Sarei d'accordo al finanziamento privato ai partiti a queste
condizioni:
Che ci siano dei controlli da parte della Corte dei Conti sui
tetti dei finanziamenti. E chi sgarra, è fuori dal parlamento.
Che ci siano controlli sui potenziali conflitti di interessi: i
partiti che ricevono soldi da un'industria, non possono avere un
posto nelle commissioni o nei ministeri dove si trattano affari della
stessa industria (vedi caso Riva).
I finanziamenti devono essere trasparenti, anche durante le
campagne elettorali: devo sapere chi paga. Prima e dopo. E, come
sopra, chi sgarra, è fuori.
Ma va detta un'altra cosa: il
finanziamento pubblico diretto ai partiti (quello che Letta sta
togliendo, ma con calma) esiste in altre democrazie europee, che non
per questo sono meno democrazie. La differenza la fanno due cose: il
rispetto per le istituzioni di chi ricopre una carica pubblica e il
fatto che fuori dall'Italia, un ladro col colletto bianco rimane un
ladro. Non un perseguitato.
Chissà come mai noi dobbiamo prendere il peggio dagli altri stati
e non il meglio: a quando Letta introdurrà la norma contro
l'autoriciclaggio, ripristinerà il falso in bilancio. A quando una
revisione della legge ex Cirielli sulla prescrizione?
PS: la puntata di Presa diretta dove si è parlato del finanziamento pubblico ai partiti e degli scandali dei rimborsi in regione. Qui invece, come funziona il sistema in Germania.
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