02 febbraio 2025

Anteprima inchieste di Report – le curve pericolose, il passito, i furbetti dei semi, le donazioni alla Leidaa e la Wip Finance

Finalmente il servizio che tutti i troll e hater della rete, specialmente tifosi di certe squadre, rinfacciavano a Report: i rapporti pericolosi tra Inter e Milan con diversi esponenti criminali delle curve, le infiltrazioni ndranghetiste e i segreti finanziari.

I nemici della sostenibilità ambientale

Un altro pezzo di Pnrr che si perde via, come anche la possibilità di trasformare le nostre città in luoghi più vivibili: uno degli obiettivi del piano era piantare 6,6 ml di alberi entro il 2024 per contrastare i cambiamenti climatici e contrastare la perdita della biodiversità.

Ma è stata l’ennesima occasione persa: anziché degli alberi ci siamo accontentati di piantare semi nei vivai.

Non tutti hanno per fortuna adottato la soluzione (furbetta) dei semi: a Genova, alla discarica di Scarpino, hanno messo a “dimora” 30mila piante: “a dicembre è avvenuta la fase di piantumazione in sito” spiega Agostino Ramella dirigente della città metropolitana di Genova “e no si è dovuto ricorrere ai semi piantati dentro i vivai”. Hanno sperimentato anche la via dei semi ma questa poi si è rilevata poco efficace, “perché abbiamo ingrassato i ghiri della zona”, diverse piante si sono seccate dopo la piantumazione, oltre a questo c’è stato il problema della siccità che ha infierito sulla vita delle piantine.

LAB REPORT: IL SEME DELLA DISCORDIA

di Roberto Persia

Collaborazione Stefano Lamorgese

Nel 2022, il PNRR prometteva 6,6 milioni di alberi con 330 milioni di euro. Nel 2024, l'obiettivo scende a 4,5 milioni di alberi e 210 milioni. Il problema? Mancano gli alberi.

I tempi del PNRR hanno imposto una logica economica alla crescita degli alberi. Con una produzione insufficiente, si è optato per contare anche i semi, trasformando la riforestazione in un’operazione contabile. La Corte dei conti ha sollevato dubbi sulla gestione, ma il Governo ha eliminato il "controllo concomitante", abdicando alla trasparenza.

Mentre le città metropolitane soffocano, la riforestazione rischia di restare una promessa vuota.

Le curve pericolosa

Il 4 settembre, un mese prima degli arresti di esponenti delle curve milanesi, decapitandone i vertici, viene ucciso Antonio Bellocco da Andrea Beretta, colpito da 11 coltellate letali: improvvisamente quello che prima era già noto a molti, diventava notizia nazionale, l’infiltrazione della ndrangheta dentro le curve di Inter e Milan.


Una questione di soldi e consenso – così la racconta a Report il giornalista Klaus Davi: “sembriamo sorpresi di qualcosa di cui se ne parlava” ammette il ministro dello sport Abodi “ma ci sono stati altri segnali in questa direzione di questa infiltrazione della criminalità organizzata.”
Sette anni prima di questa storia, era emerso da una indagine a Torino come la criminalità aveva infiltrato giù la curva della Juventus, due vicende speculari, quasi da copia e incolla.
Beppe Marotta, spiega il servizio di Report, sa bene quanto sono profonde le infiltrazioni criminali negli stadi fin dai tempi in cui era AD della squadra torinese.

Andrea Beretta coi magistrati ha raccontato di aver incontrato anche Marotta con cui parlava in milanese.

A valle dell’inchiesta della procura di Milano è stata aperta un’inchiesta dalla procura federale perché c’è un articolo che vieta espressamente i rapporti tra i tesserati e gli ultras: il giornalista di Report ne ha chiesto conto all’allenatore dell’Inter Simone Inzaghi, delle telefonate e Marco Ferdigo con altri calciatori.

Inzaghi ha spiegato di essere tranquillo “ho chiarito nelle sedi opportune tutto quello che dovevo dire e con molta tranquillità, non mi adesso di dilungarmi .. quello che dovevo dire l’ho detto.”

