01 agosto 2007

W l'Italia diretta: Apartheid

E' una parola forte, quella scelta da Iacona come titolo della trasmissione sulla violenza subita dalle donne.
Apartheid: significa essere privati della propria libertà, di poter fare scelte autonome.
Essere costrette a vivere in un mondo chiuso, sotto stretta sorveglianza del marito, compagno, fidanzato, convivente ...
Una donna morta ogni 2,5 giorni.
Decine di migliaia le donne picchiate, che denunciano il crimine. Chissà quante sono invece quelle, che per paura, vergogna .. non lo fanno.

A Roma, dalla dalla Casa Internazionale delle Donne, dove delle donne hanno appeso su un muro i necrologi delle vittime di violenza domestica ("Il muro della memoria"), Luisella Costamagna portava la testimonianza di Patrizia, poliziotta, picchiata dal marito, Marco, un altro poliziotto. Che, con un piccone, le ha spaccato il naso, il braccio e l'ha lasciata in un lago di sangue."non aspettate che arrivino a farvi questo" l'appello che lanciava piangendo "non credete quando vi dicono che siete una nullità .. non aspettate un minuto di più per fare la denuncia. Perchè quel minuto potrebbe ammazzarvi".

Ricordatevi questo numero: 1522, attivo 24 ore su 24, per mettersi in contatto con i centri antiviolenza in Italia. Che non sono mai abbastanza. Come non sono abbastanza i fondi stanziati dallo stato, dalle regioni, dalle province e i comuni.
Iacona ha voluto intervistare anche Marco, il poliziotto, per capirne le ragioni. Ora è sospeso dal servizio, non è stato arrestato, in attesa del rinvio a giudizio per il reato di lesioni gravissime (non di tentato omicidio).
Perchè, nonostante i litigi, chiedeva Iacona, non l'ha lasciata?
Perchè mi preoccupavo dei bambini.
Ma quando l'ha picchiata, davanti ai bambini, quando ha picchiato anche la suocera, non si è preoccupato dei bambini.
Ha cercato addirittura di giustificare la lite "pensavo avesse una pistola .. e l'ho colpita con la prima cosa che avevo per le mani. Il piccone".
Nello studio improvvistato erano presenti la scrittrice Dacia Maraini, femminista storica, attrici, il ministro per le pari opportunità Barbara Pollastrini. La Maraini perlava del prossimo libro "Amorosi assassini", che parla di queste storie di violenza. Amorosi, perchè i mariti, fidanzati violenti, poi parlano di amore. Dopo averla picchiata, si discolpano dicendo "ma io l'amavo". In realtà non è amore: si tratta di possesso.

La moglie, findanzata, compagna, è considerata un'oggetto personale.
Da controllare ossessivamente: tanto è vero che spesso le liti arrivano al culmine proprio quando lei decide di lasciarlo. E la perdita di possesso diventa una condizione inaccettabile.
E' prima di tutto un problema culturale, continuava la Maraini: discende dalla filosofia classica di Aristotele, Platone e poi dalla filosofia scolastica. Per arrivare fino alla Chiesa, che parla di difesa della famiglia, ma non ha espresso la sua condanna contro le violenze domestiche.

E veniamo al ruolo della politica: in Spagna, il governo Zapatero ha fatto una legge che permette dove un giudice istruttore si occupa da solo di tutte le fasi dell'inchiesta fino al processo.Il giudice poi, può portare avanti la denuncia anche contro il parere della vittima.

In Germania la Merkel ha stanziato per gli asili nido 8 miliardi di euro.
In Italia ci siamo scannati per il tesoretto da 2,5 miliardi.In Italia le donne hanno poco peso in politica (solo ministre senza portafoglio), nelle banche, nelle aziende quotate in borsa, nel giornalismo, negli ordini professionali, nella magistratura, nella scuola e nella ricerca.
La presenza delle donne nelle stanze dei bottoni dovrebbe essere un affare di Stato, come nella Spagna di Zapatero.

La Pollastrini "furiosa" ha sottolineato il suo impegno sia per una legge a tutela delle donne, sia per quanto riguarda gli investimenti indicati nel DPEF per quanto riguarda campagne di informazione, puni di riferimento per le donne che subiscono violenza.
Ma è molto difficile, in Italia: dove il delitto d'onore è stato definitivamente tolto nel 81 e la prima legge contro la violenza risale al 96.
In Italia dove esistono sindaco, come quello di Montalto di Castro, che usano i fondi del comune per difendere i ragazzi del paese accusati di stupro di gruppo.
Sindaco DS, di sinistra.
Technorati: ,

1 commento:

Anonimo ha detto...

