01 febbraio 2023

Se esiste un perdono di Fabiano Massimi

 

Prologo
Protettorato di Boemia 13 maggio 1939
Il treno aveva preso velocità appena fuori Praga, oltre i tetti e le guglie della Città Vecchia, oltre i quartieri bassi della prima periferia e le fabbriche che si assiepavano lungo il fiume, e adesso correva deciso attraverso la campagna boema, superando boschi, prati, piccoli borghi appoggiati ai piedi delle colline e fattorie isolate..

C’è un treno che attraversa le campagne tra la ex Cecoslovacchia e la Polonia: un treno con un carico particolare, perché i viaggiatori sono bambini che hanno abbandonato le loro famiglie. Le persone che li stanno accompagnando verso una nuova vita sono preoccupati, non solo per i venti di guerra che stanno soffiando insistentemente in Europa, sin dal 1938., da quando Hitler sta reclamando il suo spazio vitale ai danni delle altre popolazioni europee.
Tra quei bambini, una in particolare, ha attirato l’attenzione dei nazisti: la chiamano la “bambina del sale” perché ogni sera nei vicoli di Praga, va a vendere i sacchetti di sale, ogni sacchetto una moneta. Che segreto nasconde questa bambina così enigmatica e sfuggente, tanto che nessuno conosce il suo nome?

Questa è una storia che meritava di essere raccontata, non solo perché riporta alla luce la memoria di un giusto, Nicholas Winton, lo Schindler inglese, l’uomo d’affari britannico che tra la fine del 1938 e la metà del 1939 organizzò l’espatrio di più di seicento bambini dall’allora Cecoslovacchia con l’operazione Kinder Transport, bambini figli di ebrei o di dissidenti, che avrebbero rischiato la vita per l’arrivo delle truppe naziste e delle SS. Bambini portati in Inghilterra attraverso dei voli aerei inizialmente e poi con dei convogli di treni.
Una storia importante perché ravviva la memoria di cosa è successo in Europa più di ottanta anni fa, quando sul continente si accese quella luce sinistra dell’odio e della malvagità dell’uomo nei confronti dell’uomo, anche nei confronti delle creature più indifese, i bambini: una luce sinistra che ancora oggi non ha smesso di accendersi sui teatri di guerra, nelle zone devastate dalle bombe.

Cosa abbiamo sentito ripetere ad ogni anniversario della giornata della memoria, ogni 27 gennaio? Mai più. Mai più un uomo deve sentirsi privato della sua dignità, dei suoi diritti in quanto uomo libero. E a maggior ragione i bambini che invece ancora oggi devono vivere sotto le bombe, devono scappare dalle loro case, in Ucraina come in Afghanistan e negli altri luoghi dove non è sano rimanere. Come scrive l’autore stesso a fine libro:

Eppure mentre scrivevo questo romanzo, nel gennaio del 2022, dal confine tra Polonia e Bielorussia come dall’Afghanistan talebano giungevano immagini insopportabili di bambini affamati, abbandonati, imprigionati, uccisi [..]

Il male è ancora vivo, più vicino a noi di quanto crediamo, e forse è vero che al suo cospetto siamo impotenti, come sostengono i sacerdoti della realpolitik.

Dopo il trattato di Monaco, in cui le democrazie occidentali avevano consegnato la regione dei Sudeti nella ex Cecoslovacchia alla Germania nazista, da questa erano scappate molte persone che si erano poi radunati in campi profughi nella periferia di Praga.

Era chiaro a tutti come non fosse sicuro rimanere in questi territori occupati, i nazisti avevano già dimostrato cosa fossero capaci di fare dopo la notte dei cristalli agli ebrei, ma a rischio erano anche intellettuali, comunisti, chiunque fosse nella lista dei nemici del partito nazista.
Per questo motivo a partire dal 1938 molte associazioni, come Save the Children, iniziarono a mobilitarsi per portar fuori quante più persone da Praga e dalle altre città, prima che arrivassero le croci uncinate: l’Inghilterra era l’unico paese in Europa che concedeva i visti, senza troppe difficoltà, per far espatriare persone e salvargli così la vita.
Da qui comincia il racconto di Fabiano Massimi che, dopo L’angelo di Monaco e I Demoni di Berlino ci regala un altro romanzo storico, dove convivono personaggi veramente esistiti con altri inventati, ma funzionali al racconto. Tra i primi Nicholas Winton, un uomo d’affari della borsa di Londra che si ritrovò nel mezzo della Storia e seppe fare la scelta giusta anche sfruttando le sue conoscenze nei ministeri e il suo pragmatismo da uomo d’affari, “se qualcosa non è impossibile non vuol dire che non sia fattibile”. Sul campo, a Praga, a gestire questa organizzazione di volontari che aiutava i rifugiati ad espatriare, a compilare le liste dei bambini, a richiedere i visti e a superare tutte la burocrazia, altre due persone coraggiose Doreen Warriner e Trevor Chadwick.
Il libro racconta delle difficoltà nel compilare le liste coi bambini, le difficoltà nell’ottenere i visti da parte dell’Inghilterra (unico paese a concederli) per l’iniziale inerzia del governo. Il doversi guardare le spalle perché ancora prima dell’arrivo delle truppe, Praga era piena di informatori della Gestapo con delle loro liste, gli oppositori del nazismo da far sparire.

