04 settembre 2023

Anteprima Presadiretta – Stato di calamità permanente

 


In Italia si dice che siamo bravi a gestire le emergenze: ci commuoviamo sempre di fronte alle immagini degli eroi che salvano le persone sotto le macerie, dalle case sommerse dalle acque, dal fango.. Siamo il paese che ha bisogno degli eroi per compensare l’incapacità di gestire la manutenzione dei fiumi, la pulizia degli argini, evitare che le colline franino addosso alle case, evitare che si costruisca laddove non si potrebbe, perché zona sismica, perché zona a rischio idrogeologico.

Aggiungo anche che questa retorica degli eroi non solo ha stancato, perché ogni volta ci tocca contare i morti e i danni: sull’emergenza ci sono troppi interessi, spesso poco puliti, nella gestione dei fondi. Pensate a quanto successo a l’Aquila dopo il terremoto del 2009, quando l’allora governo uso il palcoscenico con le macerie per la sua propaganda.
Questa sera tornano le inchieste di Presadiretta: la prima puntata è dedicata alla sfida lanciata dall’alluvione in Emilia Romagna del maggio passato. Una sfida a noi e ai decisori politici: il pericolo corso dalla popolazione in Emilia Romagna è stato estremamente reale, come reali sono i cambiamenti climatici causati anche dai nostri comportamenti.

Il servizio ha girato tutta la regione, dai monti sono scesi giù a seguire il corso dei fiumi, i giornalisti di Presadiretta sono entrati nelle città, fino al mare per cercare di capire che cosa è successo e cosa bisogna adesso per rigenerare il territorio visto che si moltiplicano gli eventi climatici estremi e dobbiamo per forza adattarci, ritrovare un equilibrio con queste forze della natura che si presentano così violente.
Ma a Presadiretta parleranno anche del presente, di quello che sta succedendo nelle città dell’Emilia, per capire a che punto è la ricostruzione, se i soldi che ha mandato il governo sono sufficienti. Iacona nell’anteprima ha invitato i suoi spettatori a scrivere alla redazione, usando i canali social, Facebook e Twitter, per raccontare le loro storie.

“Piogge così le ho viste soltanto in Africa e in Amazzonia però duravamo al massimo 8-9 ore” racconta a Iacona uno dei testimoni dell’alluvione: “ad un certo punto sembrava di essere nell’occhio del ciclone perché le nuvole non si muovevano”. Ci sono diversi video che testimoniano la violenza dell’evento: in uno di questi si sentono le persone gridare aiuto, chiuse nelle loro abitazioni mentre l’acqua nelle strade continuava a crescere, entrando nelle case.

“Se anziché alle tre di notte capitava alle tre di pomeriggio qui c’era una strage” racconta un’altra persona a San’Agata sul Santerno durante il servizio che mostrerà anche le frane, le foreste scivolate lungo il fianco delle colline, fiumi usciti dai propri alvei che hanno diviso terreni a metà.

Durante l’alluvione sono letteralmente esplosi i fiumi e così i luoghi considerati più sicuri come le nostre abitazioni sono diventati delle trappole, tutto è accaduto in fretta e per fortuna di notte, dove c’erano meno persone in strada, altrimenti sarebbe stata una strage.

“Non possiamo rimettere il fiume dove l’avevamo messo” spiega un signore a Iacona “lui vuole star lì ed è tornato lì”: l’impianto di sicurezza dei territori che aveva retto per decenni oggi non regge più.

Presadiretta racconterà anche delle sedici vittime dell’alluvione: l’unico modo per onorarne la memoria è cercare di capire cosa dobbiamo fare, ovvero prendersi cura delle montagne, dei boschi, dei fiumi, sempre che vogliamo essere sicuri nelle nostre città.
E, va ricordato, non stiamo parlando di una regione dove c’è abusivismo, ma di una di quelle meglio amministrate, dove c’è un PIL alto rispetto alla media: l’Emilia ha sempre convissuto coi fiumi e coi canali, che attraversano i centri storici delle città come Forlì, Cesena..
Quelle pianure una volta alluvionali sono diventate oggi il centro di produzione della frutta al mondo, come il Kiwi. Questo equilibrio tra natura e uomo, tra natura e centri di produzione impiantati dall’uomo non funziona più – racconta Iacona nella presentazione della puntata a Il filo rosso: la politica deve essere intelligente al punto di voler cercare gli errori commessi, dove si è consumato troppo suolo, dove si sono costretti i fiumi che si sono ripresi i loro spazi con la forza. Dobbiamo far tesoro di questa tragedia in modo che diventi un piano nazionale di gestione dell’emergenza: “io mi aspetto dal governo non tanto la polemica sui soldi, perché parleremo anche di quella, avremo Bonaccini in diretta che racconterà se il punto di arrivo con Figliuolo è al punto giusto, ma io mi aspetto che oltre alla solidarietà parta finalmente l’idea di aprire il grande cantiere di cura per l’Italia.”
Iacona ha incontrato gli esperti nelle accademie: geologi, scienziati climatici, scienziati idraulici, quelli del CNR, con loro ha fatto il giro del territorio. Esistono mappe del territorio valle per valle, fiume per fiume: già si sapevamo le fragilità del territorio e sappiamo anche quello che dobbiamo mettere in campo. Certo oggi non si può più chiedere ai contadini che non ci sono più di mantenere una montagna: ecco perché è così importante che intervenga lo Stato, per recuperare le cose più preziose che abbiamo.

