Finite le vacanze, si ritorna ai propri luoghi, al lavoro, alla solita routine.
Già, ma per chi ce l'ha il lavoro: non sarà così per quanti, terminate le 52 settimane di Cassa Integrazione, rimarranno a casa.
Perchè è meglio lasciar perdere quello che dicono alla televisione, i TG.
Non siamo affatto in fase di ripresa dalla crisi. Semplicemente la crisi si è stabilizzata.
I prossimi mesi non promettono nulla di buono: aziende che chiuderanno (specie le piccole); aziende che esporteranno la produzione all'estero (come si voleva fare per la Insse). Magari anche aziende ad alta specializzazione, ad alta tecnologia.
Son finite le ferie, in tutti i sensi.
E gli italiani han cercato nella sorte, nel gratta e vinci, nell'enalotto, un riscatto, una possibilità per farcela. 31 miliardi di euro spesi in gratta e vinci, da gennaio a luglio. Sono cifre che fan riflettere.
Come tutta l'enfasi con cui giornali e telegiornali commentavano la bolla del montepremi che cresceva.
Non è più una repubblica fondata sul lavoro (per chi ce l'ha).
Finita l'estate, si dovranno fare i conti con la realtà. Mi piacerebbe sapere ad esempio quanti abruzzesi sono stati ospitati nelle ville del premier.
Quanti entreranno nelle case costruite (non a norma antisismica, comunque) e mostrate urbi et orbi come spot del buongoverno.
Mi chiedo come andranno le cose nelle scuole italiane, dopo le cure Gelmini e Tremonti.
La sicurezza nelle strade, nelle priferie, nelle regioni ad alta penetrazione mafiosa, con i tagli alla sicurezza.
Cosa succederà nei prossimi mesi in Afghanistan, con la guerra che nessuno vuole vedere.
Cosa succederà nel nostro paese, dove porterà la deriva razzista contro le minoranze, contro i deboli. Gli immigrati, le donne, i gay.
Cosa succederà in politica, al governo, nelle coalizioni, dopo gli attriti di questa estate. Alle richieste di autonomia delle regioni, di cui si fanno portavoce la Lega del nord e quella del Sud.
Come se veramente, oggi in Italia non ci fossero già le gabbie salariali (il nero al sud), le due Italie, con la corruzione e le mafie a far da collante.
Come si comporteranno i tanti cattolici, quelli che si ritrovano a disagio nel PDL.
A Rimini, è iniziato il meeting di Comunione e Liberazione che celebrerà i due politici di riferimento. Giulio Andreotti, per i suoi 90 anni.
E Silvio Berlusconi: “La coerenza personale non è il criterio esclusivo per valutare chi governa” dice il cattolicissimo presidente della Compagnia delle opere Scholz.
Ricordiamolo, parliamo di un network, di una lobby potente: 34000 aziende. Un giro d'affari di 70 miliardi di euro. Tutto in nome della sussidiarietà, come per la sanità in Lombardia.
Pensare che a questa pervasività una volta si era opposto perfino uno come Podestà.
Nel frattempo, è bello scoprire come nonostante il caldo, lo sport preferito da certi imprenditori, non si sia arrestato. Le mazzette a Palermo.
D'altronde se l'attuale presidente del Consiglio vuole essere ricordato per quello che sconfisse la mafia. Lui: quello di Mangano eroe, degli incontri con Bontade, Di Cristina e Mimmo Teresi. Quello di Dell'Utri come braccio destro.
Già, ma per chi ce l'ha il lavoro: non sarà così per quanti, terminate le 52 settimane di Cassa Integrazione, rimarranno a casa.
Perchè è meglio lasciar perdere quello che dicono alla televisione, i TG.
Non siamo affatto in fase di ripresa dalla crisi. Semplicemente la crisi si è stabilizzata.
I prossimi mesi non promettono nulla di buono: aziende che chiuderanno (specie le piccole); aziende che esporteranno la produzione all'estero (come si voleva fare per la Insse). Magari anche aziende ad alta specializzazione, ad alta tecnologia.
Son finite le ferie, in tutti i sensi.
E gli italiani han cercato nella sorte, nel gratta e vinci, nell'enalotto, un riscatto, una possibilità per farcela. 31 miliardi di euro spesi in gratta e vinci, da gennaio a luglio. Sono cifre che fan riflettere.
Come tutta l'enfasi con cui giornali e telegiornali commentavano la bolla del montepremi che cresceva.
Non è più una repubblica fondata sul lavoro (per chi ce l'ha).
Finita l'estate, si dovranno fare i conti con la realtà. Mi piacerebbe sapere ad esempio quanti abruzzesi sono stati ospitati nelle ville del premier.
Quanti entreranno nelle case costruite (non a norma antisismica, comunque) e mostrate urbi et orbi come spot del buongoverno.
Mi chiedo come andranno le cose nelle scuole italiane, dopo le cure Gelmini e Tremonti.
La sicurezza nelle strade, nelle priferie, nelle regioni ad alta penetrazione mafiosa, con i tagli alla sicurezza.
Cosa succederà nei prossimi mesi in Afghanistan, con la guerra che nessuno vuole vedere.
Cosa succederà nel nostro paese, dove porterà la deriva razzista contro le minoranze, contro i deboli. Gli immigrati, le donne, i gay.
Cosa succederà in politica, al governo, nelle coalizioni, dopo gli attriti di questa estate. Alle richieste di autonomia delle regioni, di cui si fanno portavoce la Lega del nord e quella del Sud.
Come se veramente, oggi in Italia non ci fossero già le gabbie salariali (il nero al sud), le due Italie, con la corruzione e le mafie a far da collante.
Come si comporteranno i tanti cattolici, quelli che si ritrovano a disagio nel PDL.
A Rimini, è iniziato il meeting di Comunione e Liberazione che celebrerà i due politici di riferimento. Giulio Andreotti, per i suoi 90 anni.
E Silvio Berlusconi: “La coerenza personale non è il criterio esclusivo per valutare chi governa” dice il cattolicissimo presidente della Compagnia delle opere Scholz.
Ricordiamolo, parliamo di un network, di una lobby potente: 34000 aziende. Un giro d'affari di 70 miliardi di euro. Tutto in nome della sussidiarietà, come per la sanità in Lombardia.
Pensare che a questa pervasività una volta si era opposto perfino uno come Podestà.
Nel frattempo, è bello scoprire come nonostante il caldo, lo sport preferito da certi imprenditori, non si sia arrestato. Le mazzette a Palermo.
D'altronde se l'attuale presidente del Consiglio vuole essere ricordato per quello che sconfisse la mafia. Lui: quello di Mangano eroe, degli incontri con Bontade, Di Cristina e Mimmo Teresi. Quello di Dell'Utri come braccio destro.
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