Sono diversi i servizi che andranno in onda questa sera: l’uomo nuovo a destra, il neo sindaco di Terni, i controlli sul lavoro, come la Liguria non tutela i disabili e infine i controlli su chi porta i soldi in Italia.
L’uomo forte a destra
Il
giorno della sua elezione a sindaco i suoi elettori lo hanno
accompagnato in corteo, a Stefano Bandecchi, davanti al comune di
Terni. È un uomo che piace al suo elettorato: si presenta bene,
diretto, critica la politica (ma senza fare alcuna proposta
concreta), ha un vasto consenso frutto dell’essere presidente della
Ternana. Chi è Stefano Bandecchi, l’uomo di destra che a Terni ha
battuto perfino il candidato di Fratelli d’Italia? Come
Berlusconi è proprietario di una squadra di calcio, ed è stato
anche fondatore dell’università telematica Niccolò Cusano. Con B.
ha altro in comune però: la procura di Roma ha contestato al neo
sindaco un’evasione di 20 ml di euro, l’ateneo avrebbe svolto
attività commerciali in maniera prevalente rispetto a quelle
istituzionali. Report racconterà come funzionano le università
telematiche, nate dalla riforma Moratti nel 2006.
L’inchiesta
ha evidenziato come, negli anni, i fondi per l’università Niccolò
Cusano sono stati utilizzati per comprare beni che non hanno nulla a
che fare con l’ateneo: nell’anteprima del servizio si vede lo
stesso Bandecchi mostrare al giornalista di Report due auto
parcheggiate in garage. Si tratta di una Ferrari gialla elettrica,
che però il sindaco non usa perché non gli piace l’elettrico, e
poi una Rolls Royce da 550mila euro: “questa è la terza Rolls
Royce, nessuno ce l’ha mai contestata, la macchina è intestata
all’università Niccolò Cusano”. Si tratta di una Rolls modello
Phantom 8, con interni in pelle rifiniti a mano.
Ma che ci fa l’università di una macchina che fa i 340km/ora come la Ferrari elettrica? “Ci va in giro qualcuno, il presidente, il vice presidente oppure è a disposizione degli studenti che studiano automotive.. la vera domanda è, la posso comprare o non la posso comprare?”
Il problema è quelle auto non le ha comprare il cittadino Bandecchi, ma l’università Cusano che come tutte le università è esente dalle imposte sui redditi.
Le rette universitarie lo stato le ha detassate – racconta a Bertazzoni lo stesso neo sindaco – per permettere al contribuente di spendere il meno possibile, ma è colpa nostra?
La procura ha effettuato il sequestro con l’ipotesi di evasione fiscale perché – spiega Bertazzoni “sostiene che Unicusano agisca come holding in partecipazione diverse da quelle universitarie, quindi avete attività prettamente commerciali ..”
“La Guardia di Finanza deve anche imparare a leggere e scrivere, non si deve venire a laureare all’università Cusano, se ci considera pessimi, quasi 4000 di loro si sono laureati da noi, e si vede…” la risposta di Bandecchi che ha chiuso la convenzione con la Finanza.
Bandecchi è anche presidente della squadra di calcio Ternana: nel 2017 la famiglia Longarini, proprietaria della squadra, era in difficoltà finanziarie e rischiava di non poter iscriverla al campionato. In suo soccorso arriva l’università telematica Cusano che ha molto investito sul calcio: il costo degli stipendi è di 11 ml di euro l’anno.
Ancora una volta arriva in soccorso il consulente Bellavia: “dal 2017 al 2020 la Ternana calcio ha perso 58 ml di euro, mica bruscolini, l’università coi soldi recuperati dagli studenti gli ha dato 1 ml di euro”. In generale in questi anni l’università ha messo 29ml di euro nella squadra di calcio: l’università dovrebbe fare ricerca, deve applicare la ricerca all’economia del paese, non vedo che tipo di investimenti si possano fare nel finanziare una società di calcio – conclude Bellavia.
Eppure i finanziamenti continueranno, spiega a Bertazzoni Bandecchi stesso e quest’anno i soldi saranno ancora di più: soldi dell’università, ed è questo quello che viene contestato dall’inchiesta della Procura. Una supercazzola il commento del neo sindaco.
L’università di Bandecchi ha finanziato per 100mila euro anche il partitino (in termini di voti) di Angelino Alfano di cui fa parte, Alternativa Popolare.
Nel comizio finale, di fronte ai suoi sostenitori, parlava di sogni da realizzare e da mantenere, del fatto che occorra votare per qualcosa di diverso e di nuovo.
Come alla fine è realmente successo: è il nuovo Berlusconi? “Ognuno ha la propria storia, io ho cominciato da un comune ..” è la giustificazione data a Report da Bandecchi, nel mezzo della folla dei suoi sostenitori, tra cori da stadio.
