03 dicembre 2023

Anteprima inchieste di Report – spy Game Gasparri, il superbonus, l’elettrocuzione,i ventilatori della Philips, la situazione in valle Stura e lo spid

Sono tanti i servizi programmati per la puntata di questa sera: un servizio sarà dedicato al bonus 110% e a come sono stati messi i cappotti alle case, poi il servizio dedicato alla società di cybersecurity del senatore Gasparri. A seguire alcuni servizi su temi di cui si era già occupata Report: i respiratori della Philips, gli abbattimenti dei suini tramite scossa elettrica e la situazione in Val Stura col traffico di tir per lo stabilimento dell’Acqua Sant’Anna.

Infine il servizio sullo Spid che doveva andare in onda settimana prossima.

Gli interessi del senatore Gasparri

Ora che non è più vicepresidente del Senato, posto ceduto a Ronzulli, Gasparri non rischia di creare un problema ad una delle istituzioni della Repubblica.

Ma il problema rimane, nonostante la notizia sia sparita dai telegiornali e anche da molti quotidiani, che han preferito dedicarsi alle notizie sul presunto scontro toghe – politica (che non esiste): trovate una anticipazione del servizio sul Fatto Quotidiano (unico giornale a seguire i servizi di Report)

L’italo-israeliano dal bunker: “Gasparri ci serve a Palazzo”

STASERA A “REPORT” - Lobbismo. Leone Ouazana, patron di Cyberealm, spiega il ruolo del senatore presidente (azzurro)
DI ALESSANDRO MANTOVANI

“Gasparri? Mi aiuta a capire lo scenario italiano nel settore della sicurezza”, dice l’italo-israeliano Leone Ouazana quando Report gli chiede perché abbia scelto lui per la presidenza della sua Cyberealm. Con questa azienda e anche con la partecipata Atlantica Cyber Security, Ouazana offre servizi a soggetti pubblici: proprio Gasparri ha favorito lo scorso 12 luglio un appuntamento dell’italoisraeliano all’Agenzia delle Dogane, per un affare che poi è saltato. Insomma, secondo l’inchiesta di Report in onda stasera, il capogruppo FI in Senato fa il lobbista. Un senatore, vicepresidente del Senato fino a quando si è dimesso nel pieno di questa storia, che fa il lobbista. Dal 17 giugno 2021 è delegato a “curare e gestire i rapporti istituzionali con enti pubblici e privati”.

Chi meglio di lui, membro della commissione Esteri e Difesa? Come farà il Senato, presieduto dall’ex camerata Ignazio La Russa, a non sanzionarlo per la mancata comunicazione dell’incarico? E come fanno a tenerlo in commissione di Vigilanza Rai quando ha usato quella posizione contro Report, convocando Ranucci quando già sapeva dell’inchiesta?

Gli appalti, come sappiamo, li prende Atlantica Digital, colosso in mano al gruppo Smart4 del francese Cyril Roger e dell’italiano Carlo Torino, già coinvolto in un’indagine poi archiviata sulle conferenze di Matteo Renzi negli Emirati Arabi. Report elenca 6,9 milioni di euro da Sogei, l’occhio telematico dello Stato; 132 mila dai Carabinieri; circa mezzo milione dalla Rai “vigilata” da Gasparri. La società che gestisce il Soc, il centro operativo di sicurezza informatica, è però Atlantica Cyber: Smart 4 ne ha ha acquisito il 25% decisivo nel 2022 pagandolo 1,2 milioni di euro a Cyberleam che ne conserva il 24%.

Il settore della cybersecurity è uno di quelli che non subiscono tagli, vale ogni anno 6 miliardi di euro e, per colpa delle falle nella sicurezza informatica nel nostro paese, è un settore molto remunerativo, siamo anche uno dei paesi al mondo che subiscono maggiori attacchi (come i casi di attacchi ransomware agli ospedali e alle ASL). Dal 2024 il sottosegretario Mantovano ha promesso maggiori investimenti nel settore, per arrivare a 220 ml di euro (quest’anno sono 80ml). Avere un senatore nello staff di un'azienda di questo settore può aiutare.

La scheda del servizio: SPY GAME 2 di Lorenzo Vendemiale e Carlo Tecce

Dopo le anticipazioni degli scorsi giorni, l'inchiesta integrale di Report sugli interessi privati del senatore Maurizio Gasparri nella cybersicurezza. Report ha scoperto che Gasparri, da vicepresidente del Senato prima e ora da capogruppo di Forza Italia, è stato ed è ancora presidente anche di Cyberealm, una società specializzata nella sicurezza informatica. Ma chi c’è davvero dietro Cyberealm? E qual è il ruolo, mai dichiarato al Parlamento, di Maurizio Gasparri? Dall’inchiesta emerge che l’azienda, in cui operano rappresentanti ufficiali e occulti vicini ad apparati stranieri, ha rapporti diretti e indiretti con le nostre istituzioni.