Dopo la vittoria del suo ventesimo scudetto, lo scorso aprile, la squadra è stata salutata a 9000 km di distanza dal presidente Zhang, in Cina a cercare di risolvere i problemi finanziari del gruppo Suning.

I dati finanziari del gruppo sono stati analizzati da un analista che Report ha contattato: “questi hanno fatto un casino che la Parmalat è niente in confronto” racconta ridendo al telefono al giornalista.

L’Inter appartiene ad un fondo americano, Oaktree a cui il gruppo cinese di Zhang ha concesso il timone non essendo in grado di restituire i 360 ml del prestito ricevuto.

Ma l’Inter non può fallire, come molte altre società di calcio a cui sono concesse deroghe che non vengono però date ad altre aziende italiane.

Il perché lo spiega il tifoso numero uno dell’Inter: “non è una normale società” secondo il presidente del Senato Ignazio La Russa, tifoso della squadra, “una società dove il dare e l’avere si devono bilanciare, qui ci sono in ballo le emozioni, e quando ci sono in ballo le emozioni vanno gestite con una attenzione, una sensibilità diversa da qualunque altra attività imprenditoriale ..”
Che detto da un giurista non mi sembra una grande affermazione è stato il commento alle dichiarazioni di La Russa da parte dell’analista finanziario ed esperto di diritto penale, Gian Gaetano Bellavia perché “i bilanci non si fanno con le emozioni ..”

Le emozioni non hanno salvato Zhang: dopo non aver restituito il prestito da 360 ml a Oaktree, il 19 maggio il fondo americano ha preso il controllo della squadra di calcio: “i veri soldi li hanno messi gli americani” spiega Bellavia “che però non sono americani perché anche loro sono nelle Cayman, tutto il controllo arriva dalle Cayman, cioè nebbia..”

Nonostante il fallimento di Zhang e i bilanci negativi, lo scorso agosto il nuovo presidente della Covisop (la commissione per la revisione dei bilanci delle squadre) Tommaso Miele risponde agli esponenti della fondazione “identità bianconera”.
Ne parla l’avvocato Patrisso a Report “ci dice che tutti i controlli dovuti, nel rispetto delle norme federali, a loro avviso danno garanzia ampia del regolare svolgimento dei campionati e dell’equa competizione”.
Dunque la commissione sui bilanci Covisoc assicura che non ci sono anomalie: è la stessa commissione che nel mese di maggio, quando scoppia il caso Inter, viene di fatto commissariata dal governo Meloni. Il ministro dello sport Abodi annuncia che i controlli sulle squadre di calcio saranno condotti da esperti esterni e di nomina governativa.
La commissione dovrebbe controllare anche le effettive proprietà delle squadre, come l’Inter? Il ministro Abodi spiega a Report di non voler mettere in discussione la serietà e la correttezza, “perché sarebbe grave e superficiale da parte mia e anche inopportuno, lo dovremo dimostrare però che una commissione indipendente ed esterna al sistema da un lato possa rispettare le decisioni e dall’altro garantire una maggiore efficienza. E questo non solo vale per i controlli economici, i corretti adempimenti nei confronti dei tesserati, ma anche la struttura proprietaria dei club, come prevedono le norme federali, deve esserci trasparenza. ”
A Report il ministro aggiunge che, pur essendoci una norma sulla trasparenza, nel passato è mancata la corretta applicazione sistematica della norma, puntuale ed efficace “che potesse mettere tutti in condizioni di vedere cosa c’è dentro questa scatola che deve essere di vetro.”
Ma queste sono accuse che il numero uno del calcio italiano respinge: il presidente Gravina racconta che tutte le decisioni della Covisoc che sono state impugnate presso organi terzi, come il TAR e il Consiglio di Stato, hanno sempre dato ragione alla Covisoc.
Dunque non c’erano condizioni che ostacolavano il controllo delle società: ma come mai Gravina e la Federcalcio e la Covisoc non ha sentito la necessità di approfondire la questione del passaggio del controllo dell’Inter al fondo Oacktree nel maggio scorso?