Gli atenei telematici sono stati istituiti nel 2003 dalla riforma Moratti, inizialmente erano 5: nell’ultimo mese del governo Berlusconi l’allora ministro furono riconosciuti 5 nuovi atenei.
Il 10 maggio 2006 in Gazzetta compare il riconoscimento dell’università Niccolò Cusano, il giorno dopo si insediò il governo Prodi e il ministro Mussi che ha dato i permessi all’università: oggi al giornalista racconta di come ci fossero particolari pressioni su queste università telematiche, anche interessi economici e che lui fermò il riconoscimento delle ultime cinque (le ultime del governo Berlusconi). “Io non ce l’ho con le università telematiche” risponde Mussi “ma non bisogna esagerare, perché le università non è solo un cursus per prendere un pezzo di carta..”
Bertazzoni ha intervistato poi il professor Antonio Vicino che è stato presidente del consiglio universitario nazionale, organo consultivo del ministero dell’università e della ricerca, che si occupa delle università telematiche: “il processo di accreditamento è abbastanza complesso, io nei 4 anni di presidenza [2019-2023] ho sempre cercato di lasciare questo messaggio al decisore politico, mettiamo pochi paletti ma non aggirabili.”
Il punto è che esiste un legame forte tra università telematiche e la politica, tra questa in particolare e certi politici: Unicusano ha finanziato per 100mila euro l’attuale ministro Tajani, tutto regolare spiega il ministro, ma come mai questi finanziamenti, anche a Forza Italia per 150mila euro, su un ateneo su cui poi la politica deve legiferare?
Unicusano, ovvero Bandecchi, ha finanziato Rocca, candidato alle regionali nel Lazio, ora presidente che però ha rifiutato l’assegno. “Ma io volevo finanziare anche D’Amato” ha spiegato oggi il sindaco di Terni, ma anche D’Amato ha rifiutato.
Unicusano ha finanziato Di Maio come anche altri esponenti del PD: come mai questa scelta di finanziare sia destra che sinistra? “Io sono un uomo popolare, sono una persona che pensa che al centro ci sia la virtù”: tanto è vero che Bandecchi si voleva candidare inizialmente per il terzo polo, Renzi diede l’ok ma fu Calenda a bloccarne la candidatura, per una maglietta con sopra frasi fasciste.
Ma a parte questo le relazioni con la politica si sono rafforzate per i tanti politici che si sono laureati presso Unicusano, molto più di 50. Tra questi l’europarlamentare Angelo Ciocca, quello della scarpa sul discorso di Moscovici contro la manovra italiana del 2018 (governo Conte I).
Nel 2019 Unicusano finanzia anche Ciocca, “come studente” risponde il parlamentare.
Certo, dubito che l’ateneo finanzi proprio tutti i neolaureati.
La scheda del servizio: Mister B di Luca Bertazzoni, con la collaborazione di Marzia Amico
Immagini di Giovanni De Faveri, Carlos Dias, Marco Ronca e Paco Sannino
Ricerca immagini di Alessia Pelagaggi
Montaggio di Igor Ceselli
Grafiche di Giorgio Vallati
Stefano Bandecchi è il nuovo Silvio Berlusconi?
Imprenditore, presidente di una squadra di calcio, ha radio e un canale televisivo ed è appena diventato sindaco di Terni. Stefano Bandecchi è il nuovo Silvio Berlusconi? L’inchiesta racconta la vicenda dell’università telematica Niccolò Cusano, di cui Bandecchi è fondatore e presidente del Consiglio di Amministrazione. La Guardia di Finanza ha sequestrato 20 milioni di euro all’ateneo per presunta evasione fiscale. L’università Niccolò Cusano avrebbe utilizzato i soldi provenienti dalle rette universitarie, e quindi esentasse, in attività prettamente commerciali: una di queste è la Ternana calcio. Partendo dalla ricostruzione dell’inchiesta della magistratura, il racconto si sviluppa analizzando il fenomeno delle università telematiche, una realtà sempre più consolidata in Italia, mostra il loro funzionamento e la loro nascita nel 2006, quando furono autorizzate dall’allora Ministro dell’Istruzione Letizia Moratti.
Come la Liguria (non) tutela i disabili
In
un passato servizio di Presadiretta si spiegava come la Liguria fosse
la regione più “anziana” del paese, quella cioè con mano
bambini. Non c’è solo quello: Report questa sera racconterà di
come la Liguria non riesca a garantire con lo spettro autistico e con
problemi di neurosviluppo le cure previste dal sistema sanitario
nazionale.
Una madre racconta alla giornalista la sua storia:
“ci hanno detto per il momento di muoverci privatamente perché la
lista è ancora lunga, è passato ancora un anno ma lui [il figlio] è
in quarta elementare, rischiamo di arrivare alle medie senza nessun
percorso riabilitativo.”
