11 settembre 2023

Anteprima Presadiretta – Approdo Italia

 

La gestione dei migranti, l’emergenza dei migranti, l’allarme sbarchi e l’allarme per la violenza dei migranti che bivaccano a spese nostre nelle piazze delle città italiane .. tutto questo fa parte del materiale di propaganda della destra italiana (e non solo visto che i decreti Minniti con gli accordi con la guardia costiera libica li ha fatti il PD).
Questa destra non potrebbe vivere senza i migranti a cui deve molto: le leggi che ha sfornato nel corso dei vari governi non servivano a gestire i flussi, a governare le migrazioni dal sud del mondo di persone in fuga da carestie o dalle guerre (a cui pure noi occidentali abbiamo preso parte). Dalla Bossi Fini ai decreti Salvini, tutte le leggi servivano a rendere i migranti che arrivano in Italia più ricattabili, più sfruttabili dalle mafie, dai caporalati.
Questa è la destra che sa mostrare la faccia dura contro i più deboli, specie se con la pelle di un colore più scuro, quella del blocco navale, della caccia agli scafisti su tutto il globo terracqueo, delle barche da affondare. Una destra (ma con molti apprezzamenti anche al centro) che da una parte difende i valori cristiani dall’altra volta la testa dall’altra parte quando ci sono le vite da salvare, quando ci sono persone in mezzo al mare da andare a salvare.
Gli ultimi decreti di questo governo hanno imposto alle Ong di fare viaggi più lunghi per la ricerca di un porto dove far sbarcare i migranti, comportando per loro maggiori costi e rendendo di fatto più difficile salvare le persone.

Di fronte ad un fenomeno globale, quello delle migrazioni, legato ai vari conflitti nel mondo, ai cambiamenti climatici (come ha raccontato la scorsa puntata di Presadiretta alla fine), si pensa di risolvere tutti costruendo muri, usando tecnologie sofisticate per dar la caccia ai migranti alle frontiere, finanziando nazioni che non rispettano i diritti civili affinché facciano per noi i gendarmi del Mediterraneo. Si è arrivati perfino a criminalizzare chi salva vite umane in mezzo al mare.

Eppure nonostante questo dall’inizio dell’anno sono arrivati in Italia più di 100 mila migranti, mandando al collasso il nostro fragile sistema di accoglienza. Il nostro mare è diventato un enorme cimitero delle persone che non ce l’hanno fatta. Come un cimitero sono diventate le spiagge della Tunisia, l’ultimo paese con cui il governo Meloni ha stretto un accordo per la gestione dei migranti (ovvero teneteveli da voi).

Uno di questi si chiamava Lhazar: la madre è andata fino in Sicilia per cercare il suo corpo, sparito in fondo al mare. Solo una ripresa video che mostra un corpo, che non potrà più essere restituito alla madre, nemmeno una tomba su cui piangere: “la Tunisia manda i suoi figli a morire” racconta alla giornalista di Presadiretta.

Secondo le organizzazioni umanitarie da gennaio ad agosto 2023 sono morti in mare 2300 migranti che tentavano di arrivare in Europa, ma sono numeri sicuramente sottostimati, molti barchini che salpano verso le coste europee affondano senza che nessuno se ne accorga.

In Italia sono arrivati in 115 mila, il doppio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, nonostante un governo come questo, soltanto i tunisini sono stati 10.200, il 9% di tutti gli sbarchi, un numero in continua crescita.
Il sud del paese è diventato un enorme cimitero di tombe senza nome, come a Zarzis dove un pescatore ha iniziato a seppellire i cadaveri dei migranti che il mare portava a riva. Sulla tomba solo l’indicazione del sesso e del giorno del ritrovamento.