Molte volte si confonde il debito del club con il debito che è in capo al titolare del club” risponde Gravina, come a dire che questi controlli non dovevano essere a capo della commissione. E sull’Inter aggiunge che il problema non è il debito, ma il vivere nelle condizioni di poter soddisfare il debito.

Ma nonostante questo il 17 maggio il sindaco Beppe Sala consegna ai vertici del club l’Ambrogino d’Oro: alla consegna dell’onorificenza il presidente Marotta ha voluto ribadire come la squadra intenda continuare con questa striscia di successi, alzando ancora di più l’asticella. Quale asticella?

Ci ci nasconde dietro l’azione dei magistrati, “aspettiamo l’esito delle inchieste”?

Non dovremmo aspettare le indagini per commentare le immagini dove l’attuale ministro dei trasporti, Matteo Salvini, tifoso del Milan, abbraccia Luca Lucci, capo ultras della curva. Un leader criminale accusato dalla procura di essere anche il terminale finale di traffici di droga, capace, in nome degli affari, di stringere patti di non belligeranza coi rivali dell’Inter.

C’è una intercettazione dell’incontro tra Lucci e Beretta in cui i due parlano proprio di questo patto “perché siamo tutti ragazzi seri, ragazzi per bene..”
Ma Lucci ha continuato a fare i suoi affari nello stadio: ne parla l’ex capo dei commandos tigre Anghinelli “se non l’arrestavano, avrebbe continuato ancora adesso, perché là c’è ancora qualcuno”.
Milan e Inter erano d’accordo sulla gestione di questi affari: Anghinelli conosce le regole del mondo ultras e il codice e sa che dietro la fede si nascondono gli affari, la rivendita dei biglietti, la gestione dei parcheggi, il business del merchandising. Quegli affari che i capi criminali delle curve riescono a mettere in piedi esercitando pressioni sui club, come si evince da una intercettazione tra il capo degli ultras Marco Ferdico e Matteo Norrito (un pugile interista che oggi figura tra i 19 arrestati dalla procura di Milano): “sarà bene che entro il 16, 17 ci danno una risposta, se riesce, che sennò io metto in piedi .. io faccio finta di contestare la società, la campagna acquisti, ma gli faccio arrivare qualcosa, o mi danno le tessere o è guerra”.

C’è un forte rapporto tra i capi ultras e i dirigenti delle società: “tu mi devi dire come mai la curva sud del Milan sono seimila persone, se tu vuoi un biglietto, è tutto prenotato, perché già loro hanno tutte le tessere, chi gliele da stè tessere e gli abbonamenti? La società. Certi del direttivo [della curva] vanno in giro per lo stadio col braccialetto ” spiega a Report Anghinelli “i soldi sono tanti, sono due milioni di euro che guadagnano in un giorno solo coi biglietti..”

Solo per la finale di Champions del 2023 col City, Beretta, Bellocco e Ferdico si mettono in tasca 150 mila euro ciascuno dalla rivendita dei biglietti, una circostanza che lo stesso Beretta ha raccontato in uno dei suoi interrogatori: “nell’ultima Champions, quella persa in finale col City io mi sono portato a casa 150 mila euro, 150 Marco e 150 Bellocco, tutta la società dell’Inter lo sapeva che dietro la We are Milano c’ero io che muovevo i fili, perché io ero il responsabile dichiarato della curva nord..”

Il 27 novembre si tiene un evento a Roma dedicato al mondo del calcio: alla kermesse organizzata dal Corriere partecipano i rappresentanti delle istituzioni e i presidenti di club, compreso il numero uno del Milan, Paolo Scaroni.

Nessuno, nemmeno Scaroni, vuole parlare delle indagini milanesi, delle infiltrazioni criminali e dei rapporti di questi personaggi con la società.
Stiamo parlando di personaggi con dietro un Daspo anche da 15 anni parlavano con dei dirigenti di club: il presidente di Federcalcio Gravina a risposto che ci sono delle indagini quindi bisogna aspettare per capire i reali contenuti di queste relazioni..

