27 aprile 2025

Anteprima Presadiretta – l’intelligenza delle piante

Il cuore della puntata sarà dedicato alle piante e al mondo vegetale che gli scienziati stanno studiando e che dovremmo difendere dai tagli indiscriminati per far posto al cemento (magari per le Olimpiadi green) o per far spazio agli allevamenti intensivi.

Il servizio spiegherà quanto sono importanti le piante nel ciclo della vita: comunicano tra loro, sono gli esseri viventi che resistono meglio agli choc del cambiamento climatico, ci difendono dalle bombe di calore e poi – come racconta l’anteprima del servizio - è bello viverci assieme.

In aspettando Presadiretta si parlerà invece della situazione a Gaza, con una testimonianza raccolta da due ragazzi che vivono nella striscia, Fatena e Hassan (un giornalista palestinese): l’apertura del corridoio di Netzarim ha consentito a molti palestinesi di poter tornare dai campi profughi a sud (pure questi bombardati dall’esercito di Israele) verso le loro case a nord ormai ridotte in macerie, questi due ragazzi hanno raccolto le loro testimonianze.

Un modo per ricordare e salutare papa Francesco che, il giorno prima di morire all’Angelus aveva voluto scrivere che la situazione a Gaza era ignobile e drammatica.
Nell’anteprima del servizio che potete trovare qui si racconta di questa grande marcia verso nord dei palestinesi che, a gennaio, hanno attraversato la striscia di Netzarim per rientrare nelle loro case in occasione dell’inizio della tregua.

Milioni di persone che, a piedi, si sono spostati da sud verso il nord di Gaza dopo più di quindici mesi di guerra. Scene degne di un esodo biblico. Queste persone hanno dovuto attraverso un check point controllato da una società di sicurezza americana – racconta il giornalista che ha documentato l’esodo – lungo una strada attraversata da milioni di persone in cammino con addosso i pochi beni rimasti.
Gli israeliani hanno bombardato le strade per non far usare le macchine – racconta ancora la voce del giornalista – ma gli abitanti di Gaza sono determinati nel voler tornare nelle loro case, nella loro terra (che non è né la terra di Netanyahu né di Trump con le sue speculazioni edilizie).

Fatena ha raccolto le immagini di questo esodo dall’alto con l’aiuto di un drone: sono immagini che non hanno bisogno di troppe parole per essere commentate. Le enormi macerie che chissà quando verranno sgomberate, la massa di persone in movimento. Persone che attendono i loro familiari dal sud della striscia, che non vedevano da più di un anno.

Ragazzi che hanno sofferto per le bombe che hanno distrutto le case, le scuole, in modo sistematico: “tutti i nostri sogni non ci sono più” racconta una ragazza.
Persone che sanno che troveranno le loro case distrutte ma “è sempre meglio di dove mi trovavo”. Bambini felici di tornare a casa e di poter tornare a scuola.

Questa gente era scappata da Gaza nord, a loro era stato detto che sarebbe stato per solo poche settimane e invece sono rimasti per mesi lontano dalle loro case, sfollati in strutture dove mancava anche la bombola del gas per cucinare, coi bambini costretti a rovistare tra le rovine per cercare gas o cercare vestiti.

Rafah è stata isolata, circondata dai soldati e bombardata: dove dovrebbe vivere la gente? Qui a sud ci sono solo macerie: “vedere le persone tornare nelle loro case distrutte è stato straziante” racconta Fatena la ragazza che ha raccolto queste immagini “io non sono una giornalista, ma la guerra ci ha reso tutti giornalisti qui a Gaza, sono ancora sotto choc per la devastazione, spero davvero che il cessate il fuoco continui e che sia la fine della guerra ”

L’intelligenza delle piante

Sono attorno a noi, ci proteggono dalle ondate di calore, contribuiscono a mitigare gli effetti del cambiamento climatico: le piante sono molto di più che un ornamento che dobbiamo tollerare nel nostro paesaggio sempre più cementificato.

Le piante comunicano tra loro, dimostrano di possedere una loro intelligenza: il servizio di Presadiretta ci mostrerà un mondo tutto da scoprire e da difendere. Dagli abbattimenti per far posto a centri commerciali, piste da bob, nuove autostrade o svincoli, nuovi allevamenti intensivi. O gli illegali che alimentano il traffico illegale di legname.

Il racconto di Presadiretta partirà dalla Romania dove i giornalisti hanno incontrato Gabriel Paun fondatore di Agent Green, una ONG che si batte contro la deforestazione e gli abbattimenti illegali degli alberi, per cui ha ricevuto diverse minacce di morte. Nel 2024 ha ricevuto il premio Champions of the Earth, il massimo riconoscimento ambientale delle Nazioni Unite ma il prezzo da pagare è stato alto: a causa delle gravi minacce ricevute Gabriel vive nascosto da anni al di fuori della Romania. I giornalisti di Presadiretta lo hanno però incontrato in una delle foreste del suo paese che sta cercando di proteggere ma dove non può restare per più di 48 ore.

Un giorno mi trovavo in un posto come questo ma sul bordo della foresta, su una strada pubblica, stavo semplicemente scattando una foto dalla strada quando un gruppo di teppisti ha iniziato a colpirmi, prendendomi a calci, senza che ci fosse stata alcuna conversazione.”

Gabriel è stato sbattuto a terra finché non è riuscito più a muoversi ma lo stesso hanno continuato a picchiarlo. Poi sono arrivati altri attivisti locali che non aveva mai incontrato prima che hanno cercato di aiutarlo, ma anche loro sono stati attaccati, quindi sono scappati via.

Uno di loro aveva una videocamera in mano è ha filmato tutto” continua Gabriel “quei delinquenti hanno assalito la loro macchina per fermarla e prendergli la videocamera”.

Gli assalitori lo hanno lasciato li, credendolo morto, ma era solamente ferito: “hanno detto, non è morto, uccidiamolo di nuovo e ho preso un’altra serie di botte.”
Per fortuna gli attivisti hanno chiamato la polizia.

Ora ho un protocollo di sicurezza molto rigido ma le cose succedono ancora perché c’è una taglia sulla mia testa, chiunque avrà la mia testa avrà un sacco di soldi, mi ricorda il film la Piovra [la serie televisiva sulla mafia in Italia]”.

Anche dal suo esilio Gabriel non si ferma continua a lavorare con Agent Green per salvare queste foreste: è grazie al suo lavoro e a quello di altre Ong che nel 2020 la Commissione Europea ha aperto una procedura di infrazione contro la Romania per il traffico illegale di legno e la distruzione delle foreste primarie.

La procedura di infrazione ha compiuto cinque anni ma la situazione non solo non è migliorata – spiega Gabriel a Presadiretta – ma è peggiorata: “ho chiesto di portare la Romania di fronte alla Corte di Giustizia Europea e la risposta della Commissione alla fine è stata continua a lottare, ma io ho detto che per me significava rischiare la vita, iniziare a morire.”

Il servizio racconterà delle bellissime foreste della Romania, tra montagne innevate e attraversate da fiumi che in inverno sono ghiacciati.

Piante che comunicano tra di loro e che svolgono un ruolo importante per salvare il pianeta, ecco perché queste foreste non vanno tagliate.

Ma cosa vuol si intende quando si parla di intelligenza delle piante?

Biologi, neuroscienziati, botanici ma anche psicologi, filosofi della scienza, gli studiosi delle piante stanno sfidando tutte le nostre certezze spingendosi anche nel campo della percezione e della sensibilità, qualcosa di molto simile alla coscienza.