Cosa rimane dopo il superbonus

Dopo i lavori fatti col superbonus quanto sono sicure le nostre case? Report lo scorso anno aveva dedicato un servizio al bonus al 110%, nato col governo Conte II per rilanciare il settore delle costruzioni e consentire un ammodernamento delle case. L’assenza di controlli e la solita furbizia italiana avevano trasformato questa opportunità per rendere sicure e sostenibili le abitazioni in una opportunità per arricchimento per pochi: un business dentro cui sono entrati attori come Poste Italiane e le banche che hanno gestito la cessione dei crediti senza troppi controlli.
Il servizio raccontava anche di come, ad aver usufruito di più del bonus, dunque dei soldi pubblici, siano state persone che non avevano problemi economici, che hanno potuto ristrutturare le loro case o seconde case.

Il superbonus verrà chiuso il prossimo anno, quando le detrazioni passeranno dal 110 al 90% ma, la domanda che si è posta Report col servizio di Luca Bertazzoni, alla fine le nostre case saranno più sicure ed efficienti?


Il 2 giugno 2023 un incendio ha distrutto un palazzo a Colle Aniene, nella periferia di Roma, una persona morì nell’incendio e 17 rimasero ferite, molte delle quali con delle ustioni che rimarranno sul loro corpo per il resto della vita. Nel condominio erano in corso i lavori di ristrutturazione con il superbonus 110% : il giornalista ha visitato il palazzo, dopo l’incendio, partendo dalla zona più danneggiata che è quella dove si era iniziato a mettere il cappotto termico. Erano quadrati di plastica che vengono attaccati al soffitto, erano rimasti depositato in uno dei piani del palazzo, a mo di deposito. Nel momento in cui è scoppiato l’incendio tutto il materiale plastico ha preso fuoco: l’incendio si è sviluppato all’esterno, dalle finestre è entrato nelle scale e da lì negli appartamenti.
Il giornalista ha chiesto un parere a Davide Luraschi, presidente del collegio ingegneri di Milano, è anche perito per l’incendio che ha colpito due anni fa la Torre dei Moro a Milano: per la costruzione di un cappotto termico si usano isolanti di diverso tipo, ci sono quelli totalmente incombustibili come la lana di vetro o la lana di roccia. Ma il 70% del materiale venduto è combustibile perché sono sostanzialmente come le EPS, polistirene espanso sinterizzato, di origine organica o sintetica che evidentemente bruciano.

Sono più vendute perché costano meno? L’ingegner Luraschi: “sicuramente più venduto perché più economico, questa norma sul superbonus avrebbe dovuto attenzionare di più il tema della sicurezza”.

Bertazzoni ha intervistato l’economista Giuseppe Pisauro, uno tra i primi a denunciare il pericolo dietro il superbonus, per tramite l’ufficio parlamentare di bilancio che allora presiedeva (dal 2014 al 2022): “quando ci sono stati tentativo col governo Draghi di ridimensionarlo c’è stata una opposizione trasversale di tutte le forze politiche. La cosa un po’ più triste di tutta questa storia è che c’è chi ha potuto approfittarne del 110% e chi invece non c’è riuscito per vari motivi, ma che fosse una lotteria doveva essere chiaro fin dall’inizio, perché non potevano usufruirne tutti.. ”
Alla fine la lotteria è costata agli italiani quasi 100 miliardi di euro ma a vincerla è stato solo il 3% del patrimonio immobiliare. E chi non si è reso conto che fosse un gioco d’azzardo ha perso tutto: come Paola Fantoni che su quei soldi contava per completare la ristrutturazione dell’abitazione, per lei e per i figli. Al 31 dicembre il superbonus termina e ora mancano i soldi per terminare i lavori. Per aver creduto ad una legge dello Stato.

La scheda del servizio: IL BONUS È FINITO di Luca Bertazzoni

collaborazione Marzia Amico

Il prossimo 31 dicembre finirà l’era del Superbonus 110% che in questi anni è costato quasi 100 miliardi di euro alle casse dello Stato per 440mila interventi di ristrutturazione. L’inchiesta traccia un bilancio della misura voluta dal Governo Conte II. L’iniziale cessione multipla dei crediti fiscali ha avuto come effetto un enorme numero di truffe ai danni dello Stato: Report racconta quella di Mister Miliardo, un imprenditore di San Severo finito sotto indagine per presunta emissione di fatture inesistenti. L'inchiesta si occupa anche dei materiali che sono utilizzati per costruire i cappotti termici in Italia, partendo dall’incendio dello scorso giugno in un palazzo di Colli Aniene a Roma, dove ha perso la vita una persona.

