31 dicembre 2023

La finestra sui tetti e altri racconti con Martin Bora, di Ben Pastor

 

Gli otto racconti qui raccolti, quattro ambientati sul fronte orientale e gli altri su quello italiano, ci raccontano secondo nuove prospettive questo personaggio letterario, complesso e allo stesso affascinante, Martin Bora, ufficiale dell’esercito tedesco nella seconda guerra mondiale, volontario in Spagna nel 1937 (La canzone del cavaliere) – laddove la strega Remedios gli rivelerà il suo destino Quando mi si mostrerà di nuovo, sarà perché dovrò morire .
Nel 1939, nei mesi che precedono la guerra, che in cuor suo non vede l’ora di attraversare, il giovane ufficiale Bora, già in servizio presso l’Abwher, il servizio segreto militare (spesso in contrasto con le SS), deve seguire un incontro tra uomini d’affari e militari giapponesi (Il signore delle cento ossa).
Nel 1939 in Polonia, alle prese con l’omicidio di una suora in odore di santità (Lumen).

Un anno dopo, nel 1940 in Francia, in Bretagna, all’indomani della capitolazione dell’esercito francese, quando deve mettersi in contatto con un vecchio ufficiale, eroe di guerra.

Lo ritroviamo a Creta, nei luoghi che richiamano i romanzi etici che ha studiato, per la sua formazione classica, ma dove deve dar la caccia agli assassini di una famiglia svizzera (La strada per Itaca).

Martin Bora, per inseguire il suo destino di militare è andato volontario anche sul fronte russo due volte, nel 1941-42 la prima volta, riuscendo anche a sfuggire all’assedio di Stalingrado (La sinagoga degli zingari) e successivamente nell’estate del 1943 seguendo la seconda fallimentare offensiva tedesca a Kharkov (Il cielo di stagno).
Dopo la disfatta in Russia, il fronte italiano: prima nel veronese, alle prese con la morte di un gerarca fascista (Luna bugiarda), dove subirà l’amputazione della mano sinistra a seguito di un attacco dei partigiani. Successivamente a Roma, nell’inverno più lungo della capitali, città aperta per le leggi di guerra, ma alle prese con la miseria, la caccia agli ebrei, col fronte sempre più vicino (Kaputt Mundi).

In Abruzzo, nell’estate del 1944, inseguendo dei documento segreti di Mussolini, si è imbattuto ne “Il morto in piazza”. Pochi mesi dopo la sua strada ha incrociato quella degli ufficiali che organizzarono l’attentato a Hitler, come il colonnello von Stauffemberg (La notte delle stelle cadenti). Poi un ritorno in Italia, nei mesi drammatici in cui il paese era diviso dalla guerra e dall’odio di italiani contro italiani, specie al nord nella repubblica di Salò (La Venere di Salò).
Eccetto i primi due romanzi, sopra elencati in ordine cronologico, non nell’ordine della pubblicazione dei romanzi (l’autrice Ben Pastor è andata avanti e indietro nel tempo), sono tutti ambientati nel corso della seconda guerra mondiale: una guerra in cui il giovane ufficiale tedesco ci si è gettat
o, come gli eroi di Omero si gettavano nella battaglia qualche secolo prima. Di cultura classica, laureato in filosofia, un padre naturale musicista e un patrigno che è stato generale nella prima guerra mondiale. Sangue tedesco, ma anche scozzese, per parte di madre. Un figlio della Sassonia, la regione ad est della Germania che confina con la Polonia, ma anche un figlio della nostra terra, per le estate passate a Roma.

Attraverso i suoi racconti, l’autrice ci racconta la Storia, quella con la S maiuscola: le grandi battaglie, i personaggi che troviamo sui libri di storia. Una guerra che è descritta dal punto di vista strettamente personale di questo personaggio che, per citare Pirandello, è uno e nessuno e centomila: ufficiale dei servizi che ha prestato giuramento alla patria, al Fuhrer, ma anche uomo che si trova di fronte tutti i problemi etici che questa guerra gli mette di fronte e che fanno cadere, una dopo l’altra, tutte le sue certezze, fanno scemare quell’entusiasmo con cui aveva indossato la divisa. I cadaveri dei civili polacchi raccontati in Lumen, che lo metteranno per la prima volta sul libro nero delle SS.

La guerra in Russia, che non era più una battaglia tra eserciti, ma uno sterminio di uomini contro uomini, dove si era andati oltre tutte le leggi di guerra.

