04 dicembre 2013

I panni sporchi della sinistra, di Stefano Santachiara e Ferruccio Pinotti

I segreti di Napolitano e gli affari del Pd

La sinistra di ieri, di oggi e, quasi sicuramente, anche di domani: i due giornalisti Ferruccio Pinotti e Stefano Santachiara con questo lavoro hanno compiuto una lunga radiografia dei maggiori esponenti del centro sinistra italiano, sui suoi tesorieri, sulla componente femminile e sugli scandali giudiziari che hanno coinvolto il centrosinistra (sanitopoli in Puglia, la scalata bancaria dei furbetti del quartierino, mattone e cemento a Sesto ..).

Se di queste persone sappiamo le poche pubbliche virtù, è bene conoscere (o ricordare) le molte debolezze private: a cominciare dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ex membro della corrente migliorista (ed ex comunista pentito?).
Gli autori nel capitolo dedicato al presidente ricordano le molte vicinanze con l'ex presidente del Consiglio Berlusconi (una certa vicinanza alla massoneria, ai vertici in Vaticano, una insofferenza verso le procure e le inchieste che coinvolgono i potenti).
Scrivono gli autori cheNapolitano è stato il garante politico di Berlusconi”: prima di tutto perché “il leader riformista ha acconsentito al passaggio di molte leggi che avrebbero meritato ben diversa sorte”.
Napolitano ha firmato il lodo Alfano, la legge sul legittimo impedimento, lo scudo fiscale, ha accettato la nomina a ministro di Aldo Brancher.

Poi c'è il doppio comportamento tra come si è comportato col governo Prodi dopo la crisi del gennaio 2008 (Prodi andò a casa in poco più di 1 mese) e come invece si è poi comportato con Monti e Berlusconi (che non sono mai stati mandati alle Camere per prendersi la sfiducia).

C'era una volta la sinistra, verrebbe da dire, al termine della lettura di questo libro: una sinistra attenta al sociale, alle fasce deboli, che entrava in politica senza vergognarsi delle sue origini e, soprattutto, senza alcuna intenzione di arricchirsi o entrare nelle logiche di spartizione del potere.
Una sinistra che difendeva le fasce deboli, la scuola e la sanità pubblica (il vero ascensore sociale di un paese che oggi sembra scivolare verso un modello a caste, dove solo ai ricchi è concesso curarsi e studiare).

Ma forse, leggendo ancora una volta le parole di Enrico Berlinguer nella celebre intervista su Repubblica, una sinistra così è esistita per poco:

La questione morale, nell’Italia d’oggi, fa tutt’uno con l’occupazione dello Stato da parte dei partiti governativi e delle loro correnti, fa tutt’uno con la guerra per bande, fa tutt’uno con la concezione della politica e con i metodi di governo di costoro, che vanno semplicemente abbandonati e superati. Ecco perché dico che la questione morale è il centro del problema italiano.”
Enrico Berlinguer, segretario del Pci, 28 luglio 1981.
Nomine clientelari, spartizione delle poltrone in ottica consociativa, nepotismo (cariche che passano di parente in parente, e parenti che vengono nominati in società vicine alla politica), uso disinvolto del denaro pubblico. Amicizie pericolose con esponenti della criminalità organizzata, nessun senso etico o di opportunità in merito all'accettare doni o elargizioni di enti privati (che magari dovrebbero essere controllati dalla politica).
La regola di Berlinguer è rimasta, e probabilmente rimarrà ancora, inascoltata. Tanto che oggi, attorno al partito democratico, sono due le principali critiche che vengono loro rivolte: non aver mai fatto una vera opposizione al berlusconismo (ma aver invece portato avanti una politica di inciucio culminata oggi col governo delle larghe intese). E, quel che è peggio, aver tradito il mandato degli elettori e distrutto forse definitivamente il sogno di un grande partito progressista, nell'area democratica di centro sinistra. Moderno, capace di affrontare i problemi del paese e in special modo del suo elettorato.
Quello che abbiamo visto, e che viene raccontato parlando dei panni sporchi di questa sinistra, è invece un partito che ha occupato poltrone, ha preferito lasciar da parte i problemi del mondo del lavoro (il precariato, le condizioni di lavoro, le morti bianche), i temi ambientali (vedi caso Ilva a Taranto), la sperequazione dei redditi.

Mutazione genetica, quella della sinistra, che oggi trova la sua perfetta sintesi nelle larghe intese di Letta e Alfano (che non sono evidentemente Berlinguer e Moro): messe da parti tutte le questioni di sinistra, il PD ha venduto la sua anima per l'accesso alle stanze dei bottoni. Per un posto al tavolo del potere dove si decidono appalti e nomine.

