Incipit
Cracovia, Polonia. Venerdì, 13 ottobre 1939La scritta in polacco dipinta sul cartello esortava: Fate bene attenzione, e i caratteri ebraici, poco più sotto, ribadivano verosimilmente lo stesso concetto. Sul muro tutto intorno erano affisse illustrazioni a colori dell'alfabeto. Per la lettera L, la figura rappresentava una bambina intenta a spingere una carrozzina di bambola.
D'un tratto l'odore di carne straziata si fece pungente, crudo. Gli salì alle narici senza alcun preavviso, e Bora si allontanò di scatto dalla parete per spostarsi al centro della stanza, verso un infermiere militare in guanti e mascherina chirurgica. Alle sue spalle, dalle tre finestre spalancate che inondavano di luce l'aula scolastica, entravano il sole calante e una tiepida brezza pomeridiana. Avevano accostato sei banchi dalla parte del lato corto, a due a due, e i corpi in uniforme vi erano adagiati sopra, su dei teli cerati.
Il sangue gocciava dai bordi dei banchi, dalle fessure fra i margini dei teli. Le pozze più larghe stavano già coagulando, e la loro superficie rifletteva la luce delle finestre. Bora rimase a fissare quel baluginio prima di avvicinarsi con un cenno d'assenso all'infermiere.
A uno a uno osservò i corpi, e per ciascuno pronunciò un nome a bassa voce: una voce calma, controllata, repressa con rigore.
L'infermiere aveva in mano un taccuino, e ce li scrisse sopra. Quando Bora sollevò lo sguardo dal terzo cadavere, i suoi occhi incrociarono la stampa vivida della bimba con la carrozzina sulla parete di fronte. Lale. Dorotka ma lale, c'era scritto.- Pensavamo che lei fosse la persona più indicata per identificarli, capitano, visto che era nella macchina dietro di loro...
A più di due anni
dalla guerra civile in Spagna e dall'inchiesta sulla morte del poeta
Garcia Lorca (“La
canzone del cavaliere”) e a pochi mesi dall'inchiesta sulla
spia americana tra gli invitati giapponesi (“Il
signore delle cento ossa”), in questo romanzo ritroviamo Martin
Bora (il personaggio seriale
creato dalla scrittrice Ben Pastor), qui col grado di capitano
e con un incarico nei servizi a seguito dell'esercito tedesco. Siamo
a Cracovia nei mesi successivi la guerra lampo contro
l'esercito polacco.
Come negli altri
romanzi, la guerra è lontana, ci troviamo ben distanti dai campi di
battaglia e dal fronte. Eppure le cicatrici della guerra sono ben
evidenti: per le scene di devastazione nella città, ora occupata
dalle truppe tedesche e dove le SS proseguono la loro opera di caccia
ai nemici del Reich. Per esempio ebrei, ma anche gli intellettuali, i
professori ..
La guerra è
lontana ma si continua a sparare: nelle città e nelle campagne,
per le rappresaglie che colpiscono i civili, colpevoli solo di aver
aiutato dei soldati sbandati.
L'eco degli spari
arriva fino alle orecchie dell'Abwher presso cui Martin Bora presta
servizio: è anche questa la guerra? La guerra che non distingue tra
soldati e civili, dove si uccide nelle fosse comuni, dove si bruciano
villaggi e case, come dei barbari incivili?
– Questa guerra le offrirà il frutto proibito, capitano. – Mi aspetto che lo faccia, signor colonnello. Ma penso di avere ancora libertà di scelta... – Oh, la morderà, quella mela, eccome se la morderà
Si formano le prime
crepe dentro il suo animo, di ufficiale che ha prestato giuramento
nelle mani di Hitler, ma anche di uomo che ha alle spalle studi di
filosofia e un'educazione cattolica.
In un mondo di
omicidi di massa, Bora però si trova coinvolto nell'omicidio di
Madre Kazimierza, badessa del Convento di Nostra Signora delle
Sette Pene, considerata una santa dai suoi concittadini per le
stigmate sulle mani, per le sue visioni.
Il suo motto era
Lumen Christi Adiuva Nos (ovvero Luce di Cristo aiutaci) e un
fascicolo su di lei è presente negli archivi delle SS, chiamato
appunto “Lumen”.
Lei stessa aveva
detto, come una premonizione, che attraverso il suo nome sarebbe
morta ..
Martin Bora è
incaricato del caso: è stato anche uno dei primi ad accorrere nel
chiostro, richiamato dal suo superiore Hofer, che andava dalla
badessa nella speranza di un miracolo per suo figlio.
