19 febbraio 2009

Sulle scarcerazioni facili

"Mi aspetto -aggiunge Rampelli- che i magistrati non ci facciano assistere ancora una volta a scarcerazioni facili o benefici ingiustificati nei confronti dei due delinquenti in virtu' delle condizioni di disagio in cui vivono"
Rampelli, deputato del Pdl

Agli arresti lampo eseguiti stamattina dalle forze dell'ordine devono seguire condanne esemplari per i due mostri della Caffarella. La Magistratura deve essere all'altezza dell'efficienza dimostrata dalla polizia di Stato. ". Lo afferma Gabriella Carlucci, parlamentare del Pdl

Dopo la scarcerazione dei due romeni, accusato di favoreggiamento per lo stupro di Guidonia:

Gianni Alemanno, si è detto ''sconcertato'' per ''la notizia della nuova concessione di arresti domiciliari a persone implicate in reati di violenza sessuale''.
"Pur nel rispetto dei ruoli - afferma il primo cittadino - come sindaco di Roma non posso fare a meno di esprimere la mia protesta nei confronti di quei magistrati che decidono di assumere atteggiamenti di clemenza nei confronti dei responsabili diretti o indiretti di questi gravissimi reati".

"Gli stupratori e i loro sodali devono andare in galera e scontare una pena durissima - dice il presidente del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri - Basta con la faciloneria di alcuni togati che concedono gli arresti domiciliari a chi invece dovrebbe stare in carcere. Lascia stupiti che ancora ieri questa misura sia stata concessa a chi ha coperto e protetto gli autori del brutale stupro di Guidonia".

Ecco, alla domanda sul come e chi conceda le scarcerazioni facili, risponde G. Bianconi sul corriere.
Neppure la sentenza di colpevolezza «per uno dei reati di cui al decreto prefettizio», segnalata dal rappresentante della questura durante l'udienza, «non fornisce l'indicazione di fatti circostanziati e idonei a giustificare l'allontanamento immediato del cittadino rumeno».
Così ha scritto, il 15 luglio scorso, il giudice onorario del tribunale civile di Bologna, Mariangela Gentile, quando ha annullato il provvedimento della questura di Viterbo (città nella quale il rumeno aveva scontato la pena, e dove era stato scarcerato) in esecuzione del decreto di espulsione «per motivi imperativi di pubblica sicurezza», emesso il 2 maggio dal prefetto di Roma.
Una decisione presa da uno dei giudici onorari appunto, quindi non magistrati in carriera, ai quali la legge ha affidato i ricorsi contro i decreti di espulsione.
Amministratori di giustizia reclutati in maggior parte tra gli avvocati, come la dottoressa Gentile; rappresentanti del popolo, potrebbe dire qualcuno.

1 commento:

Anonimo ha detto...

il giudice che ha scarcerato il Romeno ha dichiarato: "Ho una paura terribile. Ma per il nostro tribunale due sentenze non bastano per dichiarare la pericolosità sociale di un uomo. Né tantomeno delle denunce. Noi siamo magistrati cauti. Certo, con il senno di poi mi dispiace"