17 aprile 2023

Anteprima inchieste di Report – il processo agli Agnelli, Calciopoli e i canoni per i campanili

Questa sera Report torna ad occuparsi dello scandalo di Calciopoli che nel 2006 colpì diverse squadre di calcio, tra cui la Juventus. Poi un servizio che tocca una famiglia importante non solo nel mondo dell’imprenditoria, gli Agnelli e un processo per l’eredità di cui poco si parla.

Nell’anteprima un servizio sul canone che incassa la Chiesa per ospitare sui campanili le antenne per la telefonia.

Il canone per i campanili

La scheda del servizio: SEGNALE DIVINO di Chiara De Luca

Collaborazione Marzia Amico

L’Italia è nota come il paese dei 1000 campanili. Per la loro altezza e la posizione centrale dagli anni 2000 sono stati scelti per l’installazione di antenne telefoniche. L’ente ecclesiastico incassa un canone dalle aziende di telecomunicazioni: questo comporterebbe l’uso del campanile per finalità commerciali e la perdita dell’esenzione fiscale dedicata agli immobili della chiesa destinati al culto. Come si sono comportate le diocesi italiane?

17 anni anni fa Calciopoli

17 anni fa l’inchiesta di Calciopoli che coinvolse la Juve e sconvolto il mondo del calcio italiano: a distanza di tanti anni Report nel servizio di Daniele Autieri mostrerà intercettazioni inedite, documenti e testimonianze che non sono mai entrate nelle aule giudiziarie.
“Chi salva il calcio italiano è la vittoria ai mondiali” racconta a Report Massimo Cellino presidente del Brescia “che in quel merdaio più totale vinciamo il mondiale e risorgiamo come calcio..”.


Risorgiamo dallo scandalo che aveva al centro Luciano Moggi, l’uomo ovunque – come lo definisce l’ex designatore degli arbitri Paolo Bergamo, “ma non l’avevamo deciso noi, Moggi era Moggi, era quello che dava timore”, perché se sbagliavi in favore della Juve andavi in serie A, se sbagliavi contro la Juve andavi in serie B, sono le parole di un ex arbitro Danilo Nucini.
Un timore che emerge anche da una intercettazione in cui parlano Franco Carraro e Paolo Bergamo: “chi c’è lì a Juventus ..” “Rodomonti”, “mi raccomando che non aiuti la Juventus per carità di Dio” si sente dire da Carraro, ex presidente della Federcalcio dal 2001 al 2006 che, ad anni di distanza ammette di aver una sola intercettazione dove parla a favore di una squadra, la Lazio.
Tante squadre erano coinvolte in questo andazzo, andare a condizionare gli arbitri per favorire un club oppure un altro: “era un momento di terrore nel calcio, me lo ricordo” spiega oggi Cellino “però almeno sapevi che è il tuo nemico, sapevi da che parte stare, o coi buoni o coi cattivi”..
Quello che indicavano come il cattivo numero uno era Moggi il potente direttore sportivo della Juve, l’uomo dalle mille relazioni, politici, industriali, poliziotti, finanzieri, uomini dei servizi, l’anima nera del calcio italiano
.
Moggi ha consegnato a Report (e ad Andrea Agnelli) una chiavetta: io qui ho portato le voci di chi, nella sostanza, è intercettato con quello che dice.. di 170mila intercettazioni solo 25 sono finite a processo, quelle che riguardavano la Juventus:
tra queste una tra l’ex designatore degli arbitri Paolo Bergamo e l’arbitro De Santis dopo Juve Inter del 2005

Mamma mia..
Comunque l’importante è che questa sia andata bene senno sai che casino succedeva
Eh Massimo, tu te ne esci con quello .. quello col campionato no d’oro.. tipo eh

Cosa intendeva dire Paolo Bergamo? A Report spiega che era soddisfatto che fosse andato tutto bene, che nessuno potesse attaccarli. Alla fine, chi ha pagato per questo scandalo: come racconta l’anticipazione l'unico arbitro condannato è Massimo De Santis ma la pena è sospesa dalla Cassazione. Sospesi per pochi mesi Claudio Lotito, Adriano Galliani, Diego e Andrea Della Valle. Moggi e l’ad della Juve Giraudo sono radiati dal calcio ”.
Alla fine la Juve viene penalizzata finendo retrocessa in serie B mentre a Fiorentina, Milan, Lazio, Reggina e Arezzo vengono dati punti di penalità.

