Finita la pacchia della Diciotti (e delle altre navi bloccate in mare per prendersi qualche like in più), prima o poi verrà il momento di fare delle scelte serie (perché al momento di serio c'è veramente poco).
Per esempio, come ricostruiamo il ponte di Genova?
Andiamo veramente a rivedere il sistema (generoso per il privato) delle concessioni, per inserire qualche controllo in più e qualche remunerazione garantita in meno?
Andiamo veramente a fare questa opera di messa in sicurezza del territorio (eh sì, perché anche questa è sicurezza, non solo i clandestini o i venditori di borse sulla spiaggia)?
E potremmo continuare su giustizia, su lotta al precariato..
Lunedì per esempio Presa diretta torna in onda e si occuperà di acqua pubblica: il servizio pubblico è stato uno dei cavalli di battaglia del M5S (meno per la Lega, che ai tempi del terzo governo Berlusconi aveva contribuito a quell'obbrobrio del decreto Ronchi).
Quando iniziamo a mettere mano alla nostra rete idrica che fa acqua da tutte le parti?
Da queste scelte si capirà quanto questo governo è un vero governo di coalizione, quale valore ha questo contratto di governo e di che pesta sono fatti questi autoproclamati politici del cambiamento.
Nutro poca fiducia, ma basterà aspettare poco per capire.
Ancora una volta mi avvalgo di quanto scritto da Alessandro Gilioli
Adesso però le scelte vanno fatte per forza. Intendo dire: con la legge di bilancio - e prima ancora con la "Nota di aggiornamento del Documento di economia e Finanza" da presentare alla Ue.
Il governo (Tria) dice che i problemi di questi giorni - cioè la vendita di titoli di Stato italiani e il conseguente rialzo dei loro rendimenti, che vuol dire una botta in più sul nostro debito - sono determinati solo dal fatto che gli investitori ancora non sanno come sarà fatta questa legge di bilancio, quindi è per via dell'incertezza che vendono i titoli, e quando vedranno la legge torneranno a comprare.
Può darsi, speriamo. Lo speriamo tutti, come cittadini, perché se si va a fondo, si va a fondo tutti.
Certo è che il liberismo leghista e lo statalismo pentastellato dovranno partorire qualcosa insieme: un qualche ibrido che vada bene a entrambi e che vada bene anche a coloro da cui la nostra economia in parte dipende: i famosi investitori e la famosa Europa.
Alla fine, dal successo o meno di questo ibrido dipenderà il destino di questo governo, molto più che dai superspot sulla Diciotti, dalla retorica patriottarda e xenofoba, dai tweet di Salvini, dall'inconsistenza di un'opposizione.
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