10 marzo 2025

Iris di marzo di Grazia Verasani

 

Sono fortunata, l’uomo smilzo e stempiato che mi siede di fronte in questo anonimo ambulatorio medico, pneumologo di professione, è un vecchio compagno di liceo che non pretenderà nessuna parcella, ma lo sguardo accigliato con cui legge il referto della mia spirometria, dopo aver esaminato quello dell’eco al torace, non lascia presagire nulla di buono.

Ci sono libri che riescono a raccontarti la realtà meglio di tanti approfondimenti e saggi: questo di Grazia Verasani è un esempio calzante, qui troviamo tanti temi di stretta attualità come la microcriminalità delle seconde generazioni di immigrati (che poi sarebbero anche la terza); i giovani adolescenti e il loro rapporto con l’amore, con le affettività. Cosa vogliono dalla vita e cosa invece ottengono da questa società classista dove sono azzerati tutti i sogni e le ambizioni..

Da dove arriva la rabbia che si portano dentro i figli di immigrati, ragazzi che potranno diventare italiani solo dopo i diciotto anni, perché prima sono solo invisibili?
Quali sono le loro ambizioni, i loro sogni?

Ecco tutto questo viene raccontato con gli occhi di Giorgia Cantini, qui al settimo romanzo, che adolescente è stata negli anni settanta, tanti anni prima.

Una mattina, dopo una visita da un amico pneumologo che, inutilmente, ha cercato di convincerla a smettere di fumare, si trova in ufficio la signora Teresa, la mamma di Libero

«Sono qui per mio figlio Libero, dottoressa. Ha sedici anni, anche se lui direbbe quasi diciassette. ..»

Libero sta trascurando la scuola, a casa ha un atteggiamento ostile e, cosa che la preoccupa, ci sono quei brutti amici che frequenta, che sia finito in una baby gang? Potrebbe Giorgia seguirlo per capire se si sta mettendo nei guai?
Di questo gruppo di amici fa parte un ragazzo di origine nordafricana, uscito da poco dal carcere minorile che ha considerato come una vacanza che si porta dietro sempre un coltello a serramanico, per dimostrare la sua aria da duro. Poi c’è Charlie, amico di infanzia di Libero, che ora lavora nella pizzeria di famiglia. Olimpia, una ragazza ai limiti dell’anoressia per la sua magrezza e con brutti tagli sugli avambracci. E poi c’è Iris:

«Ed è qui che entra in gioco Iris, una diciottenne che un anno fa è stata protagonista di una bruttissima vicenda. ..»

La brutta faccenda è stata quella dei festini a base di coca dove dei professionisti facevano sesso con ragazze, anche minorenni come lo era Iris.

Ma Iris da quella storia sembrava addirittura esserne uscita rafforzata: aveva cambiato quartiere, amicizie, si era allontanata dai vecchi amici. Amici come Libero e Charlie, che di lei si sono innamorati ma senza essere ricambiati. Perché Iris è una che guarda lontano, vorrebbe fare l’attrice e anche le attenzioni di quelle persone più grandi di lei le fanno piacere.
Giorgia si ritrova a studiare questo ragazzo, così diverso da quelli della sua generazione, cresciuta senza internet e cellulari, senza quella socialità spinta che porta a chiudersi in una bolla:

La differenza è che noi non avevamo internet, eravamo ignari della rivoluzione digitale, coi suoi pro e i suoi contro, e nutrivamo ideali che avremmo poi seppellito in età matura e senza un funerale..

Per capire i problemi di ragazzi come Libero o come Hicham, bisogna anche riflettere su quello che la sua generazione ha lasciato come eredità: un paese dove l’ascensore sociale è fermo, la fine delle illusioni e la disillusione che nulla cambierà in meglio.

Per i ragazzi che crescono in contesti difficili, come Libero o la stessa Iris, figlia unica di una madre separata, l’unica possibilità è la fuga:

.. i più fortunati, dopo il liceo o l’università, se ne andranno all’estero, ma gli altri? Crescono in città piene di anziani, la scuola è un’imposizione e non certo un luogo di salvezza, non hanno libri in cui individuare modelli di ispirazione, e nemmeno un Che Guevara dipinto sulla maglietta.

Una mattina, reduce da una nottata difficile, Giorgia viene svegliata da una telefonata di Teresa, la madre di Libero:

«Si calmi, Teresa» la incoraggio dopo un paio di colpi di tosse. «Chi hanno messo in un carrello?»

Iris, la ragazza piena di luce e di energia, quella che coltivava il sogno di fare l’attrice, è stata trovata morta: accoltellata e infilata dentro un carrello della spesa delle coop.

Un’indagine non è mai come lanciare un’esca e poi avvolgere lentamente il mulinello, si formano sempre mille cerchi d’acqua che confondono sovrapponendosi tra loro

Giorgia inizia così una sua indagine parallela a quella della polizia, cercando però di tenersi ben lontana dal suo ex, il super poliziotto Bruni, che l’ha abbandonata per tornare dalla sua famiglia.
Una indagine che deve portare avanti perché quella morte le ricorda da vicino quella della sorella, Ada, morta suicida anni prima. Anche lei voleva fare l’attrice, anche la sua una vita bruciata troppo in fretta..

Si scopriranno diverse analogie tra questi ragazzi, la nuova “gioventù bruciata” e quelli della sua generazione: in fondo le difficoltà nel superare un trauma, come un amore mancato, sono le stesse.
Chi ha ucciso Iris in una fredda notte di un marzo dove l’inverno non vuol lasciare spazio alla primavera?

«E cosa vorresti fare del tuo tempo?»
«Il problema è che non lo so. E nemmeno Libero. Qui non lo sa nessuno.»
Quanta vita reale dentro queste pagine. Quante risposte alle tante domande sul perché delle baby gang, sul fallimento dell’integrazione delle seconde e terze generazioni. Su questi adolescenti che crescono senza speranze e tanta rabbia.

La scheda del libro sul sito di Marsilio
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