Primo, perché Berlusconi e i suoi governi hanno fatto riforme e leggi che hanno cambiato in peggio il paese: la legge Gasparri, il falso in bilancio, la Bossi Fini, la ex Cirielli, la riforma della scuola della Gelmini ....
Secondo, perché molti degli antiberlusconiani di ieri (veri o finti) sono oggi suoi alleati. Per non dire che quel berlusconi che avrebbe bloccato il paese è indispensabile (assieme a Verdini) per far passare le sue riforme (jobs act, la riforma della scuola, il Senato e la riforma costituzionale).
Per esempio, mettiamo anche Repubblica tra gli antiberlusconiani che hanno bloccato il paese?
Non è che l'Italia è rimasta bloccata: è proprio scivolata all'indietro, su temi etici, sulla giustizia, sull'equità sociale (pensiamo al livello di evasione fiscale, ai soldi alle scuole private e tolti al pubblico).
Insomma, mi sembra che tutto questo voler semplificare il ragionamento serva solo a dire: l'Italia era nella palude e poi sono arrivato io. A salvarla.
Col jobs act e coi 47 contratti a tempo indeterminato in più.
Con la riforma della scuola che sta causando qualche problemino per le supplenti e per i presidi.
Con le norme che consentono le trivellazioni al largo, con tutti i rischi ambientali (di cui nessuno tiene conto).
Esiste oggi un'Italia dello storytelling, dei masterplan, delle grandi riforme (necessarie, urgenti, che aspettavamo da anni) e un'altra Italia, di cui se ne parla solo quando fa comodo.
Quella delle proteste degli insegnanti, di chi si oppone alle trivelle, al jobs act (dei licenziamenti collettivi, del demansionamento), al preside manager.
Tutta queste che ogni giorni prende la sua bastonatura quotidiana, sul web e sui giornali (leggetevi il post di Gilioli): perché realtà inventata a parte, il governo sa che sta camminando su un percorso in salita. Che se si coagula un movimento, un partito a sinistra, poi sono dolori.
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