13 luglio 2005

Il mambo degli orsi di Joe Lansdale

Secondo libro di Lansdale con protagonisti Hap e Leonard, il bianco e il nero. Hap vota per i democratici mentre Leonard, gay, che vive con l'amico Raul, vota repubblicano ed è amante della musica folk.

Ma odia gli spacciatori di crack: proprio per aver bruciato la casa dei suoi vicini spacciatori di crack, viene costretto, dal capo della polizia di LaBorde, Hanson, a cercare notizie della sua compagna, Florinda. Questa è un avvocato che, per scoprire la verità sulla morte in carcere del figlio di un famoso musicista di colore, si era recata a Grovetown. Di fronte ad un documentario di National Geographic che mostra un accoppiamento degli orsi (il mambo che da il titolo alla storia), Hap e Leonard accettano; con Florinda, Hap ha avuto una breve relazione, che ricorda con molta nostalgia. Anche questo lo spinge, assieme a Leonard, ad andare a Grovetown.

Questa è una città che non ama i neri, nella quale è ancora il Ku Klux Klan a dettare legge, dove gli uomini di colore devono stare al loro posto,perchè così sta scritto nella bibbia, sorridere accondiscendente all'uomo bianco che da loro da vivere, chiamarlo "massa" (contrazione di mister). Una coppia di investigatori normali tornerebbe di filato indietro, non andrebbe a rompere l'equilibrio che governa la città: ma invece i nostri iniziamo ad andare in giro e a fare domande. A cominciare dallo sceriffo, un finto stupido con un un orchite al testicolo sinistro (che sembra sul punto di scoppiare). Al vicesceriffo, un energumeno con le mani come tronchi, che non nasconde la voglia che avrebbe di pestare per bene Leonard (presentatosi come "il negro più furbo del mondo") e Hap ("l'amico dei negri"). Non riescono a scoprire nulla di nuova, l'unica persona che in qualche modo li aiuta è Tim, un benzinaio, figlio del signor Brown, gran cavaliere del Klan.

A furia di far troppe domande, vengono pestati ben bene, in una tavola talda, dal cavaliere in persona e dai suoi scagnozzi. Qui Lansdale è bravo nel descrivere lo stato d'animo di Hap e Leonard i quali si rendono conto, forse per la prima volta di non essere quella coppia di invincibili che credevano: "Non solo ci eravamo resi conto di non essere invincibili, ma avevamo sperimentato la vera paura, e entrambi sapevamo bene che l'altro era spaventato. Non era la prima volta. Siamo sempre stati onesti a riguardo, ma quella volta la cosa era andata ben oltre la paura normale. Era l'impotenza. Non avevamo il minimo controllo su ciò che stava accadendo".

Tornano a casa a curarsi, ma entrambi sanno che dovranno tornare a Grovetown a regolare i conti e scoprire, infine, il vero motivo della scomparsa di Florinda: "avevo attribuito la colpa di ciò che era accaduto al bigottismo, invece erano state avidità e lussuria. Due peccati molto più antichi e primordiali, come l'accoppiamento istintivo di quei due orsi sul National Geographic ".

Diversi temi emergono dal libro: la pioggia che cade incessantemente, fino all'alluvione finale, che tutto spazza via. La forza della natura che pulisce la sporcizia dell'uomo. Il secondo tema è il razzismo, violento, raccontato con molta tranquillità senza alcuna censura. Un libro che è pieno di tante storie, come quella dello zio Benny, perso nel bosco, o i racconti fantastiche che raccontava il padre di Hap: questi possono sembrare inutili all'economia del libro, ma servono a creare quel clima da "ultima frontiera" (come ha scritto Dazieri nella postfazione), con le situazioni grottesche, i personaggi ai limiti del normale, i dialoghi "selvaggiamente" liberi e volgari. Tutto serve a rappresentare qualla parte dell'America che non appare nei libri, nei film di successo, e nei notiziari. Ma è un America altrettanto vera, violenta e tragica.

I link su ibs (con i commenti di Albys e Roano) e bol

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