28 aprile 2008

Report: chi non vola è perduto

Italia: paese dei carrozzoni di stato, come Alitalia. A dicembre era in perdita di 1 ML di euro al giorno.

Dopo la fallita trattativa con Air France, la perdita è salita a 3 milioni di euro.
Ma tranquilli, arriverà la cordata (con Ligresti, un imprenditore che ha saldato i suoi conti con la giustizia).
E Carlo Toto, di Air One: un'azienda il cui valore è stato stimato in 100 ML di euro, con debiti di 200 ML di euro.
In ogni caso è arrivato il prestito ponte (per motivi di ordine pubblico) di 300 ML di euro. Paga pantalone.
Come è accaduto che un'azienda che era in utile, sia sull'orlo del fallimento? Grazie ai papponi di stato (come li chiama Libero): le ingerenze politiche nella gestione dei trasporti, tramite nomine pilotate, assunzioni clientelari, i tagli sui voli internazionali (per risparmiare).
Ma anche grazie alle facilitazioni per biglietti a politici, magistrati, giornalisti...
Il tesoro ha ogni anno ripianato i debiti di Alitalia, con manovre, decreti, per 4,3 miliardi di euro all'anno.

Ma il colpo di grazia lo ha dato la costruzione di Malpensa: un secondo Hub che non possiamo permetterci (quantomeno nono con questa classe manageriale e politica), nella peggiore zona climatica in Italia, lontano dalle officine e dalla base del personale viaggiante a Fiumicino.
Ma chi ha deciso di investire in Malpensa? E di non rivedere la dislocazione, il traffico, gli investimenti, in tutti i 101 aeoporti che abbiamo in Italia, di cui 45 per traffico commerciale (e di cui solo 21 fanno più di un milione di passeggeri all'anno)?
Senza un piano integrato dei trasporti, a livello nazionale, ogni aeroporto fa di testa sua.

Come a Fiumicino. Il cui ampliamento per i voli low cost di RyanAir non è stato previsto (senza piano è difficile, a meno di aver la sfera di cristallo). Così le abitazioni che sono state costruite attorno alle piste, in modo abusivo tanto poi si condona, subiscono l'inquinamento acustico, l'inquinamento ambientale da petrolio e da co2.
E i voli andranno ancora ad aumentare. E la verifica di impatto ambientale? Non serve, quanto meno in Italia, dove i controlli, le regole, anche quando ci sono, vanno sempre interpretate.
Così l'Enac (ente per il controllo aviazione civile) se ne lava le mani, l'aeroporto è libero, ci sono le liberalizzazioni sui voli. La società di gestione dell'aeroporto fa i suoi interessi. E ai soliti comitati per il no, non rimane che protestare.
E alla fine se verrà chiesto a RyanAir di diminuire i voli o di spostarsi a Viterbo, ci farà anche causa e dovremo pagare.

Ma l'assenza di un piano generale di trasporti sta generando tanti piccoli mostri: come le piccole società (in parte pubbliche) di gestione degli aeroporti, che per ripianare i debiti, pensano di ampliarli.
Come a Viterbo, dove faranno l'aeroporto per fare la ferrovia, come dice il sindaco. Perchè Viterbo Roma sono 2 ore di strada e 1,5 ore di treno. Anche qui altri comitati.

A Siena vogliono stuprare l'ambiente, uno dei più belli d'Italia, per ampliare le piste dell'aeroporto esistente. Anziché investire sul trasporto ferroviario, il sindaco ha ritenuto meno costoso spendere sull'aereo. La differenza tra un politico cattivo e uno buono sta che il primo pensa alle prossime elezioni, il secondo alle prossime generazioni.
Potenziare il treno porterebbe meno inquinamento, meno costi a lungo termine, porterebbe benefici per tutti, per i pendolari e non per i turisti. Ma quando dietro un investimento ci sono le banche, come il Monte dei Paschi di Siena, che con il fondo Galaxy controlla la società di gestione dell'aeroporto, c'è poco da fare.

Report ha confrontato la situazione all'estero: in Francia Sarkozy ha fatto la moratoria sugli aeroporti. In Germania si investe sull' alta velocità: sotto i 400 km, si usa il treno.
In Spagna il 50% degli investimenti vanno all'alta velocità.
Col risultato che i treni in Europa viaggiano pieni, sono in orario, costano di più, ma danno maggiori garanzie.
Roma-Milano: 4,5 ore (escluso ritardo).
Madrid Barcellona: 2,5 ore. Se il ritardo è superiore a 30 minuti ti rimborsano il biglietto.

Ma qui in Italia si racconta la balla per cui il mercato dei voli è in aumento (del 10%). Perchè allora non costruirne altri? La gente prende l'aereo perchè non ha altre alternative. L'aereo inquina di più, usa combustibili fossili, non viene sfruttato da pendolari, e necessita di integrazioni con le città.
Il Malpensa Express parte solo da Milano Cadorna e ci sono solo 37 corse al giorno. A Stoccarda ce ne sono 130, circa.

All'estero fanno l'alta velocità rispettando tempi e costi. 7000 milioni di euro in 12 anni. In Italia, rispondeva l'ex ministro Bianchi, bisognerebbe tornare all'epoca della fame, come nel boom degli anni 50-60.
In Italia facciamo la Legge Obiettivo, per cui se un'opera è ritenuta necessaria, niente impatto. Niente gara d'appalto.
In Italia abbiamo i condannati in Parlamento. Abbiamo ministri in conflitto di interessi (come il “ginecologo” Lunardi).
Così succede che andando da ovest ad est incontri gli aeroporti di Torino, Cuneo, Biella, Malpensa, Linate, Orio Alserio, Brescia, Verona, Vicenza, Treviso, Venezia.
In Spagna gli aeroporti (in numero pari al nostro) lavorano in rete, e i due più grandi, hanno un traffico alternativo. Esiste una sola società di gestione, la Aena, coi conti in positivo.
In Italia il ministro dei trasporti non sapeva nemmeno quanto il suo ministero spendeva per tutti gli impianti. Da “quattro conti” ha tirato fuori la cifra di 70 ML di euro anno.
Poi ci sono le spese delle società di gestione, molte delle quali in rosso.
Che, pur di accaparrarsi i voli, essendo tutti gli aeroporti in concorrenza tra loro, danno incentivi alle compagnie. Sarebbe vietato, ma tanto chi controlla?
Tanto, come dicevamo, pagano i cittadini. Altro che grande imprenditoria privata ...

Poi ci si domanda perchè l'Italia è il paese dei comitati per il no. Contro gli aeroporti, ma anche contro gli inceneritori, contro le discariche, contro le basi militari.

Il link al sito di Report.
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