31 agosto 2019

Vento in scatola, di Marco Malvaldi



Aperta parentesi 
Attenzione. Volo DT4469 per Heathrow, ultima chiamata. I passeggeri Diamond, Douglas e Bourifa Mohammed sono pregati di presentarsi al gate per l'imbarco immediato. 
Salim ci mise qualche secondo per rendersi conto che stavano chiamando il suo nome. Cioè, non proprio il suo nome, ma stavano chiamando lui.Alzandosi dalla sedia, Salim si impose una calma che in realtà era molto più lontana di quanto non fosse Londra. Mohammed Bourifa, che nome brutto. Che cosa fa una persona per far vedere che è calma, Salim? 
Fa vedere che è padrona di sé stessa.

Per un momento dimenticatevi Pineta e i vecchietti del Barlume: Malvaldi ci porta dentro il mondo delle carceri dentro quelle scatole chiuse di pochi metri quadrati dentro cui persone che non si conoscono sono costrette a vivere assieme.
Prendere il caffè assieme, dormire assieme, mangiare assieme, passare ore guardando il soffitto o la branda superiore perché dalla finestra della cella nemmeno si vede il mondo là fuori.

Vi siete mai chiesti cosa si dicono i carcerati, come si organizzano le giornate, cosa mangiano? Dall'altra parte della barricata, come vivono gli assistenti carcerari (che una volta si chiamavano guardie), pure loro in numero insufficiente in proporzione ai carcerati?
Questo romanzo ci porta dritto la scatola chiusa di sei metri per tre, dentro la casa circondariale Gramsci, dove Samir Salah è stato rinchiuso per un reato che non aveva commesso (lo spaccio di coca), dopo essersi salvato per un altro reato nel suo paese, la Tunisia, dove è scappato qualche mese prima.

Gli orari della casa circondariale «Antonio Gramsci» non cambiano mai, qualsiasi sia il giorno. 
Ore 8:00: conta. 
Ore 8:30: apertura delle celle. 
Ore 9-11: passeggi, sala polivalente, chiostro interno, a seconda del braccio in cui sei. 
Ore 11-13: socialità, il che significa ora d’aria. 
Dalle ore 13 alle 17:30 apertura delle celle. 
Alle 18, distribuzione cena. 
Alle ore 20, chiusura delle celle. Tutti i giorni sono uguali. Ma alcuni giorni sono più uguali degli altri, e alcune ore più significative.


In carcere tutta la giornata è regolamentata, dal mattino alla sera e tutti gli eventuali extra (per esempio del cibo extra, una telefonata a casa..) devono essere richiesti, come da procedura, compilando un modulo indirizzato alla Vostra Signoria

.. guai a dimenticare di richiedere alla Vostra Signoria, si vede che le carceri sono enti rinascimentali..
Salim non è un carcerato qualsiasi: laureato in economia, istruito, cerca di mettersi in mostra col personale del carcere per trovarsi un lavoro per riempire le giornate.
E per convincere gli assistenti ad assegnargli un incarico, inizia a preparare in cella del cibo procurandosi della carne da un carcerato diverso dagli altri e ingegnandosi per cucinarlo a dovere, secondo le sue ricette

L’aria della piccola cella era una carezza di odori. Coriandolo, cumino, curcuma, noce moscata, prezzemolo, cannella. Tutti aromi che a Gualtiero Molisano, presi singolarmente, facevano schifo. Ma messi in mano a Salim, e messi in padella da Salim, cominciavano una conversazione davanti al fuoco, che sfociava in quel misterioso e indescrivibile sapore di paradiso.

Atteggiamento che convince uno degli assistenti, Molisano, a mandarlo a lavorare in amministrazione, per mettere a frutto le sue qualità perché, citando un proverbio arabo, “non si può tenere il vento in scatola”

- Cerco di non lamentarmi. Importante è avere qualcosa da fare. Non si può tenere il vento in scatola, dice un proverbio delle mie parti. 
- E tu non lavori, già .. - disse Molisano.

Attraverso la storia di Salim inizieremo a comprendere meglio come si vive dietro le sbarre: i pregiudizi contro i nordafricani, tutti musulmani, tutti pronti a saltarti alla gola, pregiudizi che nascono dalla frustrazione degli assistenti, dal fatto che le carceri oggi sono concepite per mortificare la vita delle persone e non per rieducarle.
Come se lo Stato volesse vendicarsi di qualcosa: lo sapevate che per il vitto giornaliero spendiamo meno di 4 euro a persona, che nelle carceri la malattia più diffusa è l'epatite C, perché buona parte della popolazione carceraria è composta da persone con problemi di droga (oltre che persone con condanne per spaccio)?
Lo sapevate che le carceri italiane (ma il problema non è solo dell'Italia) si stanno trasformando in luoghi di radicalizzazione, sempre grazie al gentile trattamento con cui lo Stato tratta i detenuti di origine africana?

Salim si era reso conto che parecchi tra gli africani che entravano in carcere non avevano nessun interesse per la religione all'inizio, e che una volta dentro si radicalizzavano. Parlavano di raggiungere i fratelli in Siria, a combattere contro l'Occidente per la gloria di un Dio che esisteva solo nella loro testa. Per loro l'Islam non era una religione, era una scusa.

Malvaldi in questo romanzo, che ho trovato molto interessante e ben scritto, ci riserva anche un piccolo giallo: perché all'interno dell'istituto sono avvenuti recentemente dei suicidi, sono successe cose strane.
Come quel recluso, Cassarà, che aveva collezionato in cella tante scatole di tonno.
Infine, lo stesso Salim, sarà costretto a dover fare delle scelte in carcere: mettere le sue capacità a frutto di un piccolo boss che in quel carcere riesce a fare lo stesso il suo comodo, oppure cercare un riscatto e cambiare vita?

La scheda del libro sul sito di Sellerio
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