Presa diretta torna in prima serata su Rai3 con altre otto inchieste giornalistiche di grande interesse: tre ore di diretta tra reportage, ospiti in studio, ricostruzioni “per cercare di capire in profondità gli avvenimenti che stanno cambiando il mondo e anche le nostre vite e ne usciremo tutti più ricchi, meno spaventati e soprattutto più liberi.” - come spiega nell’anteprima Riccardo Iacona.
Questa sera la puntata è dedicata all’America di Trump, l’uomo che sta cambiando la faccia nel mondo.
Chi sono gli elettori di Trump e qual è il ruolo della chiesa protestante evangelica che lo sta supportando? I giornalisti di Presadiretta sono entrati alla Patriot Church ad incontrare il pastore Ken Peters. A Presadiretta racconta che “noi combattiamo per una nazione governata da Dio, secondo i principi della Bibbia”.
È stato dunque Dio a mettere Trump al potere: lui è un sostenitore dei cristiani evangelici, è un “amico ai piani alti”, alla casa bianca che aiuta la chiesa a raggiungere i suoi obiettivi in cambio del voto dei fedeli.
Si torna a parlare in America di abbattere la separazione tra stato e chiesa: lo ha fatto lo stesso Trump in un discorso a Washington il 1 maggio, “stiamo riportando la religione in America”.
La religione è entrata nelle stanze del potere in America ed è successo tutto così in fretta da non comprendere subito gli effetti: Malachi O’Brien del National Faith Advisory Board racconta che ora si aspettano dal presidente politiche ancora più conservatrici, l’abolizione del matrimonio gay, la fine del diritto all’aborto. “Ho il privilegio di consigliare a Donald Trump perché faccio parte del National Faith Advisory Board e la casa bianca non ha mai avuto un ufficio della fede così influente.”
La sua politica nazionale e internazionale è fortemente condizionata dalla destra religiosa americana che è quella che gli ha fatto vincere le elezioni: una destra clericale, sinceramente antidemocratica, patriarcale: non sono solo parole, sono fatti, storie – spiega Iacona presentando la puntata – sono decisioni politiche mai prese prima nella storia degli Stati Uniti, l’attacco alla ricerca, alle università, alla scuola pubblica, la caccia agli stranieri, l’amicizia di Trump con Putin e Netanyahu e il sostegno ai progetti israeliani alla deportazione dei palestinesi e di annessione di Gaza e della Cisgiordania
Ma tra le politiche conservatrici c’è anche una stretta sull’immigrazione e sui diritti delle donne. Hope Ngumezi racconterà la storia della moglie Porsha: si erano sposati sedici anni fa, hanno avuto due figli, nel giugno del 2023 lei era incinta di 12 settimane, si erano accorti che lei aveva delle perdite così sono andati al Pronto Soccorso di Houston.
Mentre era lì ha avuto un aborto spontaneo, Porsha ha perso il bambino e stava ancora perdendo sangue: i dottori avrebbero potuto effettuare un raschiamento per togliere il feto dalla pancia ma in Texas l’aborto è vietato e questa operazione è consentita solo se la donna è in pericolo di vita.
Così decidono di aspettare e di somministrarle un farmaco, ma dopo alcune ore Porsha inizia a peggiorare, accusando forti dolori al petto ma nessun medico si prende la responsabilità di intervenire. I medici hanno allora cercato di rianimarla senza riuscirci, fino alla sua morte.
Di chi è la colpa di questa morte? Del governo del Texas, dell’ospedale, dei medici ma soprattutto del governo federale risponde oggi Hope.
Oggi a Trump direbbe che aveva una vita bellissima, una moglie fantastica, avevamo due figli di 5 e 3 anni che avevano appena iniziato a conoscere la loro madre e avevano una vita intera per stare insieme e ora è tutto finito.
“Quello che fai influisce sulla vita delle persone, le tue leggi stanno uccidendo delle donne, stanno strappando le madri dalle loro famiglie”.
Presadiretta ha raccolto una testimonianza di una famiglia italiana andata in America, a Boston, per dare una speranza alla figlia grazie ad una cura sperimentale ad Harvard. Questo ateneo è stato teatro di uno scontro nei mesi passati con la presidenza Trump.
Liberato e Michela sono i genitori di Antonio e Giulia: la bambina soffre di una gravissima malattia genetica neuro degenerativa, e loro sono venuti proprio a Boston con l’aereo per curarla, grazie alle ricerche in campo biomedico di Harvard.
Giulia è l’undicesima bambina al mondo a ricevere questa terapia genica sperimentale: questo progetto è un perfetto esempio della collaborazione tra l’università di Harvard e gli ospedali di Boston, quello pediatrico è uno dei più grandi d’America, qui c’è un connubio stretto tra i ricercatori e i medici. Questo consente di fare una ricerca di base che si riesce a portare subito in clinica – spiega a Presadiretta Michela Fagiolini. In Italia dirige l’istituto di neuroscienze del CNR e qui lavora da più di venti anni con la Harvard Medical School, studiando i meccanismi del cervello alla base delle patologie rare che colpiscono i bambini.
Gran parte della sua ricerca in questo ospedale era finanziata con soldi pubblici che ora l’amministrazione Trump ha deciso di tagliare.
“Noi non possiamo assumere nuove persone e forse dobbiamo licenziare” racconta amareggiata a Presadiretta “abbiamo bisogno di questi fondi per mandare avanti i bambini in terapia intensiva, dove si fanno i trapianti, dove si fa il test pe trapiantare il cuore in un bambino. Se si bloccano queste cose qui veramente giochi con la pelle dei bambini.”
