Nessuno io mi chiamo; nessuno è il nome che mi danno il padre e la madre e inoltre tutti gli amici
18 dicembre 2013
Indegne di un paese civile
Le immagini del video mandato in onda dal Tg2, sulla "pulizia" fatta dentro il CIE di Lampedusa, è una cosa indegna da paese civile.
Le istituzioni, in un sussulto di dignità, hanno fatto il bel gesto.
Non solo i CIE sono strutture indegne, ma lo sono anche le carceri. E lo sono per una precisa volontà politica, di chi li ha creati e ha creato queste condizioni di funzionamento.
Nei Cie, come nelle carceri, è difficile per un giornalista entrare e raccontare cosa succede.
Sono strutture sottodimensionate, che raccolgono i reietti della nostra società (o quelli considerati come tali): piccoli delinquenti, spacciatori, immigrati clandestini.
Nei Cie finiscono i disperati in fuga da carestie e guerre, magari combattute con armi che l'Italia (o altri paesi europei) hanno loro venduto.
Carestie e povertà frutto dello sfruttamento delle risorse dei paesi africani.
Nelle carceri, come ha raccontato lunedì Report, finiscono i poveracci che non si possono permettere un avvocato di grido per arrivare alla prescrizione.
E ora? L'Unione europa ci chiede di risolvere la "questione carceri" entro la primavera 2014 (45000 posti per 60000 detenuti).
La soluzione della politica è quella delle soluzioni tampone: le carceri devono essere stipate perché così ogni tanto si può fare un bell'indulto, che salva così anche qualche colletto bianco (l'indulto del 2006 è servito a B. anche nel processo Mediaset).
Se volessero veramente risolvere entrambi i problemi, Cie e carceri, potrebbero approvare delle modifiche alle leggi che causano queste situazioni da paese incivile: ex Cirielli, Fini Giovanardi (sulle droghe), la Bossi Fini (sull'immigrazione).
Letta e Alfano oggi si dicono sdegnati. Sarebbe meglio dire ipocriti.
Come tutti quelli che oggi cavalcano l'onda dell'emergenza carceri per arrivare all'amnistia e all'indulto.
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