Presadiretta è andata in Spagna, nella Murcia per raccontarci questo mondo sconosciuto delle piante: qui gli scienziati hanno ripreso in un video in time lapse una Dionea, la venere acchiappa mosche, una pianta carnivora con delle bocche che intrappolano e deglutiscono le sue vittime. Quando si avvicina un insetto o quando, come nell’esperimento, quando si avvicina un bastoncino, le bocche si chiudono. Gli scienziati hanno applicato sulle foglie dei biosensori connessi ad un amplificatore che registra l’attività elettrica poi riprodotta su un monitor: “quando tocchiamo il pelo interno della pianta vediamo il potenziale d’azione, è un processo per cui quando la cellula viene stimolata si depolarizza, poi si ripolarizza e infine si iperpolarizza” racconta Paco Calvo professore di Filosofia della scienza presso il Minimal Intelligence Laball’Università de la Murcia “ci sono tre fasi, è un uno scambio di particelle cariche elettricamente, il profilo elettrofisiologico è identico a quello di un neurone, l’unica cosa che cambia è naturalmente è che la cellula non è neuronale ma è una cellula vegetale.”
Il professore ha “addormentato la pianta” utilizzando l’isoflurano l’anestetico che si da agli animali negli ambulatori veterinari e poi si appoggia sul vaso una campana di vetro per saturare l’interno, attraverso le foglie la pianta assorbe l’anestetico. Dopo circa un’ora e mezzo, il professor Calvo ha provato a toccare la pianta: nessuna reazione, nessun movimento, la foglia non si chiude. Anche il monitor non da nessun segno, la piante non “sente” più niente, l’anestesia ha fatto effetto.

Per me la cosa più sorprendente non è tanto il fatto che la pianta possa essere anestetizzata, ma il tipo di interrogativi che questo ci pone, che va molto al di la della fisiologia vegetale. Ti hanno mai fatto una anestesia? Quando esci dall’anestesia, quando è finito l’effetto che cosa recuperi? La tua soggettività, la tua capacità di sentire, torni ad essere te stessa. Per me quello che tu stai recuperando è la tua coscienza.”

E, da quanto emerge da questi studi, per la pianta è la stessa cosa.

La scheda del servizio:

Le abitazioni distrutte, l’emergenza sanitaria, la vita di tutti i giorni senza luce, cibo e acqua, la morte di uomini e donne e bambini. In “Aspettando PresaDiretta” in onda domenica 27 aprile dalle 20.30 su Rai 3, reportage esclusivo all’interno di Gaza, attraverso le immagini e le storie raccolte da due giovani palestinesi, un giornalista e una fotografa durante la tregua e poi con la ripresa dei bombardamenti. Una testimonianza intima e straordinaria della vita quotidiana dall’interno di Gaza attraverso i racconti di Fatena, una fotografa di 25 anni che vive a Gaza City nel nord della striscia e di Hassan, giornalista che si trova a sud, a Khan Younis. I loro occhi e le loro voci restituiscono la vita a Gaza di questi ultimi mesi: il cessate il fuoco del 27 gennaio scorso e l’apertura del Corridoio Netzarim che aveva diviso in due la striscia di Gaza il ritorno di un fiume di persone nelle loro case distrutte dai bombardamenti, le famiglie e gli amici che si ritrovano dopo tanti mesi, le speranze della tregua, la fine del cessate il fuoco e il ritorno dei bombardamenti. E poi, dall’Ospedale Meyer di Firenze, la storia di due degli oltre 100 bambini della Striscia di Gaza che, vittime di bombardamenti o esplosioni, si stanno curando in Italia grazie al coordinamento di Unità di crisi della Farnesina, ministeri della Salute e dell’Interno. Ospite in studio: Francesca Albanese, Relatrice Speciale dell’UNHCR per i territori palestinesi occupati

Nella puntata di “PresaDiretta”, in onda dalle 21.15, un viaggio nel mondo vegetale, per scoprire la funzione vitale degli alberi, i comportamenti e l’intelligenza delle piante. Un viaggio che si snoda tra boschi e laboratori scientifici, osservando gli esperimenti su fagioli, radici di mais e specie carnivore. Dalle università di Firenze, Uppsala in Svezia e Murcia in Spagna, le ricerche di biologi, botanici, neuroscienziati e filosofi della scienza per indagare i comportamenti, il linguaggio, le percezioni, l’intelligenza e addirittura, la coscienza delle piante. Un viaggio che prosegue nella base metereologica dell’Aeronautica militare del monte Cimone dove il Cnr studia l’inquinamento da gas serra. E dove si capisce quanto - attraverso la fotosintesi - le piante puliscono quello che l’uomo sporca. Piantare alberi per migliorare la vivibilità delle città e per sconfiggere le isole di calore è la ricetta adottata, non a caso, da alcuni grandi centri urbani. Le telecamere di “PresaDiretta” sono andate a Medellin, in Colombia, dove hanno piantato oltre 200mila piante e alberi per creare degli enormi “corridoi verdi” e sono riusciti ad abbassare la temperatura di 3 gradi in pochi anni. E ancora, un reportage girato in Romania per raccontare il giro d’affari illegale che c’è dietro il commercio del legname: oltre un miliardo di euro l’anno. Nel paese che ospita due terzi delle foreste primarie dell’Europa continentale, in dieci anni sono state uccise ben sei guardie forestali mentre attivisti e giornalisti d’inchiesta vengono picchiati e minacciati dalla criminalità.

L’intelligenza delle piante” è un racconto di Riccardo Iacona e Maria Cristina De Ritis con Chiara Avesani, Antonella Bottini, Lisa Iotti, Irene Sicurella, Paola Vecchia, Emilia Zazza, Eugenio Catalani, Fabio Colazzo, Riccardo Cremona, Matteo Delbò, Paolo Martino, Massimiliano Torchia.


Le anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate sulla pagina FB o sull'account Twitter della trasmissione.

25 aprile 2025

Il tallone del killer di Alessandro Robecchi


 

Avviso funebre. La famiglia Benassi ringrazia per il cordoglio e per i numerosi messaggi di vicinanza e affetto, e comunica che le esequie del caro Antonio si terranno giovedì 17 gennaio, ore 11, presso la parrocchia di Sant'Ignazio di Loyola, Piazza Don Borotti 5, Milano.

Il Biondo legge l'annuncio mentre sta al bar, il primo caffè della giornata, che quasi gli va di traverso. Giovedì 17 gennaio è dopodomani.
Quello scorrere di necrologi è un lavoro che devono fare tutti i giorni, è noioso e quasi sempre inutile. Oggi no. Così decide di sedersi un tavolino, e fa un cenno alla barista di portargli un altro di caffè. Doppia dose. Ci vuole.

Cari lettori di libri gialli, credete che sia semplice il mestiere del killer? Prendi un incarico, incassi un anticipo e poi il saldo ad omicidio avvenuto? Eh no. Ammazzare una persona è un lavoro da professionisti, bisogna studiare bene chi sia l’obiettivo, filtrare le proposte che arrivano, preparare un piano A e poi un piano B in caso emergano dei contrattempi. Soprattutto, la sicurezza, signori mie.

È un qualcosa che Il Biondo e Quello con la cravatta (scritti così, con le maiuscole, mi raccomando), sanno benissimo: solo loro i titolari della SAP SRL, società del ramo omicidi su commissione. Mica roba da scappati di casa, gente che spara un colpo per strada come gangster di Chicago. Loro sono professionisti seri.

Li abbiamo conosciuti già nel primo libro di Alessandro Robecchi, “Questa non è una canzone d’amore”, una storia di molotov contro un campo rom, di speculazioni edilizie e di un assassino che si era messo ad uccidere delle persone tra cui, senza riuscirci, il nostro Carlo Monterossi.

Ma qui, in questo romanzo, non c’è né Carlo né la sua trasmissione televisiva, la “fabbrica della merda”: i protagonisti assoluti di questo giallo anomalo sono loro.

Il Biondo e Quello con la cravatta.

