17 settembre 2023

Stella di mare di Piergiorgio Pulixi


Prologo

Porto Canale – Villaggio Pescatori, Giorgino, Cagliari

Stella aveva l’estate negli occhi. Anche in pieno autunno. Non solo per l’azzurro terso delle iridi che sembravano racchiudere il mare e il cielo insieme. Quegli occhi sapevano della tanto attesa libertà di giugno, delle lunghe ore di luce nelle serate di luglio e della sfrontatezza delle giornate di agosto. Ovunque si posassero , instillavano la promessa di un futuro radioso e magico, di un’estate infinita..

Era bella Maristella Coga, cresciuta in una famiglia difficile in un quartiere difficile di Cagliari, il Sant’Elia, chiamato anche la Scampia di Cagliari per la difficoltà per la polizia di entrarci dentro. Ex borgo di pescatori, come lo erano i nonni di Stella, considerato l’immondezzaio della città, che la costruzione di grigi palazzoni di cemento non aveva reso migliore. Era bella, Stella, cresciuta nella consapevolezza che quella sua bellezza poteva essere sia un arma per scappare da quella realtà di una comunità chiusa. Ma anche un problema per tutte quelle invidie che poteva suscitare.
Avrebbe meritato di meglio, Stella, che non finire uccisa in quel modo per essere poi abbandonata sulla spiaggia di Giorgino.

Il volto, invece, era così sfigurato e raggrumato di sangue che nessuna bestia avrebbe potuto accanirsi con tanta crudeltà. Nessuna bestia, a parte l’uomo.

Il suo assassino non si è limitato a strappargli la vita e la speranza di un futuro migliore: si è anche accanito sul suo volto, sul suo seno, quasi a voler distruggere la sua bellezza.
È questo il delitto di cui si dovrà occupare la squadra del vice questore Vito Strega,
il gruppo specializzato nell’analisi dei crimini violenti, come quelli del “dentista”, il “burattinaio” o il mostro del Ticino: proprio dopo quest’ultimo caso la squadra delle ispettrici Eva Croce e Mara Rais si era allargata con l’arrivo dell’ispettrice Clara Pontecorvo, la “gigantessa” strappata dalla questura di Provincia dopo che Strega ne aveva intuito le potenzialità.
Quello di Stella si rivela subito un delitto difficile, prima di tutto per il contesto familiare, poco amanti della polizia: uno zio di Stella è stato ucciso proprio in uno scontro a fuoco, il padre è stato condannato per molestie, un fratello di Stella si trova in carcere. La madre, infine, ha problemi di alcool, ha avuto dei precedenti per spaccio. Difficile ottenere qualcosa da loro: quella di Stella era una famiglia tenuta in piedi dalla vecchia nonna, Rosaria, forse l’unica persona con cui Stella aveva un vero rapporto di confidenza, oltre al piccolo fratellino Nino, nato con un deficit di apprendimento.

Non c’è solo questo a complicare le cose: Stella era fidanzata ad un giovane criminale, Samuel Bullegas, a capo di una banda dedita allo spaccio e che aveva preso il posto della vecchia mala, dopo che questa era stata smantellata da un blitz dei carabinieri.
Chi ha ucciso Stella? Qualcuno che non poteva sopportare la sua bellezza? È stato un delitto maturato nel mondo della criminalità, hanno ucciso Stella per indebolire il giovane boss, Samuel, che era in contatto con i clan della Camorra giù a Napoli?
Questa volta le indagini si dividono in due tronconi: la squadra di Vito Croce, assieme alla Mobile, indaga all’interno della famiglia, per cercare di capire chi potesse odiare tanto questa ragazza di appena diciassette anni.
I cugini, i carabinieri, seguiranno la pista della criminalità organizzata.

Purtroppo quello di Stella non sarà l’unica morte in questa storia: è come se sulla famiglia Coga gravasse una maledizione e questo delitto in famiglia avesse fatto saltare vecchi equilibri che ora possono essere solo ricuciti col sangue.
Le ispettrici del SIS intuiscono che i familiari di Stella le stanno nascondendo qualcosa: per esempio sulla strana relazione tra la madre, che aveva avuto una reazione fredda alla notizia della morte della figlia, con quello strano prete, don Alessio, pure lui con qualche guaio con la giustizia.
Servirà tutta la loro esperienza, il supporto dei medico legale, le analisi scientifiche, qualche buona intuizione, per mettere assieme tutte le tessere del puzzle e dare una risposta a tutte le domande: cosa ci faceva Stella a casa di un suo professore la notte prima dell’omicidio? Cosa ci faceva a Olbia, pochi giorni prima di essere uccisa?

Sceti is macus e is pipius narant sa berirari, dice il proverbio. Solo i matti e i bambini dicono la verità. E sa perché? Perché la verità è più pericolosa delle bugie.

La verità dietro questo delitto porta ai legami di sangue dentro questa famiglia, alle colpe dei padri che purtroppo ricadono sui figli: una verità così difficile da rivelare tanto da costringere Strega a farsi giustizia a modo suo, anche nascondendo le sue scelte alle sue ispettrici, cosa che comporterà una tensione con una di loro, mettendo in crisi la solidità della squadra.

Non è l’unico problema a cui Vito Strega deve pensare: in questo romanzo Pulixi ci racconta qualche tassello in più del suo passato, enigmatico e caratterizzato da quel trauma che lo accompagna. Come lo accompagnano quelle voce che sente nella testa: sono le voci delle vittime dei delitti di cui si è occupato, “il Canto degli innocenti”, la causa della sua ossessione per la giustizia.

«È riniziato, quindi» disse il medico. La sua non era una domanda, ma una constatazione. «Non era mai cessato, in realtà»

Che succederebbe se qualcuno scoprisse il suo segreto, quelle voci in testa? Voci che ora Strega non riesce più a tenere a bada con la sua tensione per le indagini, con la sua attività fisica.

Ha un finale questo racconto: Stella, la bellissima ragazza bionda con gli occhi color del mare, riuscirà ad avere finalmente la sua pace in un pomeriggio dove il cielo di Cagliari è spazzato dal vento dello Scirocco, il “Bentu de soli”.

Ma quale sarà il futuro per Vito Strega? Riuscirà a tenere a bada il suo problema personale? Fino a quando potrà nascondere alle persone a lui più vicine, la sua malattia?

E che ne sarà della sua squadra, per quelle piccole crepe emerse a fine indagine? Lo scopriremo solo al prossimo romanzo della serie, che non potrà mancare, vero Piergiorgio Pulixi?

Come i precedenti romanzi di Pulixi, anche quest’ultimo scorre via veloce, nonostante le più di quattrocento pagine piene zeppe di passaggi in dialetto cagliaritano, che poi è la città dell’autore, che qui racconta cogliendo tutte le sfumature, anche delle persone che vivono dentro l’ex borgo antico di Sant’Elia. Gente ostile alla legge e alla giustizia, “da giusta”: forse perché il cuore oscuro si nasconde anche tra chi dovrebbe stare dalla parte giusta della legge. Ma, quale legge poi, può dare giustizia di fronte a tragedie come questa la morte di una ragazza di diciassette anni? Una tragedia come quelle raccontate da Sofocle, come Antigone. Forse il noir di oggi ha molto in comune con le tragedie della vecchia cultura greca..

La scheda del libro sul sito di Rizzoli

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