Che America è diventata quella che taglia i fondi alla ricerca?
“E’ diventata la non America: la ricerca è una vergogna, non è più una forza .. lavoriamo tanti per arrivare dove siamo e quello che facciamo non per diventare ricchi ma per migliorare la vita delle persone e ora invece di devi vergognare o aver paura di dire quello che fai .. non va bene. Quando Trump è stato eletto la prima volta nel 2016 ci sono state grandi proteste da parte di tutti, adesso non si può scendere nemmeno in piazza e questo è quasi un regime. ”
La scusa per tagliare i fondi è arrivata dopo le proteste degli studenti dopo i massacri dei soldati israeliani a Gaza: molti di loro sono stati arrestati con l’accusa di antisemitismo, hanno minacciato di sospendere i fondi governativi, hanno richiesto di cancellare i programmi di diversità, equità e inclusione. È il pugno duro di Trump contro le università accusate di non fare nulla per controllare le manifestazioni di protesta verso la politica di Israele.
La Columbia University, da cui sono partite le proteste, preoccupata dalle minacce di Trump di tagliare i 400 ml di finanziamenti si allinea subito alle richieste del governo. Il rettore viene sostituito e a luglio la nuova presidente firma un accordo in cui si impegna a pagare una sanzione di 200 ml di dollari all’amministrazione in cambio della sospensione delle indagini sull’antisemitismo nel campus.
Harvard ha invece rifiutato di piegarsi al ricatto: “prenderanno tanti calci nel culo” è stata, letteralmente, la risposta di Trump.
Ma anche in Italia stiamo vivendo una fase dove la scienza è attaccata: l’Italia, per voce del ministro della salute Schillaci, si è astenuta dall’accordo dell’OMS sulle pandemie motivando la scelta con ragioni di sovranità nazionale.
“.. crediamo che questo accordo deve essere applicato nel rispetto dei principi di proporzionalità e protezione dei diritti fondamentali incluse la protezione dei dati personali e delle libertà individuali.”
Secondo il dottor Bassetti si tratta semplicemente di una scelta politica, il piano pandemico non ha nulla a che vedere con la sovranità nazionale, l’Italia si è astenuta – continua Bassetti – assieme a paesi noti per andare in una direzione diversa da quella della scientificità, “ripeto, il piano pandemico non prevede nessun tipo di ingerenza nella gestione delle pandemie ..”
Infatti nel piano pandemico su cui noi ci siamo astenuti il richiamo alla sovranità nazionale dei paesi è ripreso sin dalla premessa ed è ripreso nel testo approvato. L’Italia si è astenuta per ragioni politiche e non scientifiche: “si è voluto pensare più ai voti che non alla salute della gente .. questo è un paese dove è diventato quasi vietato parlare di vaccinazioni e i risultati mi paiono abbastanza evidenti, siamo tornati ad avere come protagonista il morbillo, la gente si è vaccinata – per gli ultra ottantenni- per meno del 5%, oggi parlare di vaccini è scomodo invece occorre tornare a che sia comodo parlare di vaccini, perché hanno salvato la vita a tanta gente, la salveranno ancora. Aver messo l’argomento vaccini da parte non è, a mio parere, come tanta parte della comunità scientifica, un errore clamoroso .”
Trump – l’uomo di Dio: La scheda del servizio
Un viaggio di PresaDiretta negli Stati Uniti per raccontare le radici della destra religiosa e il ruolo dei protestanti evangelici che, votando in massa per Donald Trump, stanno influenzando le scelte politiche della Casa Bianca. Dal Texas al Tennessee fino ai luoghi del potere, l'inchiesta entra nelle scuole private cristiane dove ogni materia viene insegnata attraverso la fede, nelle organizzazioni fondamentaliste che raccolgono milioni di fedeli e nelle comunità che sostengono le donne negli Stati dove l'aborto è vietato. Al centro, gli attacchi ai diritti civili e alla scienza: dal pugno duro di Trump contro Harvard e le università accusate di antisemitismo, fino ai tagli ai finanziamenti della ricerca che mettono a rischio progetti cruciali. Il viaggio si allarga a Ginevra, negli uffici dell'Oms, dove emerge l'urgenza di una cooperazione internazionale di fronte a nuove minacce globali come l'influenza aviaria. Quali riflessi può avere questa deriva anche in Italia? In studio con Riccardo Iacona interviene Antonello De Oto, docente di Diritto delle religioni all'Università di Bologna.
RSA – la strage dimenticata
Nell’anteprima della puntata si parlerà di quanto successo nelle RSA nelle prime ondate del Covid: la strage degli anziani e le inchieste finite nel nulla. Come il nulla che è stato fatto per prevenire nuove eventuali pandemie.
Nella casa di riposo della Fondazione Restelli Onlus di Rho il covid ha provocato il decesso del 31% degli ospiti. La residenza sanitaria assistita della Fondazione Vaglietti di Cologno al Serio ha perso – sempre per il virus - il 37% degli assistiti. A distanza di 5 anni, il viaggio di PresaDiretta nelle Rsa, luoghi dimenticati dove nella prima fase della pandemia c'è stato un terzo dei morti avvenuti in tutto il Paese a causa del covid. Perché ancora molto non è stato fatto per affrontare un'eventuale nuova pandemia.
Le anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate sulla pagina FB o sull'account Twitter e Instagram della trasmissione.






