20 febbraio 2023

Anteprima Presadiretta – Costruttori di pace

Un anno fa scoppiava la guerra in Ucraina per l’invasione da parte dell’esercito russo su un fronte molto vasto, non solo le regioni russofone dove una guerra locale era in corso sin dal 2014.

Da un anno siamo spettatori di una guerra che ci coinvolge quasi direttamente, non solo perché inviamo armi per consentire all’esercito ucraino di resistere, ma anche perché mese dopo mese sta crescendo la sensazione che questo non sarà un conflitto che potrà terminare a breve. Non si vedono vie d’uscita anzi, rimanere sempre il timore di una escalation verso qualcosa di peggio. Sempre che sia corretto parlare di peggio in un conflitto che uccide migliaia di civili.
Da un anno parliamo di guerra con un approccio da tifo da stadio: se non sei per la guerra e per l’invio delle armi, senza se e senza ma, allora stai con Putin. E a finire marchiati da questa accusa infamanti sono proprio i sostenitori della pace, della rete di associazioni per il disarmi per tutti i paesi. Associazioni e persone che hanno criticato non solo Putin ma tutta questa pericolosa corsa alle armi in corso da tempo.

Se c’è una via diversa dalla guerra, per risolvere il conflitto si fa fatica a vederlo, ma va trovata: questa guerra uccide le persone e drena risorse che alimentano le lobby delle armi.
Il servizio di Presadiretta parlerà dell’Ucraina e degli altri conflitti nel mondo che, sebbene con tante difficoltà, si sono risolti con dei negoziati, quelli che oggi né Putin né Zelensky vogliono fare.

E nemmeno l’Europa che è entrata dentro questo conflitto e che dunque non può sedersi ad un eventuale tavolo dei negoziati (posto che abbiamo delegato ad Erdogan, non certo una colomba).
Le vittorie militari spesso hanno portato a nuovi conflitti dieci, venti anni dopo, mentre gli accordi di pace, se attuati correttamente, ci consegnano una pace molto più duratura nel tempo – a parlare così è Peter Wallenstein docente del Dipartimento di Ricerca sulla Pace e sui Conflitti dell'Università di Uppsala.

Fare una pace è diventata una alternativa migliore che vincere una guerra – racconta l’anteprima del servizio che andrà in onda questa sera: ma a quali condizioni ci potrebbe essere un cessate il fuoco?
Finché rimarrà Putin la Russia rimarrà uno stato canaglia, raccontava il politologo Ian Brenner intervistato su Rai3 da Marco Damilano, costringendoci a maggiori spese militari, causando un aumento delle spese per l’energia che gli europei dovranno acquistare da altri fornitori.
Peccato che la Russia di Putin fosse già uno stato canaglia a cui noi abbiamo contribuito al suo rafforzamento, coi contratti per il gas, bloccando (anche in Italia) qualsiasi piano per il passaggio alle rinnovabili.
La Russia non può vincere questa guerra, pena il rischio di un ritorno ad un mondo diviso in blocchi ai tempi della guerra fredda. Ma l’Ucraina può vincere la guerra, riconquistando i territori, senza un intervento della Nato? E con quali rischi? E che accadrebbe in Russia dopo una sconfitta militare in Ucraina?
Serve la pace e servono i costruttori della pace, come dice il titolo della puntata. Ma come si sono risolti dunque gli altri conflitti nel mondo? Presadiretta è andata in Africa a raccogliere le testimonianze di chi quelle guerre etniche le hanno viste e vissute: persone uccise e lasciate per strada, mutilate, bambini violentati, bambini torturati, gente che ha visto amici, parenti uccisi, villaggi bruciati. Come in Sudan, con la sua guerra civile terminata nel 2020. O come in Sierra Leone, dove la guerra civile è terminata col tavolo di pace tra le varie forze: “se usi la violenza per finire la guerra, questa in realtà non finirà mai, perché ci sarà sempre qualche vendetta, qualche rappresaglia. Mandare armi e soldi per combattere non credo sia la risposta giusta, bisogna negoziare ” - questa è la storia di Margaret, infermiera, dalla Sierra Leone un paese che è riuscito a mettere fine a una sanguinosa guerra civile.

La scheda del servizio:

A pochi giorni dal primo anniversario della guerra in Ucraina, “PresaDiretta” in onda lunedì 20 febbraio alle 21.20 su Rai 3 torna sul conflitto che sconvolge l’Europa e su chi, nonostante tutto, lavora per costruire la pace. Un’analisi non solo sui retroscena dell’aggressione russa contro l’Ucraina, ma anche sui tentativi fallimentari di trovare un accordo sul Donbas con gli Accordi di Minsk. “PresaDiretta” è andata in Svezia all’università di Uppsala, dove c’è chi studia i negoziati di pace e chi insegna come si fa a creare una convivenza pacifica e duratura; in Sierra Leone, per raccontare la realtà di un Paese africano che è riuscito a mettere fine a una sanguinosa guerra civile; infine, ha raccolto la testimonianza delle donne camerunensi, mediatrici di pace. Ospiti di Riccardo Iacona saranno Mario Giro, ex viceministro degli Esteri, membro della Comunità di Sant’Egidio ed esperto di relazioni internazionali, e Nello Scavo, inviato speciale di “Avvenire”, in collegamento dall’Ucraina.
“Costruttori di pace”  è un racconto di Riccardo Iacona con Luigi Mastropaolo, Roberta Pallotta, Elena Stramentinoli, Fabio Colazzo, Matteo Delbò, Massimiliano Torchia.

Le anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate sulla pagina FB o sull'account Twitter della trasmissione.

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