11 febbraio 2009

Tra realtà e fiction

Spesso la distinzione tra realtà e fiction (poliziesca) è labile.
La banda della panda nera, che per mesi ha compiuto raid contro immigrati nella bergamasca, non è una banda. La corte di appello ritiene che carabinieri e vigili si ritrovavano per caso.

La loro «era, in realtà, l'attività deviata di una frangia criminale dell'Arma, che batteva il territorio, a bordo di autovetture dalle targhe rubate o contraffatte, in vere e proprie spedizioni punitive, a caccia (termine usato da uno degli imputati in una conversazione telefonica) di extracomunitari, spacciatori, tossicodipendenti e clandestini». Le operazioni in borghese, che andavano in scena solitamente il venerdì sera (una decina quelle contestate, dal novembre 2005 al giugno 2007), venivano pianificate per ripulire il territorio della Bassa dallo spaccio di droga, ma secondo il gup sfociavano a volte in soprusi nei confronti delle persone controllate. Telefonini, soldi e droga di cui non si trovava traccia nei verbali di sequestro, e poi botte, minacce, denti saltati, insomma, una sorta di braccio violento della legge che qualche cittadino aveva salutato - pure con scritte sui muri - come un efficace colpo di ramazza ai danni della microcriminalità.

Coliandro "Mai rubare a casa dei ladri": una banda di rapinatori subisce un furto da parte di due bambine rom. A capo della banda un maresciallo dei carabinieri insospettabile.

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