05 giugno 2014

Ora e sempre Tangentopoli

Che sfiga però.
Era da pochi mesi presidente del Consiglio, che sono scattate le manette per Expo.
Prende il 40% alle europee, plebiscito per le riforme, e scatta l'operazione Mose.
Sembra che tutti vogliano rovinare la festa a Renzi e al suo governo giovane che, certo non ha colpe, non ha governato prima, non ha nominato i vertici di Expo a Milano, né fatto le leggi che han permesso scandali e ruberie.
Ma, di questo passo, Renzi & c. rischiano di diventare la foglia di fico di un sistema corrotto.

Ma chi se lo aspettava che dietro il Mose ci fossero storie di tangenti? Un'opera che doveva costare 2 miliardi e che ne costerà 6 miliardi.
Un'opera che non può essere criticata, perché se la critichi sei contro il paese. Come il Tav il val di Susa, come i caccia F35, come l'alta velocità, come le centrali nucleari (grazie al cielo che il referendum le ha stoppate), alle mega discariche ....
Sarà un caso, ma sono tutti progetti che si sono svolti senza molta trasparenza, che si trascinano da anni, i cui tempi di lavorazione crescono, come i costi.
Progetti o opere che non hanno valore per il paese ma solo per chi prende gli appalti.

Del Mose di Venezia se ne era occupata Report in una inchiesta del 2007 ("Lavori sfiniti"): questo quello che avevo scritto a commento della puntata

"Per il progetto del Mose si sono spesi finora 4 miliardi e 271 milioni di euro. Per un'opera che (forse) sarà pronta tra 4 anni. Che non si potrà testare prima. Sulla quale non esiste verifica di impatti ambientale. Che non sappiamo nemmeno (lo dice il ministro Di Pietro) se servirà al caso quando arriverà l'alluvione.
Chi ha fatto la scelta politica di affidarsi ad un unico consorzio, il Consorzio Venezia Nuova, che ha il monopolio degli studi e della progettazione dell'opera? Consorzio che ha dietro ditte private (Impregilo, Astaldi, Fincosit, Condotte, Mantovani ) pagate con soldi pubblici dal 1987?
Era il 1987 e De Michelis (proprio lui) era già ministro. Dal 1983 al 1992 hanno fatto degli studi di indagine. Poi non si sa ... La gara di appalto non si è fatta. Abbiamo preso a scatola chiusa. Ma servirà allo scopo, il sistema delle chiuse del Mose? Esistevano alternative?
A Rotterdam (dove hanno problemi simili a Venezia) hanno scartato il Mose: hanno preferito costruire, in 10 anni, una diga a due bracci.
Costo di manutenzione: 4 ml di euro/anno.
Costo di manutenzione del Mose: 12 ml di euro/anno. Che potrebbe aumentare, visto che le piene previste potrebbero aumentare e che i sistemi meccanici delle chiuse sono prevalentemente sott'acqua.

Chi ci garantisce? Il comune di Venezia non lo vuole il Mose. Cacciari, intervistato, ha detto che preferirebbe lavori come il rialzo delle fondamenta degli edifici pubblici. Ma tutte le risorse sono date al Mose.
Opera (o mostro, a seconda del punto di vista), che è stata confermata da un consiglio dei ministri, del governo Prodi, con un voto a maggioranza. Pur avendo due ministri con voto contrario ed un terzo (Bianchi, trasporti) che si è astenuto non avendo avuto tempo di visionare le carte. Pur non essendoci una valutazione di impatto ambientale.
Ma Prodi ha dato il via libera. È stata una decisione politica su un'opera costosa che potrebbe riguardare la salute e la sicurezza dei veneziani. Difficile non creare diffidenza o sospetto.
Torniamo alla domanda iniziale: come possiamo rendere i tempi e i costi delle opere pubbliche, certi? Bisogna creare delle regole più semplici; bisogna passare da del personale delle pubbliche amministrazioni senza rigore e responsabilità a del personale competente e orientato al risultato. Anche loro dovrebbero pagare i costi.
Le aziende che non rispettano preventivi e tempi di rilascio dovrebbero pagare penali".

Report era tornata a Venezia con un'inchiesta del 2012 "Off the report" a cura di Claudia di Pasquale
"Il Mose (Report ne aveva già parlato in "Lavori sfiniti"): costruito dal consorzio Venezia Nuova, dovrà completare (quando?) un'opera che costerà al pubblico 5,7 miliardi (su una stima iniziale poco superiore al miliardo).
Dentro questo consorzio diverse società, tra cui la Mantovani.
La giornalista ha chiesto conto al ministro Passera di come sono spesi i soldi per il Mose: speriamo almeno che si sia registrato la puntata.
A controllare i lavori c'è il magistrato delle acque: fino al 2008 presidente di questo ente era Maria Piva, che sostiene di aver perso il suo lavoro proprio per il Mose e per le “cerniere” dell'opera.
Cerniere che l'azienda costruttrice ha modificato, passando dal sistema per fusione, a quello delle lamiere saldate.
C'è qualcuno, dentro il comitato dell'opera, che sostiene che così si rischia il “grippaggio” del dado (e altre criticità), insomma il Mose così non sarebbe sicuro.
Di diverso avviso sia il Consorzio che il magistrato che ha sostituito la Piva, Cuccioletta: “le prove sono state perfette”.
Forse non è un caso che la FIP, società del gruppo Mantovani è specializzata in saldarture: saldature che, rispetto al progetto originale, costeranno un 38% in più.

C'è anche in questo caso una situazione da conflitto di interessi? Dove controllato e controllore coincidono?
Secondo alcune voci, riportate dalla giornalista, sembrerebbe di si: Thetis, che lavora per il Consorzio Venezia Nuova è amministrata dalla signora Brotto (oltre a essere vicedirettore del Consorzio e amministratore di Thetis è anche il direttore dei lavori del Mose), il marito fa lavori di consulenza per il consorzio stesso, per Thetis lavorano la figlia di Cuccioletta. Ma è tutto normale, assicurano da Venezia.
E intanto i soldi continuano ad arrivare per questa grande opera, ma non per Venezia".

Che cosa ha fatto la politica, i controllori, gli amministratori locali? A parte rubare, si intende. Fondi neri, appalti tra amici, controlli e controllati assieme, costi che lievitano.
Si sapeva già tutto.
E ora dobbiamo ancora sorbirci la favoletta delle mele marce, dei lavori che non si possono fermare, della giustizia ad orologeria?
Ci sono poche cose, chiare a tutti da anni: smetterla con le procedure in emergenza, ripristinare il falso in bilancio, alzare le pene per la corruzione, togliere dalla politica la scelta dei manager, rendere trasparente ogni singolo atto dove si spendono soldi pubblici.
Altro che commissario anti corruzione senza poteri.
Sono solo chiacchiere.

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