L’uomo giusto nella divisa sbagliata”: così lo definisce Luigi Sanvito, che cura per Sellerio i romanzi di Ben Pastor, nell’introduzione a questa raccolta. L’uomo giusto, alle prese con tutti i contrasti nati dalla sua natura, di soldato e di uomo con dei valori. Ma anche la natura di investigatore, per tutti i casi che, nel corso delle sue storie, si è trovato ad affrontare: sono delitti nati dalla guerra, le piccole storie, con la s minuscola, che aiutano anch’essi a raccontare il clima, il contesto, la vita di quegli anni in cui in Europa era diventata terreno di battaglia.

Ufficiale di carriera dell’esercito tedesco che ordini superiori o il semplice caso prestano all’attività investigativa, Bora deve affrontare non solo intricatissimi misteri criminali, ma anche, forse soprattutto, i paradossi che scaturiscono dalla sua scomoda posizione di «uomo giusto nella divisa sbagliata»: che senso ha indagare su singole morti per omicidio mentre tutt’attorno infuria l’apocalittica carneficina della guerra, assassinio legalizzato per eccellenza?
Come conciliare l’etica Kantiana (e i precetti cristiano cattolici, sia pure con qualche sfumatura protestante) con la consapevolezza, sempre più matura di anno in anno (e di romanzo in romanzo, dalla Spagna del ‘37 de La canzone del cavaliere alla Repubblica Sociale italiana del ‘44 de La Venere di Salò), di essere oggettivamente al servizio di una delle dittature più sanguinarie della storia recente italiana?

In questi racconti, i primi quattro ambientati sul fronte orientale e gli ultimi su quello italiano, troviamo il delitto, il mistero, la scena del delitto che racconta del morto, del suo assassino e a volte è una messa in scena per sviare l’investigatore, Martin Bora che, ad occhi esterni, può apparire distaccato, freddo, senza alcuna sensibilità apparente. Un investigatore che deve mettere assieme i pezzi per arrivare alla soluzione del caso che, se non è sempre consolatoria, almeno restituisce un poco di giustizia e di luce in questo mondo sommerso dalle ombre del male.

I racconti contenuti in questa raccolta

Parte prima - il fronte orientale

Tre fratelli

Il primo enigma per Martin Bora si presenta nel 1941 in Ucraina, dove in una stazione incontra il professor Vladimir Propp: mettendolo di fronte ad un indovinello, il professore aiuterà Bora nella soluzione di un delitto, la morte di una donna trovata dentro una pozza. Propp lo metterà di fronte ai pericoli della sua “avventura”, la guerra in Russia

Mi chiedo quanto sia sensato che lei persegua questa avventura nel mio paese.  

L’eroe si inoltra in un regno sconosciuto, e se riesce ad uscirne, ne emerge profondamente cambiato.

La finestra sui tetti

A Praga nel maggio 1942, Bora deve eseguire un compito rischioso per l’Abwher, che stanno indagando sui piani criminali di Heydrich, Reichprotektor della Boemia e Moravia.

Dalla sua “finestra sui tetti” di Praga sarà spettatore dei preparativi dell’attentato a Heydrich. Qui impara, per la prima volta, quanto sia difficile nascondere la sua natura, i suoi sentimenti, per colpa degli incarichi che deve svolgere:

La mia è una finestra alta, si disse, dalla quale si gode di una vista privilegiata e solitaria. E benché il prezzo in ballo fosse la vita, stanotte sembrava a Martin Bora che che il gioco richiedesse meno eroismo che coraggio: il coraggio di apparire indifferente a coloro ai quali più teneva.

Il giaciglio di acciaio

Siamo a Stalingrado, nel 1942: questo racconto è come un capitolo del romanzo La sinagoga degli zingari, tutto è concentrato nei pochi giorni tra Natale e fine gennaio, quando assieme ai suoi uomini, Bora riesce a scappare dalla tenaglia dell’esercito russo. Salvando la sua vita, ma lasciandosi dietro un pezzo della sua anima. O forse anche la vita stessa.. A tenere vita la sua speranza, a non volersi lasciar andare, i ricordi della sua infanzia, dei suoi cari, dell’amata Dikta, la moglie lasciata in Germania a cui dedica, in una lettera, i versi di Garcia Lorca

Voglio morire, decentemente in un giaciglio

D’acciaio se possibile,

con vere lenzuola

Onegin

Questa volta non è un omicidio quello in cui inciampa Bora, ma un padre che ha denunciato il figlio ai tedeschi, esponendolo al rischio di una condanna a morte. Dietro, come si scoprirà, una storia di violenze e di vendette, non come quella raccontata da Verga con compare Turiddu, ma piuttosto come quella raccontata in Otello: in questo racconto si affronta il drammatico tema degli stupri come arma di guerra, un aspetto purtroppo ancora presente nelle guerre moderne.

