Il viaggio nel mondo degli italiani senza lavoro, che lo hanno perso (perchè con contratti atermine), che lo stanno perdendo (perchè in cassa integrazione) e che lo stanno ancora, invano cercando (dopo anni di concorsi a vuoto).
Dalla Puglia, nelle Alte Murgie, nella zona del mobile e dei divani di Natuzzi. Aziende che davano lavoro a 15 persone e che oggi, per la crisi, sono chiuse.
Poi ci sono anche tanti imprenditori, o meglio avventurieri, che della crisi ne hanno approfittato: hanno chiesto al Cassa Integrazione allo stato, ma hanno continuato a lavorare richiamando il personale in nero.
E il lavoro nero è uni dei flagelli delle regioni del sud, specie per le lavoratrici per cui spesso, il posto in azienda è la prima occasione per un lavoro vero.
Il lavoro nero, raccontava l'economista Tito Boeri, il "sommerso economico" è stimato in 300 miliardi di euro (15-17% del PIL). Immaginate tutto quello che potremmo farci con questi soldi se li potessimo immettere nel mercato per affrontare la crisi?Altri che i 2,3 miliardi che (si dice) abbia impegnato il governo.
Lavoro nero che si appoggia da una parte con la corruzione di quanto dovrebbero controllare: gli ispettori del lavoro che per 3000 5000 euro chiudevano gli occhi.
E la macchina della giustizia che, ingolfata da troppi processi e da uno scarso organico, non riesce a garantire ai lavoratori una risposta per controbuti non versati, tfr, stipendi mancati ..
Chiudere gli occhi per non vedere una realt… incredibile: i cinesi siamo noi, capannonni in cui persone lavoravano senza contributi e senza rispetto delle norme di sicurezza.
Fa un certo piacere vedere le stesse persone arrestare nel corso dell'operazione "Work market" della Guardia di Finanza.
Dalla Puglia a Roma, al concorso per un posto nel ministero delgi interni: concorso costato 200000 euro, per un posto da 1000 euro, cui hanno partecipato un migliaio di persone.Persone che arrivavano da tutta l'Italia, ma in particolare dal sud: persone laureate e dunque non più giovanissime, per cui il concorso statale è l'unica occasione di un lavoro stabile e fisso.
L'alta Murgia, Roma e Milano: per scoprire che anche l'alta moda sta soffrendo la crisi. E non è solo un discorso di modelle che non prendono più i cachet di qualche anno fa (i 1000 euro per servizio).E tutta l'azienda legata al mondo della moda, del vestiario, del tessile che è entrata in crisi. Sia per un discorso di consumi in calo, sia per un mancato supporto da parte dello stato.
Forse proteggere solo l'industria dell'auto non è sufficiente.
Ci sono anche gli imprenditori di Manzano in Friuli indebitati con le banche e l'industria delle mattonelle di Sassuolo.
Forse, come raccontavano in studio Boeri e Iacona, bisognerebbe proteggere anche tutte le aziende del "made in Italy" che producono beni ad alto valore aggiunto. Cambiare la specializzazione produttiva degli operai e puntare di più sul sistema educativo (università e ricerca).
Tra qualche anno, quando sarà finita anche la mobilità, cosa ne faremo di tutte le persone che oggi sono costrette ad arrangarsi con qualche lavoretto in nero, con la pensione dei genitori?
Technorati: Presa diretta
Nessun commento:
Posta un commento