Gli abbattimenti tramite scossa elettrica

Giulia Innocenzi torna ad occuparsi degli abbattimenti dei suini negli allevamenti dove è stata trovata la peste suina: a Roma un allevatore ha filmato come i suoi animali sono stati uccisi tramite elettrocuzione, le difficoltà da parte degli operatori nel bloccare gli animali a cui applicare gli elettrodi. Un metodo poco rispettoso degli animali tanto che l’allevatore ad un certo punto ha dato in escandescenza col titolare della cooperativa che ha gestito gli abbattimenti, che dovrebbe essere Ido Bezzi, responsabile degli abbattimenti in provincia di Pavia oltre che di quelli vicino Roma. Come mai gli è stato consentito di usare lo stesso metodo a distanza di un anno, che presenta tante criticità?


La scheda del servizio:
LA SCOSSA di Giulia Innocenzi

Collaborazione Greta Orsi, Giulia Sabella

Dopo l'inchiesta del 5 novembre, in cui Report aveva mostrato che per contrastare la peste suina erano stati abbattuti in Lombardia oltre 10.000 suini con l'elettrocuzione, e che erano stati commessi diversi maltrattamenti sugli animali, la procura di Pavia ha aperto un fascicolo e il ministro dell’agricoltura Lollobrigida è stato chiamato alla Camera dei deputati a dare spiegazioni. Chi ha autorizzato l'elettrocuzione, pratica sconsigliata su così tanti maiali, e perché? Giulia Innocenzi è inoltre entrata in possesso di alcune immagini sull'allevamento dove sono stati fatti gli abbattimenti. C'è un'emergenza benessere animale, fondamentale anche per evitare il rischio di propagazione di malattie?

I ventilatori della Philips

Nel giugno 2022 Report aveva denunciato in un servizio dei problemi di sicurezza dei respiratori della Philips, quelli usati dalle persone con problemi di apnee notturne: la schiuma fonoassorbente contenuta nei dispositivi a lungo andare si degrada e finisce nelle vie aeree.
È stato un incidente oppure c’è stata una falla nei controlli?
Come racconta il servizio di Giulio Valesini, Philips conosceva il problema dal 2015, per le segnalazioni che riceveva dai clienti e non ha posto rimedio. È stato dopo il 2020, quando i respiratori sono stati usati anche per il Covid, quando sono arrivate molti più reclami, che si è fatto qualcosa. Si è sacrificata la sicurezza dei pazienti per il profitto?
Il medico della società tedesca che ha risposto alle domande di Report spiega che la loro reputazione si basa sulla sicurezza dei pazienti. Ma questi modelli sono stati usati, e alcuni anche approvati in emergenza, proprio durante la pandemia, con pazienti con importanti difficoltà respiratorie. Nonostante il management della Philips sapesse del problema del particolato. Finita l’ondata di malati del covid, c’è stato un recall di questi dispositivi, come il Trilogy 100 e 200.

Ci sono state poi polemiche sulle perizie fatte sulle morti che si ritengono collegate all’uso di questi respiratori: sono state fatte dalla stessa azienda, come chiedere all’oste se il vino è buono. Le perizie e gli studi andrebbero fatti da un ente indipendente: Philips ha commentato dicendo che stanno facendo le loro valutazioni, perché al momento non ci sono dati che stabiliscano una correlazione tra le morti e l’uso dei loro dispositivi.

La scheda del servizio: C’è (ANCORA) POLVERE NEL VENTILATORE di Giulio Valesini e Cataldo Ciccolella

Collaborazione Lidia Galeazzo, Alessia Pelagaggi

Report torna a occuparsi dei CPAP, BiPAP e ventilatori distribuiti in tutto il mondo da Philips, che dovevano aiutare i pazienti a respirare meglio. Nel 2021, 15 milioni di dispositivi sono stati dichiarati pericolosi per la salute dei pazienti. Philips ammise che la schiuma usata per insonorizzare il motore rilasciava una polvere potenzialmente cancerogena per gli utilizzatori. In Italia sono 100 mila gli utilizzatori di apparecchi per respirare di Philips non sicuri, il 70% in comodato d'uso attraverso la convenzione con le Asl. L'azienda olandese è chiamata a sostituire tutti i dispositivi ma a distanza di due anni, nel nostro paese ce ne sarebbero ancora circa 15 mila che nessuno sa dove siano finiti e chi li stia utilizzando, anche perché ad oggi non esiste ancora un registro che aiuti la tracciabilità dei respiratori.