La Tunisia sta attraversando una crisi spaventosa che tocca quasi tutte le classi sociali – racconta alla trasmissione l’economista Layla Rihai, il paese ha un enorme problema di debito, solo per le sovvenzioni sui beni di prima necessità lo Stato spende 2 miliardi di euro, il 6% del PIL.
Questa economista fa parte della Piattaforma delle alternative, ha studiato l’economia del suo paese per cercare soluzioni per la crisi: una di queste è alzare i salari, il salario medio in Tunisia è di circa 432 dinari, circa 135 euro e la moneta del paese ha raggiunto una svalutazione forte nei confronti delle monete forti e a pagare di più sono ovviamente i giovani e le donne che vivono questa depressione economica sulla loro pelle e non hanno più speranza.

I giornalisti di Presadiretta sono saliti a bordo della nave GeoBarents della Ong Medici senza Frontiere per capire quale sia la reale situazione nel Mediterraneo: hanno seguito le procedure di recupero e salvataggio dei barchini che partono dalle coste del Nord Africa per cui la nave della Ong è il primo posto sicuro dopo tanti giorni di mare.

La scheda del servizio sul sito della Rai:

Il flusso dei migranti che arrivano sulle nostre coste continua senza sosta. Nonostante le restrizioni imposte alle imbarcazioni delle Ong che svolgono soccorso in mare, nonostante il Memorandum firmato con la Tunisia, gli arrivi del 2023 hanno già battuto tutti i record degli ultimi anni. 
PresaDiretta, in onda lunedì 11 settembre alle 21.20 su Rai 3, ha navigato sulla nave Geo Barents di Medici senza frontiere, per capire cosa sta succedendo in mezzo al Mediterraneo, ha partecipato ai salvataggi e assistito a un respingimento illegale secondo il diritto internazionale, da parte della Guardia costiera libica. Ha viaggiato da nord a sud, da La Spezia a Catania, per raccontare le gestione degli sbarchi, la fatica degli hot spot, l’impegno della Croce Rossa e quello dei volontari delle associazioni umanitarie, fino all’isola di Lampedusa, sempre in prima linea e in stato di cronica emergenza. Ha visitato le strutture che accolgono i migranti, i campi improvvisati e ha ascoltato le testimonianze dei sindaci, che denunciano la mancanza di soldi, di strutture e il collasso del sistema dell’accoglienza. Di cosa hanno davvero bisogno?
Non sarebbe meglio affrontare i fenomeni migratori – usando le parole del Presidente Mattarella – come “movimenti globali, che non vengono cancellati da muri o barriere”?

PresaDiretta è andata in Tunisia, alla ricerca delle cause dell’instabilità di un Paese che è diventato il principale punto di partenza dei migranti verso l’Italia. Un viaggio dentro la crisi economica e politica tunisina: il problema della disoccupazione tra i giovani che amplifica la spinta a lasciare il paese; le politiche autoritarie del presidente Saied e l’insofferenza crescente nei confronti dei migranti che arrivano dalle rotte subsahariane; il Memorandum di intesa firmato tra l’Europa e la Tunisia.
Infine, l’importanza economica delle “rimesse” degli stranieri verso i loro paesi di origine, un enorme flusso di denaro, 800 miliardi di dollari, più di quanto si spende in aiuti allo sviluppo. Soldi che rappresentano un aiuto fondamentale allo sviluppo economico di quei paesi. PresaDiretta ha scelto di raccontare la Comunità senegalese, con un viaggio tra Italia e Senegal dove le rimesse costituiscono il 10% del Pil nazionale. Gli immigrati senegalesi di Pisa, integrati nel territorio e nella società, che lavorano e producono in Italia, qui pagano le tasse e lì contribuiscono a creare servizi per la loro Comunità: scuole, ospedali, raccolta dei rifiuti. Gli immigrati integrati si aiutano da soli. Anche a casa loro.
Ospite di Riccardo Iacona: Matteo Villa ricercatore dell’ISPI, l’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, esperto di politiche migratorie per fare chiarezza sulla situazione delle migrazioni in Italia e in Europa.

Le anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate sulla pagina FB o sull'account Twitter della trasmissione.


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