Un libro per capire e orientarsi in questa Italia e con questa classe dirigente. Se Pasolini aveva usato la metafora del Palazzo per spiegare cosa era diventato il potere (siamo negli anni 70), oggi Oliviero è passato al Residence (e come altro descrive il posto dove vivono questi potenti sempre pronti divertirsi, alle battute, senza un briciolo di pudore ?).
Un Residence, dunque, riempito da mestieranti della politica e del potere, che si preoccupano solo di mantenere il posto, autopromuoversi e autoassolversi, sbarrando le frontiere a quanti premono alle frontiere del Residence per entrarvi.
In che forme si esprime il potere: dalla televisione, usata come cassa di risonanza di quanto fanno e come strumento per raccogliere consenso.
In generale tutto il sistema di informazione, controllato dalla stessa politica, è diventato un cane da riporto anziché cane da guardia di questa classe dirigente.
Alla sanità pubblica, alle società miste pubblico-privato, le ex municipalizzate, diventate in pratica società di collocamento dei trombati alle elezioni.
Il calcio, altra cassa di risonanza (vedi Berlusconi, Tanzi e Cragnotti e prima ancora Agnelli), che non è riuscito a riformarsi nemmeno dopo lo scandalo di Calciopoli del 2006. Ci siamo accontentati di una Juventus in serie B, di un Moggi allontanato (fino a quando?) dal calcio ma non dal sistema di informazione, e basta.
Sugli scandali che si sono succeduti in poco tempo, Beha traccia una riflessione importante: oggi chi vuole sapere come stanno le cose, lo sa. Le inchieste oggi, quando proprio non si è riusciti più a smorzarle, finiscono sui giornali, con tanto di intercettazioni e testimonianze. Eppure i presunti colpevoli sono ancora là, qualcuno è finito in quarantena: sintomo che ci stiamo abituando sempre più al peggio del peggio.
Non solo: questi personaggi poi finiscono pure in televisione (Moggi, Gregoraci, Fiorani, Ricucci), dando il messaggio ai telespettatori che non è il merito, la qualità che viene premiata, dal sistema. Ma solo il peggio, l'assenza di merito e capacità.
Che segnale diamo ai giovani? Giusto il titolo di un precedente libro di Beha “Crescete e prostituitevi”.
Da una parte una politica che costa sempre di più, che non è in grado né ha voglia di risolvere i problemi del paese (costi dei servizi, lobby, snellimento della burocrazia, snellimento dei costi della macchina dello stato), dove è spesso difficile cogliere le differenze tra maggioranza e opposizione (pensiamo all'applauso bipartisan per Mastella, dopo gli arresti domiciliari per la moglie, pensiamo all'indulto, pensiamo alla legge elettorale senza i nomi, pensiamo alla legge sul rimborso elettorale...).
Quel basso impero così ben rappresentato dal bagaglino.
Dall'altra la mafia (le mafie) che stanno conquistando a poco a poco tutto il paese. Le parole di Falcone sulla Sicilia, governata da questo stato nello stato che è cosa nostra si possono oggi riproporre ed estendere a tutta l'Italia.
Che fare? Primo, non possiamo aspettare. I segnali dicono che siamo ad un passo dal baratro. Possiamo fidarci ancora di questa classe dirigente che non cambia?
Secondo: dobbiamo riprenderci la democrazia, questo stato (sono le parole del presidente Napolitano), dal basso.
Per voltare pagina serve una rivoluzione culturale, etica e sociale: nuove resistenze si muovono sul palcoscenico di internet e si muovono in tal senso.
Comitati, blog, iniziative ... le chiamano antipolitica, ma l'antipolitica sono loro. Non è vero che abbattendo questa Casta viene giù tutto lo stato. Al massimo verrà giù solo il residence dove si sono accampati.
Mi chiedevo come mai un giornalista così capace, così acuto, fosse stato messo in disparte dalla Rai. Forse è appunto per questo.
Il link per ordinare il libro su internetbookshop.
Il blog di Italiopoli.
Il blog di Oliviero Beha
Altri link per le Resistenze su internet:
Technorati: Oliviero Beha
Nessun commento:
Posta un commento