29 aprile 2023

Città di sogni, di Don Winslow


 

Canto le armi e l'eroe, che per primo dalle coste di Troia
profugo per fato toccò l'Italia e le spiagge
lavinie, lui molto sbattuto e per terre e per mare
dalla forza degli dei, per l'ira memore di Giunone crudele,
e tribolato molto anche da guerra, finchè fondasse la città 
e portasse gli dei per il Lazio; donde (venne) la razza latina
i padri albani e le mura dell'alta Roma.

Virgilio, Eneide, Libro

Città dei sogni è il secondo capitolo della trilogia di Don Winslow ispirata ai classici della mitologia antica, partita con il primo “Città in fiamme” (le fiamme di Troia, raccontata da Omero nell’Iliade) dove la guerra tra Achei e Troiani diventa la guerra tra la mafia italiana e la criminalità irlandese a Providence, qualche migliaio km più in là dalla piana di Troia e qualche migliaio di anni più tardi.

Questo secondo invece parte dai capitoli dell’Eneide di Virgilio: l’uomo in fuga si chiama Danny Ryan ed è scappato dalla sua città, dal suo quartiere, Dogtown, col padre e col piccolo figlio, dopo aver perso la guerra (e dopo esser finito in una trappola per l’astuto inganno di un consigliere della mafia).

Questa guerra tra irlandesi e italiani era scoppiata per una donna, la bellissima e fatale Pam (nel ruolo di Elena di Troia), circuita dal giovane Liam Murphy, capo della famiglia irlandese che controllava i porti di Providence.

Ma forse questo è stato solo un pretesto: gli italiani, i mafiosi della famiglia Moretti che fino a ieri andavano d’amore e d’accordo con gli irlandesi, cercavano solo un pretesto per mettere le mani sui docks, sugli affari nel porto.

Dunque la guerra, il sangue, i morti: l’eroe troiano, o irlandese, ucciso per vendetta da un capitano della famiglia Moretti a cui hanno ucciso l’uomo che amava (vi ricorda per caso Achille e Patroclo) e che trascina il corpo dell’uomo legato alla sua auto.
E poi l’astuto inganno, che mise fine alla guerra, costringendo alla fuga i pochi superstiti della famiglia Ryan, Danny con pochi fidati uomini, il padre Marty e il piccolo Ian.

L’alba

Deserto Anza-Borrego, California, aprile 1991

Danny avrebbe dovuto ucciderli tutti. Ora lo sa. E avrebbe dovuto saperlo anche allora. Se fai una rapina a mano armata da quaranta milioni di dollari, non devi lasciare che i proprietari possano inseguirti. Devi prendergli i soldi e la vita.

Nel prologo del romanzo incontriamo Danny Ryan legato e con una pistola puntata alla testa: come ha fatto a finire nel deserto e chi sono queste persone (che Danny avrebbe dovuto uccidere) che ora lo vogliono morto?
Dobbiamo fare un salto indietro di qualche anno, seguendo la fuga di Ryan dalla città in fiamme, Providence, mentre si spinge ad ovest, seguendo quello che dovrebbe essere il sogno americano, mentre per lui è solo un desiderio di salvezza.

Devono mettere più distanza possibile tra loro e l’organizzazione criminale dei Moretti, la polizia cittadina, quella statale, i federali… insomma, tutti quanti.

Tante persone desiderano la sua morte: ci sono i Moretti, che hanno usato l’esca della droga per attirare i Ryan e i Murphy nella trappola, usando un agende dell’FBI corrotto a cui ora però manca qualche kilo di cocaina che pensano sia in possesso dell’irlandese.

Ci sono le accuse per quei morti, quei delitti della guerra e ci sono anche i federali, per il traffico di droga: in particolare c’è una donna che, come Giunone nel libro di Virgilio, prova molta “ira” nei suoi confronti. Si chiama Reggie Moneta e non è una dea dell’Olimpo ma la vicedirettrice dell’Olimpo che ha deciso che deve vendicarsi di Ryan:

«Perché Moneta ha questa fissazione per Ryan?» chiede Harris.
«Andava a letto con Phil Jardine.»
«Merda.»

E poi c’è il vecchio capo mafia oggi in pensione, Pasco Ferri, oggi rimasto lontano dalla guerra ma sempre informato su tutto. Su quel pacco di droga dal Messico che aveva fregato gli irlandesi e che oggi è sparito, e Danny sapeva che quella droga gli avrebbe procurato solo problemi.

Aveva sempre voluto visitare la California, parlava con Terri di trasferirsi lì, ma lei lo liquidava sempre come un sogno utopistico.

Così, lungo la strada del sogno americano, Danny, l’amico di infanzia Jimmy Mac, i due Chierichetti Sean e Kevin approdano a San Diego.

Così inizia la seconda vita di Danny, che si ritrova a dover fare da padre col piccolo Ian a riscoprire un rapporto col suo di padre, il vecchio Marty, per la prima volta dopo tanti anni. Ma non è facile: anche se tiene un profilo basso, c’è sempre uno sguardo che lo fa trasalire, qualcuno che sembra fissarlo un po’ più a lungo. Non è facile vivere da profugo, col pensiero di essere braccato.