Tutti sapevamo, dai vertici delle curve fino ai dirigenti delle squadre. Ma sono stati tutti zitti.

Nel servizio si tornerà a parlare della Juventus: Report è venuta in possesso di una mail in cui Fabio Germani (ex capo ultras) scrive a Stefano Marulla, responsabile biglietteria della Juventus riporta una lista di biglietti che la squadra avrebbe dovuto assicurare a Rocco Dominello. L’uomo delle cosche poteva vantare una posizione dominante anche grazie ai rapporti che, secondo Report, aveva con Andrea Agnelli.

Dominello era, per la Juventus, il referente per i rapporti con tifoseria: di questo ne parla lo stesso Germani quando racconta “vedevo Dominello in rapporti molto amichevoli con dirigenti della Juve, cosa di cui ero all’oscuro”.

Anche rapporti personali con Andrea Agnelli: a processo quest’ultimo ha detto di aver visto Dominello sempre con gli altri tifosi e di non averlo incontrato singolarmente. Circostanza smentita da Germani che invece riporta di diversi incontri nello studio privato in piazza CLN dove c’è l’immobiliare di famiglia, “io l’ho visto, l’ho aspettato sotto”.
Germani ha poi raccontato, tramite messaggio vocale, un’altra storia inedita: un pomeriggio avevano un appuntamento in piazza San Carlo a Torino, dopo averlo chiamato diverse volte, Dominello al telefono lo invita ad andare in piazza CLN e suonare ad un certo numero. Germani sale al sesto piano ed entra in uno studio dove sono presenti D’Angelo (il security manager della Juve), Dominello e l’AD della società immobiliare di Andrea Agnelli.

Mi sono reso conto che per le cose ufficiali potevi andare dalla Juventus e per le cose meno ufficiali nell’immobiliare di fiducia per non farti vedere.”

La scheda del servizio: IL DERBY D’ITALIA di Daniele Autieri

Collaborazione Andrea Tornago

I segreti delle infiltrazioni mafiose e quelli finanziari della squadra Campione d’Italia. Report ricostruisce i risvolti inediti dell’inchiesta sulle infiltrazioni nella tifoseria dell’Inter e svela un collegamento tra le infiltrazioni della ‘ndrangheta emerse nel 2017 nella Juventus e quelle attuali nella città di Milano. L’inchiesta mette in luce le responsabilità dei Club e delle istituzioni sportive, tanto sul fronte criminale, quanto su quello finanziario. Per la prima volta parla un analista che nel 2020 stilò un report dal quale emergevano anomalie sul bilancio dell’Inter, e rivela di aver comunicato quelle informazioni alle massime istituzioni sportive, Federcalcio e Uefa. Nessuno però è mai intervenuto e chi ha tentato di farlo ha subìto pressioni affinché non fossero alterati gli equilibri del Campionato.

Come viene fatto il Passito in serra

Per ridurre i tempi di essiccamento delle uve da cui poi si produce il famoso Passito di Pantelleria, un produttore ha pensato di usare la strada delle serre. Nelle serre si raggiungono temperature di 70 gradi che “cuociono l’uva come fosse un forno lento”. Ma che differenza c’è tra un appassimento in filiera e uno in serra? Hanno gusti diversi – racconta a Report il presidente delle cantine Abraxas – gusti diversi che poi ti ritrovi nel prodotto finale

Perché più alta è la temperatura a cui sono sottoposte le uve e maggiore è la degradazione di queste sostanze aromatiche (che danno il sapore al vino).
Ma il Consorzio di tutela del Passito è mai intervenuto, ha fatto qualcosa per cercare di eliminare questa contraddizione col disciplinare? Al momento no, racconta il servizio di Report.
Benedetto Renda è presidente del Consorzio dei vini Doc di Pantelleria: a Report spiega che questo procedimento, le serre, è solo un accelerare leggermente quello che è il processo di essiccazione. In realtà i tempi di essiccazione si dimezzano, l’uva appassisce prima e può essere sostituita con altra, sotto le serre, aumentando la produzione, risparmiando tempo e spazio.
Il disciplinare del passito di Pantelleria vieterebbe l’essiccazione in serra (“in ambienti condizionati”) ma, guarda caso, il presidente del Consorzio di tutela è anche un produttore di questo vino (Donnafugata SRL) dove si usa il procedimento in serra e dunque, a domanda di Report, risponde che tutto avviene nel rispetto delle norme.

