02 marzo 2025

Anteprima inchieste di Report – il re dei vini, il petrolchimico di Priolo, l’ospedale Forlanini, le Marche e la Roma criminale

Questa sera Report si occuperà del “re del vino”, Rccardo Cotarella, l’enologo dei vip che ha aiutato, tra gli altri, Vespa e D’Alema, a fare il vino.

Poi un servizio sull’inquinamento degli idrocarburi in Sicilia, dove italiani con pari diritti pagano a caro prezzo il vivere accanto alla raffineria che rifornisce di benzina il resto del paese. Ma da dove viene il petrolio?

La rendita sicura della condannata

L’inchiesta di Giulia Presutti tocca riguarda un’azienda informatica, la Imperial Eagle fondata da un tecnico informatico coinvolto nell’inchiesta “grande raccordo anulare” Alessandro Telich.
Dopo l’arresto, la proprietà è passata alla madre, Iolanda, dipendente di Ama, ma che risulta anche socio unico di questa società basata a Dubai.
Sestina Fabietti è invece la sorella di Fabrizio Fabietti, socio di Diabolik e arrestato nell’ambito di questa inchiesta: i giudici l’hanno ritenuta organica all’organizzazione, era la “cassiera” dell’organizzazione ma la Cassazione le ha lasciato le proprietà immobiliari dopo il decreto di confisca del Tribunale di Roma del 2007.
Sestina e Fabrizio sono stati indagati anche per usura: i Fabietti avrebbero usato l’amico Petrucci per trasformare il denaro guadagnato in forma illecita in investimenti leciti, per esempio con l’acquisto di locali e immobili.
Il Tribunale aveva sequestrato i beni ritenendo che non fosse stato dimostrato che quel locale fosse stato acquisito con denaro di provenienza lecita – spiega alla giornalista Francesco Gianfrotta presidente della sezione GIP-GUP del Tribunale di torino – perché c’era una sproporzione tra i redditi ufficiali e il valore dell’immobile, la Corte di Appello ha invece ritenuto che il denaro fosse di provenienza lecita.
Se poi la persona negli anni continua a delinquere per altri reati è possibile aprire un altro procedimento o penale o di prevenzione con eventuali confische di altri beni ma non di quel bene.

LAB REPORT: IL BENE IMMOBILE di Giulia Presutti

Collaborazione Cristiana Mastronicola

Nel 2019, l'indagine Grande Raccordo Criminale della procura di Roma ha smantellato un'organizzazione criminale dedita al traffico di cocaina e hashish. A capo del gruppo c'erano Fabrizio Piscitelli, meglio noto come Diabolik, e il suo socio Fabrizio Fabietti. Poco dopo la morte di Piscitelli, freddato in pieno giorno da un killer, Fabietti è stato arrestato insieme ad altri 56 indagati. Fra questi c'era anche sua sorella Sestina Fabietti, che aveva un ruolo chiave all'interno dell'organizzazione: riceveva e occultava il denaro proveniente dalla vendita della cocaina in diverse piazze di spaccio romane. Sestina Fabietti è stata condannata in Cassazione e a Roma le resta una proprietà immobiliare che le garantisce una rendita sicura.

Il turismo nelle Marche

Il 19 gennaio scorso Report si era occupata di Atim, l’agenzia del turismo voluta dal presidente della regione Marche, Acquaroli.

Un ente che non ha lasciato dietro un buon ricordo, anche per come sono stati gestiti i fondi regionali, come emerge anche dalla relazione della Corte dei Conti.

Nonostante questo, nel 2025 la regione ha stanziati altri 7 ml per Atim, per gestire attività di promozione: parte di questi fondi sono stati spesi per un nuovo spot celebrativo con protagonista l’atleta Gianmarco Tamberi, già protagonista dello spot girato nel 2024 e pagato 600 mila euro (per usare in esclusiva la sua immagine di atleta) e mai andato in onda in tv.

A fine gennaio finalmente sono iniziate le riprese: il presidente della regione ha definito questo spot “un viaggio emozionale nell’identità marchigiana”, notizia poi uscita su tanti giornali. Spunta anche una foto: lo post di Tamberi è stato girato a Monte Giorgio, in un resort situato in uno dei più bei posti panoramici della regione.

Ma questa è anche una struttura che ospita al suo interno un ristorante la cui attività di somministrazione di alimenti e bevande è stata sospesa su richiesta dei NAS” - racconta il consigliere regionale Fabrizio Cessetti “l’autorità sanitaria locale dovrebbe essere anche questa sotto il controllo del presidente della giunta regionale.”

Lo scorso 19 agosto nell’ambito dell’operazione estate sicura i carabinieri del NAS di Ancona bussano alla porta di questo elegante wine resort, 23 camere, una suite con affaccio sulla piscina e sul giardino, cantina, sala degustazione. All’interno i carabinieri riscontrano gravi non conformità igienico sanitarie, sporcizia diffusa, incrostazioni di grasso, scarti alimentari sulle attrezzature, alimenti poggiati a diretto contatto sul pavimento.

