06 febbraio 2021

Un colpo al cuore, di Piergiorgio Pulixi

 

Prologo

La presidente della Corte d’Appello non riusciva a trovare il coraggio per andare avanti. Insieme ai colleghi era stata chiusa per più di due ore in camera di consiglio a cercare una soluzione. Tempo sprecato. La legge non indicava altra via d’uscita. Quando era tornata in aula, il suo volto pareva smagrito e invecchiato. Era chiaro che quella sentenza le avrebbe lasciato delle cicatrici indelebili.

Immaginatevi se qualcuno decidesse, all'improvviso, che tutto l'odio che circola in rete, tutta questa voglia di giustizia sommaria contro i criminali lasciati in libertà, contro i magistrati che li lasciano liberi oppure contro magistrati e giornalisti che costruiscono i mostri da dare in pasto all'opinione pubblica, non potesse essere più contenuta nel web.

Un uomo alto dall’aria anonima, che aveva assistito in silenzio, seduto in disparte in quinta fila, si alzò. Scrutò per qualche istante la ragazza in preda alla disperazione, come se volesse assorbirne il dolore

E questo qualcuno, reso anonimo e senza identità da una maschera, iniziasse a farsi giustizia da sé, in modo anche efferato, contro queste categorie di persone: nemici del popolo per una giustizia del popolo.

Piergiorgio Pulixi in un romanzo di 500 e più pagina immagina una scenario che non è così distante dalla realtà che stiamo vivendo, toccando temi quanto mai attuali, il populismo e gli arruffa popolo, quelli che parlano a nome e in difesa del popolo. La violenza sui social, le tensioni dentro la nostra società, un incendio con tanti focolai (la crisi, la malagiustizia o la malasanità) su cui tanti soffiano fuoco, per un like in più, per un click in più.

Finché le cose non scappano di mano e un vendicatore mascherato non si tramuta in giudice e carnefice: un vendicatore che rapisce un pedofilo, uscito indenne da un processo che si è trascinato per anni, grazie alla prescrizione.

Da una parte un ignobile pedofilo, uno che ha abusato per anni su una bambina. Dall'altra parte la vittima, a cui la giustizia dello Stato italiano non è riuscita a dare nulla.

Non vorreste anche voi fargliela pagare a questa persona?

.. il prigioniero si voltò, in cerca di una via di fuga. In quel momento vide le fotografie incollate alla parete. Ritraevano le facce sorridenti di tutte le bambine che aveva violentato.

Il vendicatore ha messo in atto un reality per la folla del web, a cui offre tramite una videocamera collegata alla rete, l'immagine del mostro sanguinante perché il vendicatore ha strappati i denti, che ha regalato alla vittima come risarcimento.

Un video con un titolo intrigante “La Legge sei tu” che viene inviato a migliaia di persone, la giuria popolare di questo novello giudice del terzo millennio, a cui spiega quello che sta facendo: la malagiustizia, un sistema che non funziona.

oggi la legge salvaguarda soltanto l’ordine costituito, lo Stato, e lo fa codificando ingiustizie e diseguaglianze, discriminando categorie sociali indifese..

E poi la soluzione: tramite una pagina web, si può decidere se dare la pena capitale o meno.

Per come vanno le cose oggi nel nostro Paese, la giustizia non compete più allo Stato, ma solo alle vittime.

E il popolo del web decide. Pena capitale. Non sarà la prima vittima, rapita e sottoposta al rito dei denti strappati ed esposta al giudizio della rete.

Una faccenda che, all'interno delle forze dell'ordine, della magistratura, dentro gli uomini dello stato, suscita una certa preoccupazione: cosa succede se altri emuli dovessero seguire l'esempio?

Questo giustiziere, questo assassino seriale, esperto, con un lessico forbito, che non ha lasciato dietro di sé tracce, va fermato, prima che la rabbia nel paese esploda

.. l’odio era l’agente fertilizzante, e la pericolosa rabbia sociale che attanagliava il Paese l’humus propizio e fertile. La virulenza dei social network avrebbe accelerato il contagio.

