Come far tornare le città a luoghi che
accolgono e che non ammazzano?
Come risolvere il problema del
traffico?
Per
molti la soluzione è la bicicletta: Riccardo Iacona è uno
dei ciclisti che usa le due ruote per andare al lavoro, stando
attendo alle auto, a chi apre lo sportello senza guardare. Stando
attento agli incroci, dove gli automobilisti considerano le bici come
un intruso.
Iacona è fortunato perché per
arrivare in Rai non ha lunghi tratti in mezzo alla strada, in mezzo
alle auto.
Si risparmia nel minore inquinamento,
nella salute che migliora facendo movimento. E si risparmia tempo.
9 km per 36 minuti: in auto quanto
tempo avrebbe percorso quei km in auto?
Code, clacsonate … 55 minuti in auto
e poi si deve trovare il posto per parcheggiare.
“Noi non ce l'abbiamo con le
macchine, ma le vogliamo togliere dalle città”: è un discorso che
riguarda la nostra salute.
Le immagini del GRA: è la strada più
trafficata che porta le persone a Roma, fuori dalla città.
Spostarsi nella città dentro scatole
di ferro è una idiozia, in termini economici e di salute.
Eppure a Roma il 56% delle persone si
muove in auto o moto per andare a lavoro: a Milano esiste il
trasporto pubblico e le cifre si abbassano al 38%.
A Roma esistono invece zone tagliate
fuori dal servizio pubblico, come ad Ostia o nelle borgate: dal
2006 al 2015 l'offerta del trasporto è calata di 13ml di bus/km,
l'offerta tramviaria è calata del 30%, il numero di mezzi circolanti
è calato del 6%.
Così la gente usa i mezzi privati per
spostarsi e in questo modo, crescono i tempi per arrivare al lavoro,
le code, e le sostanze inquinanti nell'aria, il rumore del traffico.
Il centro storico più bello del mondo
deturpato dalle auto, che intralciano anche i mezzi di soccorso.
Vivere in una città piena di pm10,
ozono è pericoloso – spiega un medico a Iacona, citando un
rapporto epidemiologico: malattie al cuore e all'apparato
respiratorio, morti premature, un'aspettativa di vita inferiore.
LA via è la riduzione del numero di
macchine: questo modo di muoverci, che costa 1500 morti in più, non
ce lo possiamo permettere.
Da Roma a Pesaro: a Pesaro un terzo
degli abitanti prende la bici per andare al lavoro o per andare a
scuola.
Qui hanno inventato la bicipolitana, in
sostituzione della metropolitana: nel centro storico si va in bici,
dalla periferia.
A Firenze hanno scommesso sul bike
sharing di ultima generazione: il free floating, si lascia la bici
dove ci si ferma, un sistema che si basa sull'uso degli smartphone.
Il sistema ha avuto successo, portando
ad un risparmio di traffico e di inquinamento: meno auto per i
fiorentini e per i turisti, nelle vie del turismo.
Fogliano, vicino Reggio Emilia: alle
sette del mattino i bambini usano il bicibus per andare a scuola.
L'idea dell'amministrazione era quella di togliere le auto dalle
strade del paese.
I bambini fanno movimento, sono
accompagnati da genitori: sono 300 i bambini che usano il bicibus a
Reggio; in ogni scuola c'è un referente di questo progetto, con
l'obiettivo di rafforzare il progetto e allargare il bacino di
bambini in bici.
A Bolzano la maggioranza delle persone
usano la bici: ci hanno messo 15 anni e l'amministrazione ha
investito 20 ml di euro per questo obiettivo.
Piste ciclabili anche sui ponti,
incroci in sicurezza, piste connesse in rete che hanno preso lo
spazio delle auto in superficie.
Si sono riqualificate le strade e le
piazze pubbliche: al centro c'è l'uomo e tutta la mobilità è
costruita attorno a lui.
Sulla fronte di Iacona sono rimasti i
segni dell'infortunio quando, in una notte, è andato a sbattere
contro una rete, non identificata, su una pista ciclabile.
Andare in bici è ancora rischioso in
città, molte persone hanno mostrati i problemi delle piste a Roma:
lampioni spenti, canne o piante che invadono la pista, fanghiglia o
ghiaccio causato da perdite sull'asfalto, piste non segnalate,
incroci senza segnaletica, piste che non vengono mantenute che fuori
città diventano discariche a cielo aperto.
Piste che non portano sul nulla, soldi
spesi per niente.
Piste con in mezzo dei pali.
Piste che finiscono in un dirupo.
A Roma manca totalmente una rete di
ciclovie, non si incrociano e sono pure poche: le piste a Berlino
sono 1000 i km, 700 a Parigi.
Le ciclovie sono infrastrutture a
volume zero, l'unica cosa è la qualità dei lavoro: a Roma
Legambiente ha in mente il progetto GRAB, il grande raccordo
delle bici per creare la rete per le bici.
Costo 15ml di euro: soldi che ci sono,
per un bacino di 2ml di utenti, col risultato di essere una
infrastruttura che si ripaga da sola.
Queste piste prenderebbero lo spazio
alle carreggiate delle auto, girerebbe attorno al Colosseo,
passerebbe davanti ai Fori, al Circo Massimo, le Terme di Caracalla,
fino all'Appia antica, definitivamente pedonalizzata.
Un giro artistico che farebbe gola a
tutti i turisti oltre che ai romani.
Servirebbe avere coraggio di togliere
di mezzo le auto sulle strade e sui parcheggi e sui marciapiedi.
Cosa vuole fare il comune di Roma del
GRAB? Hanno scelto di non scegliere, ovvero di non dare troppo
fastidio alle auto, dando un contentino ai ciclisti.