LAB REPORT: THAT’S ATIM di Lucina Paternesi

Collaborazione Cristiana Mastronicola

A dicembre 2021 nasce Atim, l’Agenzia per il turismo e l’internazionalizzazione delle imprese della Regione Marche voluta dal governatore Francesco Acquaroli che ha tenuto per sé la delega dell’assessorato al Turismo. Tra affidamenti diretti senza bandi di gara e spot con super testimonial d’eccezione, la Corte dei conti ha bollato Atim come un doppione inutile e costoso dello stesso assessorato al turismo. Ma come vengono spesi i soldi dei marchigiani per promuovere la regione in Italia e all’estero? Solo tra il 2022 e il 2024 Atim ha speso 12 milioni di euro per finanziare la realizzazione di eventi, mostre e spot promozionali; e il 2025 è iniziato con un nuovo stanziamento da 7 milioni di euro. A gennaio, infatti, sono iniziate le riprese del video con il campione olimpico Gianmarco Tamberi, ma dove è stato girato?

Il disastro ambientale a Siracusa

A Siracusa può capitare che dal cielo non piova acqua, sporca o meno, ma petrolio.


Non è un miracolo, l’oro nero che cade sulle persone portando ricchezza e benessere. È solo la maledizione di vivere vicino ad una raffineria.

Una pioggia nera che macchia i vestiti, le macchine, tutte le cose su cui cade.
È la pioggia oleosa che arriva dalle ciminiere alle spalle della città: l’ultima volta, nello scorso agosto, è caduta di notte così nessuno ha corso il rischio di aspirarla, “ancora oggi non sappiamo se faccia bene respirarla” racconta al giornalista di Report un testimone dell’evento.

Anche a toccarla, lei sa cosa sta toccando, se è veleno? Danno posti di lavoro, si può vivere ma non puoi dare il lavoro e poi ti tolgono la vita.. ”

L’episodio è stato causato da un problema alle ciminiere della raffineria ISAB, dove si trattano i reflui industriali del petrolchimico di Priolo, uno dei più grandi d’Europa. Report è andata a visitare le vasche di depurazione da cui si sospetta che siano evaporate sostanze inquinante.

Servivano le maschere per questa visita, dalle vasche salgono sostanze dannose per la salute se inspirate: sul pelo dell’acqua nelle vasche sono presenti delle macchie dovute a composti poco solubili e molto volatili – spiega il tecnico al giornalista di Report – tanto da sembrare olio.
Sono queste vasche quelle che salgono le sostante che inquinano l’aria, si sente un odore fortissimo nonostante la maschera, bruciano gli occhi.
I reflui industriali del grande impianto petrolchimico, capace di produrre da solo un terzo della benzina usata in Italia, finiscono in queste vasche e in parte evaporano in un tratto della costa tra Augusta Medilli, Priolo e Siracusa. Una delle zone con la più alta incidenza di tumori d’Italia.
Nel depuratore si depositano dei fanghi che sono un concentrato di veleni, con alta concentrazione di idrocarburi. In questo depuratore sono stati ritrovati anche dei fanghi non ancora smaltiti, 4 mila tonnellate, che non si sa come smaltire.

Da una parte la salute e la sicurezza ambientale e dall’altra l’impossibilità di chiudere un impianto che è il più grande petrolchimico italiano, mettendo la rischio la sicurezza energetica del paese. Quindi è intervenuto il governo Meloni con un decreto firmato dal ministro Urso e Pichetto Fratin: la soluzione non è particolarmente innovativa, si tratta di un copia e incolla del caso Ilva. Prima si dichiara Isab, il petrolchimico, una zona di interesse strategico, poi a settembre del 2023 si concedono delle deroghe alle emissioni. Antonio Mariolo, amministratore giudiziario dell’acquedotto siracusano di Ias, aveva ricevuto una copia del decreto sul suo telefono qualche mese prima, a marzo.

Io l’ho chiamato decreto whatsapp nel senso che la circolazione è avvenuta attraverso whatsapp..”
Ci sono state differenze tra il decreto ricevuto sul telefono e quello poi pubblicato?
“La seconda versione era molto più permissiva” ha risposto Mariolo: è aumentato il tetto degli inquinanti autorizzati ad essere emessi dall’impianto, aumentano i limiti dei fenoli, degli idrocarburi totali, dei solventi organici aromatici.
Cosa è accaduto? Lo spiega un esponente di Confindustria Sicilia: dopo l’uscita del primo decreto le aziende locali contattano gli esponenti dei ministeri.