Parte seconda – fronte italiano

Il sangue dei santi

Siamo a Lago, nella provincia veronese, nel dicembre 1943: l’indagine in cui viene coinvolto Bora è l’omicidio di un prete, don Ivo, descritto da tutti come “un sacerdote attento e un bravo giovane”.

Ritroviamo in questo racconto l’ispettore Guidi (protagonista nei romanzi Luna bugiarda e Kaputt Mundi) che dovrà, con una certa riluttanza, collaborare con Bora per far luce su un traffico di reliquie, sui responsabili dell’omicidio, con una riflessione finale su fede, fiducia e ingenuità, “sono credente e perfino ingenuo” si trova a dire l’ufficiale tedesco. In tempi di guerra e di sofferenza, anche questa ingenuità aiutava ad andare avanti.

Nodo d’amore

Nel gennaio 1944 Martin Bora è a Roma, come aiutante di campo del generale Westphal: avendo dimostrato di saper sbrigliare casi complicati, non solo al fronte, viene mandato a Littoria ad aiutare le autorità italiane, polizia e carabinieri, coinvolte in un caso di omicidio. Un gioielliere, italiano ma adottato da una famiglia ebrea, ucciso nel tentativo di una rapina, i ladri oltre ai soldi si sono portati via una spilla di grande valore, un nodo d’amore in oro arricchito con diamanti. La moglie, sospettata del delitto da parte della polizia, è una cittadina tedesca, da cui l’interessamento delle autorità militari. Un uxoricidio, dunque? Nella testa di Bora si accumulano dei dettagli apparentemente insignificanti, ma non meno molesti (e non meno dolorosi, se sommati al pensiero della moglie Dikta di cui non ha notizie)

Il telefono staccato, l’amante, il grembiule fradicio e insanguinato dentro l’armadio. Rapallo, i bordelli del nord Italia, l’Agro Pontino redento. Il nodo d’amore per cui si uccide e per cui si tace.

Non si sentivano i treni

Dopo la ritirata da Roma, conquistata dagli alleati nel giugno 1944 (e di cui abbiamo letto in Kaputt Mundi), l’unità di Bora si è trasferita sulla linea gotica, sull’appennino. Qui, in viaggio in treno (uno dei pochi treni in circolazione in tempi di guerra) Bora fa uno strano incontro: un signore anziano che, inaspettatamente, gli rivolge la parola, con l’intenzione di raccontargli una storia, due delitti avvenuti in una casa di campagna qualche anno prima. Una storia di due amanti uccisi per gelosia, di rimorsi e di un lupo che va a bussare a casa del cacciatore.

Bocca d’Inferno

Nell’ultimo racconto vediamo Bora, promosso colonnello, in azione sull’appennino nord occidentale nel settembre 44: in azione contro le “bande” dei partigiani, formazioni irregolari secondo il linguaggio burocratico della guerra, ex militari, renitenti alla leva, giovani che in quel drammatico inverno presero le armi per aiutare la liberazione dell’Italia dall’occupazione nazi fascista. Ancora una volta è una indagine, apparentemente slegata dalla guerra, ad incuriosire Bora: una giovane donna, rimasta vedova, che sarebbe stata rapita da una famiglia di proprietari terrieri che l’ha portata nella sua cascina, a Bocca d’Inferno.

Siamo sulla linea Gotica dove, come ai tempi dei “barbari” si uccidono civili, si lotta per il possesso di un lembo di terra, si uccidono prigionieri. Come succederà a Bora, che dovrà applicare le dure leggi di guerra, nonostante la consapevolezza di stare dalla parte sbagliata della guerra, “il disinganno rispetto allo zelo idealista” dei primi anni di quella guerra dentro cui era dentro da ormai cinque anni.

Perché leggere questo libro? Per chi non ha mai letto nulla di Ben Pastor, è l’occasione per avvicinarsi a questa autrice e scoprire questo personaggio complesso, affascinante e scostante, l’ufficiale dei servizi Martin Bora. Per chi, come me, ha letto tutti i romanzi della serie, sono di aiuto per raccordare assieme tutte le storie già lette nei romanzi “lunghi” della scrittrice americana ma di origini italiane, editi da Sellerio.

Questi i romanzi di Ben Pastor con Martin Bora editi da Sellerio (alcuni erano già stati pubblicati da Hobby & Work)

La scheda del libro sul sito dell'editore Sellerio

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