Ad indagare la Mobile di Cagliari, dove viveva la prima vittima il pedofilo: incontriamo due ispettrici che avevamo conosciuto nel romanzo L'isola delle anime (un'indagine su vecchi e nuovi delitti, che affondava le radici nelle vecchie tradizioni dell'isola e che aveva toccato persone importanti sull'isola).

Mara Rais e Eva Croce, due donne che non potrebbero essere più diverse, per carattere, per abitudini, per origine. Ma che hanno saputo creare tra di loro quel giusto amalgama, per poter lavorare bene assieme e completarsi a vicenda. Impulsiva e schietta Mara Rais, più riflessiva e pacata Eva Croce. Entrambe con tante ferite ancora da rimarginare nel loro passato e con cui dovranno fare i conti anche in questa storia.

Ad aiutarle, in questa caccia al mostro, su cui sono accesi anche i riflettori della stampa, arriva un criminologo da Milano, Vito Strega, professore di psicologia applicata all’analisi criminale e vicequestore dell'UAVC, l'unità di analisi dei crimini violenti.

Chi è questo assassino, che viene battezzato “il Dentista”, un serial killer che si nasconde dietro una maschera e una parrucca sfilacciata che sta diventando, in modo sinistro, così popolare nel paese? Come sceglie le sue vittime? Qual è il suo vero piano?

«Secondo voi cosa sta facendo, a parte uccidere?» domandò il criminologo.

«Sta lubrificando la macchina della giustizia col sangue» rispose Rais.

Oltre alla squadra della polizia, anche un altro occhio sta seguendo questa vicenda: si tratta della giornalista Luana Rubicondi, conduttrice di una trasmissione che si occupa di casi di cronaca in una emittente privata.

Una giornalista che aveva fatto carriera turandosi il naso, di fronte alle richieste dei dirigenti dell'emittente, con “un fiuto prodigioso per i casi che potevano rivelarsi pruriginosi, morbosi e appetibili per il grande pubblico”. Come la storia del dentista, in cui ci tuffa, perché funziona bene con la pancia del paese, cavalcando l'insofferenza contro le istituzioni, contro magistrati e magari anche contro certi poliziotti, indicati come responsabili dello sfascio del sistema, di una giustizia che vale solo per qualcuno e non per tutti. Una narrazione basata sulla contrapposizione tra il bene e il male, dove però il buono è il dentista.

Un colpo al cuore è una galoppata che passa attraverso colpi di scena, attimi di tensione e momenti di riflessione sul nostro presente. Cosa succederebbe nel paese se un certo populismo fosse portato all'estremo?

Trasformare le persone in giudici sovrani, con un solo click sullo smartphone, come gli imperatori romani, pollice verso o pollice alzato. La legge sei tu:

Io non sono il Dentista. Ognuno di voi lo è. La maschera è diventata di dominio pubblico. Tutti ve ne siete appropriati, perché la vostra anima langue in un lacerante bisogno di rivalsa.

Sarebbe il caos, la perdita di credibilità delle istituzioni, un effetto domino che potrebbe portare a forti tensioni nel paese (e non mancano i riferimenti al finale del film Joker o, aggiungo io, alle scene dell'assalto al Campidoglio dai fan di Trump lo scorso 6 gennaio).

Chi potrebbe volere questo caos, questa tensione ai limiti dell'eversione?

Molto bello anche il racconto dei personaggi, esposti al lettore nella loro vulnerabilità: il dolore che si porta dentro Eva, la rossa, per la separazione dal marito e la morte della figlia. Dolore che cura col dolore e con l'esporsi al rischio. E alla fatica.

Mara, la tosta ispettrice sarda, rimasta sola dopo la separazione dal marito, isolata nel lavoro per essersi inimicata il Questore per una vecchia storia.

E infine Strega, bello ed enigmatico, solitario ma carismatico, per la sua esperienza da criminologo e per la sua prestanza fisica.

Li ritroveremo assieme in una nuova indagine in un prossimo giallo di Pulixi?

Penso proprio di sì.

La scheda del libro sul sito di Rizzoli e il pdf del primo capitolo

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