07 aprile 2023

Legittima vendetta di S.A. Cosby

 


Ike cercò di ricordare se gli fosse mai capitato di trovarsi alla porta due tizi in divisa di prima mattina senza che preannunciassero infelicità e dolore, ma non gli venne in mente nulla. I due uomini se ne stavano impalati fianco a fianco sull’angusto pianerottolo di cemento davanti all’ingresso entrambi con le mani alla cintura, accanto al distintivo e alla pistola.

Cosa c’è di peggio per un padre apprendere che tuo figlio è stato ucciso? Sparato alle spalle e poi finito con diversi colpi in faccia. È quello che succede una mattina di inverno a Ike Reynolds, un passato criminale alle spalle con anche qualche anno di galera. Ma non è solo il dolore per la perdita di Isaiah a pesare come un macigno sulle spalle di Ike: il loro rapporto si era interrotto tanti anni prima quando il figlio gli aveva rivelato di essere gay, di aver un compagno, un altro uomo a cui volere bene e che si sarebbero anche sposati.
A causa di quella rottura, Ike si era perso una bella fetta della vita del figlio e ora non rimangono che i rimorsi per aver capito troppo tardi che non c’è più niente da fare.

«Se solo potessi parlare con Derek per cinque minuti, lo sai cosa gli direi? “Non me ne frega niente di chi ti scopi. Proprio niente.”..

Ma c’è un altro padre che sta seppellendo il figlio, si chiama Buddy Lee, pure lui si è fatto qualche anno in carcere, anche lui ha un brutto passato alle spalle e un presente altrettanto squallido, in una roulotte a fianco alla strada nella contea di Red Hill, Richmond Virginia.
Anche per Buddy Lee è il momento dei rimorsi: tutti i pregiudizi contro i gay avevano messo l’uno contro l’altro, il padre e il figlio, nemmeno l’essere stati abbandonati dalla madre, anni prima, li aveva in qualche modo uniti.
Essere gay, in quella parte degli Stati Uniti, dove il tempo sembra essersi fermato, è ancora considerato un peccato, un qualcosa di cui vergognarsi. Quanto l’essere neri, come Ike Reynolds, che pure quella discriminazione l’aveva subita sulla sua pelle.

Le indagini della polizia non fanno un passo in avanti, così Buddy Lee decide di provarci da solo a cercare gli assassini del figlio, anzi lo propone ad Ike, perché magari la gente non parla con la polizia, ma con due vecchietti sì.
Ma quest’ultimo ha sepolto il suo altro io, Riot Randolph, come si chiamava in prigione, tanti anni prima, quando uscito dal carcere si era reso conto di aver perso tanti anni della sua famiglia.

Aveva deciso la sera stessa in cui era tornato a casa. Aveva chiuso. Sarebbe uscito dal giro. Per quel che lo riguardava, Riot era morto in prigione. Ike lo sacrificava in nome della famiglia.

A far cambiare idea ad Ike sarà l’immagine della tomba dei figli vandalizzata da qualcuno che ci teneva a far sapere cosa pensasse delle coppie gay: quell’immagine, quell’ultimo oltraggio a quel figlio che non aveva saputo capire, che non aveva saputo amare, gli fa comprendere che è arrivato il momento di tirar fuori il demone che aveva dentro, quella rabbia e quella forza che aveva controllato per tanti anni. Per ritrovare gli assassini di Isaiah e Derek e farli fuori

Ora, lo so cosa stavi dicendo l’altro giorno, ma voglio essere sicuro che capisci cosa stiamo per fare. Una volta che cominciamo, sono disposto a tutto pur di trovare quei figli di puttana.
Inizia così questo romanzo di S.A. Cosby: due persone anziane, un bianco (con qualche problema con l’alcool) e un nero che ha regolato i suoi conti con la giustizia, che decidono di vendicare quei due figli che, da vivi, avevano tenuto lontano, perché diversi da loro.

Questa loro vendetta sarà anche un modo per fare i conti coi loro pregiudizi, a cominciare da quelli sul colore della pelle delle persone

«Non son mica razzista, io, per niente. È solo che non conosco tanti neri» farfugliò Buddy Lee. «Infatti non ti ho dato del razzista. Sei solo l’ennesimo bianco che non deve preoccuparsi di quelli come me e della merda che dobbiamo sopportare» disse Ike.
È facile essere razzisti, in quella parte degli Stati Uniti, specie dopo che a Washington sono arrivati certi politici, bigotti e con la mentalità chiusa. Ma cosa c’è dietro quel duplice omicidio a sangue freddo, che sembra tanto un’esecuzione? Ike e Buddy Lee iniziano a fare qualche domanda in giro, partendo dagli amici dei loro figli, cercando qualche traccia nella loro casa. Scontrandosi fin da subito con una banda di ragazzi bianchi che gira in moto e che commercia in armi, i Rare Breeds. Anche loro, per motivi diversi, stanno girando attorno alla vita di Derek e Isaiah: lo scontro tra i due anziani e questi estremisti sarà inevitabile, come inevitabile sarà mettere da parte tutte le promesse fatte di rigare dritto.
Nulla sarà più come prima, è come attraversare un confine e dopo non puoi più tornare indietro: quella vendetta in nome dei loro figli per inchiodare i killer sarà per i due padri l’unico modo per cercare di redimersi dei loro peccati.

«Sono quello che sono. Non posso cambiare. E in realtà non voglio neanche. Ma per una volta vedrò di far buon uso di ’sto diavolo che ho dentro.»

Legittima vendetta è un romanzo duro, spietato, ricorda per certi versi le avventure di Hap e Leonard che si svolgono nell’east Texas, mentre qui ci troviamo in un altro sud: non manca nemmeno una certa tagliente ironia, come nei dialoghi taglienti tra i due protagonisti

«Bisogna che smetto di fumare» disse Buddy Lee.
«Fumi? Non me ne sono accorto» disse Ike.
«Cazzo, allora magari bisogna che comincio» disse Buddy Lee.
In questa storia Cosby ci parla di quanto l’omofobia e il razzismo siano ben radicato negli Stati Uniti dove le persone si riempiono la bocca di famiglia tradizionale con un padre e una madre e di bambini che non possono essere cresciuti da persone “diverse”.
Pensieri “ottusi” che, a furia di girare, a furia di sentirli ripetere dappertutto, dai politici nei comizi fin dal barbiere o dal prete a messe, ti entrano dentro.
È quell’America nera che è uscita fuori negli anni di Trump alla Casa Bianca e che oggi è pericolosamente visibile, perché nonostante la segregazione sia finita da un pezzo non è ancora cambiato molto.

Sei mesi fa, però, avresti riso insieme a loro. Prima che gli ficcassero una pallottola in testa. Prima che te lo ammazzassero, tuo figlio, pensò Ike, ...

Si parla di omofobia, di razzismo e si parla di odio: quell’odio che sarà la benzina di questa strana coppia di vendicatori in un racconto che colpisce fino in fondo, fino alle ultime pagine dove verrete colpiti anche voi dalla marea di emozioni per un padre che, in piedi davanti alla tomba del figlio, trova finalmente le lacrime per chiedere scusa.

«Vendetta?» chiese Tangerine. Ike sorrise mestamente.
«No, odio. Alla gente piace parlare di vendetta manco fosse una cosa virtuosa, ma è solo odio vestito meglio» disse Ike.
Il precedente romanzo uscito in Italia di S.A. Cosby Deserto d'asfalto.

La scheda sul sito di Rizzoli
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