27 aprile 2016

Un caso come gli altri, di Pasquale Ruju

Una stanza. Spoglia, pareti di cemento grezzo, l'aria condizionata insufficiente a stemperare il caldo torrido di luglio. Eppure la vedova pare non farci caso. Pallida, quasi immobile, se ne stà lì, seduta dietro un largo tavolo metallico inchiodato al pavimento. Senza dire niente, senza fare niente. Una telecamera fissata in alto, sulla parete di fronte a lei, rimanda a qualche schermo di controllo ogni suo più piccolo movimento, ogni cambio d'espressione, ogni sospiro. Cercano di capire cos'abbia in mente, là fuori. Cercano di capire perché ha fatto quello che ha fatto. Vogliono rendersi conto. Rendersi conto, già, pensa lei. Come se fosse facile. Come se fosse facile comprendere quel desiderio bruciante, invincibile .. Quel desiderio che ancora adesso ..Basta, dice la vedova a se stessa. Meglio non ripensare a certe cose. Si chiama Annamaria e ha trentasette anni. È ancora bella, anche a guardarla da un freddo monitor di sorveglianza. Belle le mani lunghe e sottili, bello il volto regolare, splendidi i folti capelli corvini, anche ridotti a macchie in bassa definizione.

Se volete capire quella che è la vita dei familiari di un boss mafioso, piuttosto che seguire le interviste di Riina a Porta a Porta, dovete leggervi questo noir di Pasquale Ruju, costruito attorno al confronto di due donne, profondamente diverse per la loro storia, per il bagaglio culturale, ma entrambe donne forti, di carattere.
Annamaria, la vedova del boss Marcello Nicotra, 'u primu (primogenito del vecchio boss Salvatore Nicotra), da una parte del tavolo della stanza, e Silvia Germano, il procuratore della Repubblica che ne sta registrando su nastro il racconto della sua vita.
Si svolge tutto in lunghi flash back che vanno indietro nel passato, il racconto, che parte dal loro primo incontro, nel piccolo paese nella Locride in cui Annamaria è nata:
Aveva undici anni la prima volta che si videro. Viveva ancora laggiù, nel profondo della Locride, in un paesino arroccato fra l'altipiano e il mare. Insieme a Caterina sua sorella minore, prendeva tutti i giorni una corriera per raggiungere una cittadina appena più grande, sulla costa, in cui tutte e due frequentavano l'istituto magistrale”.

Lei una adolescente con le sue forme da donna fatta, lui il promettente primogenito della cosca dei Nicotra, dedita allo spaccio della droga, al traffico dei rifiuti interrati nei terreni agricoli.
La loro storia d'amore, perché anche di questo stiamo parlando, nasce seguendo antichi rituali, dove si giocava tutto sugli sguardi:
Funzionava così da quelle parti. Una ragazza che non conoscevi non ti avrebbe mai guardato apertamente né tantomeno ti avrebbe rivolto un sorriso.Dovevi essere pronto, se eri così fortunato da piacerle, a cogliere quel lampo nei suoi occhi, quello sguardo fuggevole che sarebbe durato appena un istante”.

Ma Silvia Germano non è interessata solo a questi aspetti della loro vita. Sanno già tante cose degli affari della famiglia, hanno già delle informazioni. Ma ha ora bisogno da Annamaria dei riscontri, sulla rete di relazioni tra le 'ndrine e tra coloro che si mettevano al di sopra, per sanare gli attriti tra le famiglie rivali, per il bene della “Società”. Gente come il Battista:
Annamaria non fece altre domande. Era la prima volta che sentiva parlare del Battista. Un pezzo dell'altra vita di Marcello, quella di cui non bisognava chiedere, presto sarebbe entrato in casa sua.Era anche la prima volta che avvertiva nella voce di suo marito una nota di timore reverenziale, diverso perfino da quello che nutriva nei confronti di sua madre.Dunque esisteva qualcuno di cui Marcello aveva soggezione.[..]Era un uomo magro, non particolarmente alto, già avanti negli anni. Portava una giacca di velluto a coste un po' fuori moda e una camicia scura abbottonata fino all'ultima asola, senza cravatta”.