Hanno escogitato un sistema ingegnoso per farsi contattare per nuovi incarichi: inserire un annuncio funebre dove il cognome del morto è un cognome che è stato comunicato solo a vecchi clienti. L’antico sistema del passaparola, un modo per essere certi che il buon nome della società non finisca alle orecchie di clienti “pericolosi”, come questo signor Scalvini

Il cliente arriva alle 11 spaccate, scende da una BMW blu che ha visto tempi migliori, forse era l'ultimo modello, ma del 98. A dispetto del freddo ha solo una giacca, la camicia slacciata fino al terzo bottone, la pancia che si affaccia dalla cintura dei pantaloni e che dice: «Sono in anticipo il mio padrone arriva tra 20 cm».

Strano cliente questo signor Scalvini, quello dell’annuncio del povero Antonio Benassi: un imprenditore che vuole vendicarsi del socio per una storia di prestiti, si uccide per molto meno in questa società moderna al cui confronto la Savana è un parco giochi.

Ma è il suo comportamento ad allarmare la coppia di killer.

Il campanello d’allarme squilla ancora più forte quando scoprono che l’imprenditore che dovevano far fuori è finito a testa in giù una domenica mattina alle sei, in un cantiere.

Strano, vero?

Che il cliente si sia rivolto ad un altro killer, alla concorrenza?

Insomma dove c**** è finita l'etica dei rapporti commerciali, eh? Un cliente può cambiare idea, certo, ma deve comunicarlo, spiegare come mai e magari scusarsi. Non è che cambi fornitore così su due piedi, senza dire niente, lasciando quell'altro in sospeso. Un minimo di educazione..

Questa della concorrenza è qualcosa che manda in bestia il Biondo e Quello con la cravatta, specie se è una concorrenza fatta sui prezzi, abbassando le tariffe per facilitare l’addio a questo mondo di persone. Ma dove vogliamo arrivare? Al dumping tra killer? Questa non è una cosa da professionisti. Qui ci vorrebbero i sindacati, delle tariffe minime, altrimenti la gente inizierà a farsi una brutta opinione. Ma ora la coppia di killer ha altri problemi a cui pensare:

Dopotutto, si tratta di ammazzare gente per soldi, una cosa che il capitalismo, e non solo lui, fa ogni giorno.

Forse non ve l’avevo detto, ma in questa storia qualcuno viene ucciso. Succede in un romanzo dove protagonisti sono due professionisti del settore (quello che alimenta il mercato delle pompe funebri, diciamo).

Risolto il problema, al Biondo e a Quello con la Cravatta capita sotto gli occhi un nuovo annuncio: è la famiglia Villa che si stringe a lutto per la compianta zia Fiorenza.
Due annunci in pochi giorni, possibile? Che sia una trappola?

Parrebbe di no. La cliente, una donna questa volta, propone loro un obiettivo molto ambizioso: un finanziere di alto bordo, uno di quelli abituato a gestire milioni, a dare ordini alla politica e a muoversi con jet privati. Si tratta di entrare in una nuova fascia di mercato, quella del comparto del lusso:

Non vedi? Si vendono meno utilitarie ma la Ferrari fa il pieno di ordinativi, le pensioni di Viserbella piangono miseria e invece il Ritz di Montecarlo è sempre esaurito, ti torna? E’ il momento di aggredire quel segmento di mercato, vendere Porsche fa guadagnare più che vende le Panda, conviene di più ammazzare i ricchi, così ti è chiaro?

Certo, tutto bello, entrare in una nuova fascia di mercato, margini più alti per l’impresa (e oggi il profitto è tutto, vorrete mica preoccuparvi di sciocchezze superate come etica, rispetto dei diritti, vero?), una clientela più selezionata. Ma c’è un problema, il loro “tallone d’Achille”, ovvero le dimensioni dell’impresa. Sono solo in due e questo finanziere da eliminare (con un incidente, magari un suicidio perché, si sa, la crisi, la borsa, che tempi signora mia ..) è uno che si muove con un autista che gli fa anche da guardia del corpo. Alloggia in una suite dove il livello del lusso è oltre l’immaginabile, per noi persone normali.

Forse occorre allargare l’azienda, andare oltre le remore sulla sicurezza che fino a quel momento erano state la loro regola (sapete, un segreto si custodisce bene in due, meno bene in tre..).

E questa signora Bertamé sembra proprio la cliente ideale per spingerli verso questa decisione di alzare il livello della clientela: una che ha deciso di smetterla di fare l’amante del finanziere, che si chiama De Carli, ma di prendersi tutto il pacchetto, basta regalini e cenette.

Riusciranno nella loro impresa i due killer? Hanno pochi giorni di tempo, il finanziere è in arrivo da Londra e starà a Milano per pochi giorni.

E, soprattutto, inizieranno a presentarsi una serie di imprevisti, non facilmente risolvibili: altre persone hanno messo gli occhi e la loro attenzione attorno al signor De Carli.

Forse è arrivato il momento di aprire a nuovi soci dentro la Snar SRL.

Si ride e tanto, in questo romanzo: si capisce bene quando lo stesso Robecchi si sia divertito nello scrivere questa storia, dove lo humour nero consente di far digerire le morti e il cinismo che regola il mercato della morte.

Ma, d’altronde, è il cinismo di questa società, non vi pare?

È il cinismo che regola anche gli affari di Milano, la ex capitale morale dove si alzano grattacieli col benestare del comune (“che veglia attento e severo sugli interessi immobiliari dei padroni della città”), e dove i clan si sono federati in un consorzio per non pestarsi i piedi.

Si ride anche per delle trovate ingegnose dell’autore: come Quello con la cravatta che si trova alle prese con la presunta paternità del figlio, giovane studente ancora incendiario nell’attesa di trasformarsi col tempo in pompiere.

Come quando si scopre che un presunto suicidio è fallito perché quel giorno Trenord era in sciopero. Maledetti scioperi, non si può più lavorare..

Si, lo so, è un’ironia un pelino difficile da digerire. Ma quante cose oggi stanno diventando sempre più pesanti da mandar giù?

Forse le speculazioni borsa sono meglio, specie quelle sui beni primari? O le scommesse sul fallimento di nazioni? O una società divisa in caste dove chi sta sopra da lezioni di vita ai tanti che stanno sotto in attesa di un ascensore sociale bloccato?

La scheda del libro su Sellerio, il blog dell’autore Alessandro Robecchi

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18 aprile 2025

La mia più oscura preghiera di S.A. Cosby


La vendetta è la confessione di un antico dolore.

Antico proverbio

PROLOGO

Vidi i fari fendere l’oscurità e la foschia che ammantavano il cimitero. Sapevo che Skunk andava piano perché il sentiero era pieno di buche e di dossi. La Chiesa Battista del Getsemani si trova all’estremità opposta della contea, vicino al North River. Scavare una fossa dietro quella chiesa è come scavare un pozzo.
[..]
Nessuno, fa parte me e Skunk, avrebbe saputo che quella fossa era il luogo dell’eterno riposo di due anime defunte, anziché una soltanto.

Nathan Waymaker è un becchino o, meglio come si definisce lui stesso, uno che si occupa dei corpi delle persone morte e che i familiari affidano loro per prepararle all’ultimo viaggio.

Mi occupo dei corpi. È quello che dico quando mi chiedono cosa faccio di mestiere. Mi sono reso conto che di solito la gente tende a reagire in due modi: o allontanandosi lentamente per poi guardarmi storto e starmi alla larga

Ex marine o, sempre per usare le parole di Nathan, un marine in congedo. Ex poliziotto e questa volta veramente ex: dalla polizia di Queen County, nello stato del Virginia, era uscito dopo una brutta faccenda legata alla morte dei genitori, morti in un incidente stradale.