A Copenaghen il 62% delle persone si
muove in bici: come hanno fatto?
Hanno cambiato la mentalità delle
persone dando loro delle infrastrutture da usare: il comune ha fatto
delle scelte ben precise.
Genitori e figli vanno a scuola o
all'asilo in bici. I postini si muovono in bici (elettrica) per
portare le lettere.
Alle auto certe strade sono vietate e
ai bambini si insegna ad andare in bici con un test che prevede una
patente.
A Copenaghen il 25% delle famiglie ha
una bici cargo; in bici si va anche al lavoro: ci sono piste che
rendono semplice usare le due ruote per andare al lavoro, più
dell'auto e più dei mezzi pubblici.
Ci sono parcheggi per le bici e
l'azienda (in questo caso la Saxo Bank) si prende cura anche delle
bici dei dipendenti che, una volta arrivati nell'azienda, hanno degli
spogliatoi per cambiarsi e farsi la doccia. E anche elettrodomestici
per asciugare i vestiti quando piove: perché qui la bici si usa
anche con la pioggia.
Qui si è investito nelle piste, si
sono realizzati 17 nuovi ponti solo per le bici, come quello che
unisce il vecchio porto con la città.
Hanno 268ml di euro nelle
infrastrutture ciclabili, che oggi sono usate da 16mila persone: sono
partiti dalle infrastrutture per creare il mercato delle bici e per
invogliare la gente ad usare le due ruote.
Piste a senso unico, larghe tre metri,
ben segnalate, comode e sicure.
I ciclisti sono i protagonisti della
strada: ci sono i semafori per ciclisti, addirittura, i cestini
inclinati per loro.
Come ci si è abituati a non fumare,
qui la politica ha rivoluzionato la mobilità, cambiando le abitudini
delle persone: gli investimenti incidono sulla salute, sull'ambiente,
sulla percezione dello stress.
I bambini che usano le bici stanno
meglio, non sono obesi e nel futuro saranno adulti con meno problemi
cardiovascolari.
E poi ci sono i cambiamenti climatici
che dobbiamo combattere anche abbattendo gli inquinamenti nelle
città: a Copenaghen, se si confrontano i dati con Roma, ci sono
molte meno polveri sottili, sono già sotto i 40 microgrammi per
metro cubo (a Roma sono a 63).
Copenaghenizzare le altre città:
questo vogliono fare i manager della mobilità, gli urban designer,
rendere altre città del mondo come Detroit (o Roma) “bike
friendly”, perché le bici sono il mezzo più efficiente ed
economico per muoversi.
Bisogna togliere le macchine per fare
infrastrutture per le bici: qui le parole non è possibile danno
fastidio, chi le pronuncia è considerato parte del problema.
Serve una visione della mobilità del
futuro, si può fare anche in Italia, il paese delle auto e delle
sgasate ai semafori.
Nuova mobilità Salaria è il
progetto elaborato da un gruppo di architetti: far muovere le persone
dai quartieri nord di Roma attraverso un ponte che sorpassa la
Salaria, per arrivare fino al Tevere, sulla pista ciclabile che
costeggia il fiume.
Basterebbe una pista ciclabile nuova di
1,5km per collegarsi poi alla pista realizzata dall'Anas, che oggi
non usa nessuno.
Il progetto consentirebbe a migliaia di
persone di lasciare le auto a casa per usare le bici: costo del
progetto 2 ml di euro.
IL progetto piace anche alla nuova
giunta a 5 stelle: si spera che dai like si passi alla realizzazione.
Un altro progetto tocca la pista del
Parco degli acquedotti, che passa vicino ad una zona
archeologica, su strade antiche, con ancora i segni dei carri: questa
pista collega il settimo municipio al centro di Roma.
Peccato che la pista ad un certo punto
si interrompe su una strada: il Settimo biciclettari si è perfino
aperto un varco sotto il raccordo anulare, per conquistarsi il suo
spazio.
Oggi a Roma la vita per i ciclisti è
dura: non ci sono parcheggi nelle stazioni, non ci sono bike lane
segnalate, i ciclisti devono stare attenti alle auto, un flusso di
traffico completamente anarchico.
Claudio Mancini, a capo
dell'associazione Salvabici: anche lui ha in mente il progetto di
piste ciclabili, da inserire nella rete assieme al GRAB e alla pista
degli acquedotti.
Linda Meleo, assessore alla mobilità
a 5 stelle è stata intervistata da Iacona: l'idea è di
sottrarre spazi alle auto, mettere a gara la manutenzione delle
piste, cambiare mentalità nell'uso del traffico.
Anche il GRAB interessa la giunta: è
un progetto già finanziato si realizzerà entro la fine
dell'amministrazione, almeno 60-80km di piste in più.
Promesse da tenere bene a mente.
Quello che non è una promessa è il
mercato attorno alle bici: in Italia abbiamo grandi aziende della
bici, leader nel mondo, e anche artigiani come Dario Pegoretti il
miglior telaista al mondo.
L'Italia possiede un quarto del mercato
della componentistica per bici, in Europa: grazie ad aziende come la
Campagnolo che, come la Bianchi (oggi appartenente ad una
multinazionale svedese) punta molto sugli investimenti in nuove
tecnologie.
Come la tecnologia per la pedalata
assistita o le bici che si autoricaricano, in frenata, come quelle
della Zehus (spin off del Politecnico di Milano).
Le aziende sono pronte, ora tocca ai
comuni e alla politica.
Questo governo, per la prima volta, ha approvato una legge quadro per la mobilità su bici, compreso il ciclo turismo.
Il PIL che gira attorno alla bici è stimato in 200 miliardi ed è destinato a crescere.
Il PIL che gira attorno alla bici è stimato in 200 miliardi ed è destinato a crescere.
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