19 febbraio 2009

Il blocco

Continuo a chiedermelo: sono io che ho la fissazione del cavaliere oppure è il cavaliere che ha la fissa del prevalicare le regole, del restringere la democrazia, del farsi le leggi a proprio uso e consumo?
Se anche Gian Antonio Stella se ne esce (a Ballarò) con l'antiberlusconismo "su cui la sinistra si è incartata" ..

Poi passi all'editoriale di Battista "Il blocco mentale"
Nel 2002, a un anno dalle elezioni perse contro Berlusconi, la sinistra stordita e sopraffatta dalla sindrome della sconfitta consegnò agli intellettuali girotondisti la missione di riaccendere lo spirito della grande battaglia contro il «Caimano»: fu l’inseguimento affannoso del radicalismo estremista, il rifugio nella sfera onirica della guerra totale contro il nemico. La sinistra riconquistò voti e tensione emotiva fino alla risicata vittoria del 2006.

Poi ragioni a mente fredda: ma Pancho Pardi, Nanni Moretti, Flores D'Arcais possono essere classificati come estremisti? Come radicali? Guerrafondai nella guerra al nemico?
Possibile che il problema siano loro e non questi politici che hanno avuto rapporti con persone condannate per mafia, che hanno subito processi da cui sono sfuggiti con leggi ad personam, prescrizioni e lodi?
Chi ha iniziato la guerra? Berlusconi che anzichè aprire al dialogo mette il bavaglio alla stampa, il blocco alle intercettazioni, le leggi imposte per decreti, l'opposizione che deve fare quello che dico io altrimenti sbaglia, racconta bugie, mistifica la realtà, è faziosa?
Sono io che ho il blocco mentale di Berlusconi oppure è vero il contrario: io che vorrei una democrazia dove chi governa governa, chi fa il ladro, fa il ladro e non dove chi governa ruba (altrimenti il povero ladro cosa fa?).
Dove gli immigrati che delinquono sono un problema se delinquono, non per essere immigrati in se.
Se la visione della democrazia è questa (io so io e vo non siete un caz.., per scomodare il marchese del Grillo), è chiaro che chi ne ha una visione contraria è anti.
Anti berlusconi, anti populista. Per definizione, quasi una tautologia.

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