La scheda del servizio: C’ERA UNA VOLTA CALCIOPOLI di Daniele Autieri

Collaborazione Federico Marconi

Cosa c’è dentro la pennetta USB che Luciano Moggi ha consegnato nelle mani di Andrea Agnelli durante l’Assemblea degli azionisti della Juventus del gennaio scorso? Report ha ottenuto il contenuto di quella pennetta, il totale delle 170mila intercettazioni, molte rimaste inedite, registrate durante l’inchiesta “offside”, che 17 anni fa diede vita allo scandalo di Calciopoli. Tutti gli arbitri coinvolti, tranne uno, sono stati assolti, così come la quasi totalità dei dirigenti sportivi rinviati a giudizio. Per quelli non assolti, come Luciano Moggi, il potente direttore sportivo della Juventus condannato in appello per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, è intervenuta la prescrizione. Per la prima volta Report raccoglie le testimonianze e le rivelazioni dei protagonisti di quella vicenda: lo stesso Moggi, l’allora presidente della Federcalcio Franco Carraro, il designatore degli arbitri Paolo Bergamo, l’allora presidente della Lega Calcio Massimo Cellino, l’allenatore della Nazionale Campione del Mondo Marcello Lippi. Interviste che ricostruiscono un quadro del tutto inedito su quali furono le forze che si misero in moto per scardinare quel sistema di potere, accompagnate ad atti giudiziari ancora inediti che offrono la prova delle attività di spionaggio condotte da altri club nei confronti dei dirigenti della Juventus, oltre che di alcuni arbitri. Alle spalle una battaglia di potere tra i grandi padroni del calcio, da Silvio Berlusconi a Massimo Moratti, dalla famiglia Agnelli a Franco Sensi, dai fratelli Della Valle alle banche che avevano messo un piede nel calcio italiano.

L’eredità degli Agnelli

Lingotti d’oro, opere d’arte, conti miliardari celati in paradisi fiscali: dov’è finito il tesoro di Gianni Agnelli, chi è riuscito ad entrarne in possesso: il sedi Srvizio di Manuele Bonaccorsi cercherà di svelare i segreti del tesoro della famiglia più importante d’Italia.
Villar Perosa è un comune di 4000 abitanti alle pendici delle Alpi, in cima al paese c’è la villa dove hanno vissuto Gianni Agnelli e la moglie Marella, ancora oggi a vent’anni dalla morte la comunità vive nel ricordo dell’avvocato, venerato come una istituzione.
La sala consiliare è dedicata all’avvocato Giovanni Agnelli – racconta a Report il sindaco della cittadina – visto che lui ha ricoperto la carica di sindaco per tanti anni: nella sala, al posto del presidente della Repubblica due ritratti, dell’avvocato e del nonno ma, rassicura il sindaco, è perché hanno fatto il restauro da poco e “quindi bisogna ancora metterlo”.
“La famiglia Agnelli per Villar Perosa è stato un punto di riferimento ma anche delle personalità che hanno portato ricchezza” – prosegue il sindaco.
Come un feudatario? “Il termine feudatario non mi piace, è una persona che ci teneva al territorio”.

Nella valle del Pinerolo risiedeva il capostipite della dinastia, il senatore Giovanni, colui che nel 1900 fondò la Fiat, a Villar Perosa aveva costruito un grande stabilimento che produceva cuscinetti a sfera: qui vent’anni fa c’erano ventimila persone, operai, adesso ce ne sono mille.
Il sindaco ha portato le telecamere di Report di fronte alla chiesa di San Pietro, un gioiello barocco con degli affreschi fantastici: questa chiesa si trova dietro la villa degli Agnelli e al cimitero dove è stata seppellita Marella Agnelli, nella cappella di famiglia.
Dal 1953 Marella Caracciolo è stata moglie di Giovanni Agnelli, era di origine nobile, poteva fregiarsi del titolo di principessa, la sua villa era una residenza da re.
I suoi averi sono stati suddivisi ai tre nipoti John, Lapo e Ginevra:
su questa eredità e sul testamento di Marella Agnelli è in corso a Torino in processo che non è solo una questione privata della famiglia, ma riguarda anche le casse dello stato italiano.

La scheda del servizio: L'EREDITIERA SVIZZERA di Manuele Bonaccorsi e Federico Marconi

collaborazione Madi Ferrucci

A Torino è in corso il processo che potrebbe cambiare le sorti di una delle famiglie più importanti del capitalismo europeo: gli Agnelli. La contesa è sul testamento della principessa Marella Caracciolo, moglie dell'Avvocato Gianni Agnelli. Davanti ai giudici sono contrapposti la figlia di Gianni e Marella, Margherita, contro i figli Ginevra, Lapo e John Elkann. Margherita Agnelli sostiene che i testamenti svizzeri siano falsi e che il patto successorio da lei firmato a Ginevra nel 2004, con cui accettava 1,2 miliardi di euro di patrimonio paterno rinunciando all'eredità della madre, sia da invalidare. Il motivo: la residenza in Svizzera della madre era fittizia. Non è solo una questione di soldi. In ballo ci sono le quote della Dicembre, la holding della Famiglia Agnelli, che controlla Exor, Stellantis, Ferrari, Iveco, Cnh, la Juventus, i quotidiani Repubblica e La Stampa: un patrimonio di 25,5 miliardi di euro e i destini di migliaia di lavoratori. Quella davanti ai giudici di Torino non è però solo una vicenda privata: nelle casse dello Stato potrebbero rientrare decine di milioni di euro di imposte non pagate. Attraverso interviste esclusive e documenti inediti, Report è in grado di ricostruire la storia del patrimonio, della residenza e del testamento svizzero della principessa Caracciolo.

Le anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate sulla pagina FB o sull'account Twitter della trasmissione.

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