Documenti interni a Philips, proverebbero che i dirigenti della multinazionale olandese erano a conoscenza del grave problema da anni ma hanno atteso prima di effettuare il più grande richiamo di sicurezza della storia dei dispositivi medici. A Milano i pazienti hanno portato Philips in tribunale promuovendo la prima class action in ambito sanitario del nostro paese.

Lo spid e la nostra identità digitale

Tra il 2021 e il 2023 circa 600 studenti italiani sono stati truffati (e anche lo Stato italiano) sfruttando le falle del sistema di autenticazione SPID.

Questi ragazzi avrebbero speso tutto o quasi il loro plafond dal bonus cultura (che il governo Meloni non ha rinnovato), ma l’ordine non è partito da loro: l’esercente da cui è partito uno degli ordini è una persona di Novara a cui Report ha provato a chiedere spiegazioni. Dai registri della Camera di Commercio non compare la partita iva di questo signore, la libreria dovrebbe essere in un capannone, ma la giornalista non è riuscita a trovare nessun negozio all’indirizzo indicato, perché semplicemente non esiste. In sostanza 15mila euro sono stati erogati dal fondo pubblico ad un esercente che non ha nemmeno una partita iva registrata alla Camera di commercio.

La scheda del servizio: UNO, NESSUNO E CENTOMILA SPID di Lucina Paternesi

Collaborazione Giulia Sabella

Tra il 2021 e il 2023 in alcune città italiane, tra cui Siena, Ancona e altre in Friuli-Venezia Giulia, molti degli studenti che avevano diritto al Bonus Cultura 18App si sono visti azzerare il proprio plafond senza aver fatto accesso alla piattaforma del Ministero della Cultura né aver speso soldi in qualche libreria o acquistando i biglietti per una mostra o un concerto. Ad oggi i casi sono più di 600 e la truffa si aggira sui 300 mila euro. Chi ha sottratto i soldi che i neo diciottenni avrebbero potuto spendere in manifestazioni culturali o testi universitari? Mentre il Governo ha deciso di non rifinanziare il bonus, sostituendolo con una Carta del Merito e una Carta cultura giovani in base all’Isee, qualcuno si è approfittato delle falle nel sistema di autenticazione utilizzato per accedere al Bonus 18App, lo Spid. Ma come, se l’identità digitale di ciascuno di noi prevede l’autenticazione del richiedente? Tra finti librai che incassano buoni mai spesi in assenza di controlli e doppioni delle identità digitali, quanto siamo pronti alla sfida del ‘Wallet europeo’ con cui potremo acquistare un biglietto aereo o autenticarci durante un controllo delle forze dell’ordine?

La situazione in Val Stura

A distanza di due anni Report è tornata in Val di Stura: i tir che attraversano il paese per arrivare allo stabilimento di Acque Sant’Anna sono aumentati, sono collegati al valico internazionale.
Acqua Sant’Anna – racconta a Report il presidente dell’unione montana Valle Stura – ha fatto una scelta commerciale, puntando sulla quantità e sul basso prezzo per generare utili, i volumi sono saliti e di conseguenza il traffico.
Tutto questo ha causato, nella valle, una tendenza allo spopolamento, cartelli con su scritto vendesi e negozi chiusi: la popolazione sta sopportando una situazione sempre più pesante, racconta il sindaco di Demonte (CN), che è sempre meno facile accettare, la difficoltà di vivere una vita sociale in un paese dove i tir passano a pochi centimetri dalle case, tutti i giorni.

Che dice l’azienda? Niente, non una parola. Le difficoltà delle persone di una valle da cui Acque Sant’Anna trae il suo profitto, in modo legittimo per carità, non meritano nemmeno una parola.

La scheda del servizio: WATER-GATE di Chiara De Luca

Report è tornata per vedere come è cambiata la situazione in Valle Stura, dove ogni giorno circa 1000 tir attraversano il centro di alcuni comuni montani. Sono diretti per il 70 per cento allo stabilimento di Acqua Sant’Anna e per il 30 per cento in Francia.

Proprio il management dell’azienda che produce il noto marchio acqua Sant’Anna è protagonista di una vicenda giudiziaria. Tutto ruota intorno a un articolo secondo cui il brand Acqua Eva sarebbe stato di proprietà della Lidl. Una notizia falsa, che però ha allarmato il mondo della grande distribuzione.

Le anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate sulla pagina FB o sull'account Twitter della trasmissione.

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