05 febbraio 2009

Noi non denunciamo i clandestini irregolari

I medici di Bergamo (degli Ospedali Riuniti) non ci stanno a denunciare gli immigrati irregolari.
E lo scrivono al conterraneo ministro leghista, Roberto Calderoli.

«I firmatari – si legge nella missiva indirizzata al ministro bergamasco della Lega –, in merito all’emendamento della Lega Nord che mira a eliminare il principio di non segnalazione alle autorità per gli immigrati irregolari che si rivolgono al Servizio sanitario nazionale, esprimono il loro totale dissenso e la loro preoccupazione, condividendo appieno le parole del presidente Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo), Amedeo Bianco».

Uno dei principi fondamentali che riguardano la salute come bene collettivo – scrive Bianco, condiviso dai 46 medici dei «Riuniti» – è fondato sul libero accesso alle cure «e quindi ogni misura o provvedimento che possa limitare tale libertà rischia di tradursi in un boomerang per la tutela della salute collettiva.

Come medici siamo convinti di avere gli stessi diritti e gli stessi doveri di tutti i cittadini, sebbene i nostri doveri si sostanzino nel garantire diritti universali della persona prima ancora che dei cittadini, e cioè quelli che concernono la tutela della salute nel rispetto della dignità di ogni individuo. Come in guerra, anche in quella più sanguinosa, un briciolo di ragione si traduce in "corridoi umanitari" per consentire l’elementare esercizio della solidarietà e della vicinanza ai più fragili, allo stesso modo riteniamo che in una comunità moderna e civile (e in pace) l’accesso alle cure debba costituire ovunque e sempre una "area protetta" di solidarietà e umanità.

Queste considerazioni non fanno gli uni diversi dagli altri, ma abbracciano tutti in modo indistinto e intercettano profondamente i profili e l’esercizio della nostra libertà di scienza e coscienza, che siamo pronti a rivendicare in ogni circostanza».

La lettera indirizzata a Calderoli è stata firmata Claudio Arici (medico di Pronto Soccorso), Cristiana Passerini Tosi (microbiologo), Antonio Goglio (microbiologo), Maria Rosa Rottoli (neurologo), Carlo Panagia (Pronto soccorso), Arrigo Schieppati (nefrologo), Annapaola Callegaro (microbiologo), Maria Bacis (medico del lavoro), Grazia Alessio (laboratorista), Gianlorenzo Imberti (dermatologo), Amando Gamba (cardiochirurgo), Paolo Guerra (medico nucleare), Cosimo Ottomano (laboratorista), Antonio Brucato (internista), Marco Poloni (neurologo), Virginio Bonito (neurologo), Annalisa Grigis (microbiologo), Annamaria Scioti (neuropsichiatra infantile), Susanna Ambrosino (neuropsichiatra infantile), Giovanna Verga (gastroenterologo), Serena Bruletti (psichiatria), Maria Quattrociocchi (cardiologo), Marco Bruni (ginecologo), Giuseppe Remuzzi (nefrologo), Adele Borghi (cardiologo), Michele Colledan (chirurgo), Annibale Raglio (microbiologo), Fausto Moioli (microbiologo), Enrico Bombana (infettivologo), Vincenza Perani (laboratorista), Maurizio Migliori (direzione sanitaria), Diego Ripamonti (infettivologo), Giancarlo Crupi (cardiochirurgo), Roberto Labianca (oncologo), Marcello Cifola (otorino), Mirco Nacoti (anestesista), Luigi Naldi (dermatologo), Alberto Reseghetti (dermatologo), Monica Galli (ematologo), Alessandro Rambaldi (ematologo), Silvia Canini (direzione sanitaria), Anna Cattaneo (medico di Pronto soccorso), Laura Ravasio (medico di Pronto Soccorso), Fredy Suter (infettivologo), Eleonora Cacciabue (direzione sanitaria), Marco Cortinovis (chirurgo).

P.S. leggo che nella proposta originale si parlava anche di ronde (padane) armate: ma stiamo scherzando o cosa?
Forse parlare di leggi naziste, come grida Di Pietro ("il poker di porcherie"), non è tanto lontano dalla realtà.
Carcere per i clandestini e i graffitari, niente intercettazioni per i colletti bianchi?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Non ci si può appellare alla coscienza del medico. E non è giusto, comunque, addossare loro una tale responsabilità.
Il Governo deve ritirare questo articolo che è ignobile e razzista. O si assuma la colpa dei futuri morti tra i clandestini che per paura non ricorreranno a cure mediche.