Sappiamo i nomi dei colpevoli, per questa strage. Ma non sappiamo, almeno con una sentenza della magistratura, chi sono i mandanti.
Però, come ha detto l'ex magistrato Libero Mancuso “Sappiamo chi siete e ripeteremo i nomi a chiunque ce li chieda”.
Sappiamo chi sono stati i depistatori, quelli che hanno ostacolato il lavoro della magistratura. Chi erano i loro protettori politici, nei palazzi.
Conosciamo il contesto: la P2, la democrazia governata dentro le segrete stanze e non nelle aulee parlamentari. Da gente che in ogni modo ha impedito il cambiamento e il rinnovarsi delle istituzioni. Certo, c'era Jalta e la cortina. Il mondo diviso in blocchi: ma in molti, nella nostra democrazia a sovranità limitata, hanno semplicemente sfruttato questi alibi per rimanere, per decenni al potere. Un potere coltivato anche con la paura, con le bombe, col sangue, con i tentativi di golpe. Dosando, con molta precisione, i giusti rapporti con i gruppi eversivi a destra come a sinistra.
“.. ma io non credo ai mandanti. Non c'ho mai creduto. Credo alle convenienze e ai dati di fatto, alle opportunità e ai gruppi di potere. Io stesso, in qualche modo e con scopi molto diversi, ne ho fatto e ne faccio parte. In quegli anni c'era gente che metteva le bombe. Sembra semplicistico detto così e forse lo è, ma alla mia età si può permettere in po' di sintesi storica. E poi i fatti lo dimostrano. C'erano organizzazioni convinte che gli attentati indiscriminati facessero parte di una strategia lecita. Anzi, non solo. Potrei dire redditizia. Ripeto, la storia lo insegna. E dall'altra parte c'erano gruppi politici, gruppi di potere, li chiami come vuole, che pensavano di poter usare quel magma rivoluzionario, omicida e criminale per incanalarne gli effetti nella direzione voluta. Alla fine degli anni sessanta e negli anni settanta quella direzione era, tra l'altro,, contenere il consenso del Partito Comunista entro confini prestabiliti, scatenando nella gente la paura, il bisogno di ordine. Magari di forza. In questo senso ne sono convinto, sia il terrorismo nero che quello rosso, hanno fatto gioco.
Non credo – e non ci crederò nemmeno se mi porteranno le prove – che ci sia mai stato qualcuno che è andato da un gruppo di estrema destra a commissionare la strage di Piazza Fontana o di Piazza della Loggia, o la strage di Bologna. O che abbia ordinato alle Brigate Rosse di rapire Aldo Moro, per parlare di terrorismo di sinistra. Allo stesso modo però - e lei lo sa – ci sono settori dello Stato che conoscono molto bene certi movimenti. Con precisione e e attenzione. Ecco, credo che a volte si sia fatto in modo che questi settori dello Stato andassero a prendersi un caffè, si voltassero dall'altra parte, fingessero di non vedere. O magari, si limitassero a verificare che tutto andasse in un certo modo e che i responsabili, se necessario, potessero essere tenuti sotto controllo. ” Non credo – e non ci crederò nemmeno se mi porteranno le prove – che ci sia mai stato qualcuno che è andato da un gruppo di estrema destra a commissionare la strage di Piazza Fontana o di Piazza della Loggia, o la strage di Bologna. O che abbia ordinato alle Brigate Rosse di rapire Aldo Moro, per parlare di terrorismo di sinistra. Allo stesso modo però - e lei lo sa – ci sono settori dello Stato che conoscono molto bene certi movimenti. Con precisione e e attenzione. Ecco, credo che a volte si sia fatto in modo che questi settori dello Stato andassero a prendersi un caffè, si voltassero dall'altra parte, fingessero di non vedere. O magari, si limitassero a verificare che tutto andasse in un certo modo e che i responsabili, se necessario, potessero essere tenuti sotto controllo. ”Da “Il tempo infranto” Patrick Fogli
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