La metafora di questa mutazione politica emerge dalle carte dell'inchiesta sul caso Sesto, che ha coinvolto Filippo Penati (l'ex presidente della provincia, che alla fine non ha rinunciato alla Prescrizione che è arrivata anche grazie alla legge anticorruzione..) nell'inchiesta che riguardava mazzette sull'ex area industriale della Falck: laddove c'erano fabbriche, impianti di produzione, operai, benessere (ma anche malattie e inquinamento), ora il processo di deindustrializzazione ha spazzato via tutto, c'è solo un intreccio tra finanza e politica.

L'elenco dei politici di cui si parla nel libro
Giorgio Napolitano: i segreti di Napolitano
Enrico Letta: Letta e il nuovo compromesso storico
Pierluigi Bersani: le amicizie pericolose
Walter Veltroni: addio sinistra
Matteo Renzi: l'innovatore ambiguo
Massimo D'Alema: inciucio Maximo
Niki Vendola: Vendola e le ombre dell'Ilva
Luciano Violante: Violante, metamorfosi di un comunista.

Nell'intervista che gli autori hanno fatto ad Achille Ochetto, l'ex segretario racconta del suo partito:
“Io non credo affatto che i fini giustifichino i mezzi: quando i mezzi sono sporchi, sporcano anche i fini. E poi, nelle situazioni concrete, il furbo si è dimostrato sempre Berlusconi”.

Dietro le quinte del partito:
Impresentabili e raccomandati
I tesorieri
Le donne del PD: Anna Finocchiaro, Marianna Madia, Rosy Bindi, Melandri.

Gli affari e gli interessi: le cooperative, la sanità (il caso pugliese), cemento e mazzette, le mafie e il rapporto tra il PD e le banche.

La presentazione del libro da parte dei due autori



Alcuni pretesti di lettura (presi dal sito Chiarelettere):
“Con il senatore Dell’Utri esiste un rapporto di grande cordialità e di stima reciproca. La mia impressione su di lui è estremamente positiva: penso sia una persona pacata, sensibile e di spessore.”
Dichiarazione del senatore del Pd Nicola Latorre, marzo 2007. Tre anni dopo, con la conferma in Appello della condanna di Dell’Utri quale tramite tra Cosa nostra e Berlusconi, Latorre ne chiederà le dimissioni.

“Dopo Tangentopoli il potere politico tutto, di centrodestra e centrosinistra, […] non si è affatto preoccupato di prendere provvedimenti per contenere la corruzione, ma semplicemente di contrastare e rendere più difficili i processi. Il centrodestra lo ha fatto in modo talmente spudorato da risultare vergognoso […]. Ma il centrosinistra ha dimostrato abilità più sottili […]: cose passate in silenzio, senza il clamore delle leggi ad personam, ma che hanno reso più difficile contrastare i fenomeni.”
Piercamillo Davigo, magistrato, consigliere della Corte di Cassazione.

“Enrico Letta dichiara di aver individuato ‘gente in gamba’ nella squadra di Berlusconi, magari da chiamare a collaborare in futuro: ‘Gianni Letta, innanzitutto, poi Casini, Tabacci e Vietti (Udc) e, più a sorpresa, Giulio Tremonti’.”
Primarie Pd 2007.

“Io sto dalla parte di Marchionne.”
Matteo Renzi, gennaio 2011.

“L’ex segretario di Stato lo saluta così: ‘My favourite communist’, ossia ‘il mio comunista preferito’. Ma Napolitano lo corregge ridendo: ‘Il mio ex comunista preferito!’.”
Henry Kissinger in occasione dell’incontro con Napolitano, avvenuto a Cernobbio nel 2001.

“Nel luglio del 1980 Duane Clarridge, capostazione della Cia a Roma, dà inizio, per sua stessa ammissione, a una delle operazioni più azzardate della sua carriera: un accordo segreto tra la Cia e il Pci.” Per neutralizzare una volta per tutte, infiltrando il partito, il pericolo PCI.

“Penso che per me essere di sinistra e non più comunista significa che non esistono tracciati già costruiti e che non esistono idee che vengono prima della realtà […]. Ci sono dei problemi e poi si agisce… La parola ‘liberalizzazioni’, per esempio, è diventata davvero una roba di sinistra.”
Pier Luigi Bersani.

“Voi ci avete accusato di regime nonostante, ripeto, non avessimo fatto il conflitto d’interessi, avessimo dichiarato eleggibile Berlusconi nonostante le concessioni, v’avessimo aumentato… durante il centrosinistra il fatturato di Mediaset è aumentato di 25 volte.”
Luciano Violante, Camera dei deputati, 2002.

La scheda del libro sul sito di Chiarelettere
Il link per ordinare il libro su Ibs e Amazon

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