Marco Macrì
è il portavoce di delle
2000 famiglie
con
disabili in
Liguria: “Quando viene stilato il piano terapeutico il genitore si
ritrova inserito dentro una graduatoria e questa non scorre. Mio
figlio Nicola è stato inserito che aveva 150 bambini davanti, mio
figlio Roberto ne ha addirittura 130 davanti..”
Le prestazioni
sanitarie per i suoi due figli le ha dovute pagare lui, di tasca
propria: “tutti i mesi spendere 600 euro è una questione veramente
difficile” è la sua amara conclusione.
Anche quando si realizzano opere pensate per disabili, emergono problemi di progettazione che le rendono non pienamente fruibili: a Genova è stata realizzata dall’amministrazione comunale la pista ciclabile lungo Corso Italia, la strada che porta al mare, con un costo di 3 ml di euro (complessivo del rifacimento anche del corso). Obiettivo era snellire anche il traffico delle auto, ma si è scoperto poi che non può essere usata dai disabili.
La scheda del servizio: Non è una regione per disabili di Chiara De Luca con la collaborazione di Lidia Galeazzo
Ricerca immagini di Eva Georganopoulou
Immagini di Fabio Martinelli
Montaggio di Andrea Masella
Grafica di Michele Ventrone
Quali sono le problematiche affrontate dai disabili in Liguria?
Dalle liste di attesa per le cure dei bambini con spettro autistico e disturbi del neurosviluppo, all’erogazione della 104, all'iscrizione scolastica, fino ai parcheggi su corso Italia, a Genova. Secondo la Corte dei conti la Liguria è il fanalino di coda tra le regioni del Nord Italia con riferimento all’utilizzo dei fondi per le strutture semiresindeziali per persone disabili. Una mancanza di visione e di programmazione economica che alla fine lascia indietro i più deboli.
La sicurezza negli stabilimenti della Cremonini
Il servizio di Bernardo Iovene si occuperà dei lavoratori degli stabilimenti del gruppo Cremonini e delle malattie in ambito lavorativo, denunciate dai sindacati.
La scheda del servizio: Insicurezza sul lavoro di Bernardo Iovene con la collaborazione di Lidia Galeazzo e Greta Orsi
Immagini di Paco Sannino
Grafiche di Federico Ajello
I lavoratori che si occupano del disosso della carne sono a rischio malattie professionali: come vengono tutelati?
All’interno degli stabilimenti Inalca del gruppo Cremonini, l’Inail ha riconosciuto a 35 lavoratori malattie professionali dovute alla modalità di lavorazione del disosso della carne. Ma secondo le testimonianze di lavoratori e alcuni sindacati la situazione sarebbe ancora più grave. Anche l’Ats di Milano è intervenuta con prescrizioni che prevedono più pause e ritmi meno elevati. I sindacati Cgil e Usb denunciano un rapporto difficile con l’azienda in ambito di sicurezza e le prescrizioni dell’ATS non basterebbero a evitare malattie muscolo-scheletriche ai lavoratori. Report ha intervistato un medico del lavoro dell’ATS oggi in pensione, che aveva effettuato un controllo all’interno dell’azienda del gruppo Cremonini per verificare il nesso con il lavoro svolto e 6 casi di malattie e lesioni agli arti. Racconta il suo stupore sia sulla metodologia del lavoro che nel rilevare che all’interno c’erano stati altri 60 casi di patologie simili.
L’odore dei soldi
Ieri
per i paperoni dall’estero avevamo spalancato le porte, con la
norma voluta dal governo Renzi (e poi modificata dal Conte II): tra
questi paperoni ci sono anche gli oligarchi russi, oggi messi al
bando dopo l’inizio della guerra in Ucraina.
Il servizio di
Report racconterà delle maglie larghe nei controlli sui capitali
dall’estero, perché non è sempre vero che “pecunia non olet”.
La scheda del servizio: Pecunia olet di Cataldo Ciccolella e Giulio Valesini con la collaborazione di Edoardo Garibaldi e Alessia Pelagaggi
Immagini di Paolo Palermo, Paco Sannino e Alfredo Farina
Montaggio di Michele Ventrone
Come vengono fatti i controlli sugli imprenditori che portano il loro denaro in Italia?
Anche l’Italia, nel 2016, sotto il governo Renzi, ha lanciato il suo programma di visti in cambio di investimenti. Un modo per attirare i paperoni del mondo e i loro capitali nel nostro Paese offrendogli due anni di permesso di soggiorno rinnovabili e un regime fiscale vantaggioso. Nel 2020 poi il governo Conte II ha abbassato la soglia di denaro da investire sulle nostre aziende, fino a un minimo di 250mila euro, e allora il programma è diventato fra i più gettonati al mondo. Ma come vengono fatti i controlli sugli imprenditori che portano il loro denaro in Italia? Il servizio racconterà un caso che desta alcuni dubbi.
Le anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate sulla pagina FB o sull'account Twitter della trasmissione.
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