Le prove che avrebbero inchiodato il responsabile – bianco, rampollo di una famiglia importante – erano misteriosamente sparite dall’ufficio della polizia, come non fossero mai esistite. Così Nathan aveva abbandonato la divisa, dopo aver buttato fuori dalla finestra il poliziotto responsabile di quelle prove sparite.

Perché Nathan, anche per quel passato importante, ha un problema che fa fatica a controllare: si tratta di quel demone dentro di lui che esce fuori quando si sente sotto pressione o minacciato da qualcuno. E allora la sua furia spazza tutto quello che si trova davanti.

È questa la persona che incontriamo in questo primo romanzo di S.A. Cosby, un ex poliziotto che ora si prende cura dei corpi, con grande rispetto e professionalità.

Persone come il reverendo Esau Watkins, il pastore della Chiesa Battista della Nuova Speranza, trovato morto nella sua casa.

Esau Watkins era noto come «E-Money» Watkins. Era un ladro, uno spacciatore e un ricettatore occasionale.

Siamo nell’America del sud, quella dei predicatori e della buona novella del pastore che si occupa del suo gregge, in particolare il gregge che dona i loro averi alla chiesa per la gloria del signore (o forse del pastore). Anche Esau era una pecorella smarrita una volta, prima di essere colpito dalla luce del signore. Prima di mettere su quella Chiesa Battista.

Secondo la polizia è morto suicida, si è sparato un colpo di pistola e via.

Fuori dalla porta trovai due anziane signore nere assai a modo. Una era alta e magra, con un certo luccichio negli occhi. L’altra era più bassa, con una faccia che aveva visto la sua dose di giornate no

Sono due donne della congregazione di padre Watkins che sulla morte del pastore hanno un’idea diversa: avevano scoperto uno strano giro di donazioni versate alla chiesa, migliaia di dollari, che arrivavano ogni settimana da un personaggio poco incline alle preghiere verso il signore e molto incline ad altri traffici.

No, il reverendo non si è ucciso, non era da lui: le due signore chiedono a Nathan di fare qualche domanda all’ufficio dello sceriffo per capire come vanno le indagini.

Le due signore sono accompagnate dalla figlia di Esau, Lisa Watkins, una bella donna che aveva frequentato la stessa scuola di Nathan. Diversamente dalle due donne della congregazione, Lisa non ha intenzione di versare nessuna lacrima per la morte del padre con cui aveva rotto i rapporti anni prima e che considerava solo un truffatore, altro che predicatore della parola di Dio:

«Ha detto che era la truffa più redditizia a cui si fosse mai dedicato. Persino meglio del giro di droga. Ecco, quello era mio papà.»

In effetti, anche analizzando il corpo del reverendo, qualche dubbio sulle dinamiche di questo presunto suicidio, viene fuori. Nathan, diversamente dalle due signore, sa che il dipartimento di polizia si può comprare, le indagini si possono insabbiare, come successo per i suoi genitori.

Così Nathan inizia una sua indagine facendo delle domande in giro, allo sceriffo, alla figlia Lisa. Perché comunque una volta era poliziotto, faceva quel lavoro per proteggere i più deboli, per dare sicurezza:

La sicurezza è un’illusione. Non esiste sicurezza. Ci sono solo i tempi morti fra una tragedia e l’altra.

Questa indagine sul reverendo e sulla sua congregazione però si rivela subito un vespaio: le donazioni portano ad un piccolo gangster di paese che alle spalle ha un criminale molto più pericoloso chiamato “ombra”.

Ci sono poi i rapporti con un altro reverendo di una congregazione vicina, un altro predicatore che promette il posto in prima fila davanti a Dio, pagando la giusta offerta.
Nemmeno si rende conto bene in quale guaio si è cacciato Nathan, trovandosi contro da una parte l’ufficio dello sceriffo e dall’altra questo piccolo criminale, chiamato “Fella” (in omaggio al film di Scorsese) e i suoi scagnozzi. Tutti sembrano voler mettere una pietra sopra sull’indagine di Nathan, non solo metaforicamente: sarà Lisa, la figlia del predicatore, a portarlo sulla direzione giusta per capire quali traffici si svolgevano dietro la chiesa della Nuova Speranza.

Nascerà una relazione intensa tra Lisa e Nathan, entrambi prigionieri dei fantasmi del proprio passato: chi era veramente il pastore Esau Watkins? Come si è vendicato Nathan per la morte dei genitori?

Per uscirne vivo da questa faccenda Nathan dovrà usare tutte le sue forze e rivolgersi anche all’aiuto dei suoi amici, Walt, Raheem e soprattutto Skunk per portare a galla un intreccio criminale che metterebbe in imbarazzo troppe persone in quella parte della provincia americana.

Non c’è un finale consolatorio in questo romanzo, pieno di azione, violenza e sangue: né sulla giustizia qui in terra e nemmeno sulla giustizia divina, per chi ci crede. Non sempre le nostre preghiere a Dio trovano una risposta:

Sta tutta qui, alla fine, la grande tragedia di questa cosa che chiamiamo vita, no? O nessuna delle nostre preghiere trova ascolto, oppure trovano ascolto tutte. Persino quelle più oscure.


Gli altri libri dell'autore S.A. Cosby.

La scheda del libro sul sito di Rizzoli

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13 aprile 2025

Danzate su di me di Massimo Carlotto

Quattro racconti brevi con al centro quattro donne di cui conosceremo le loro storie, le vite, le sofferenze, le ambizioni, i sogni. Un romanzo al femminile perché, come racconta l’autore “sono convinto che un autore abbia il dovere di esplorare l’universo femminile.
Dopo tanti libri in cui Massimo ha “stanato” quel sommerso maschile poco conosciuto, ora tocca alle donne: un’amante che ha perso il suo amore e che ora deve nascondersi dalla vedova.

Poi una madre che cerca solo il bene per la figlia. Una signora che deve difendere l’immagine della sua “bella” famiglia, infine una ex croupier che, stanca dalla vita, ha deciso che “il mondo non le deve nulla”.

Dimentichiamoci per un momento Massimo Buratti, l’alligatore, Giorgio Pellegrini o il Francese: i personaggi che incontreremo nei racconti sapranno sorprenderci, anche in negativo se vogliamo, per il loro cinismo, per la determinazione, per la capacità di sognare pur di sopravvivere ad una realtà che assomiglia più ad un carcere che ad una vita vera.

Danzate su di me

Da quando il mio amore segreto è morto in uno stupido incidente stradale, ho l’impressione che il tempo mi scivoli addosso e di non essere padrona di nulla. Frase già letta e sentita troppe volte, però non saprei in che altro modo esprimere il concetto.

Un musicista famoso e una cassiera di un supermercato, due mondi così lontani che però si sono incontrati una sera dopo un concerto. Così è nata la relazione tra la protagonista del primo racconto e questo jazzista famoso e, purtroppo per lei, sposato.
Ora a lei non rimangono che i ricordi, per sfuggire a quella vita di fatiche e di privazione, un marito, l’amore una volta alla settimana, i piccoli soprusi al lavoro..

Mio marito è un brav’uomo. L’ho amato tanto. Da diversi anni provo per lui una specie di “affetto maturo”

A volte i ricordi, le storie che ci facciamo in mente, sono l’unico modo per salvarci dal presente dentro cui viviamo.

Niente, più niente al mondo

Devo mettere a posto la spesa. Tra poco arriveranno e non voglio che trovino la casa in disordine. Ne troveranno solo nella sua camera ma lì niente più niente al mondo potrà mettere ordine.

Quale madre non desidererebbe il meglio per la figlia? Specie se vive in un quartiere ex operaio di Torino, con un padre cassintegrato, con poche speranze per il futuro?

