22 dicembre 2013

Da quanto si dice che non c'è più tempo?

Il nuovo (?) centrodestra contro Forza(?) Italia sulla legge elettorale. La fa la maggioranza, non la si fa allargando la platea.
M5S contro il PD perché ha votato la legge pro lobby dei giochi online e il PD ha risposto che non si piegherà agli sfascisti.
Renzi che cerca di mettere con le spalle al muro Grillo sull'abolizione del Senato (ma non dice se rinuncerà dei rimborsi elettorali).

Nelle aule volano insulti, ma si continuano a sentire rassicurazioni sulle riforme: la legge elettorale, l'abolizione delle province, i rimborsi elettorali (che non sono stati aboliti), la fine del bicameralismo, la solita ed ennesima riforma della giustizia (prima che altri scandali dei colletti bianchi vengano fuori).


E ogni volta si ha l'impressione che queste persone non si rendano conto che non c'è più tempo. Non c'è più tempo per le meline, con cui si è preso tempo per non fare le cose nel passato.
Da quanti anni si sente dire che non c'è più tempo, che siamo sull'orlo del baratro? Sono gli stessi anni da cui si sente il solito ministro dire che si intravede la luce in fondo al tunnel.


Eppure tutto è fermo. La Cassazione restituisce i soldi ai Riva, ma la situazione ambientale di Taranto e negli stabilimenti dell'Ilva rimane sempre la stessa.
Le prescrizioni imposte non sono rispettate e Bondi, che non ha i soldi per le bonifiche, non ha ancora fatto un piano industriale.


Mentre noi ci arrabbiamo sentendo le solite proposte su condoni, grandi opere, TAV, infrastrutture, Expo, giochi online (che hanno buone amicizie nel palazzo), ci dimentichiamo del tesoro su cui siamo seduti.


Quanti posti di lavoro porterà Expo 2015? Dobbiamo credere ai bocconiani o ai sindacati, secondo cui passata la manifestazione, dei contratti a tempo non rimarrà più niente.
E allora, non sarebbe meglio investire sui nostri veri tesori? Ne hanno parlato i giornalisti Stella e Rizzo nell'ultima puntata di Servizio pubblico.


Ieri i due bronzi di Riace sono tornati al museo storico: per anni erano rimasti sdraiati in una anticamera nella sede della regione Calabria. Dove in pochi sapevano di questa loro collocazione.
Erano stati spostati per i restauri al museo: dovevano costare 10 milioni, sono costati fin'ora 32 e non è finita.
La Calabria ha incassato per i suoi musei 27046 euro, l'anno passato. È questo lo scandalo.




Per non parlare di Pompei: noi dovremmo solo preoccuparci di preservare quanto la natura (e i morti sotto l'eruzione del Vesuvio) ci hanno lasciato. Investire qui i miliardi per attirare turisti da tutto il mondo: quanti posti di lavoro potrebbe occupare Pompei (e in modo stabile, non come Expo)? Archeologi, addetti ai musei, storici, restauratori, ingegneri, architetti.
Pompei crolla, e i soldi dello stato vengono pure spesi male: la ristrutturazione del teatro doveva costare 400000 euro, è costata 7 milioni.Oggi, per colpa dell'incuria, la scritta cave canem non si vede nemmeno più. Se quel cane potesse morderci ...

Nessun commento: