L'anno scorso, di questo periodo si discuteva delle primarie per
le future elezioni politiche. Si preparava un anno di vero
cambiamento, almeno questa era la sensazione che si respirava.
Un PD parzialmente rinnovato, che doveva resistere al canto delle
sirene montiane, la tentazione del centro, che si apprestava a
smacchiare il giaguaro e vincere le elezioni.
Il Movimento 5 stelle, cui non si conosceva il potenziale di voti
che avrebbe preso (era comunque sottostimato): parliamo sempre di
gente giovane, motivata, magari non preparata, ma almeno lontana dai
vecchi giochi, dalle dinastie, dalle lobby.
Per la prima volta il partito di B. si presentava alle urne sempre agguerrito, ma dato per sconfitto. Forse anche per il nuovo (?) centro
montiano, Scelta civica, coalizzata assieme ai partiti di Fini e
Casini.
Ecco, tanto Grillo era sottostimato, tanto Monti era considerato
il cardine della futura alleanza: prima ancora delle elezioni si
parlava già di un Monti bis, o comunque di un esecutivo che non
poteva prescindere dalla sua agenda. Benedetta e incensata in tutti i
TG.
Lui, il premier che mai avrebbe continuato con la politica.
Come, d'altronde, anche il presidente Napolitano, mai avrebbe
concesso il bis al Quirinale.
Come anche, mai più larghe intese, dicevano quelli del giaguaro.
Per non parlare dell'articolo 18, dei caccia F35 ...
Per molti, le elezioni erano quasi un fastidio: ma come, abbiamo
un presidente del consiglio che l'Europa ci invidia, che ha salvato
il paese, a che servono le elezioni ..
La democrazia, un dettaglio insignificante di fronte alla grande
finanza, al nuovo ordine economico mondiale, lo spread, i tassi, la
BCE, il debito.
Quanto amara è stata la sorpresa: le elezioni (tra l'altro in un
giorno di intense nevicate e già questo doveva significare qualcosa
..) hanno sancito che il giaguaro era ancora lì, molti italiani
credevano ancora nelle sue favole. Molti di più di quanti invece
credevano in quelle del premier in loden, Monti, uscito
ridimensionato dalle urne.
Il PD e la non vittoria, Napolitano che voleva una maggioranza
solida e non una che si poggiava su astensioni o sui voti del M5S. Il
M5S che non ha colto l'attimo illudendosi di poter entrare nella
stanza dei bottini (quanta supponenza). Il PDL che ha ottenuto quello
che voleva: larghe intese benedette prima dall'elezione del
Napolitano bis.
Tutto questo per dire come sia difficile, nel nostro paese, fare
delle previsioni. Chi l'avrebbe mai detto .. Da Bersani a Letta e
ora, Renzi. Da Berlusconi a Berlusconi e Alfano.
Il governo dei giovani, che giura con gli spari in piazza di
Preiti, che si incarta subito su IMU, tasse, giustizia. Che procede
con la politica dei piccoli passi e dei grandi rinvii (la legge
elettorale, il finanziamento ai partiti, il pagamento dell'Imu). Che
non affronta i veri problemi del paese: salari bassi e tassati,
l'evasione, la corruzione non più tollerabile, gli sprechi della
casta a tutti i livelli (i rimborsi nelle regioni), le mafie, la
messa in sicurezza del territorio (ad ogni alluvione si dice che è
piovuto sopra le medie).
Per quante settimane si è discusso di Imu e della decadenza di
B.? Se la Severino fosse retroattiva o meno? Se fosse giusto il voto
palese?
Nel frattempo le banche salvate (o semi nazionalizzate come Mps)
hanno continuato a stringere sul credito sia per colpa dei nuovi
vincoli imposti, sia perché sono cresciuti le insolvenze. Debiti che
difficilmente verranno riscossi: perché la gente perde il lavoro e
non riesce a pagare il mutuo, le aziende falliscono, lo stato paga in
ritardo.
Il paese che è stato salvato due volte, da Monti e da queste
larghe intese (perché, ripetono, non c'era alternativa), peggiora (o
non migliora) su tutti indicatori: lavoro, PIL, debito.
Da una parte la difesa senza se e senza ma di questo sistema
europeo, dell'euro, del pareggio di bilancio (una medaglietta buona
solo per l'immagine del paese), delle regole del fiscal compact.
Dall'altra parte la crescita degli anti euro, dei partiti
antieuropeisti, delle destre peggiori.
Prima che si arrivi ad una nuova Weimar, sarebbe il caso anche di
rivedere tanti accordi, firmati da governi senza dirlo troppo in
giro, senza un referendum.
Anche il FMI critica la politica dell'austerità (che in
Grecia non ha funzionato, come nemmeno in Italia): se siamo alla
recessione, con pochissime speranze di ritornare a livelli di
crescita (e di posti di lavoro e di produzione e di benessere) di
prima della crisi, forse è bene rivedere le cure fin'ora adottate.
Rivedere e rinegoziare il debito: perché devono pagare le
prossime generazioni per le colpe dei governi del pentapartito negli
anni '80? Dei governi Berlusconi di questi 20 anni?
Perché spendere decine di miliardi in interessi su un debito cui
non rientreremo mai (ma non lo possiamo dire), soldi che potrebbero
essere investiti in sanità, istruzione, stimolo per la crescita
industriale.
L'assenza di speranze è una cattiva consigliera per molti
italiani: se non vedi alternative e sei in una situazione nera, sei
disposto ad ascoltare quanti si mettono ad urlare nelle piazze e
nelle TV.
Che propositi e che aspettative avere per il prossimo anno,
allora?
Non lo so. Letta è stato abile nel costruire l'attesa di un anno
di cambiamento, riforme, dopo la svolta generazionale. Un po' poco,
direi. La sensazione dell'eterno gattopardismo, nella politica
italiana, rimane. Stanno andando nella direzione giusta, le tasse diminuiscono, ci sono i soldi per la social card .. ma suonano come le stesse, solite parole già sentite.
PS: il solito discorso di fine anno che vorrei (You may say, I'm
a dreamer ..)
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