26 agosto 2015

La rivoltella di Maigret, di Georges Simenon

Incipit:
In futuro, quando Maigret avrebbe pensato a quell'inchiesta, l'avrebbe sempre associata a qualcosa di anomalo, come una di quelle malattie che, invece di esplodere, cominciano con un vago malessere, dei piccoli spasmi, dei sintomi così leggeri da non meritare attenzione.L'inchiesta non partì con una denuncia alla Polizia Giudiziaria, né con una chiamata al Pronto Intervento o una segnalazione anonima, ma con una semplice telefonata della signora Maigret.In ufficio, la pendola di marmo nero sul camino segnava mezzogiorno meno venti – Maigret ricordava distintamente la posizione delle lancette sul quadrante. La finestra era spalancata, e sotto il caldo sole di giugno Parigi emanava il suo consueto odore estivo.«Sei tu?»

Un'inchiesta anomala per un caso anomalo, nato da una telefonata della signora Maigret a Maigret: un ragazzo giovane lo sta aspettando nello studio perché vorrebbe parlargli.
Senza aspettare il suo arrivo, il ragazzo sgattaiola via dalla casa e si porta via il suo revolver, un dono dell'FBI, lasciato incustodito nello studio.
Si scoprirà poi che questo ragazzo, armato e potenzialmente pericoloso, è il figlio di un signore che doveva partecipare ad una delle cene mensili che Maigret organizza assieme al medico Pardon.
Il barone Francois Lagrange, almeno così si fa chiamare, anche se non è barone ed è anzi uno di quei signori che ha sempre delle bellissime idee per la testa ma niente soldi per finanziarle.
La sua amante, interrogata in seguito da Maigret, di lui dirà: "E' il tipo d'uomo che ti afferra per i risvolti della giacca e ti comunica che ha per le mani un affare di qualche centinaio di milioni, e che finisce col chiederti di prestargli i soldi per la cena o per un taxi".
Un debole, un incapace, che ha dovuto allevare i figli da solo, per la morte della madre, che poi l'hanno abbandonato arrivati alla maggiore età.
Eccetto Alain, il più piccolo.
Che si caccia in un guaio più grande di lui proprio per difendere il padre. Che viene arrestato perché si scoprirà che ha trasportato il cadavere di un importante uomo politico nel deposito della stazione, dentro un baule. È lui l'assassino? E quale la causa dell'omicidio?

Maigret, per motivi che nemmeno lui riesce a spiegarsi, si ritrova dentro questa inchiesta: che fine ha fatto il ragazzo e la sua pistola? Che uso intende farne? È il padre il colpevole, e che legami aveva col politico?
Per scoprirlo Maigret deve andare fino a Londra, nella terra dei “selvaggi”, perché negli hotel non può bere all'ora che gli pare e per mangiare deve accontentarsi di una tavoletta di cioccolato. Al latte.

Insomma, che cosa ci faceva lì? Era rimasto in piedi tutta la notte. Aveva bevuto un caffè in una portineria, poi aveva ascoltato le chiacchiere di una ragazzona in pigiama rosa che gli lasciava intravedere una striscia di pancia e cercava in ogni modo di rendersi interessante.E cos'altro? Alain Lagrange gli aveva sottratto la rivoltella e con quella aveva minacciato un passante per derubarlo del portafoglio prima di salire su un aereo per Londra. All'infermeria del carcere il barone faceva il matto.E se lo fosse stato davvero?Ammesso che anche Alain si fosse presentato in albergo, come si sarebbe comportato Maigret? Gli avrebbe rivolto la parola in tono gentile? Gli avrebbe detto di volere una spiegazione?E se quello avesse tentato di scappare, se avesse opposto resistenza? Che figura avrebbe fatto, davanti a tutti quegli inglesi che sorridevano al sole, a prendersela con un ragazzino? Magari avrebbero aggredito lui, Maigret ...”.

Inchiesta anomala e anche la soluzione sarà alquanto anomala. Di conseguenza anche l'umore di Maigret, nell'affrontare il caso, il viaggio a Londra, le “selvaggerie” degli inglesi (e il loro rispetto degli orari per poter bere), non sarà dei migliori. Ma accetterà tutto stoicamente sia per un senso paterno nei confronti del ragazzo, per evitargli guai peggiori. Sia perché Maigret non un poliziotto capace di lasciar perdere una storia, senza andare fino in fondo.

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