08 gennaio 2018

Presa diretta stagione 2018 – il tema della mobilità nelle città

Il 4 marzo, prossimo venturo, si andrà a votare: il Parlamento e il governo che si verrà a formare dovranno affrontare (e si spera risolvere) i problemi di questo paese.
La piaga della corruzione, soldi pubblici sottratti ad investimenti produttivi che arricchiscono funzionari e imprenditori con pochi scrupoli.
L'evasione (e magari l'elusione) fiscale: persone che non contribuiscono alla tassazione e che però usufruiscono dei servizi dello Stato.
Ci sono poi i temi ambientali, spesso usati in campagna elettorale, ma mai affrontati e messi in agenda.

Per votare in modo consapevole, è bene prima di tutto essere consapevoli di questi problemi (per non farsi fregare dai falsi spot e dai falsi problemi, come la presunta immigrazione di clandestini).
E poi, essere a conoscenza di come altri paesi hanno affrontato questi problemi: perché spesso quello che in Italia è emergenza oppure un problema irrisolvibile, altrove è stato già risolto.
Così, il cittadino elettore può diventare un osservatore attento e critico dei programmi elettorali.

Questa sera ricomincia la stagione del 2018 di Presa diretta: nove puntate, nel nono anno di programmazione, che si occuperanno proprio di questi temi.
Non sarà un giornalismo di stampo scandalistico, ha anticipato il conduttore storico della trasmissione, Riccardo Iacona. Niente battaglie su vitalizi, auto blu, niente spettacolarizzazione.
In una delle prossime puntate si parlerà, ad esempio, dei buoni esempi di amministratori locali, per la gestione degli appalti per la manutenzione delle strade. Perché qui in Italia ci sono sprechi enormi mentre in Germania (la solita Germania) no? D'altronde siamo in campagna elettorale.
Si toccherà il tema dei migranti, di come molti di essi, formatisi in Italia, sono tornati al loro paese in Senegal per dare un contributo alla crescita del loro paese. Un modo per rispondere a chi usa lo slogan “aiutiamoli a casa loro”.
Gli altri argomenti: la sanità e i disservizi che possono costare la vita dei pazienti; il lavoro di oggi che non genera ricchezza perché è pagato poco; la produzione di alimenti e gli impatti sull'ambiente e l'economia; gli appalti pubblici; le religioni e la spiritualità e infine il rapporto tra sesso e potere.

Questa sera si parlerà della bici: le bici ci salveranno – questo il titolo del servizio dei giornalisti Teresa Paoli, Raffaella Notariale, Irene Sicurella, Massimiliano Torchia, Andrea Vignali.
Decongestioneranno il traffico nelle città, responsabile dell'inquinamento e delle malattie alle vie respiratorie. Salveranno i conti pubblici perché meno persone si ammaleranno (e avranno bisogno di ricorrere al medico e alla sanità pubblica).
Salveranno la nostra salute perché andare in bici, su piste ciclabili che siano veramente tali fa bene alla salute.

Certo servono piste ciclabili vere: a Milano ce ne sono ancora poche, spesso sono pezzi di marciapiede delimitati da strisce, sebbene il comune abbia molto investito nella mobilità su due ruote (e nemmeno a Roma la situazione è diversa, come testimonia il video di Iacona).
Conosco le obiezioni:
ma non sarebbe meglio puntare sui servizi pubblici nelle grandi città? ..
oppure
La soluzione delle bici è solo utopia, non è realizzabile ..

Oggi i comuni hanno sempre meno soldi da investire nelle società di trasporto, che spesso hanno pure dimostrato di saper gestire male (il poltronificio dell'ATAC ai tempi della giunta Alemanno).
Inoltre nulla vieta ai due sistemi di convivere, bici e bus (elettrici) possono circolare nel centro di Roma o di Milano: certo, serve cambiare la mentalità delle persone.
Esistono esempi in Europa di città che si sono convertite alla mobilità sostenibile, su due ruote: Presa diretta racconterà l'esempio di Copenaghen dove il “62% della popolazione usa le due ruote per spostarsi in città”.
Si può fare dunque.
E a costi inferiori a quelli ad oggi già spesi per la fantomatica metro C di Roma, città dal sottosuolo che è come un museo ancora da aprire.

Attorno alle due ruote c'è anche un sistema economico: la Zehus, la società che ha inventato la bici che si autoricarica, è uno spin-off del Politecnico di Milano, che ha vinto un finanziamento UE di 2 milioni per sperimentare questa tecnologia. Noi siamo un paese interessante dal punto di vista della bicicletta pubblica – racconta l'AD.
In questo progetto il comune di Milano è partner e a febbraio inizierà la sperimentazione: se dovesse prendere piede, è bene che il progetto sia impiantato da altri amministratori in altri comuni.