La scheda del servizio: VINO IN SERRA di Emanuele Bellano

Collaborazione Madi Ferrucci, Raffaella Notariale

Il Passito di Pantelleria è un vino dolce apprezzato in tutto il mondo. La produzione si basa sull'appassimento delle uve di zibibbo sfruttando il sole d'agosto dell'isola e seguendo un metodo tradizionale: le uve appena raccolte vengono stese sugli "stinnituri", gli stenditoi in pietra esposti a sud tipici della tradizione pantesca. La lentezza del processo di produzione insieme ai rischi, alle difficoltà e al territorio geograficamente limitato, fa sì che il Passito di Pantelleria arrivi a costare anche 65 euro a bottiglia. Ma il più grande produttore dell'isola ha da tempo adottato un altro metodo per essiccare le uve: le serre. Con temperature che superano i 60 gradi, le serre riducono i tempi di essiccamento ma intervengono anche sul sapore delle uve appassite. Il controllo delle procedure di produzione è in mano al consorzio di tutela del Passito di Pantelleria Doc, di cui un’azienda in particolare è uno dei soci principali. E finora ha ritenuto di non dover intervenire.

Dove finiscono le donazioni alle associazioni per gli animali?

Quanto è trasparente il meccanismo delle donazioni fatte verso le associazioni a difesa degli animali? Report è venuta in possesso di materiale esclusivo inerente la contabilizzazione della società Leidaa, di cui è presidente Michela Vittoria Brambilla, trovando delle spese quanto meno anomale. C’erano fatture intestate alla Leidaa ma altre non c’entravano nulla coi cani, come alcune che hanno come fornitore la “Autoblu SRL”, società di noleggio auto: questa società offre il servizio di noleggio con vetture di alta gamma con tanto di autista.



L’azienda – racconta a Giulia Innocenzi un lavoratore della Onlus – serviva [la Brambilla] quando lei andava a Roma in Parlamento “la mia collega ha chiamato la Autoblu per chiedere se avesse un’altra azienda che potesse risultare come fornitore. ”
Infatti le fatture successive hanno come fornitore non più Autoblu SRL bensì La Valle Beniamino, tutte e due le società hanno lo stesso indirizzo e email, nell’oggetto della fattura scompare il noleggio ed è invece presente la scritta “servizi resi per vostro conto”.

Continua il dipendente della Onlus: “immagina una associazione del terzo settore che prende il 5 per mille con su scritto Auto Blu, sono cose incompatibili con una associazione che si occupa di aiutare gli animali”.

In totale, Leidaa ha pagato un totale di fatture alla Autoblu per 7515 euro: nel periodo natalizio vengono fatti due acquisti di bottiglie, uno da 1263 euro e l’altro da 2550 euro per l’acquisto di 15 bottiglie da 139 l’euro l’una.

Ma ci sono criteri da rispettare per le associazioni di volontariato sulle spese che possono sostenere? “C’è solo il buon senso” spiega l’esperto di diritto penale all’economia Bellavia “io spendo per le necessità dell’associazione, per fare un rifugio per dar da mangiare agli animali, per soccorrerli, per pagare i veterinari.”

Pagare delle bottiglie 140 euro non avrebbe senso..
Ci sono poi altre fatture, di cui Report è venuta a conoscenza, tutte intestate alla Leidaa per servizi dell’albergo Principe di Savoia a Milano, un albergo a 5 stelle, come l’affitto di una sala per 1400 euro, un evento comprensivo di pranzo da 4675 euro e una notte in cui Michela Vittoria Brambilla risulta aver soggiornato nell’albergo con cena in camera per la cifra di 3200 euro, per un totale in una sola ricevuta da 17165 euro. Ma il totale delle ricevute pagate dalla Leida somma a 29761 euro.