Soltanto che, in questo mondo dove l’ascensore sociale è fermo al piano terra, l’unico modo è sperare nella botta di fortuna, farsi notare dalla televisione, perché avete visto che carriera ha fatto Costantino (un ex tronista se non lo sapete)?

Ho cominciato cinque anni fa a ritagliare da “Novella 2000” articoli e fotografie di matrimoni e a incollarli sulle pagine di un quaderno per preparare quello della bambina

Peccato che questi giovani non ne vogliano sapere di metter su una famiglia normale, una madre, un padre che lavora e porta a casa tanti soldi, dei bambini felici. Bambini belli e bianchi, mica vorrete mischiarvi con quelli li?

Dunque… Una vita normale. Padre, madre e figlia. Sì, dirò così. Padre, madre e figlia. Famiglia piemontese. Madre. Figlia. La mia bambina.

Il giardino di Gaia

Gaia si aggiustò il grembiule immacolato e iniziò a servire la pasta a figlio e marito. “E allora, cosa mi raccontano i miei due ometti?” cinguettò.

Una madre, un padre e un figlio, la classica immagine della famiglia felice. Soltanto che, per la famiglia di Gaia, è solo apparenza. In questo racconto scopriremo un intero mondo di intrecci, corna, gelosie, invidia e bramosia. Al centro questa figura femminile quasi luciferina e attorno solo maschi inetti, incapaci di prendere una decisione.

Spero ti sia chiaro che questa è una famiglia, che noi siamo una coppia benedetta in chiesa e così sarà fino alla fine dei nostri giorni. Noi ci siamo scelti e ogni giorno rinnoviamo il nostro impegno e bla bla bla e bla bla bla. Giusto?”

Il mondo non mi deve nulla

Il ladro si sedette sulla panchina e sospirò di sollievo. Era stanco, viale Principe Amedeo sembrava più lungo del solito, quella sera. Intendeva percorrerlo fino alla fine, infilarsi nel sottopasso e raggiungere la stazione, dove aveva lasciato la bicicletta.

Questo racconto era già stato pubblicato da E/O nel 2014: c’è un ladro improvvisato, uno dei tanti ex operai bruciati dalla crisi costretti a trovarsi un altro lavoro che si trova e una finestra aperta, in una bella casa lungo una bella via in quel di Rimini. Un colpo di fortuna, finalmente, per portare qualcosa a casa. Ma dentro quella casa, Adelmo, il ladro, incontrerà nella casa una signora di origine tedesca, Lise, una ex croupier stanca di vivere. Il mondo, non le deve nulla.

«Ho avuto a che fare con gli uomini con tutta la vita» attaccò in tono gelido.
«E proprio perché li conosco le dico che lei è solo un poveraccio. Come maschio sta al gradino più basso della scala. Perfino i suoi ceffoni non hanno qualità. sono degli di un subalterno. di un dipendente di infimo ordine. Per osare schiaffeggiare una donna è necessaria un'autorevolezza che inviti immediatamente al perdono. Lei non sa nemmeno di cosa sto parlando, vero?»

Due persone che più diverse non si potrebbe, distanti per censo, cultura, per la vita che hanno vissuta. Ma due persone sole, che si incontrano e, a modo loro, si amano in quella notte.

Un incontro che cambierà per sempre le loro esistenze.

La scheda del libro sul sito di Sem

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Anteprima Presadiretta – Europa, la sfida industriale

I dazi di trump colpiscono l’Europa nel suo momento di massima debolezza economica, con la Germania che rallenta mentre cresce la competizione tecnologica cinese. E l’Italia?

In aspettando Presadiretta si parlerà della crisi idrica nelle regioni del sud, in particolare in Basilicata e Sicilia. Lo scorso dicembre Presadiretta era andata sulla diga della Camastra a girare le immagini dell’invaso, la diga era completamente vuota. Ma in realtà tutti gli invasi della Basilicata sono vuoti e questo è il motivo per cui la regione che ha sempre dato l’acqua a tutto il sud si è ora trovata senz’acqua e hanno dovuto chiudere i rubinetti delle case.

Ma il tema della siccità e della gestione idrica è comune ad altre regioni d’Italia, che diventerà ancora più importante ora che sta arrivando l’estate.
In che modo la Sicilia si sta attrezzando all’arrivo dell’estate? Il team di Presadiretta ha attraversato l’isola andando a verificare lo stato in cui versano le grandi infrastrutture idriche fondamentali per garantire l’approvvigionamento idrico.
Sul sito Agricolae.eu trovate una anticipazione del servizio:

«Partendo dagli eventi estremi della siccità dello scorso anno, abbiamo deciso di indagare su come la regione con il più alto livello di severità idrica d’Italia si stia preparando all’estate imminente», dichiara l’inviato Pablo Castellani. «Ci siamo concentrati in particolare sulle grandi dighe, infrastrutture fondamentali per garantire l’approvvigionamento idrico alle aree circostanti», aggiunge la collega Roberta Pallotta.

Il team ha attraversato l’isola documentando lo sversamento di acqua dalla diga Trinità, a Castelvetrano, completata nel 1959 ma mai collaudata, per poi spostarsi alla diga Comunelli, definita da Castellani «un gioiello ormai inutilizzabile a causa della mancata manutenzione». Il viaggio prosegue con la grande incompiuta di Blufi e la diga Ancipa, al centro della cosiddetta “guerra dell’acqua” tra i comuni di Enna e Caltanissetta del dicembre 2024. «Quello che abbiamo registrato è un quadro di carenze strutturali, mancanza di manutenzione e assenza di una pianificazione efficace per il futuro, che lascia sconcertati», osserva Pallotta. «La prossima siccità rischia di essere drammatica».

Nel corso del reportage, la redazione ha intervistato anche la Coldiretti Sicilia, che ha descritto una situazione drammatica per gli agricoltori, alle prese con raccolti compromessi e costi in aumento per far fronte alla scarsità d’acqua. Spazio anche all’ANBI, l’Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue: il direttore generale Massimo Gargano ha parlato della cronica mancanza di manutenzione delle dighe in Italia e in Sicilia. «Serve una cultura dell’economia e della manutenzione delle nostre dighe», ha dichiarato.

«Abbiamo chiesto chiarimenti alla cabina di regia per l’emergenza siccità, coordinata dall’ingegnere Salvo Cocina», aggiunge Castellani, «per capire come si stiano attrezzando per affrontare le crisi idriche future».

Il reportage si sposta poi nell’area di Butera, dove sono in corso lavori di trivellazione per la costruzione di nuovi pozzi, e nei luoghi dove saranno installati tre dissalatori mobili già a partire da giugno. «Tutti provvedimenti importanti, ma non sappiamo se basteranno», conclude Pallotta.

Europa - La sfida industriale


Il racconto della crisi industriale in Europa passa dalla Germania: a Dusseldorf i mille operai della Vallourec hanno celebrato il funerale degli impianti dove hanno lavorato per anni. Era il 14 settembre 2023 e col suono di una sirena si sono chiusi più di 40 anni di attività.

A maggio 2022, pochi mesi dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, Vallourec aveva deciso di spostare tutta la produzione siderurgica dalla Germania al Brasile.

Qui dentro lavoravamo in 3000 all’inizio” racconta uno degli operai che è anche presidente del Consiglio di Fabbrica “abbiamo proposto di tutto pur di non chiudere, abbiamo ridotto il personale, chiesto di fare prodotti di maggior valore, ma l’azienda non voleva investire, guardava solo al flusso di cassa e voleva andarsene dall’Europa. Abbiamo chiesto aiuto alla politica ma non siamo stati ascoltati, per loro non eravamo strategicamente importanti..”

A Berlino, il 16 dicembre si apriva la crisi di governo che ha portato i tedeschi nuovamente alle urne nel pieno di una vera e propria de-industrializzazione: tra chiusure e delocalizzazioni, dal 2019 la Germania ha perso il 10% della sua produzione manifatturiera, solo nel 2024 il calo è stato del 4% e gli indici continuano a scendere.
I siti come quello della Vallourec, nella Ruhr non torneranno più – continua Vilson Gegic – “qui è pieno di aziende storiche, sono tutte in crisi e se chiudono tutte come finirà l’Europa? Lo standard di vita che abbiamo avuto fino ad oggi, gli stipendi, il sistema sociale , li avremo ancora in futuro? Possibile che non ci siano nuove tecnologie in grado di salvarci?”

L’Europa non ha una visione industriale comune come non ha nemmeno una visione comune sulla tassazione: in Irlanda si paga solo il 12,5% di tasse sui profitti, una cifra irrisoria che spiega come mai le multinazionali americane hanno sede proprio in quel paese.

In Italia la tassazione è del 24% e negli Stati Uniti è del 21%: alle multinazionali conviene investire in questo piccolo paese. Le più importanti sono qui infatti, tra queste le principali aziende americane della digital economy, la maggior parte delle quali ha la sede nella zona dell’ex porto oggi completamente riqualificata e ora piena di grattacieli e locali alla moda. L’hanno soprannominata la silicon dox. Google, Linkedin, Tik Tok, AirBnb, X, Dropbox, Amazon e Indeed. E ovviamente Meta, ovvero Facebook, Instagram e Whatsapp. Queste multinazionali pagano in realtà tasse per meno del 12,5%. Se si analizzano i bilanci si scopre che pagano tra il 2 e il 5% di tasse – spiega a Presadiretta  Kieran Allen professore di sociologia a Dublino. Assieme al collega Brian O’Boyle hanno scritto un libro intitolato “Tax haven Ireland”.

L’Irlanda è sicuramente un paradiso fiscale, è principalmente strutturata per favorire le multinazionali americane, visto che le multinazionali pagano pochissime tasse, il peso fiscale si sposta sui lavoratori irlandesi che pagano una aliquota fiscale relativamente alta per servizi di qualità molto scarsa.Per esempio se hai un bambino, mandarlo all’asilo nido qui a Dubino ti costa fino a 1200 euro al mese e se non ha una assicurazione sanitaria privata, e un terzo della popolazione non ce l’ha, potresti aspettare anni per una operazione all’anca o un altro banale intervento.”

Aziende che fanno profitti in Europa, lasciando qui solo poche briciole. Forse queste cose qualcuno dovrebbe spiegarle al presidente Trump proprio adesso che ci sta prendendo a schiaffi coi dazi.
Come raccontano le anteprime dei servizi, per le società la tassazione in Irlanda è molto favorevole

Anche questo è un segno della debolezza europea di fronte alle grandi potenze del pianeta, gli USA da una parte e la Cina dall’altra, per cominciare.
Un’Europa che – come spiega Iacona presentando la puntata – si trova davanti ad una sfida industriale pazzesca, tra gli Stati Uniti che ci riempiono di dazi e la capacità produttiva e competitiva della Cina.

Presadiretta ci porterà in Germania, dove l’economia si è fermata, poi in Italia, poi Iacona ci riporterà in Cina (già visitata nel servizio dedicato alle energie rinnovabili) e in Irlanda.

L’Europa ad ottobre 2024, in difesa delle proprie industrie automobilistiche ha emanato dazi che vanno dal 17 al 35% sull’importazione degli autoveicoli elettrici dalla Cina. E come hanno risposto a questa mossa i grandi gruppi automobilistici cinesi?

Lo spiega Stella Li, vicepresidente di BYD, prima aziende produttrice di auto elettriche al mondo: “non penso che sia intelligente da parte dell’Unione Europea applicare i dazi perché alla fine danneggiano i consumatori finali europei che dovranno pagare di più. Tuttavia BYD già due anni fa, prima che si iniziasse a parlare di dazi, aveva deciso di investire in Europa, apriremo uno stabilimento in Ungheria.”
Anche in Italia potreste aprire una fabbrica?
“Siamo aperti ad ogni paese, man mano che continueremo a crescere avremo bisogno di maggiore capacità, ogni paese in Europa potrebbe essere un candidato per la nostra seconda o terza struttura.”
Lo stabilimento ungherese dovrebbe iniziare la produzione di auto elettriche a fine 2025. Anche la cinese CATL, il più grande produttore di batterie al mondo, aprirà uno stabilimento in Ungheria: partirà così la prima filiera elettrica cinese in Europa, che produrrà centinaia di migliaia di autovetture all’anno, che potranno essere vendute senza dazi.

Dalla BYD al gruppo Chery, il secondo marchio cinese di auto che nel 2024 ha venduto 2,6 ml di vetture, un incredibile +40% rispetto al 2023, con un fatturato di 67 miliardi di dollari, 100mila dipendenti di cui un terzo lavorano nel settore ricerca e sviluppo.

Presadiretta è entrata dentro uno degli stabilimenti, accolti da un robot che riconosce facce e voci, frutto dei lavori di ricerca del gruppo, capace anche di rispondere.
È grazie alla mobilità elettrica che Chery diventa una vera e propria compagnia tecnologica.

Lo spiega il presidente Zhang Guibing: “le auto elettriche sono auto sempre più intelligenti, il cockpit è intelligente e le tecnologie di guida autonoma sono intelligenti. Anche le batterie sono intelligenti e ce le produciamo da soli con la nostra ricerca e sviluppo perché dobbiamo essere indipendenti dal punto di vista tecnologico. Le nostre batterie hanno una ricarica veramente rapida, veloce, in cinque minuti puoi raggiungere 400 km di autonomia e questo vale anche per i motori elettrici. Hanno consumi di energia molto bassi, circa 9,9kw/ora per 100 km [il consumo medio di una batteria è di circa 13,5 kw/ora]. Con le auto elettriche hai la forza, hai la potenza, hai la velocità di accelerazione, tutto quello che vuoi. Ecco perché ora in Cina anche BMW, Mercedes, Audi, Porsche, vendono di meno.”
Quindi la vera innovazione è davvero l’auto elettrica – ha chiesto Iacona

L’elettrificazione è la chiave, è fondamentale. Poi le tecnologie per la guida autonoma intelligente sarà la prossima chiave. L’intelligenza artificiale in interconnessione col guidatore e i big data. Questo sarà il nostro futuro e anche su questo stiamo lavorando.

Anche il gruppo automobilistico cinese Chery ha investito in Europa: nel 2024 è nata una joint venture con una azienda spagnola a Barcellona, con la realizzazione di uno stabilimento capace di produrre 150 mila auto l’anno su piattaforma e tecnologia cinese. Alla firma dell’accordo era presente anche il presidente spagnolo Sanchez insieme ai vertici dell’azienda cinese.

Dalla Spagna, le auto elettriche Chery verranno vendute in Europa e ancora una volta senza dazi. Lo slogan di Chery è “in Europe, for Europe”.
Cosa significa lo spiega a Iacona il presidente Zhang Guibing: “noi non vogliamo semplicemente vendere le nostre auto in Europa, noi vogliamo integrarci con l’industria locale europea, con la catena di approvvigionamento e i fornitori europei, coi governi europei. Non solo i nostri clienti devono rimanere soddisfatti, ma anche i governi lo devono essere e i lavoratori europei, e la società europea. Ecco cosa significa per noi in Europa per l’Europa.”
Significa che volete produrre sempre di più in Europa?
“Se vogliamo essere un grande attore dobbiamo sicuramente produrre in Europa.”
E’ vero che volete aprire un centro design in Italia e che sareste interessati a comprare la Maserati – ha chiesto il conduttore.
Il presidente ha risposto positivamente per il centro di design mentre ha preferito non rispondere sulla Maserati, “posso solo dire che siamo molto interessati a diversi marchi di alta gamma”.
Come commenta il fatto che l’Europa non stia spingendo come la Cina sulla mobilità elettrica, il fatto cioè che in Europa si vendano così poche auto elettriche?
“E’ chiaro che le infrastrutture elettriche non sono sviluppate come in Cina e questo è un problema, ma negli ultimi due anni ci sono stati grandi cambiamenti, l’innovazione tecnologica si sta sviluppando molto velocemente, noi le chiamiamo auto super ibride perché dentro la città possono fare dai cento ai trecento chilometri solo in modalità elettrica e in guida mista si può arrivare a 1200 km di autonomia. Anche in Cina le super ibride stanno crescendo: ancora una volta è la ricerca tecnologica che sta dando tutte le risposte e che farà crescere il mercato delle elettriche anche in Europa.”


Hangzhou la chiamano la città dell’acqua perché attraversata dal grande fiume Qiantang, quando arriva in città è largo e gonfio di acqua prima di gettarsi nel mar Cinese meridionale. Poi c’è il lago dell’ovest che fa parte della lista dei beni patrimonio dell’umanità protetti dall’Unesco, sempre pieno di turisti che vengono qui a visitarlo.


A Hangzhou c’è il quartiere generale della Geely, altro gruppo industriale nel settore dell’automotive con 11 stabilimenti e 50mila dipendenti.
La storia della Geely rappresenta bene quello che è successo nel settore dell’automotive: negli anni 90 sono arrivati i grandi marchi dall’occidente a produrre macchine in joint venture con le aziende cinesi e così c’è stato il trasferimento tecnologico.

Oggi grazie alle auto elettriche il rapporto si è rovesciato: sono le grandi case automobilistiche cinesi che godono di un vantaggio tecnologico rispetto ai concorrenti stranieri.

Così è partita la scalata dei gruppi cinesi nei confronti di quelli occidentali.
Iacona ha visitato uno degli stabilimenti della Geely che può produrre fino a 300mila autovetture l’anno, settecento al giorno, pronte per partire per tutto il mondo.

Questa è la fabbrica della Link&Co una joint venture con la Volvo Cars di cui la Geely è diventata proprietaria. Ma la campagna acquisti non è finita qui: Geely è il maggior azionista di Volvo group, il gruppo che produce autocarri e anche della Lotus cars, della Daimler, della Aston Martin.

L’ultima acquisizione Geely l’ha fatta nel 2019 quando ha comprato da Mercedes il 50% di Smart: oggi la nuova Smart si fa in Cina, il design è tedesco, ma la piattaforma e la tecnologia è tutta cinese.

Sono auto dove la guida è assistita, il guidatore deve tenere le auto sul volante, ma la macchina si guiderebbe da sola, in grado di evitare gli ostacoli sulla strada.
Tutta questa intelligenza costa molti soldi – spiega Tong Xiangbei AD di Smart – perché la macchina è dotata di diversi sensori, ma è qualcosa che va fatto, “se non fai questo salto tecnologico perdi il treno dell’innovazione per sempre.”


Che poi è quello che sta succedendo ai marchi europei, che hanno perso il treno della mobilità elettrica e che oggi pensano di difendersi dal futuro bloccando in Europa le leggi sul green deal. Barattando profitti a breve termine col futuro, con la difesa dell’ambiente.

E l’Italia? Ci sono aziende che hanno sposato e investito molto nell’innovazione: Presadiretta è entrata dentro gli stabilimenti della VHIT, un’azienda che produce sistemi lubrificanti e frenanti per i motori. Tutti i macchinari registrano in continuazione ogni processo e inviano un mare di dati all’intelligenza artificiale per monitorare l’efficienza dell’impianto, riducendo il costo del lavoro diretto. Si risparmiano soldi alla fine che finiscono in testa d’opera, ovvero ricerca e sviluppo – spiega Corrado Laforgia Addi VHIT – di nuovi processi e prodotti, “questa azienda nel 2014 disegnava e produceva soltanto componenti per motori a combustione interna, dal 2014 la stessa funzione viene fatta da un motore elettrico, da una scheda elettronica, da un software. Per fare questo abbiamo investito in nuove competenze, eravamo dei meccanici, oggi siamo diventati dei meccatronici. Abbiamo imparato cos’è il software, cos’è l’elettronica, cos’è un motore elettrico, quindi ci stiamo preparando per il futuro.”
E’ questa l’innovazione che può salvare le aziende italiane?

Le aziende italiane possono salvarsi se riescono a capire dove mettersi all’interno di questa nuova catena del valore, non è più soltanto un problema di produrre, a produrre ormai sono capaci tutti, quello che fa la differenza è, davanti ad un problema, ad una necessità di mercato, io come la risolvo molto meglio degli altri?”

Ma ci sono altre azienda che in questo momento stanno facendo i conti con la “tempesta perfetta” che si sta abbattendo sul settore manifatturiero: Presadiretta ha visitato il distretto industriale di Brescia, una delle provincie a più alto valore aggiunto in Italia con le sue 13mila aziende, che esportano i loro prodotti per il 19% in Germania e che ora per la crisi tedesca hanno visto calare l’export di 440 ml.
Dunque la crisi in Germania che colpisce anche le azienda in Italia, ma poi c’è anche il costo dell’energia che costituisce un grave problema per le aziende nel settore siderurgico: “L'Italia ancora oggi è la nazione all'interno dell'Europa che paga un costo dell'energia più alto. Questo non ci consente di essere competitivi” racconta Giuseppe Pasini di Feralpi Group.
Si tratta di una crisi senza precedenti che ha costretto molte di queste aziende a ricorrere alla cassa integrazione con fermi di produzione prolungati.

Sta andando in crisi un modello di produzione basato sulla piccola-media impresa, a condizione familiare e che ora non è in grado, da sola, a gestire questo cambiamento di mercato, perché manca la mentalità del cambiamento, per essere pronti a gestire queste nuove tecnologie: le tecnologie green, l’intelligenza artificiale, un modello di produzione dove l’operaio non è un robot ma un tecnico con forti competenze tecnologiche.
Non basteranno i sussidi che il governo Meloni ha messo in campo prendendo i soldi dal PNRR e dai fondi di coesione per risolvere questa situazione.

La scheda del servizio:

In apertura la carenza idrica in Basilicata e Sicilia

La carenza e la cura inadeguata delle risorse idriche sono al centro di “Aspettando PresaDiretta”, in onda domenica 13 aprile alle 20.30 su Rai 3. Due sono le situazioni emblematiche analizzate: la Basilicata, riserva idrica per l’Italia del sud, dove in pieno inverno migliaia di persone si sono ritrovate con i rubinetti a secco. Qui le dighe sono semivuote e i tassi di dispersione del 60 per cento. E poi la Sicilia, dove in 30 anni la disponibilità di acqua è diminuita del 25 per cento. L’inchiesta è incentrata su grandi opere incompiute, mancati collaudi, insufficiente manutenzione, danni all’agricoltura e agli allevamenti, disagi per i cittadini. Ospite in studio Antonello Pasini, climatologo del Cnr, parla di crisi idrica, di eventi climatici estremi e di cosa fare per cambiare rotta.

PresaDiretta” prosegue con la puntata “Europa la sfida industriale”, sui dazi di Trump che colpiscono il vecchio continente nel suo momento di massima debolezza economica.

Sull’industria tedesca pesa il rischio recessione. Le acciaierie, i cantieri e le fabbriche di auto in Germania sono alle prese – come mostrano le telecamere di “PresaDiretta” - con migliaia di licenziamenti, scioperi, delocalizzazioni, chiusure di impianti. Pesanti le ripercussioni anche in Italia, soprattutto nel bresciano, area legata a doppio filo all’industria tedesca, non a caso definita il diciassettesimo Land. Un viaggio negli stabilimenti siderurgici, meccanici e della filiera dell’auto, che vivono il crollo delle esportazioni.