MESSAGGIO A RICCARDO IACONA VENUTO IN IN CALABRIA AD ESALTARE DORIS LO MORO.
Oggi arriva Veltroni, la sua visita è stata preceduta qui in Calabria dalla corsa di alcuni dirigenti delle forze che concorrono alla costruzione del PD in Calabria, da interviste televisive e giornalistiche tutte con il chiaro intento di deleggittimare la candidatura di Carletto Guccione alla segreteria regionale del Partito Democratico in Calabria. Riassumiamo l'accusa che viene mossa a Guccione, il suo torto, è a parere di qualcuno essere uomo di apparato. Guccione a 48 anni dunque uno tra i più giovani dirigenti dei DS Calabresi, nel 1975 si iscrive alla FGCI di Siena e nel 1980 aderisce al PCI. Dal 1983 al 1985 e segretario della FGCI della Federazione di Cosenza. Dal 1985 al 1990 ricopre la carica di consigliere comunale di Cosenza e dal 1992 al 1995 quella di segretario cittadino del PDS. Nel luglio 2001 viene eletto segretario DS della Federazione di Cosenza, carica che ricopre fino al 2004 quando viene nominato dalla Direziona Nazionale del partito vice responsabile nazionale DS per il Mezzogiorno. Il 3 marzo 2006 viene eletto a Lamezia Terme Segretario dell’Unione Regionale DS della Calabria. Un curriculum di tutto rispetto che gli da la patente di un quadro giovane ma, con una consolidata esperienza alle spalle. Pochi mesi fà, nel corso del congresso che ha deciso lo scioglimento dei DS in favore del PD, viene rieletto segretario regionale all'unanimità. Stabilite a Roma le regole per la elezione del gruppo dirigente del Partito Democratico, Guccione si candida alla guida del nuovo partito. Questa scelta viene condivisa dal sen. Franco Bruno segretario regionale della Margherita, anche lui giovane quadro e anche lui rieletto qualche mese fà per acclamazione alla guida della Margherita regionale. Chi candida Carlo Guccione alla guida del PD? Un gruppo di clandestini e burocrati funzionari di partito, magari in uno scantinato? Niente di tutto questo; i primi 164 sottoscrittori sono intellettuali provenienti da esperienze da tutta la Calabria, professori delle università, presidenti di asociazioni culturali, scrittori ecc.; il secondo appello è firmato da circa 500 amministratori locali da tutta la regione e di diverse aree politiche.
Guccione dimostra così di essere un quadro fortemente radicato nella regione e nel territorio e certamente non un oligarca.
Tralascio le motivazioni che inducono il Presidente Loiero a non condividere la sua candidatura, perchè riconosco a quella non condivisione, una motivazione squisitamente politica, che seppur non condivido, ritengo sia rispettabilissima.
La motivazioni non rispettabili sono le motivazioni legate al no di Doris Lo Moro, che in questi giorni è stata la più attiva tra i denigratori di Guccione e con essi Adamo e Bova, rei di sostenere la candidatura di Carletto. Nella posizione dell'Assessore alla Sanità, leggo opportunismo, strumentalismo, arrivismo, ipocrisia, ma soprattutto falsità.
In una intervista l'altra sera a Telespazio si è spinta a dire per esempio che lei risulta essere la più votata da parte del popolo ds della Calabria. I fatti nella realtà non stanno propriamente così. La Lo Moro alle regionali ha ottenuto poco più di 10 mila preferenze, di cui circa 9 mila nella sola città di Lamezia, la sua città. La cosa più grave però, è determinata dal fatto che come si ricorderà, a Lamezia si votava anche per il rinnovo del consiglio comunale e guarda caso, al comune il nostro partito ha ottenuto circa la metà dei voti della Lo Moro alla Regionali, dove sono finiti i restanti voti? Ad una lista civica guidata dall'ing. Francesco Grandinetti che, prende esattamente l'altra metà. Oggi Grandinetti si prepara ad aderire all'associazione che la Lo Moro ha costituito contro il cartello che sostiene Guccione. Trasversalismo? Lascio al lettore le sue considerazioni. Inoltre la Lo Moro parla di rinnovamento della politica di cui essa si candida ad incarnarne, la rappresentanza, questa sceneggiata, dura ormai, da quasi un ventennio, dopo ventanni si sa caddero finanche vecchi ed autoritari regimi, ma lei no! Lei continua ad essere il nuovo. Eppure mai, con la Lo Moro al potere, i DS hanno registrato risultati di rilievo, i DS a Lamezia, negli anni in cui Lei era Sindaco vennero ridotti ai minimi termini elettorali, poco più che il 5 % e lei stessa dopo la sua esperienza amministrativa a Lamezia venne sconfitta con oltre 3000 voti di scarto nella sua stessa città dall' on. Pino Galati. La stessa disastrosa esperienza come Assessore Regionale alla Sanità dimostra dunque, anche una certa mediocrità, nelle funzioni di Governo. Anche la sua visione della vita democratica di partito risulta essere originale, infatti, nel precedente congresso cittadino dei DS, assodato che aveva perso il congresso nella città, decise "democraticamente" di non partecipare al congresso e di non riconoscere il segretario cittadino leggittimamente eletto, nella persona del dott. Giandomenico Crapis, ora transitatato con la maggior parte degli iscritti DS in sinistra democratica (unico caso in tutta la regione). Potremo continuare con le bufalate fatte alla guida dell'assessorato alla Sanità, come la vicenda dei 450 mila assistiti fantasma, l'opposizione all'unica vera riforma di questa Giunta regionale la riduzione delle ASL, la nomina di discutibili e discussi Manager nella sanità, tra i quali quello di Catanzaro Palumbo, cessato nella carica perchè arrestato per scandali nella sanità romana, gli ospedali chiusi e poi riaperti o l'assidua e ambigua frequentazione dei palazzi giudiziari ecc.,ecc.. Mi fermo c'è ne quanto basta per affermare con certezza, che Doris Lo Moro non è credibile ne come personalità di governo, ne come dirigente di partito. Merviglia però che grandi giornalisti, come Iacova, e altri vengono in Calabria per esaltrne le doti e il coraggio di grande innovatrice, ci dicano questi "santoni" dell'informazione dove prendono queste notizie, perchè noi, che viviamo in Calabria, non c'è ne siamo proprio accorti.
IBICO2007