Ogni azienda ha fatto le sue pressioni” spiega il dirigente di una di queste imprese a Report “e si è fermato tutto..”
Di fatto il decreto è stato ritirato su richiesta delle imprese: “se fai questo decreto noi chiudiamo perché sono dei limiti non raggiungibili nell’immediato”:

Di fatto, tutte le aziende nel siracusano non sono in grado di rispettare delle norme di sicurezza sanitaria e ambientale. Prima il profitto, col ricatto dei posti di lavoro, come a Taranto. Della salute se ne potrà parlare poi.

La scheda del servizio: IL MARE E’ COME L’OLIO di Manuele Bonaccorsi

Collaborazione Madi Ferrucci

Un disastro ambientale e industriale rischia di affossare il più grande petrolchimico italiano, quello della provincia di Siracusa, che produce un terzo della benzina italiana. Report racconterà gli sviluppi dell’inchiesta sul depuratore IAS; sequestrato nel 2022 dalla magistratura, su cui si è aperto uno scontro politico tra i giudici siciliani e il Governo, finito davanti alla Corte Costituzionale. Anche un altro depuratore, gestito dal petrolchimico Isab, è finito sotto la lente dei magistrati, secondo i quali l’impianto avrebbe truccato le analisi sugli sversamenti in mare, producendo un grave inquinamento marino e atmosferico. Report indagherà anche sulla vera proprietà dell’impianto, ceduto dai russi di Lukoil a un fondo cipriota in seguito alle sanzioni contro il petrolio di Mosca. E svelerà, in collaborazione con Greenpeace, i traffici di petrolio russo nelle acque internazionali davanti al petrolchimico. La flotta fantasma di Mosca, infatti, ha scelto questa zona di Mediterraneo come hub per i trasferimenti di petrolio tra navi sanzionate e navi formalmente “pulite”, sembra, con l’obiettivo di violare le sanzioni. Una pratica che rischia di creare disastri ambientali, e che avverrebbe nel totale disinteresse delle autorità italiane.

Il re del vino

Riccardo Cotarella è definito il re dei vini, perché è uno degli enologo più influenti al mondo, l’unico a cui finora è stato dedicato un biopic, un film documentario sulla sua vita. Ha seguito e migliorato i prodotti di centinaia di aziende e creato vini per personaggi famosi in tutto il mondo, tanto da guadagnarsi l’appellativo di enologo dei vip.

Lo scorso novembre era presente al Merano Wine Festival dove ha ricevuto un premio: dopo l’evento Report ha seguito la master class tenuta dallo stesso Cotarella assieme al fratello Renzo, anche lui enologo.

L’evento aveva un taglio sociale: il vino che i presenti assaggiavano erano prodotto da una cantina palestinese, per la precisione vini della Palestina prodotti in una cantina in Israele, “quando i ragazzi devono andare dalla cantina alla vigna devono passare attraverso un muro, coi mitra puntati..” raccontava lo stesso enologo, spiegando l’importanza di supportare quei produttori a cui tutti hanno rivolto un augurio.

I fratelli Cotarella hanno dimostrato una grande sensibilità per i temi sociali anche attraverso l’impegno della loro azienda di famiglia. Ma qualcuno, durante l’evento, si accorge della presenza delle telecamere di Report, i giornalisti sono stati chiamati con discrezione dal responsabile della manifestazione che ha invitato loro di andarsene, perché i due enologi “si sentivano condizionati, si sentono quasi come ‘stai attento a quello che dici’ .. se ho questa richiesta da parte loro non posso ignorarla”.

Dal 2023 la Fondazione Cotarella legata all’azienda del grande enologo Riccardo Cotarella raccoglie circa 240mila euro di donazioni destinate a una dimora nota come “Verdeluce”.

Ma a pochi mesi dall’inaugurazione in pompa magna l’edificio risulta ancora deserto: la struttura doveva accogliere giovani con disturbi nel comportamento alimentare.

E’ un tema troppo delicato” racconta a Report un addetto all’accoglienza della famiglia Cotarella “quindi ci sono delle limitazioni a volte che ci impediscono di fare quello che vogliamo.. ”
L’immobile è stato ristrutturato e ri-accatastato prima dell’inaugurazione, con un importante aumento di valore, passando da rudere a casale.


Tanto è vero che sul catalogo, la dimora Verdeluce nata per ospitare ragazzi con difficoltà alimentari, diventa agriturismo Verdeluce, le degustazioni le hanno chiamate “bollicine verdeluce”, assieme al programma ci sono anche i prezzi.
Un assaggio di vini costa 130 euro a persona, 200 euro per l’esperienza di coppia, “si può fare un servizio sartoriale” spiega l’addetto all’accoglienza della struttura, si può dormire nella struttura quanto tempo si vuole, basta pagare.
Report ha sottoposto i documenti della fondazione Verdeluce all’associazione Codacons: “è importante che le campagne di beneficenza non integrino una pratica commerciale scorretta, però certo se questi soldi (quelli della fondazione Cotarella) sono stati raccolti al fine di creare questo centro di assistenza è importante che questo centro di assistenza venga realizzato, esattamente come era stato promesso. Quindi ad oggi sembra che non sia stato ancora realizzato, quindi abbiamo presentato un esposto all’autorità garante della concorrenza e del mercato, che dovrà valutare se questi fondi sono stati destinati realmente a questo fine.”


