25 agosto 2019

Psycho, di Robert Bloch


Nel sentire quel rumore improvviso, Norman Bates ebbe un sussulto.Sembrava che qualcuno stesse battendo alla finestra.Alzò lo sguardo, rapido, pronto ad alzarsi, e il libro gli scivolò dalle mani nell'ampio grembo. Era solo la pioggia. La pioggia del tardo pomeriggio, che batteva sulla finestra del salotto.

C'è un ragazzo che sta leggendo nella sua vecchia casa, che domina il motel di famiglia.
Una lettura interrotta dalla pioggia e dall'arrivo della madre, che vive sempre nella stessa casa.
Perché non ha acceso la luce dell'insegna del motel?
Potrebbe essere una scena comune, il litigio tra una madre possessiva e acida, per la vecchiaia o per le amarezze della vita e un figlio, con poco coraggio per decidere da solo la sua sorte.

Non hai avuto il coraggio di andartene da casa. Di cercarti un lavoro, arruolarti nell'esercito, neanche il coraggio di trovarti una ragazza..” 
Non me l'avresti mai permesso!” 
Questo è vero, Norman. Io non te l'avrei permesso. Ma se tu fossi soltanto un mezzo uomo, avresti fatto a modo tuo.” 
Avrebbe potuto gridarle addosso che si sbagliava, ma non poteva. Perché erano tutte cose che lui continuava a ripetersi da anni. Era tutto vero.Lei aveva sempre dettato legge su tutto, ma questo non significava certo che lui dovesse sempre obbedire. Le madri sono spesso molto possessive, ma non tutti i figli si lasciano possedere in quel modo.

C'è una ragazza che sta guidando da ormai diverse ore su un'auto che non è nemmeno la sua, perché quella l'ha scambiata per una usata, perdendoci del denaro.
Perché quella ragazza, Mary, è in fuga dal suo passato, sta cercando di raggiungere il suo ragazzo con 40mila dollari in contanti in una busta. Sono soldi che si è trovata davanti, e che lei ha preso, cogliendo al volo quell'occasione per cambiare vita. Dopo tanti anni di amarezze.
Un piccolo sforzo ed è fatta, ma è troppo stanca e la pioggia troppo forte:
Fu allora che vide l'insegna, proprio sul ciglio di una strada privata che conduceva ad un piccolo edificio sul lato.MOTEL – CAMERE LIBERE. L'insegna era spenta, ma forse avevano dimenticato di accenderla.

Potrebbe essere una scena comune, il proprietario di un motel con pochi clienti che accoglie quella ragazza carina in una serata di pioggia.
Ma siamo al Bates Motel e questa è la storia che Robert Bloch ha raccontato in Psyco in un romanzo che è anche un viaggio da brividi nella mente dell'uomo in un libro inquietante che ha al centro la storia di uno psicopatico, il doppio (o triplo?) Norman Bates.
Il ragazzino che trovava rifugio gettandosi alle ginocchia della madre. E poi l'adulto capace di razionalizzare la sua situazione, andando a leggere libri di psicologia e che cercava di proteggere sé stesso e la madre.
Era un po' come essere due persone, davvero .. il bambino e l'adulto. Ogni volta che pensava a sua madre tornava a essere piccolo, parlava in modo infantile, e aveva riferimenti e reazioni emotive da bambino. Mentre quando era da solo, magari anche non da solo, ma immerso in un libro .. era una persona matura.

Quella madre così particolare, che non accetta che nessuna ragazza, di quelle di oggi, con così strane idee per la testa, si avvicini al figlio Norman, l'impotente.
Donne come Mary, che Norman si trova a spiare dal buco nel muro: la vede spogliarsi, la vede ancheggiare davanti allo specchio, la vede entrare nella doccia ...
Mary cominciò a gridare, la tenda si aprì ancora di più, e poi ecco .. una mano. E un grosso coltello. Lo stesso che un istante dopo, le mozzò il fiato in gola.E la testa.

Tocca a Norman proteggere sua madre dalla sua pazzia, non può lasciarla dentro un istituto per pazzi, dove morirebbe. Sua madre doveva rimanere in quella casa, dove tutto era familiare, dove tutto era rimasto uguale a sé stesso da decenni.
Lei doveva stare lì, con lui. Forse era pazza, e un'assassina, ma era tutto quello che aveva. Tutto quello che desiderava. Tutto quello di cui aveva bisogno. Gli bastava sapere che era lì, accanto a lui, mentre si addormentava.

E le vittime dovevamo sparire per sempre, senza lasciare tracce dietro. Ma nessuna persona è un'isola: anche Mery aveva una sorella Lila, che si preoccupa per la sua scomparsa, e un fidanzato Sam, pure lui preoccupato di non avere notizie da parte sua e risposte alle sue lettere.
Strano, si disse Sam, come si dia sempre per scontato di sapere tutto di un'altra persona, magari solo perché la vediamo spesso o per via di un particolare legame emotivo.

Non ci sono solo Sam e Lila, c'è anche un investigatore, Arbogast, sulle tracce dell'impiegata Mary Crane e di quei 40 mila dollari sottratti.
Arbogast riuscirà a risalire a quell'ultima notte di Mary al Bates Motel e, nella speranza di avere ulteriori notizie, cercherà di interrogare la madre di Norman, che ha visto dalla finestra della casa.

Lila, non riesce a rimanere ferma in attesa di notizie dall'investigatore, perché pensa che in fondo tutti siano interessati più ai soldi che a Mary: assieme a Sam si presenta anche lei al Motel, fingendosi una coppia, per capire cosa sia successo alla sorella.
E così, incontrerà in un agghiacciante pre-finale, la signora Norma Bates, la madre di Norman.
Gridò quando vide la vecchia distesa lì, quella vecchia rinsecchita, con i capelli grigi e la faccia marrone e raggrinzita in un osceno ghigno di saluto. 
Signora Bates!” Lila era senza fiato. 
Si.” 
Ma la voce non veniva da quelle mascelle infossate, color cuoio. Veniva dalle sue spalle..

Sorprende, in questo romanzo, lo stile in cui viene raccontata la storia, con cui vengono eviscerati i caratteri dei personaggi e i loro pensieri.
I dubbi di Mary di fronte alla sua scelta.
E la personalità multipla di Norman, la madre possessiva che ha riversato su di lui il rancore bei confronti del padre, l'essere cresciuto attaccato a questa figura a tal punto da averla quasi inglobata dentro.
Nel film di Hitchcock, che deve tutto a questo libro, queste analisi sono sfiorate e dunque val la pena leggersi il romanzo di Bloch. Fino all'incredibile finale:
Ma come, lei che non avrebbe fatto del male neanche a una mosca....


La scheda del libro sul sito di Bompiani
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