Ma l'inchiesta si
presenta complicata: per la reticenza delle suore nel voler
collaborare con un ufficiale di un esercito occupante. Stesse
difficoltà che arrivano poi dalle SS stesse, restie a condividere
alcunché con la Wehrmacht.
L'unica persona con
cui riesce ad instaurare un rapporto di fiducia, per le indagini, è
padre Malecki, un sacerdote americano mandato dalla Santa Sede per
indagare sui presunti miracoli di Madre Kazimierza.
– Matka Kazimierza... Matka Kazimierza è un’istituzione a sé. Qui in Polonia la chiamano la «Badessa Santa». Tutti parlano delle sue visioni di eventi a venire, e la si dice dotata di poteri mistici,..
Chi ha sparato alla
madre? Cosa ci facevano quelle armi polacche poi ritrovate nel
convento?
Aveva forse dei
contatti con la resistenza polacca? E se fossero stati i tedeschi
stessi ad ucciderla …
Martin Bora si
trova invischiato anche in una storia personale che coinvolge il suo
compagno di alloggio, e la sua amante, una cantante lirica.
Che senso ha
indagare su un singolo omicidio, in un mondo dove si continua ad
uccidere?
Ci sono le persone
fucilate dalle SS per la strada, le prime deportazioni nei ghetti
degli ebrei, spogliati di tutto (Bora incontra qui un suo insegnante
di piano “ci portano a un campo, domani; un posto migliore, dicono
..”). Le razzie dei tedeschi, la pulizia delle SS, di tutto ciò
che suona come antitedesco.
Nel libro viene
citato, quasi di sfuggita, l'episodio del “Massacro di Katyn”,
l'eccidio degli ufficiali polacchi da parte dei servizi russi.
– Capitano, quell’ufficiale polacco lancia un’accusa molto pesante. Che prove abbiamo? – Il prigioniero mi ha dato una lista di nomi che potrebbero essere comunicati alle autorità russe per mezzo della Croce Rossa. I gradi gerarchici delle vittime vanno da capitano in su...
Sono morti che
pesano sull'alleanza, molto traballante, tra russi e tedeschi, il
patto Molotov Ribbentrop con cui Hitler e Stalin si erano spartiti la
Polonia.
Ma ci sono anche le
fosse comuni delle tante morti per la “barbarie” germanica:
crimini di guerra che Bora prende nota e che riferisce ai suoi
superiori, per sentirsi rispondere “Indurisca il suo cuore; è
il consiglio che hanno dato a noi tutti all’inizio della campagna,
ed è un buon consiglio. Le farà bene nella vita. Lei è solo un
giovane ufficiale pieno di scrupoli”.
Nel
romanzo ritroviamo un personaggio realmente esistito, il generale
Blaskowitz,
comandante in campo delle armate tedesche: veramente il generale
raccolse le prove dei crimini di guerra e delle atrocità delle SS,
riportandole fino a ad Hitler, che lo destituì dal comando. Bora
stesso, per il suo zelo, per il voler denunciare quanto visto, si
mette in cattiva luce nei confronti dei superiori e delle SS.
Come si può
conciliare le fosse comuni, gli omicidi indiscriminati, con la sua
fede, con i suoi valori di uomo e non solo di soldato?
Il suo stesso
patrigno, il generale Sickingen, lo mette in guardia: non potrà
continuare a prestare fede al giuramento ad Hitler e al suo onore:
Adesso hai giurato fedeltà a quell’uomo – non al Paese, ma a quell’uomo – e sei vincolato dalla tua parola. Che Dio ti protegga quando arriverà il momento di scegliere fra il tuo onore e qualunque altra cosa venga oggi chiamata così in Germania.
Il romanzo finisce
con la separazione tra Bora e padre Malecki, ciascuno per la sua
strada: il giovane ufficiale verso una promozione, ora che ha visto
coi suoi occhi la crudeltà del mondo e questa l'ha profondamente
amareggiato nell'anima. Ancora vivo, ma con le prime ferite
nell'animo.
E il prete
americano, anche lui allontanano dalla curia di Cracovia, per non
incattivire troppo i rapporti coi tedeschi.
Altre storie, altre
battaglie, altri dolori attendono il giovane ufficiale Martin Bora:
tedesco di Lipsia ma con sangue inglese nelle vene e con
un'educazione che l'ha portato anche in Italia. Altre storie di
guerra, in un mondo dove tutto è confuso e dove è sempre più
difficile essere soldato e uomo.
Il prossimo
racconto, in uscita per Sellerio, si intitola “I piccoli fuochi”
e sarà ambientato in Francia nel 1940. Buona lettura!
La scheda del libro
sul sito di Sellerio.
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