La scheda della puntata: La bicicletta ci salverà

Una puntata per capire come e perché sulla bicicletta si gioca una partita molto concreta per la mobilità sostenibile, tutt’altro che visionaria. Non solo, perché le due ruote sono un potente volano economico e poi perché andare in bici fa bene alla salute.
Le nostre città e le nostre vite soffocano nel traffico, i livelli di inquinamento sono cronicamente al di sopra dei limiti consentiti, le malattie correlate alle polveri sottili aumentano, i tempi degli spostamenti urbani si allungano e il trasporto pubblico fatica a stare al passo delle esigenze di tutti.
Così non possiamo andare avanti. E allora? Allora a salvarci, sarà proprio la bicicletta.
In cima alla lista delle città da salvare c’è proprio la nostra capitale. A Roma ogni mattina si mettono in movimento 4 milioni e mezzo di persone, la maggior parte con la propria automobile. I romani infatti hanno il primato di auto per numero di abitanti, quasi 70 ogni 100 persone. D’altra parte gli investimenti sul trasporto pubblico sono in costante riduzione da molti anni così come la loro efficienza, 79 minuti è la durata media del viaggio per e dal posto di lavoro dell’eroico cittadino romano. Per non parlare degli investimenti sui mezzi meno inquinanti: meno 80% sui bus elettrici, meno 30% sui tram e per quanto riguarda la metropolitana è stato calcolato che ci vorranno 80 anni per raggiungere la dotazione di capitali come Madrid, Berlino, o Londra.A Roma solo l’1% della popolazione usa la bici per spostarsi, eppure ci sono già più di 200 chilometri di piste ciclabili. PresaDiretta è andata a vedere cosa si potrebbe fare e anche cosa si sta finalmente facendo per cambiare la faccia della nostra capitale e fare della bicicletta un mezzo alternativo alle auto. Ci guadagneremmo tutti, in termini di ambiente, di salute, di spesa e di tempo libero.In Italia e all’estero c’è già chi lo ha capito e ha deciso di investire sulla bicicletta per la mobilità urbana. Le telecamere di PresaDiretta sono andate in giro per l’Italia a scoprire le città più virtuose. A Pesaro oggi, un abitante su tre usa la bicicletta per andare al lavoro, a scuola o per muoversi in città perché l’amministrazione anni fa ha scommesso su un progetto ambizioso, la bicipolitana. Firenze invece ha puntato sul free floating e cioè noleggi una bici e poi la lasci dove vuoi, senza dover cercare la postazione dedicata, come il car sharing. Pochi mesi di attività e più di un milione di chilometri percorsi, dai fiorentini e dai turisti naturalmente. E poi c’è Reggio Emilia dove, grazie alla rete di ciclabili e al progetto BiciBus, quasi 300 bambini vanno tutte le mattine a scuola con la bicicletta. A Bolzano hanno capito che sono la rete e l’interconnessione che fanno la differenza, in 20 anni hanno investito 20 milioni di euro e il risultato è che oggi Bolzano è la città più bikefriendly d’Italia con chilometri e chilometri di ciclabili, ponti, attraversamenti e snodi per biciclette.PresaDiretta è stata poi nella città che è in cima alla classifica mondiale dei paradisi per ciclisti, Copenhagen. Grazie a visione, progettualità, informazione e investimenti pubblici, oggi a Copenhagen il 62% della popolazione usa le due ruote per spostarsi in città. Pedalano tutti in Danimarca: operai, impiegati e manager per andare ogni giorno a lavorare e un bambino su due per andare a scuola. Gli uffici pubblici e quelli privati hanno parcheggi e officine per le due ruote e poi spogliatoi e docce per chi si vuole rinfrescare dopo la pedalata. In Danimarca la bici è un mezzo di trasporto diffusissimo e in costante aumento, non perché sia trendy, perché è pratico.E poi la bicicletta rappresenta un gigantesco motore di sviluppo economico. PresaDiretta ha fatto un viaggio nel nostro paese scoprendo non solo che l’Italia è il primo produttore di bici d’Europa, con un giro di affari che supera il miliardo di euro tra produzione industriale, componentistica e riparazioni, con decine di migliaia di addetti. Ma anche l’eccellenza artigianale, la tecnologia e l’innovazione del settore. E ancora, il boom delle bici elettriche a pedalata assistita che ha numeri incredibili, solo nell’ultimo anno le vendite sono aumentate del 120%.E poi andare in bici fa bene alla salute. Secondo le tabelle dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità ogni euro speso dall'amministrazione si traduce in 10 euro in meno spesi dal Servizio Sanitario Nazionale.
LA BICICLETTA CI SALVERA’”, è un racconto di Riccardo Iacona con Teresa Paoli, Raffaella Notariale, Irene Sicurella, Massimiliano Torchia, Andrea Vignali. 

1 commento:

Anonimo ha detto...

Il mio compagno ed io abbiamo cercato un bambino da più di 11 anni, stavamo andando in una clinica per la fertilità per anni prima che qualcuno mi dicesse di contattare questo mago che è così potente chiamato Tempio di Agbazara per aiutarmi a rimanere incinta, E io Sono contento di aver contattato DR.AGBAZARA, perché il suo incantesimo di gravidanza ci ha messo a nostro agio, e sinceramente lo credo, e anche i suoi poteri ci hanno davvero aiutato, sono grato per tutto ciò che ha fatto. contattalo via email all'indirizzo: ( agbazara@gmail.com ) se stai cercando di avere un bambino, ha i poteri per farlo.