29 agosto 2007

W l'Italia diretta: speciale Libano

Cosa stano facendo i nostri soldati nel Libano?
Che obbiettivi ha raggiunto la missione Unifil in Libano, la cui partecipazione dell'Italia è stata fortemente voluta dal governo Prodi nell'estate scorsa, dopo la guerra tra israeliani e gli Hezbollah?
Ma anche, specie dopo le polemiche sulle spese per le missioni militari all'estero, come vengono spesi i nostri soldi in Libano?

Dalla piazza delle bandiere a Tbnin, nel sud del Libano, Riccardo Iacona ha raccontato la storia di soldati italiani, i loro compiti, i loro obiettivi: dal giro di pattugliamento del caporale Guadalupi, sempre con la paura di un attentato, una bomba ai bordi della strada come è capitato ai soldati spagnoli.
Gli sminatori, come il maresciallo Paleari: un ruolo difficile perchè le cluster bomb usate indiscriminatamente da Israele scoppiano al minimo contatto.

Al ten. Di Fazio, che si occupa della cooperazione civile e militare.
Il ten Lucia Locatelli (primo ufficiale della Folgore) si occupa invece dei rapporti con le donne libanesi.
Ci sono anche poi i civili della 35 Organizzazioni Non Governative.
A tutti questi si è rivolto il presidente Napolitano, in collegamento da Roma, cui ha rivolto un sincero ringraziamento, per il lavoro svolto.

Perchè sei qua, chiedeva Iacona al caporale Guadalupi: "perchè mi fa sentire migliore .. sono qui per aiutare. Sono qui anche per il mio paese. Pechè portiamo in giro il nome dell'Italia e facciamo del bene".

Nello studio improvvisato presenti il ministro della difesa Parisi, il CSM della difesa amm. Di Paola, il comandante della missione generale Graziano, il comandante della base il generale Fioravanti.
Assieme ai paracadustisti, ai militari fel genio, delle trasmissioni, dei trasporti, del 4 cavalleria: molti sono ragazzi del sud; ragazzi e ragazze del mediterraneo, nati sullo stesso grande mare.
Forse anche per questo gli italiani si sono fatti benvolere dai libanesi.

Ad un anno dall'inizio della missione Iacona ha voluto sentire qual'è la situazione chiedendola a due giornalisti: Filippo Landi da Gerusalemme e Bonavolontà da Beirut.
In Israele la guerra ha causato forti polemiche: per le morti, per non essere stati in grado di raggiungere gli obiettivi. Il portavoce del governo Pazner però parlava anche del fatto positivo di aver messo in sicurezza il nord del paese. Dove i contadini sono tornati a coltivare frutta e verdura. Tra qualche tempo potrebbe tornare anche il turismo, ad Haifa.
Diverse opinioni in Libano, che sta vivendo im momento politico difficile, per le imminenti elezioni presidenziali. Il vuoto di potere potrebbe destabilizzare la difficile tregua.Gli abitanti del sud del Libano vedono gli Hezbollah, che hanno imbracciato le armi contro i tank israeliani, come degli eroi, dei martiri. Una signora affermava convinta: "ci hanno ridato la dignità. Gli israeliani devono sapere che più ci ammazzano, più diventiamo forti".

Ma da entrambi gli schieramenti apprezzamenti per il lavoro svolti dai soldati italiani: ora, dopo anni, i due paesi tornano a parlare.
Il sud del Libano è controllato dall'esercito e non dalle milizie.
E' uno straordinario risultato politico e diplomatico per l'talia.
Straordinario come le immagini dei soldati della missione che si incontravano coi ragazzi libanesi per conoscersi, di persona: gli italiani che raccontavano del loro (il nostro) paese.
Che differenza rispetto alla missione in Iraq.
Technorati: ,

1 commento:

Anonimo ha detto...

proprio vero...
certa gente dovrebbe proprio leggersi questo post: su queste cose gli americano hanno proprio molto da imparare da noi...