Il vento pungente dei Balcani, che già da qualche giorno sferzava il resto dello stivale, nottetempo aveva raggiunto la Sicilia orientale spazzando via le piogge africane che imperversavano sulla costa. Un cambio talmente repentino e inaspettato che nessuno aveva ancora avuto il tempo di accorgersene.
Il maresciallo Calogero Catalano si strinse addosso il cappotto d’ordinanza, alzò il bavero, calcò meglio il cappello e affrettò il passo.
Ci
sono commissari (o, meglio, vicequestori) che, per motivi
disciplinari, vengono trasferiti da Roma ad Aosta, in mezzo alle
montagne e alla neve, ve ne sono altri che, sempre per punizione,
vengono mandati a Noto, la capitale del barocco in Sicilia, ma pur
sempre una piccola città rispetto alla capitale. È quello che
succede al commissario Scipione Macchiavelli che si ritrova, a pochi
giorni dal Natale del 1964, su un treno che lo sta portando al sud.
Dietro si lascia la sua città, il commissariato di via Veneto,
la “dolce vita” che aveva frequentato e che erano stata causa del
trasferimento.
Mentre la costa dello Ionio gli scorre davanti, la mente del commissario è piena delle tante domande per quel futuro pieno di incognite: riuscirà a tirare avanti in quella nuova città, così distante (non solo come chilometri) da quel mondo da cui proviene?
.. ma viri tu se è normale mandare un cristiano in una città sconosciuta proprio a Natale
A Noto nel frattempo la sua squadra lo sta aspettando in stazione: il maresciallo Catalano e il brigadiere Mantuso in primis e anche il giudice Giuseppe Santamaria, compagno di studi a Roma di Scipione, una faccia amica in quel nuovo mondo.
Ma a Noto lo aspetta anche un altro benvenuto: in commissariato, poco prima che partisse per la stazione, davanti al maresciallo Catalano si è presentata una donna, Maria Luisa Brancaforte, che denuncia la scomparsa del marito.
– Mi chiamo Vizzini Maria Laura, coniugata Brancaforte. Debbo… sporgere una denuncia, [..]
Tutto avrebbe immaginato il maresciallo tranne quello che sentí. – Mio marito è scomparso.
Gerardo Brancaforte è il direttore della banca di Trinacria: è uscito di casa il sabato precedente per dei suoi giri, anche in farmacia, per non tornare più a casa.
Sarà questo il primo caso su cui si troverà ad indagare Scipione: un uomo ben conosciuto in città, attorno a cui giravano tante voci, non proprio uno stinco di santo, in un nuovo contesto, con a fianco nuovi collaboratori che si aspettano proprio da lui che dia una direzione alle indagini, prorio lui, il poliziotto venuto da Roma. Peccato che a Roma a Scipione fosse stato affibbiato come soprannome “paparazzo”, per il suo essere incline alla bella vita. Fino a quell’episodio spiacevole che gli era costato l’allontanamento dalla capitale.
Nel mentre Scipione si adegua alla nuova vita, con una alloggio in pensione (lui che era abituato a stare da solo) e a dover lavorare a fianco del maresciallo Catalano, in città le voci iniziano a girare: il povero Brancaforte? È stato rapito
– Tutti sanno che è stato rapito… E chi gliel’ha detto? – La mia commare Paolina Scimemi
Macché rapimento, come nei classici cliché siciliani, se ne è scappato con una bella donna:
Un amico disse alla moglie che potrebbe esserci pure una terza ipotesi… – Abbassò la voce, circospetta. – Potrebbe essersi allontanato… in buona compagnia, – ammiccò.
Un
contesto difficile quello in cui si deve muovere il commissario
Macchiavelli: scansare le voci, che potrebbero pure portarli a
perdere tempo su piste improbabili e scansare pure le occhiate e le
domande dei “notini”, tutti incuriositi da questo commissario
romano.
L’approdo dentro il commissariato di Noto sarà però meno drammatico di quanto temeva il commissario: prima di tutto perché i suoi collaboratori si dimostreranno validi segugi, a cominciare dal maresciallo Catalano, fino ai brigadieri Mantuso e Giordano.
Poi nella procura di Siracura, da cui dipende Noto, Scipione può contare sull’amico Santamaria, giudice istruttore.
Infine un’ottima aiutante, nel raccogliere e filtrare le “voci” del popolo, si dimostrerà la farmacista Giulia Mirimeo, un bella e indipendente ragazza di fronte a cui lo “sciupafemmine” Macchiavelli si trova intimidito.
Le cose si complicheranno ulteriormente quando la scomparsa di Branciaforte si trasformerà in un caso di omicidio: il suo corpo verrà trovato vicino ad un monastero, abbandonato vicino ad un sentiero poco frequentato.
Chi potrebbe averlo ucciso? Si tratta di un delitto nato all’interno degli affari “poco puliti” di Branciaforte, oppure è un delitto passionale, il famoso delitto d’onore per una delle tante amanti che si portava a letto?
Eravamo ancora in quell’Italia in cui, grazie all’articolo 587 del c.p., il coniuge maschio che uccideva la moglie o la sorella in un momento di impeto per difendere il suo onore, rischiava solo pochi anni di carcere.
– Pirchí un marito cornuto, in Sicilia quantomeno, all’amante della moglie lo va ad ammazzare personalmente, se no non vendica l’onore. – Già. E al massimo se fa ’n paio d’anni. Tre, se non ha altre attenuanti. Articolo 587, – concluse Scipione.
Scipione sarà destreggiarsi tra false piste e facili colpevoli che colpevoli non lo sono: scoprirà di avere delle doti da vero investigatore in questo suo primo caso di omicidio che servirà a stabilire un primo rapporto fruttuoso coi suoi uomini. Forse questa punizione in Sicilia non sarà vissuta come un dramma.
L’intreccio della storia funziona bene, come in tutti i gialli di Cristina Cassar Scalia ma quello che più si apprezza è la capacità nel saper riprodurre su pagina l’ambientazione nel pieno degli anni sessanta, in un paese ben lontano da quello di oggi.
Era l’Italia del delitto d’onore come si è detto, dei pregiudizi contro le donne che volevano emanciparsi, dei lunghi spostamenti in treno e delle telefonate in interurbana passando per il centralino. Degli sceneggiati sui canali Rai, che c’erano solo quelli in televisione e rigorosamente in bianco e nero.
E, infine, sullo sfondo questa città siciliana, Noto la capitale del barocco , ben diversa dall’affollatissima città di oggi: una città che è stata ricostruita, scrive l’autrice, anche grazie al ricordo dei suoi tanti amici notini.
PS ma che avrà combinato Scipione Macchiavelli per essere cacciato da Roma?
La
scheda del libro sul sito di Einaudi
I
link per ordinare il libro su Ibs
e Amazon
Nessun commento:
Posta un commento