Adattarsi ai cambiamenti climatici costerà sempre meno degli otto miliardi di danni e delle vittime dell’alluvione: entreremo in un meccanismo dove non si può più ricostruire, perché a momenti di siccità seguono le stagioni con gli alluvioni che spazzano via tutto, come sta già avvenendo in Africa.
C’è poi il tema del negazionismo climatico: esiste una cultura condivisa su questo, dobbiamo iniziare seriamente a diminuire le emissioni e tutti le altre buone pratiche (come la diminuzione delle plastiche, altro tema affrontato da Presadiretta).
Sono passati tre mesi dalla catastrofe, dalla passerella del governo, cosa vogliamo fare? Vogliamo costruire come prima o iniziamo a prenderci cura del territorio, prima della prossima tragedia?

Il Resto del carlino ha intervistato Riccardo Iacona sulla nuova stagione di Presadiretta e su questa prima puntata:

Come avete trovato le persone colpite dall’alluvione?

"Sotto shock per una cosa che non pensavano potesse capitare in città. Interi quartieri senza luce, il telefono che si spegne e poi vedi gli elicotteri che iniziano a volare sopra, con l’acqua che sale sempre più e sembra non volersi fermare. Questa è una cosa che mi ha colpito tantissimo. Ti fa toccare con mano come la sicurezza delle città sia saltata rispetto ai fiumi che, soprattutto in pianura, sono stati regimentati come corpi idraulici, ma corpi idraulici non sono".

Dopo oltre tre mesi la Romagna si sta riprendendo?

"Siete persone che non stanno certo con le mani in mano, tutti hanno fatto quel che si poteva e anche di più. Anche i Comuni. Ora serve il Governo, servono i finanziamenti grossi, quelli per ricostruire, ma anche ripensare tutto l’equilibrio del territorio. Con noi ci sarà in collegamento anche il presidente della Regione, Stefano Bonaccini. Cercheremo di capire se quanto previsto può bastare, ma anche come si dovrà ripensare il territorio, la montagna e la sua manutenzione in futuro. Sperando questa volta di aver imparato la lezione e che non succeda come con il Covid".

La scheda del servizio:

PresaDiretta torna in onda lunedì 4 settembre, alle 21.20 su Rai 3, per un nuovo ciclo di inchieste e reportage di PresaDiretta, 9 grandi appuntamenti con l’approfondimento. 
Nella prima puntata della stagione, la squadra di Riccardo Iacona torna a occuparsi di cambiamento climatico con un viaggio drammatico nei territori colpiti dall’alluvione emiliano-romagnola, dalla montagna alla pianura. Intere città finite sott’acqua, decine di fiumi straripati, centinaia di frane, migliaia di chilometri quadrati con case, aziende e terreni agricoli, allagati. Centinaia di feriti, sfollati e purtroppo, 16 vittime. A più di tre mesi dall’alluvione in Emilia-Romagna, i soldi stanziati dal Governo sono sufficienti? E come si può ricostruire per mettere davvero in sicurezza il nostro territorio dai fenomeni climatici estremi che stanno diventando sempre più ordinari?
PresaDiretta ha attraversato le zone appenniniche coinvolte nell’alluvione di maggio scorso, dove in poche ore è piovuta la quantità d’acqua che cade in sei mesi. Le montagne si sono spaccate con centinaia e centinaia di frane che hanno portato via tutto quello che incontravano: boschi, strade, case: perché è successo? 
Un viaggio nelle città e nei piccoli Comuni colpiti, per incontrare i cittadini e gli amministratori locali, i tecnici e tutti gli interlocutori coinvolti, raccontare non solo cosa è accaduto, ma di che cosa il territorio ha bisogno oggi. E come far fronte alla ricostruzione.
La gigantesca alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna ci ha fatto capire che non basta intervenire sui fiumi, bisogna intervenire sui boschi, sulla manutenzione della montagna, sul consumo di suolo, se vogliamo salvare le città. I dati ci sono, la conoscenza tecnica e gli studi scientifici pure. Adesso il contrasto al cambiamento climatico deve diventare centrale nell’agenda della politica.
Ospite di Riccardo Iacona, Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna, per capire insieme di cosa hanno bisogno popolazione civile e imprese e come mettere in sicurezza il territorio per far fronte al cambiamento climatico.
 
"Stato di calamità permanente" è un racconto di Riccardo Iacona, con Elisabetta Camilleri, Cecilia Carpio, Sabrina Carreras, Marianna De Marzi, Alessandro Macina, Cesarina Trillini, Alessandro Marcelli e Massimiliano Torchia.  

Le anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate sulla pagina FB o sull'account Twitter della trasmissione.


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