Sul fronte opposto, la Cina e il suo primato mondiale di veicoli elettrici. Il reportage di Riccardo Iacona racconta un sistema che conta 40 gruppi automobilistici, più di 100 marchi, 4 milioni e mezzo di lavoratori. Non solo, oggi sono le aziende cinesi a portare avanti joint venture e acquisizioni in Europa. Mentre in Italia a Termoli, gli stabilimenti Stellantis si svuotano di operai e di produzione. E anche il grande progetto di costruire una gigafactory per realizzare batterie elettriche non è mai decollato: sempre meno posti di lavoro, sempre più ore di cassa integrazione.

Eppure, i soldi per sostenere l’economia ci sarebbero, se anche le multinazionali pagassero le tasse. Come dimostra l’Irlanda: dal settore farmaceutico a quello tecnologico, dalle comunicazioni ai servizi finanziari hanno lì la propria sede ben 1.800 multinazionali, in maggioranza americane. Perché lì le tasse sono molto più basse rispetto a Italia o Usa.

Ospite in studio per analizzare la crisi e le nuove sfide industriali Emiliano Brancaccio, docente di Economia politica all’Università Federico II di Napoli.

Le anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate sulla pagina FB o sull'account Twitter della trasmissione.

07 aprile 2025

Almeno tu, di Carlo Lucarelli

Una volta io pregavo.

Tutte le sere, prima di addormentarmi, fin da bambino.

Non che fossi particolarmente religioso, non lo sono mai stato, giusto le solite cose per uno come me, battesimo, comunione e cresima, l’ora di religione a scuola, a messa qualche domenica, con i nonni, e verso i quattordici anni basta. Se me lo chiedevano, non so, una volta, un prete, quando sono andato in montagna con una settimana bianca organizzata da una parrocchia, dicevo umanista laico di origine cattolica, e a parte la definizione cosí un po’ da liceo classico, di piú non sarei riuscito ad approfondire, perché non era una cosa a cui pensavo molto, anzi, quasi mai.

Però pregavo.

(Incipit preso da Incipitmania)

Cosa sappiamo della vita dei nostri figli? Di quello che fanno quando accanto a loro? Di quello che pensano di noi, gli adulti, i genitori, i “grandi”?
Pochi romanzi come questo riescono a condensare tanti argomenti al loro interno e a metterci di fronte a domande a cui non sappiamo veramente dare risposta.

Lucarelli lo fa a modo suo, con un romanzo molto intimo e allo stesso tempo molto duro: non un giallo, dove alla fine c’è una soluzione consolatoria con la scoperta dell’assassino.

Vittorio e Paola sono una coppia come tante: una vita senza grandi emozioni, i soliti alti e bassi, c’è stata una scintilla, anni prima, ma ora la vita ha spento questo fuoco.
A darle una scossa è la notizia della morte della loro bambina, Elisa. Una adolescente in realtà ma, si sa, per i genitori i figli rimangono sempre i loro bambini.

- Elisa è stata investita da un'auto ed è … mi dispiace, insomma è morta.

- Ma come, - dice Vittorio, con la voce.
E non significa come successo, significa perché.
Ma come .
Ma perché.
Perché Elisa.
Elisa perché.

Elisa è stata investita da una macchina mentre era in montagna, in vacanza a casa di un’amica.

Il trauma investe le loro vite come un pugno: la necessità di capire il come, i perché, l’incredulità e il non voler accettare quello che è successo. E poi la reazione alla morte, da una parte Paola che non si rassegna a quella relazione dei carabinieri di Pozzuolo, il paesini a cinquanta minuti da Faenza dove vivono. Vittorio invece si lascia andare nei ricordi. I ricordi della sua Elisa..

È stata lei a chiederglielo già la prima seduta, cosa le manca di sua figlia, e Paola ‘mi manca il tempo’.
Un buco. Una voragine, ha detto l'ultima volta che gli siamo andati assieme.
Io no. Io non la vedo così. Per me Elisa c'è sempre, ogni attimo, ogni momento, ogni istante.

La prima volta che l’ha vista nella culla. La prima volta che quella manina piccola ha stretto un suo dito infilato nella culla. Le volte che si sono addormentati assieme sulla poltrona..

Eppure, come gli in faccia Paola, Vittorio è stato un padre assente, uno che urlava, che nemmeno sapeva quanti anni aveva la figlia.

E ora Elisa non c’è. E c’è questa “avvocaticchia” che, assieme a Paola, gli sta mostrando delle carte che insinuano un dubbio. Che forse non è stato un incidente. Che due ragazzi che quella sera erano in auto con Elisa, qualche estate prima erano finiti dentro una storia brutta, con una ragazza caduta dal balcone della loro camera..

Questa notte l'ho sognata. Aveva due anni ed era cosí piccola, mi si arrampicava su una spalla come un topolino, rideva. Nel sogno avvicina la bocca al mio orecchio e il suo fiato caldo mi fa il solletico, ma quando sussurra ha una voce da grande. Dice: devi ammazzarli tutti.

L’uomo tranquillo, l’insegnante che ora ha smesso di andare a scuola, lentamente si trasforma in altro. Un altro uomo, non solo fisicamente, per quella barba che si fa crescere, per quel tic all’occhio, quella specie di contrazione all’angolo della bocca, come un semi-ictus.
È la trasformazione dell’uomo comune in un assassino che, all’inizio in modo artigianale, inizia a spiare la vita dei ragazzi che quella sera erano lì, assieme a sua figlia.

Devi ammazzarli tutti..

La vendetta del buon padre contro chi ha ucciso la sua bambina? No,così sarebbe troppo semplice. Perché, come man mano scopriremo, nemmeno Vittorio è stato un buon padre.

E gli altri ragazzi, che nemmeno sono dei santi, sono cresciuti così prendendo su di loro le colpe dei padri e delle madri.

L’ossessione per essere maschi e rispettosi dei precetti cristiani. Il desiderio dei soldi facili. Il poter fare quello che si vuole perché tanto c’è papà che ci pensa a salvarmi dai guai.
Il desiderio di essere ammirata da tutti sui social..

E poi Vittorio, l’uomo qualunque, quello che non penseresti mai, che si trova quella canzone in testa, che non va più via.

Una canzone che inizia con quei versi, “sai, la gente è strana.. ”

Non cambierai, dimmi che per sempre sarai sincero, e che mi amerai davvero.

Di più, di più, di più.
Di certo in quel momento affonderebbe la faccia deformata come una maschera dentro le mani aperte, piegato sulle ginocchia, la schiena curva fino a infilarci la testa in mezzo, e se non piangesse forte con la voce lo farebbe lo stesso dentro, con tutto il corpo teso, a dondolarsi avanti e indietro e se proprio riuscisse a parlare direbbe scusa, scusa, scusa.
La mia bambina.

Almeno tu nell'universo.

È amore quello di Vittorio? Oppure è solo l’incapacità di accettare che la sua Elisa crescesse?
E che dire degli adolescenti, l’altro binario su cui scorre questa storia? Ragazzi all’apparenza duri che dentro nascondono le loro fragilità, che arrivano a confidarsi con sconosciuti sui social piuttosto che coi genitori, così lontani e incomprensibili.

Vengono in mente, arrivati fino in fondo a questa storia dura e cupa, le pagine dei romanzi Simenon dove l’autore belga ci porta dentro le tragedie familiari, i drammi di quella borghesia all’apparenza felice se vista da fuori. Ma dentro malata e infelice. Dove si sente l’odore della tragedia, che incombe in quelle stanze chiuse.

La scheda del libro sul sito di Einaudi
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