Accanto a questi personaggi reali, Fabiano Massimi ne ha messo altri, inventati, come l’io narrante, Petra Linhart, la voce che ci racconterà questa emozionante storia in prima persona, la donna che visse più volte, venuta a Praga per vendicare la morte del marito, negli scontri tra nazionalisti e nazisti (e la perdita del figlio che portava in grembo): diventerà collaboratrice di Doreen e l’aiuterà nella compilazione delle liste dei bambini presenti nei campi profughi, i più fragili, i primi da salvare, anche al costo di strapparli dalle loro famiglie.

Tra questi, l’enigmatica “bambina del sale”:

Della Bambina del Sale ebbi le prime notizie il giorno dopo, quando per conto di Doreen andai a visitare uno dei campi profughi a nord della città. Werner passò a prendermi alla pensione alle prime luci dell’alba, e dopo avermi caricato sulla sua Tatra blu piena di bozzi e rigature fece altre due fermate, una nel Ghetto, alla Sinagoga Spagnola, e una a Kampa, in quella che avrei scoperto essere la sede praghese dei Cavalieri di Malta. In entrambi i casi mi lasciò in macchina da sola per qualche minuto prima di ritornare trascinando dei pesanti sacchi di iuta che ammucchiò sui sedili posteriori.«Carbone» disse notando la mia curiosità mentre si rimetteva alla guida. «Nel campo fa freddo.»
Perché questa bambina è così importante per i nazisti, tanto da mobilitare tutte le loro forze per catturarla? Che segreto nasconde? Dove va a rifugiarsi la notte, quando smette di vendere i suoi preziosi sacchetti di sale (merce introvabile dopo che i tedeschi avevano occupato le miniere del paese)?
Anche Petra nasconde un segreto, che è legato alla morte del marito e che è all’origine della forza che l’ha spinta a fare delle scelte, anche drammatiche, contro le persone che le stanno a fianco.
Un segreto e una colpa che la accompagneranno fino alla fine della storia.

Attenzione, il libro di Fabiano Massimi non è però un saggio storico e non solo perché le notizie sulle vite di queste persone non sono molte (sebbene l’autore si sia ben documentato prima di partire). Il libro rimane sospeso tra un romanzo storico e una spy story, con dentro anche dei colpi di scena: nella Praga dove i nazisti si erano infiltrati ben prima dell’arrivo delle truppe, di chi ci si può fidare? Qualcuno delle persone che collaborano a questo progetto per far espatriare i profughi potrebbe essere una spia o un informatore pronto a tradirti.
Nel racconto però emerge anche l’aspetto umano dietro ogni scelta: da una parte la paura, il doversi muovere in fretta pur rimanendo nell’ombra, dall’altra la necessità di dover fare delle scelte.

«Secondo lei, signor Winton, ha più probabilità un bambino piccolo o un ragazzino? Una femmina o un maschio? Ecco le fotografie, le guardi: non sono tutti bellissimi? [..]

.. vede, se resta qui con me non ha un futuro. I tedeschi non vengono a governarci, ma a sterminarci. Se invece lo affido a lei, si salverà, sì, ma poi che cosa penserà

Ci vuole un forte coraggio e sicuramente anche un grande cuore per decidere delle vita degli altri: quale bambino scegliere, come accettare il fatto che si strappavano dei bambini alle loro famiglie per portarli in un nuovo mondo? E come accettare quelle croci nelle liste dei bambini, ovvero quelli che non venivano scelti dalle famiglie in Inghilterra?

Da una parte il peso di quella scelta, sapendo quanto potesse costare, dall’altra la consapevolezza di stare salvando una persona dandole un futuro: un futuro come musicista, come medico, come elettricista..

Infine Praga, la città dove si svolge tutta la storia: la città delle chiese, dei palazzi maestosi (come quello dei cavalieri di Malta), del castello che domina la città e dove i nazisti isseranno la loro bandiera con la croce uncinata, come sinistro segnale della loro presenza.

Una città divisa tra chi parteggiava per gli occupanti, con l’illusione che avrebbero dato nuovamente lustro ad un paese debole, e chi vedeva con terrore l’arrivo delle truppe tedesche.

Una città anche di vicoli e di leggende: i vicoli dove si nasconde la “bambina del sale”, muovendosi e scomparendo ai suoi nemici come una fatina, come un essere soprannaturale. Come i personaggi delle favole, quelle che insegnano che alla fine il gigante cattivo può essere sconfitto. Basta avere coraggio, basta non voltarsi dall’altra parte, non rinchiudersi nel proprio egoismo.
Se anche altri paesi, come l’America, come il Canada, avessero seguito lo stesso esempio dell’Inghilterra, quanti altri bambini avrebbero potuto essere salvati?
Una storia da leggere e da ricordare: una storia di coraggio e, lo scoprirete nelle ultime pagine, anche di perdono.

La scheda del libro sul sito di Longanesi e un estratto del libro

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