La disoccupazione è giovanile in crescita, così come il debito pubblico.
La tanto attesa ripresa si fa attendere: siamo ancora a guardare i punti percentuali.
Non solo, ma le tanto sbandierate buone notizie, non sono così buone: gli arabi salveranno Alitalia (e meteranno piede ufficialmente in un grande hub europeo), ma ci costeranno altri 2000-3000 esuberi.
A questi costi si potrebbe aggiungere la tassa sul biglietto, sempre a spese nostre, per contenere i costi degli esuberi.
Ma ora arriveranno le riforme, perché lo chiede l'Europa (ma forse non parliamo delle stesse riforme) e perché le aspettano gli italiani, dopo l'esito quasi plebiscitario delle elezioni europee.
Mi chiedo fino a quando potremo campare sugli 80 euro e sull'effetto ottimismo, scaturito dal dinamismo del primo ministro.
Quello che, almeno per il momento, nasconde tutte le difficoltà del paese. Le tangenti di Milano e di Venezia (per il Mose).
Le inchieste che coinvolgono i maggiori gruppi bancari e gli enti di vigilanza che non hanno vigilato.
E queste riforme, appese ai desiderata del partito di Berlusconi.
Chiaro che, messe così le cose, è meglio prendersela con la Rai. Che si rivela per quello che è: una società di proprietà dell'esecutivo e governata dai sindacati interni.
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