Tutto regolare, ci mancherebbe, ma cosa c’entra questo con la tutela degli animali, con una associazione senza fini di lucro, anche perché quando la Brambilla doveva incontrare qualcuno lo faceva nella sede della Leidaa al centro di Milano, in via Mozart.

L’associazione per questa sede vicino al quadrilatero della moda paga un affitto di 3000 euro al mese: “avessimo una casa di moda, ha senso” commenta Bellavia “un’associazione che favorisce il recupero e il sostentamento degli animali può stare benissimo anche in una zona periferica”, dove magari coi soldi risparmiati riesce a fare di più per gli animali.

La scheda del servizio: BENESSERE PARLAMENTARE di Giulia Innocenzi

Collaborazione Greta Orsi, Giulia Sabella

Sono tanti i cittadini che con generosità donano in favore di associazioni che si battono per la protezione degli animali. Tutte le donazioni vanno a finire a destinazione? Grazie a documenti esclusivi, Report mostrerà spese anomale, di cui siamo andati a chiedere conto anche a un importante politico.

Chi sta dietro Wip Finance?

Sabato 1 febbraio è uscita una anticipazione di quanto verrà raccontato stasera da Giorgio Mottola: i rapporti tra la ministra Santanché e il “business developer” Altair D’Arcangelo della Wip Finance (la società che ha rilevato le quote di Visibilia) risalirebbero a ben prima dello scorso anno: lo racconta Nicola Borzi sul Fatto Quotidiano

Visibilia, il legame del 2022 tra D’Arcangelo e Santanchè

Interessi - La ministra partecipò a un convegno organizzato dal Fondo Virgo dell’intermediario e da Luca Paolorossi, oggi sindaco di Filottrano

Filottrano, popoloso borgo delle Marche a poca distanza dalla riviera del Conero, da qualche mese tiene banco nelle cronache dei media locali anche per il suo sindaco, l’imprenditore della sartoria Luca Paolorossi, eletto a giugno 2024 per una lista civica ma candidato alla Camera nel 2008 per Forza Nuova. Paolorossi da anni scatena polemiche per le sue uscite assai “politically uncorrect”. È qui che il 9 dicembre 2022 Daniela Santanchè, meno di 50 giorni dopo essere stata nominata ministro del Turismo, ha incrociato per la prima volta il gruppo Virgo di Altair D’Arcangelo. Una intersezione significativa, perché retrodata di due anni i contatti tra la politica e l’imprenditore che a Report si è proclamato “business developer” del contratto preliminare annunciato il 24 dicembre scorso con il quale Wpi Finance, sconosciuta società svizzera, progetta di acquisire Visibilia dalla senatrice di Fratelli d’Italia al prezzo di 2,7 milioni.

Nell’articolo si parla anche dei rapporti imprenditoriali tra il sindaco di Filotrattano Paolorossi, D’Arcangelo e la sua Virgo e il deputato PD De Zanle cui attività imprenditoriali sono legate a D’Arcangelo da sponsorizzazioni, come quelle al Gay Pride di Padova del quale pure Paolorossi è stato sponsor.

La scheda del servizio: QUESTIONE DI FIDUCIA di Giorgio Mottola

Collaborazione Greta Orsi

Report è in grado di rivelare un nuovo colpo di scena nella vicenda della vendita di Visibilia da parte di Daniela Santanchè alla misteriosa Wip Finance. L’inviato Giorgio Mottola è riuscito a scoprire chi sarebbe il vero proprietario della società anonima svizzera. Emergerebbe un’altra storia inquietante che getterebbe ombre sempre più pesanti sulla operazione finanziaria di cui è protagonista la ministra del turismo.

Le anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate sulla pagina FB o sull'account Twitter della trasmissione.

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