Come nei libri del mito, agli eroi arrivano in soccorso i sogni, a mandargli dei messaggi che dovranno decifrare:

E cosa voleva dire che quel posto non era per lui? E cosa c’entra Pasco? E come mai non riusciva a trovare la tomba di Terri?

Ma dall’altra parte, a Providence, le cose nella famiglia vincente dei Moretti non vanno meglio: come racconta Omero, gli Achei avevano vinto ma non avevano rispettato il volere degli Dei, non si erano comportati in modo degno.

La casa è costata un occhio della testa, senza parlare delle spese di mantenimento. Peter è sotto di milioni, e Celia continua a dare feste come in quel film, come si chiama, con Robert Redford

Altri lutti arriveranno, altre morti, un nuovo re nella famiglia dei Moretti (come successe qualche migliaio di anni prima ad Agamennone).

Ma non si può sfuggire al passato per sempre: il male che hai fatto, prima o poi ti si ritorce contro e, per quanto puoi andare lontano, qualcuno busserà alla tua porta.

Ma questa volta non saranno solo i sicari dei Moretti o dell’FBI: qualcuno in alto nell’Olimpo (o di Washington) propone a Danny un’operazione con cui in cambio avrà la sua libertà. Meglio uno come Ryan vivo, da impiegare in una operazione “poco pulita” di autofinanziamento:

«Noi invece possiamo fare un uso migliore di Ryan.»
Penner guarda il monumento a Washington, in basso.
Sospira e dice: «Il pubblico americano vuole tutto, energia, protezione, rispetto della legalità.

Il popolo americano vuole tutta l’omelette, ma non vuol saperne di rompere le uova».

La città dei sogni che da il titolo alla storia è Los Angeles a cui Danny si presenta, in questa sua seconda vita di uomo benestante: una nuova vita, certo, anche se “il suo passato resta con lui. Gli omicidi, i morti, le persone care che ha perduto..”.

Città dei sogni perché da a tutti la possibilità di sognare, il sogno americano di potercela fare coi tuoi mezzi e diventare qualcuno, essere importante.
Qui per un momento Danny riscopre un momento di felicità, proprio a Hollywood nei cui studios stanno girando un film sulla guerra di Providence, partendo dalle memorie di un personaggio minore.

Era stata una lettura affascinante. E aveva imparato un passaggio a memoria. «“Eravamo come fratelli, cuccioli di lupo della stessa cucciolata. Ridevamo insieme, mangiavamo insieme, vivevamo e sanguinavamo e morivamo insieme.”

Con le sue capacità potresti fondare un impero – gli racconta quella madre, Madeleine che l’aveva abbandonato da piccolo: ma al momento Danny si accontenta dell’amore con un’attrice del film, anche lei come lui con un passato ingombrante e pericoloso.

Ma non è quello il destino di Danny: perché, come l’Enea di Virgilio, per lui gli dei hanno un progetto più importante, non è ancora il momento di fermarsi.
Perché anche lì negli studios, dove girano le star, i soldi, dove brillano le luci, c’è la lunga mano della mafia. Perché l’ira degli dei ancora non si è placata. Per salvare sé stesso, dovrà fuggire nuovamente, lasciandosi alle spalle nuovi lutti.

Più che per la storia che racconta, questo libro mi ha appassionato per il contesto che disegna alle spalle: la guerra interna alla mafia e i precari equilibri che devono essere rispettati (perché anche la mafia fa parte del sogno americano). Per come racconta il mondo del cinema, l’illusione del sogno americano tanto bello quanto distruttivo. Per come racconta il mondo della politica, dei segreti e dei ricatti nelle agenzie governative. Nessuno è innocente dentro il sogno americano.

Infine questo protagonista, inquieto, indurito dalle morti che ancora gli pesano sulla coscienza, che da semplice soldato si ritrova generale di un esercito in fuga, un uomo che ora si chiede cosa vogliano da lui le anime dei morti e quale debba essere il suo futuro

Cosa significa questa folla verso il fiume? Cosa vogliono le anime dei morti? Virgilio, Eneide, Libro VI

Come il precedente, anche questo romanzo è scritto con uno stile asciutto, con dialoghi veloci che catturano il lettore: rispetto a Città in fiamme, però, il respiro si allarga per gli ampi spazi in cui si muovono i protagonisti di questa epopea di guerre, di tradimenti, di agguati e di scontri: non c’è solo la città dei sogni Los Angeles (con tanto di citazione della Dalia Nera di Ellroy), c’è il l’infinito deserto del Nevada, caldo di giorno e freddo all’alba, c’è l’infinito dell’oceano Pacifico coi suoi tramonti.
Scommetto che anche a voi, arrivati alla fine di questo romanzo, verrà voglia di leggervi le imprese di Enea, raccontate da Virgilio

La scheda del libro sul sito di Harpes Collins

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