il lettore a girare (a piedi o su una Vespa, vedete voi) per Milano.
All'Arengario a vedere nuovamente Il quarto Stato.
Per le strade della Lambrate Bohemien.
A salire sulla Torre Branca, in zona Arco della Pace, la risposta italiana alla Tour Eiffel.
A visitare la “Veneranda Biblioteca Ambrosiana” e le sale del Castello Sforzesco, come la Sala delle Asse (parola che avrà una certa importanza per una prima soluzione del caso).

A vedere il cavallo disegnato da Leonardo e realizzato da un ex pilota americano appassionato di Rinascimento, all'ippodromo di San Siro.
Infine, non può mancare una visita a Santa Maria delle Grazie e al Cenacolo vinciano (lo ripeto ancora, Leonardo Da Vinci e le sue opere è un fil rouge che attraversa il libro).

Buona lettura e buon viaggio!!!

PS: attenzione a non rilassarvi troppo, questo giallo riserva diversi colpi di scena....

La scheda del libro sul sito dell'editore Marsilio

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