Sul Fatto Quotidiano Marco Franchi ha pubblicato una anticipazione del servizio:

La filantropia dei Cotarella, enologi dei vip: il casale per ragazzi con disturbi è un affare

Di Marco Franchi

La “Dimora Verdeluce” doveva essere una struttura dedicata ai ragazzi tra i 12 e i 25 anni affetti da disturbi del comportamento alimentare. O almeno a questo era destinata la raccolta fondi avviata ormai nel 2023. E invece a 7 mesi dall’inaugurazione in pompa magna, il casolare ristrutturato nella campagna di Orvieto, in Umbria, fin qui è dedicato soltanto a struttura ricettiva, agriturismo e costosissime degustazioni. Parliamo del progetto benefico dalla famiglia di Riccardo Cotarella, 76 anni, il più famoso winemaker d’Italia e uno dei più noti al mondo, consulente di personalità come Massimo D’Alema, Bruno Vespa, Sting e, non ufficialmente, perfino del presidente russo Vladimir Putin. La vicenda sarà raccontata questa sera da Report, in onda su Rai3 durante un servizio a firma di Emanuele Bellano. Il caso, per alcuni versi, ricorda quello dell’influencer Chiara Ferragni, tanto che anche stavolta è stato presentato un esposto dal Codacons.

La scheda del servizio: IL RE DEL VINO di Emanuele Bellano

Collaborazione Chiara D’Ambros, Madi Ferrucci, Raffaella Notariale

Riccardo Cotarella è il più famoso winemaker d'Italia e uno dei più noti al mondo. Tra i suoi clienti annovera cantine prestigiose e personaggi famosi che hanno deciso di dedicarsi alla produzione di vino come Massimo D'Alema, Bruno Vespa, la rockstar Sting, l'imprenditore dell'abbigliamento Brunello Cucinelli. Insieme a un vero e proprio impero del vino Cotarella ha creato la Fondazione Cotarella, un ente che ha lo scopo di raccogliere denaro per cause benefiche, attraverso la vendita del suo vino Tellus e cene di beneficenza. Uno scopo nobile per cui ogni anno raccoglie centinaia di migliaia di euro. Ma il giro di denaro e i progetti che dovrebbero essere finanziati sarebbero tutt'altro che trasparenti. Cotarella attraverso una catena di società off-shore avrebbe investito in un latifondo in Argentina partecipando al disboscamento della foresta nativa. Un'attività che poco si concilierebbe con lo spirito filantropico con cui promuove le sue aziende.

L’intesa col Vaticano sull’ospedale Forlanini

L’ospedale Forlani di Roma è un’opera d’arte, oltre che una struttura sanitaria, purtroppo abbandonata da anni. Realizzato nel 1934 per curare i malati di turbercolosi , è un monumento nazionale, l’ingresso è arricchito da bassorilievi in marmo, la sua struttura è talmente bella da essere usata per set cinematografici, proprio in queste settimane stanno realizzando al suo interno una serie televisiva.
Il dottor Martelli, ex primario in questo ospedale, ha guidato le telecamere di Report in una piccola visita al suo interno, mostrando le camere operatorie, l’aula magna al primo piano: qui il dottore ha curato mille pazienti l’anno, effettuando più di ottocentomila operazioni.
E ora è tutto abbandonato, comprese le schede dei pazienti.
Per anni è stato usato come rifugio per i senzatetto, fino all’accordo col Vaticano, che a seguito di un’intesa con lo Stato italiano qui aprirà una sede dell’ospedale pediatrico.

La scheda del servizio: PATTI CHIARI di Claudia Di Pasquale

Collaborazione Marzia Amico, Giulia Sabella

L'ex ospedale Carlo Forlanini di Roma è un vero e proprio gioiello architettonico. Costruito negli anni Trenta per curare i malati di tubercolosi, è stato definitivamente dismesso nel 2015, e da allora è in stato di abbandono. In questi anni si sono susseguiti numerosi studi e progetti per recuperarlo, ma sono tutti naufragati. Fino a quando un anno fa è stata siglata una dichiarazione d'intenti tra il governo italiano e la Santa Sede per venderlo al Vaticano e trasformarlo nella nuova sede dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù. Ma quali sono i termini di questa intesa?

Le anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate sulla pagina FB o sull'account Twitter della trasmissione.