A Milano si discute se è meglio salvare la faccia (facendo preseguire le opere alle aziende cionvolte dalle indagini) o l'etica (bloccando i lavori in attesa che si faccia chiarezza sugli eventuali episodi di corruzione).
E mentre si discute di questo, Maroni sollecita il governo a sbloccare altri soldi e il governo gli risponde di controllare meglio come i soldi vengono spesi.
A Venezia si cerca di capire quanto sia vasta la zona grigia delle mazzette per il Mose. Fin dove può arrivare, in alto, coinvolgendo politici nazionali. E mentre regna lo stupore, per questo ennesimo scandalo, nessuno si chiede come sia possibile che un'opera sia andata così lunga, come tempi e costi, senza nessuno che abbia fatto niente. A parte sganciare altri finanziamenti pubblici.
A Roma invece siamo ancora alle grandi riforme: quelle che tutto il paese chiede e che sono rimaste, al solito, bloccate. Non per colpa del bicameralismo perfetto, ma per la solita arte del tirarla per lunghe. O per mettere una tacca sul cronoprogramma (fasullo): fatto!
Sono riforme che non impediscono il malaffare, che non rendono più trasparenti le opere pubbliche.
Infatti la legge anticorruzione sarà infatti rimandata.
La legge sul conflitto di interessi, seria, non è nemmeno citata (d'altronde se va in Cina con Colaninno a visitare le aziende del padre di Colaninno..).
La legge elettorale è in mezzo alla palude.
Rischiano di pagare gli 80 euro con rincari su benzina e altre tasse.
Che l'ingiustizia faccia il suo corso ..
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