Il Battista ha in mente un progetto ben preciso per Marcello (e anche Annamaria): dovranno trasferirsi al nord vicino Torino, per seguire più da vicino tutti gli affari che le cosche stanno portando avanti in quelle zone del paese. Gli appalti, i finanziamenti a strozzo agli imprenditori, un po' di traffico di droga (usata sia per il piccolo spaccio che per oliare certi meccanismi con politici e professionisti) e sopratutto i rapporti con gli imprenditori: attraverso le memorie di Annamaria, il libro spiega in modo chiaro come sia avvenuta la penetrazione delle cosche nel tessuto sociale, imprenditoriale, politico, del nord. In modo semplice e consenziente.
Nessuna remora a stringere le mani a questi signori del sud che però si presentavano in giacca e cravatta, come uomini d'affari e, cosa più importante, avevano tanti soldi.
Soldi e voti, con cui comprarsi un posto in comune, in provincia e perfino in regione. Chissà, forse anche in Senato.
Posti da cui, gli amici eletti avrebbero poi garantito appalti e subappalti alle aziende giuste, senza farsi troppi problemi.
Buste piene di banconote avevano cambiato di mano, con discrezione. E consiglieri comunali, presidenti, sindaci, gioiosi ed energici rappresentanti del nuovo che avanza, si erano legati a doppio filo ai nuovi finanziatori. Lo avevano fatto sull'esempio di personaggi ancora più potenti, gente che comandava a Milano e a Roma. Non era sembrato vero a questi signori seduti dietro le scrivanie al cui cospetto un tempo si arrivava dopo lunghe ore in sala d'attesa, di avere accesso a fondi pressoché illimitati. Soldi facili, con cui si poteva fare tutto. Arrivare dappertutto. Permettersi di sognare perfino un seggio nella capitale, il che significava fama e fortuna, inviti nei salotti che contano, ancora più potere e denaro. C'era un lavoretto da far fare, un permesso da concedere, una pratica da facilitare? Pronti, bastava chiedere. I loro nuovi amici, così gentili e generosi, persone a modo, come non sé ne vedono spesso, si erano rivelati efficienti, organizzati, affidabili e riconoscenti. Soprattutto assai riconoscenti. Nuovi quartieri, nuove strade, capannoni, porti, ospedali venivano tirati su un po' dovunque”.

Così, mentre la crisi economica iniziava a mettere in crisi le famiglie italiane, bloccando i consumi, gli ordini delle imprese e la loro chiusura, le cosche ingrassavano. Più il paese andava male, più loro ci guadagnavano, prendendosi pure i pezzi migliori, a prezzi di saldo.
Prestiti ad usura per imprenditori in crisi.
Pacchetti di voti per politici senza scrupoli e per partiti senza elettori.

Gli affari avevano ripreso a prosperare come non mai. La cosca, tutte le cosche, sembravano nutrirsi della crisi economica che attanagliava il paese come sanguisughe appese alla carne di un animale morente. I prestiti a strozzo crescevano, cresceva il gioco d'azzardo e il consumo della cocaina, alternativa all'ansia e alla depressione offerta a prezzi vantaggiosi.
La scolarizzazione sempre più breve, unita all'immigrazione clandestina e alla mancanza di lavoro, alimentava le file dei picciotti al Nord come al Sud. Gli imprenditori facevano la fila per garantirsi finanziamenti e appoggi. E al posto dei vecchi amministratori, che si erano giocati la poltrona fra inchieste e scandali, ne erano arrivati altri, magari di schieramento opposto ma ugualmente pronti a venire a patti con chiunque pur di riempirsi le tasche.
Così andavano le cose. Nel peggiore dei modi , a guardarle da un certo punto di vista. Da un altro, invece, quello dei Nicotra, andava per il meglio”.

Un caso come gli altri si rivela un racconto della 'ndrangheta vista dal suo interno, raccontandone affari e intimidazioni, tensioni e di invidia tra le famiglie col rischio che esplodano nuove guerre. Un mondo in cui ci sono anche i rapporti familiari tra i personaggi che emergono in modo preponderante nella storia.
Perché le tensioni possono esplodere anche all'interno della famiglia, anche tra persone con lo stesso cognome, perché il destino di una persona non è scolpito nel suo sangue ..
a la forza del racconto è nel mostrare lo stesso mostro visto da due punti di vista diversi: quello di Annamaria e quello di Silvia.
Annamaria che, da innamorata, non ha voluto vedere il male, nella persona che aveva a fianco, vedendone il lui solo la quotidianità della vita di tutti i giorni.
Silvia invece, deve sforzarsi a capire, i perché dei vari omicidi e deve andare fino in fondo per fare il suo dovere.
Un racconto che infine, è anche una storia d'amore: perché è anche per amore se Annamaria è arrivata fin lì, in quella stanza grigia, di fronte al magistrato, per raccontare la sua vita e dare delle risposte, tranne quella forse più importante. Perché ha deciso di collaborare?
«Lei che cosa ne pensa?» ripete.La Germano esita, forse ha la testa altrove.(Ti proteggerò. A qualunque costo.)Poi si strinse nelle spalle.«Cosa dovrei pensare? È solo un caso Morelli».(Finché avrò vita, ti proteggerò.)«Un caso come gli altri» dice.Ed esce.Fuori c'è di nuovo il sole.

La scheda del libro sul sito di Edizioni E/O

I link per ordinare il libro su Ibs e Amazon

Nessun commento: