“Bisogna capire i ragazzi di Salò”, chiede il premier in pectore Silvio Berlusconi, comprenderne le ragioni.
Apertura verso un nuovo periodo di pacificazione? Tutt'altro. Solo una manovra politica per opportunismo politico, dovendo guidare un governo fortemente sbilanciato a destra. Dovendo sponsorizzare la candidatura di un Alemanno, genero di quel Pino Rauti, fondatore di Ordine Nuovo, movimento di veri terroristi fascisti.
Comprendere le ragioni di Salò: e perchè non anche quelle delle SS di Marzabotto, S.Anna di Stazzema, di Fivizzano, delle Fosse Ardeatine?
E perchè, allora, non cercare di comprendere le ragioni delle Br di Curcio e Moretti: anche loro avranno avuto le proprie ragioni.
Le parole contano: “la festa dei banditi” titola il giornale del padrone; banditi erano chiamati i partigiani; e banditi gridava Berlusconi a chi cercava di toccare le sue reti. Come vedete tutto torna.
Come non vedere un legame tra il controllo dell'informazione (televisiva e in parte anche giornalistica) e questi ritorni di fascismo?
Non un film, non un documentario (se non in primissima mattina), servizi nei TG stringati che ricordavano cosa fosse accaduto sessant'anni e passa anni fa, che merita di essere ricordato.
L'importanza della memoria: parafrasando la celebre poesia di Calamandrei, “Ora e sempre resistenza”, non solo il 25 aprile, dunque.
Ma mentre siamo qui, costretti ancora a difendere i valori della nostra democrazia, il 25 aprile, la memoria, la storia, ricordiamoci anche che esiste un altro stato che non si ferma a festeggiare nessuna ricorrenza.
Scoperta una microspia nell'ufficio usato dal magistrato Nicola Gratteri a Reggio Calabria.
Salta su un'autobomba della 'ndrangheta un imprenditore a Gioia Tauro.
Come possiamo combattere la criminalità organizzata se ancora non abbiamo stabilito chi sono i banditi?
In questo clima sembra quasi inutile e sterile ricordare che i ragazzi di Salò, difesi per opportunismo dal cavaliere, erano quelli che scelsero l'alleato germanico, il nazismo, le dittature, le camere a gas. Su queste scelte come possiamo negoziare?
Molti di loro scelsero, nel 1943, magari in modo poco consapevole, quella strada. Ma era e rimane pur sempre, la strada sbagliata.
Capire i ragazzi di Salò, e i loro eredi: quelli delle svastiche, dell'assalto alle caserme della polizia nella notte selvaggia dopo l'omicidio di Gabriele Sandri, dell'aggressione ai centri sociali, ai circoli gay.
Che organizzano la messa in scena di una violenza, per uso e consumo elettorale.
Nessuno io mi chiamo; nessuno è il nome che mi danno il padre e la madre e inoltre tutti gli amici
27 aprile 2008
Bisogna capire i ragazzi di Salò
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